mercoledì, ottobre 29, 2014

Stefano Bollani a Enjoy Jazz

Ieri siamo andati al concerto Stefano Bollani Piano Solo di Enjoy Jazz
Bollani era in grande forma: improvvisazione e umorismo a livelli altissimi. Interazione con il pubblico come al solito. Stavolta il tormentone sono stati i colpi di tosse del pubblico ripresi da lui e incastrati nei suoi pezzi.
Immancabile e irresistibile il bis con lista di autori e canzoni chieste al pubblico. Brillante quasi come quella del concerto di Francoforte.

martedì, ottobre 28, 2014

Leopardi e il creazionismo

Ho appena letto su Qfwwwfq questo interessante articolo sul giovane Leopardi: IL GIOVANE METAFISICO. Ne rilancio qualche passaggio.


«Nelle dissertazioni il "giovane favoloso" sostiene una serie di luoghi comuni della metafisica tradizionale che di lì a poco abbandonerà come fossero favole infantili, e si tratta esattamente di alcuni di quei luoghi comuni che modellano ancora oggi le vie neurali di gran parte dell'umanità, nonché di molti di quei filosofi idealisti e particolarmente ostili alla tecnica e alle scienze della natura che, con sottile e sottovalutata contraddizione, godono di popolarità persino in rete e sui media. I due luoghi comuni principali sono il dualismo mente-corpo di sapore platonico-cristiano-cartesiano e l'idea tomistico-lebniziana del disegno intelligente e dell'essere perfettissimo. Il ragazzino erudito innesta i contenuti filosofico-religiosi dei suoi studi sulla particolare architettura mentale del Sapiens, il quale è stato dotato dall'evoluzione di preziosi dispositivi iperattivi di attribuzione di intenzionalità e di riconoscimento di agenti da cui, secondo alcuni studi neurocognitivi recenti, deriverebbero come sottoprodotti gli spiriti, i folletti, le anime, gli dèi e i divini architetti delle varie culture. Insomma, è come se queste dissertazioni offrissero un compendio di alcuni aspetti "infantili" e innati del pensiero umano che sono una parte di quella che oggi viene chiamata psicologia ingenua. A Leopardi, contrariamente a quanto accade alla stragrande maggioranza degli esseri umani, bastò poco tempo per rendersi conto che in realtà non ci sono né anime immateriali, immortali e assolutamente libere né disegni intelligenti di un essere perfettissimo. 


Nel mare di stupidaggini in cui la mente giovanile di Giacomino naufragava dolcemente, qualche buon pesce, persino più buono di quanto lui stesso potesse immaginare, è tuttavia finito nella rete. Si tratta di due piste di ricerca poco ortodosse (rispetto al rigido cattolicesimo familiare) che lui ha intravisto e coraggiosamente imboccato, percorrendone i tratti iniziali e ancora acerbi: una spiegazione neuroscientifica dei sogni che rigetta qualsiasi fantasia oniromantica e una teoria gradualista dell'"anima" e dello "spirito" che, per quanto riguarda l'attribuzione di una "mente cosciente" agli animali (come si direbbe oggi), lo porta oltre il paradigma strettamente cartesiano e lo avvicina ad approcci contemporanei particolarmente sofisticati come quello di un Hofstadter...»

