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venerdì, febbraio 21, 2014

L'anti-Esopo ovvero della rinuncia all'uva ma non al desiderio

- Ecco, questa è la cosa che vorrei di più in questo momento - disse Linda guardando quel volto scavato.
L'uomo tacque. - Sei sicura che questo obiettivo tu lo voglia raggiungere per te stessa? - disse infine fissandola con occhi inespressivi.
- E per chi altrimenti? - rispose subito Linda. - Per i miei forse? - continuò spostando lo sguardo verso l'alto.
- Non lo so. Magari per qualcun altro - disse l'uomo tornando a fissarla. - Comunque la mia impressione - riprese dopo una lunga pausa - è che lei dentro di sé abbia già deciso.
- E che cosa avrei deciso? - disse Linda con un espressione carica di sorpresa.
- Secondo me lei ha già rinunciato a quell'obiettivo ma continua a rincorrere quell'idea. Non vuole mollare quel desiderio. Se lo tiene stretto come un'ancora di salvezza. E, un po' come in un favola di Esopo ribaltata, lei ha già rinunciato all'uva ma vuole continuare a desiderarla.

lunedì, dicembre 16, 2013

Il senso della vita

Colonna sonora 1 - Colonna sonora 2
Se osservo retrospettivamente la mia vita - disse quel giorno Linda al suo amico che non rivedeva da anni - quello che mi viene da pensare è: alla fine che ho fatto? Tante cose ma tutte a livello mediocre - rispose rapidamente alla sua stessa domanda prima che la risposta potesse arrivare dal suo amico. - Avrebbero potuto avere un po' di senso se fossi almeno riuscita a trasmetterne una parte a qualcuno. Ma così, che senso hanno? - la domanda risuonò nell'aria per un istante. - Vabbè, troppe domande esistenziali fanno male - riprese sorridendo. - T'interessa allora venire a vedere La grande bellezza? La danno al cinema qui vicino.

giovedì, dicembre 05, 2013

Un utile confronto

Erano giorni che stava comparando tutte le caratteristiche delle cellule che rispondevano in modo diverso alla stimolazione del G-CSF. Linda voleva confrontare le cellule che migravano regolarmente con quelle che rimanevano al loro posto e, cercando di mettere in luce tutte le differenze, sperava di trovare la caratteristica significativa; la particolarità che rendeva statiche le une e dinamiche le altre. In ogni caso, il mistero delle cellule immobili non poteva rimanere insoluto. Ne sarebbe andata della sua autostima. Ma non solo. Forse un fallimento del genere avrebbe potuto anche compromettere il suo dottorato. Così, quel giorno, Linda passò ore a esaminare una grossa mole di dati. E, mentre rileggeva i risultati, notò per la prima volta che un amminoacido era quasi del tutto assente dalle cellule immobili ed era invece contenuto in grossa quantità in tutte le altre cellule. Quell'amminoacido era la fenilalanina. Linda ricordava poche nozioni relative a quella molecola. Ricordò che era presente nella costituzione di molte proteine alimentari, che era il principale costituente dell'aspartame, il dolcificante usato nell'industria alimentare, e che un suo accumulo nella