lunedì, ottobre 27, 2014

La musica dai ritmi irrazionali 1

- Ritmi irrazionali!? Ma che significa? Come fanno a essere irrazionali i ritmi? Io ho sempre visto delle frazioni all'inizio delle partiture. Tipo 2/4, 3/4, 4/4. Non sono quelle che stabiliscono il ritmo del pezzo? Che significa che il ritmo è irrazionale? Che invece di un 4/4 potrò avere un √2/4 o un π/4? Un po' difficile da contare no? Questa cosa mi puzza. Non è che mi stai per raccontare cose simili alla musica spettrale o agli esperimenti con spettri artificiali?
- No, non proprio. Allora, partiamo dalle basi. Nella nostra notazione musicale un ruolo fondamentale nella definizione del ritmo viene giocato dalla battuta.
- Ah sì, l'insieme delle note comprese tra le stanghette.
- Esatto. E, come hai già osservato, la frazione iniziale stabilisce il ritmo della battuta. E, oltre a quello, anche la quantità di valori che la battuta può contenere e gli accenti. Più precisamente il numeratore stabilisce il numero di movimenti nella battuta e il denominatore stabilisce la durata di ciascun movimento. I movimenti li si può pensare semplicemente come movimenti della mano. Ad esempio con l'indicazione 3/4 si vuole specificare che la misura è composta da tre movimenti ognuno dei quali dura un quarto dell'intero (la semibreve). Con 3/8, invece, si hanno sempre tre movimenti ma ognuno di essi dura un ottavo dell'intero.
- Quindi la differenza è che il movimento del 3/8 è la metà di quello del 3/4?
- Beh, a parità di indicazione metronomica, sì. E, di solito, il 3/4 si batte con tre movimenti della mano ognuno dei quali contiene due ottavi. Mentre il 3/8 si batte con un solo movimento della mano che di ottavi ne contiene tre. 3/4 e 3/8 sono i ritmi tipici del Valzer. E, in questo caso la battuta si dice ternaria.
- Immagino quindi che la battuta di 2/4 si chiamerà binaria e quella di 4/4 quaternaria. Ma i numeratori possono anche essere numeri più grandi, vero?
- Certo! Ci sono, ad esempio, le misure composte. Che si ottengono da quelle semplici (2/4, 3/4, 4/4, ...) moltiplicando la frazione per 3/2. Si ottengono quindi 6/8, 9/8 e 12/8. Queste si battono con lo stesso numero di movimenti della misura semplice corrispondente. Ma ogni movimento della mano comprenderà tre ottavi invece di due.
- Ho capito. Quindi se nel 2/4 la mano si muove due volte, in basso, in alto; in basso, in alto, a descrivere i quattro ottavi: ta ta ta ta.



E nel 6/8 la mano si muoverà sempre due volte. Ma stavolta con tre "sotto-movimenti", basso, alto, alto; basso, alto, alto, a descrivere i sei ottavi: ta ta ta ta ta ta.



- Esatto!
- Ma quindi i numeratori possono essere solo multipli di due e multipli di tre?
- No. Esistono anche le cosiddette misure miste.
- E cioè?
- Le misure miste sono un unione di misure semplici e composte. La più semplice è il 5/4.
- Ah, cinque movimenti di un quarto. Quindi in questo caso la battuta si dirà... cinquaria? Ehm, no...
- Si chiama quinaria.
- Quindi esisterà anche il 5/8.
- Certo.
- E gli accenti dove cadono?
- Dipende dalla scelta del compositore. Le scelte più frequenti lo fanno cadere o solo sul primo, oppure primo e quarto, oppure primo e terzo. Questi ultimi due casi possono anche essere visti come 3/8 + 2/8 e 2/8 + 3/8.
- Discorso simile per il 7/4 immagino.
- Sì. E a volte i tempi 5/4, 7/4, 11/4 vengono chiamati tempi dispari.
- Tempi dispari? Ma pure 3 è dispari. E allora perché il 3/4 non rientra tra i tempi dispari?
- Beh, la definizione non è rigorosamente matematica.
- Ho capito. E vale sempre il discorso della moltiplicazione per 3/2?
- Certo che vale. Dal 5/4, ad esempio, si ottiene il tempo composto 15/8.
- Immaginavo. Senti, ma finora abbiamo parlato solo del numeratore. E al denominatore? Io ho visto sempre e solo 2, 4, 8, 16... Potenze di due insomma. Possono esserci solo quelle?
- Eccoti arrivata al punto dove ti volevo portare! Poi ditemi che non è maieutica questa.
- Maieutica?
- No, niente, lasciamo perdere. Generalmente sì: al denominatore si trovano solo potenze di due. Ma un po' di anni fa qualcuno si è divertito a creare qualcosa di nuovo e così sono venuti fuori i cosiddetti metri irrazionali. Ma ora si è fatto tardi e devo andare. Quelli te li spiegherò la prossima volta.
- Uffa! Mi lasci sempre le spiegazioni a metà!

Seconda parte

venerdì, ottobre 24, 2014

Sobibor: uno dei peggiori campi di sterminio viene alla luce solo adesso

Da La Stampa del 18 settembre

"Al termine di sette anni di scavi un gruppo del museo Yad VeShem di Gerusalemme ha ritrovato nel sottosuolo della Polonia una delle camere a gas del campo di sterminio di Sobibor contribuendo a portare alla luce un tassello della Shoah che i nazisti tentarono di occultare distruggendolo e piantandovi sopra nel 1943 un'intera foresta.
David Silberkland, capo delle ricerche a Sobibor, ha lavorato sulla base dei frammenti di testimonianze dei pochissimi sopravvissuti da uno dei Lager creati dai nazisti con l’unico scopo di mettere a morte il numero più alto di ebrei nei tempi più rapidi possibili. «Sobibor fu costruito nel 1942 dalla Germania nazista per portare a termine la totale eliminazione degli ebrei polacchi e in pochi mesi, assieme agli analoghi lager di Treblinka e Belzec, sterminò quasi due milioni di ebrei» spiega Marcello Pezzetti.
Il fine di Sobibor è unicamente la messa a morte degli ebrei e non c’è dunque un campo di lavoro a fianco della struttura di sterminio, come avviene ad Auschwitz. Ciò significa che il campo e composto solo di quanto serve a uccidere: la rampa per i treni con i deportati, le camere a gas e le fosse comuni. La durata media di sopravvivenza di un ebreo a Sobibor e stimata in un'ora e mezza. Gli unici che riescono a vivere più a lungo - poche settimane - sono i deportati usati dai tedeschi per far funzionare il lager. I ritmi delle sterminio sono forsennati. «Sobibor e il buco nero della storia mondo» riassume Pezzetti, perché «è qui che si comprende cosa fu davvero lo sterminio degli ebrei».

Inaugurato a maggio del 1942, ha tre camere a gas che funzionano senza interruzione. I corpi delle vittime vengono sepolti e a giugno il ritmo dei treni e tale da far cedere il terreno sotto la ferrovia. Gli arrivi riprendono a pieno regime in ottobre e con l'inizio del 1943 le camere a gas raddoppiano, diventando sei. Nell'ottobre di quell'anno un gruppo di deportati ebrei russi decide di tentare la rivolta unendosi ad altri prigionieri e riescono a sorprendere i tedeschi, fuggendo in 300. Solo 50 di loro sopravvivo, diventando gli unici testimoni esistenti del «campo di messa a morte» dove in una manciata di mesi perdono la vita 250 mila ebrei. La reazione dei tedeschi alla rivolta è di distruggere il Lager perché lo sterminio degli ebrei polacchi oramai è compiuto. Sobibor viene completamente distrutto le camere a gas sotterrate e migliaia di corpi riesumati per essere bruciati. L'intento e cancellare ogni prova. Viene anche piantata una foresta di alberi sul terreno colmo di resti umani, con tanto di una falsa fattoria nominata «Sobibor» proprio per rendere non credibili le eventuali testimonianze dei pochissimi scampati. II ritrovamento della camere a gas costituisce dunque uno dei risultati più importanti di Yad VaShem, il museo-memoriale della Shoah di Gerusalemme. «Le abbiamo trovate vicino a un pozzo dove i tedeschi avevano gettato resti umani e oggetti dei deportati, come un anello nuziale con la scritta rituale “At Mekudeshet Li” (Tu mi sei consacrata)», ha raccontato l'archeologo Yoram Haimi, confessando «sorpresa» per «le dimensioni delle camere a il livello di preservazione degli ambienti.»"
 

martedì, ottobre 21, 2014

Proposte per nuova punteggiatura

A dire il vero, qualche volta l'esigenza della virgola interrogativa l'ho avuta. E forse pure del punto ironizzante. Altrimenti uno è costretto a usare sempre le emoticone che, in alcuni contesti, non sono molto appropriate. Che ne dite?

L'esistenza di segni di punteggiatura che ignoravo l'ho scoperta leggendo l'interessante articolo "La mia Giornata proGrammatica", in cui Licia Corbolante racconta la sua esperienza di esperta linguistica e "testimone di buona lingua" presso l’IIS Paolo Frisi di Milano. Ecco il passo:

"Ho poi mostrato alcuni simboli di interpunzione aggiuntivi nati negli Stati Uniti per gestire alcuni aspetti della funzione emotivo-intonativa che non sono esprimibili con la  punteggiatura standard (esempi). Hanno però avuto poco successo, anche perché non sono riproducibili molto facilmente. Discutendo l’eventuale utilità e potenziali nomi italiani, i ragazzi hanno giustamente fatto notare che è poco probabile che si possano affermare, specialmente ora che abbiamo a disposizione emoticon ed emoji."

Qui c'è pure una "Brief History of Typographic Snark and the Failed Crusade for an Irony Mark".

venerdì, ottobre 17, 2014

«La Merkel ha dimenticato quando l’Europa dimezzò i debiti di guerra alla Germania»

Joschka Fischer, l’ex segretario dei verdi tedeschi, ha appena pubblicato un libro. «Scheitert Europa?», «L’Europa fallisce?». Tra le altre accuse contro le «politiche di euroegoismo» della coppia Merkel-Schaeuble Fischer ricorda i fatti relativi alla Conferenza di Londra. Fatti che, sinceramente, ignoravo. E dopo averli letti mi sono detto: strano che non ne parli mai nessuno.

Riccardo Barlaam recensisce il libro su Il Sole 24 Ore

"Fischer scrive che è «sorprendente» che la Germania abbia dimenticato la storica Conferenza di Londra del 1953, quando l’Europa le cancellò buona parte dei debiti di guerra. «Senza quel regalo - scrive l’ex ministro - non avremmo riconquistato la credibilità e l’accesso ai mercati. La Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miratolo economico».
Secondo Fischer la cura di austerità imposta dalla coppia Merkel-Schaeuble è stata «devastante» perché ha imposto ai Paesi del Sud Europa «una deflazione dei salari e dei prezzi» impossibile da superare con il peso del rigore e «alla trappola della spirale dei debiti», che condanna questi Paesi a non uscire dalla crisi con il pretesto del risanamento dei conti.
«Se la Bce non avesse seguito le decisioni di Draghi ma le obiezioni dei tedeschi a quest’ora l’euro non esisterebbe più. Il più grande pericolo per l’Europa - conclude il politico tedesco -attualmente è la Germania».
Alla conferenza di Londra del 1953 alla Germania furono condonati il 50% dei debiti di due guerre mondiali per darle la possibilità di ripartire. Tra i Paesi che decisero di non esigere il conto c’erano l’Italia e anche la povera e malandata Grecia, che pure, durante la seconda guerra mondiale, aveva subito enormi danni alle infrastrutture da parte delle truppe tedesche.
L’altro 50% la Germania l'avrebbe dovuto rimborsare dopo l'eventuale riunificazione delle due Germanie. Ma nel 1990 Helmut Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Anche questa volta Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto. Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro. Senza l’accordo di Londra, la Germania avrebbe dovuto rimborsare debiti per altri 50 anni.
«Né Schmidt e né Kohl - dice ancora Fischer - avrebbero reagito in questo modo. Avrebbero anzi approfittato della impasse causata dalla crisi per fare un altro passo avanti verso l’integrazione europea. La Merkel così distrugge l’Europa»."

giovedì, ottobre 16, 2014

Carnevale della Matematica #78 - Disegnate la matematica

Il Carnevale della Matematica di ottombre, il numero 78 (“il merlo canta allegro”), ha come tema: Disegnate la matematica.
Ad ospitarlo è Rosalba.

Il tema è molto interessante e molto ben sviluppato. Io ho contribuito con La matematica degli Hindu: Aryabhata, Brahmagupta, Mahāvīra, Bhāskara, numeri negativi e irrazionali. Il contributo è parzialmente in tema visto che Bhāskara fu anche bravo a disegnarla la matematica.
Infatti, come ci ricorda anche .mau. in "Quando una “dimostrazione” è una dimostrazione?" e in "Il teorema di Pitagora", Bhāskara produsse una sorta di dimostrazione grafica del celeberrimo teorema.



Il carnevale si conclude segnalando il prossimo ospite.
non resta che ricordare ai Carnevalisti che la prossima edizione del Carnevale, la 79esima per la precisione, si terrà da Il Coniglio Mannaro.


martedì, ottobre 14, 2014

Radio Coatta Classica e DJ spinetta

Ho appena scoperto che ignoravo l'esistenza di questa pietra miliare del panorama radiofonico italiano:

Radio Coatta Classica e il suo DJ spinetta
La mejo musica classica dai tempi de Checch'e Nnina

Una perla! Conoscevate questa emittente? Sapevate che Carissimi è stato uno de li mejo a perfeziona' le forme daa cantata? No? E allora sapevatelo!

La puntata sottostante è dedicata a Grieg e Skrjabin.

lunedì, ottobre 13, 2014

Gaël Giraud: L’austerità di bilancio è una sciocchezza - Ciò che la Germania ha fatto con due guerre mondiali, lo sta rifacendo sul piano economico

A Pagina 3 dell'8 ottobre Vittorio Giacopini ha letto e commentato un'interessante intervista a Gaël Giraud (podcast della puntata). Ne riporto qualche stralcio.
Premiato nel 2009 da Le Monde come miglior giovane economista, padre Giraud è diventato un ascoltato protagonista del dibattito pubblico francese e un interlocutore del presidente Hollande. Finora – ammette – senza grande successo...

Padre Giraud, perché ce l’ha tanto con le banche?  
«Come molti economisti io credo che una delle cause più forti della crisi sia nel settore bancario. Le grandi banche in Europa, Paribas in Francia, Deutsche Bank in Germania, Montepaschi in Italia sono delle bombe a scoppio ritardato per le economie dei loro paesi e per l’Ue. Bisogna assolutamente separare l’attività di credito da quella di affari, se quest’ultima fallisce lo Stato non deve sentirsi obbligato a compiere costosi salvataggi per proteggere i depositi dei risparmiatori. François Hollande si era impegnato durante la campagna elettorale, ma in realtà ha fatto una finta legge di separazione».  

Come ha reagito il sistema alla sua denuncia?  
«Le banche francesi erano furiose con il prete gesuita che denunciava manipolazioni e imbrogli e mi hanno procurato un sacco di guai. Il fatto è che le nostre grandi banche hanno un peso talmente forte da esercitare un potere di ricatto nei confronti della politica. Paribas ha un bilancio che ha lo stesso peso del Pil francese. Ci vuole una politica coraggiosa che sappia liberarsi dell’ipnosi delle banche».  

Però il grande problema delle economie europee – Francia, Italia – è oggi il debito pubblico. Non è d’accordo?  
«Io penso che il debito privato sia molto più importante di quello pubblico. In particolare il debito delle banche e il debito a corto termine. In effetti le banche sono le più indebitate in Europa e sono in situazione molto rischiosa. L’austerità di bilancio secondo me è un’enorme sciocchezza. Avere debito pubblico è molto meno grave di avere del debito privato. Per me la vera priorità è lo sdebitamento delle banche». 
... l’austerità nei bilanci non è assolutamente la priorità oggi in Europa a causa della deflazione. Se tutti rientrano dal debito contemporaneamente, il debito reale – debito meno inflazione – aumenta. È particolarmente paradossale ma è una trappola. Prendiamo la Grecia, l’abbiamo uccisa spaccando la società e ci vorrà una generazione per ricostruirla, ma il debito greco continua ad aumentare. E rischiamo di fare la stessa cosa in Italia e in Francia. L’austerità di bilancio secondo me è un’enorme sciocchezza. Ciò che la Germania ha fatto con due guerre mondiali, lo sta rifacendo sul piano economico». 

Poi Giraud parla anche di un'interessante e concreta proposta di slavataggio dell'Europa che dovrebbe partire dalla coversione dall’economia di oggi, che dipende molto dal petrolio, dal carbone e dal gas, verso un’economia delle energie rinnovabili.

Articolo intero: "Il problema di Bruxelles non è il debito pubblico, ma quello delle banche".

sabato, ottobre 04, 2014

Lo sapevate che quasi tutti i numeri non hanno un nome?

Sapevatelo! Da Maurizio Codogno.

"Cosa significa dare un nome a un numero? Vuol dire poterlo chiamare, cioè associargli una frase, che a sua volta è un insieme finito di lettere in una certa lingua. ... Resta il fatto che quelle frasi contengono un numero finito, anche se grande a piacere, di caratteri di un certo alfabeto, caratteri che sono anch’essi in numero finito. Come ci insegna Cantor, i nomi utilizzabili sono un infinito numerabile: per contarli basta prendere e ordinare tutte le possibili “frasi” con un solo carattere, poi tutte quelle con due, quelle con tre e così via. La quasi totalità dei numeri reali non potrà pertanto avere mai un nome. E no, non vale indicare un punto a caso nella retta dei numeri e dire “questo numero si chiama Pippo”. Per specficare esattamente un punto non basta puntargli sopra una matita ma bisogna definirlo per mezzo di un algoritmo, e l’algoritmo è anch’esso una frase…
La situazione è insomma davvero imbarazzante. Sappiamo che i numeri reali esistono, e anzi se scegliamo un numero a caso siamo quasi certi che quel numero sarà trascendente, cioè reale ma non algebrico; eppure non sappiamo dare loro un nome. ... Abbiamo insomma troppi numeri e troppo pochi nomi: siamo proprio sicuri che limitarsi ai numeri razionali non sia in fin dei conti una buona idea, checché ci abbia fatto vedere Ippaso?"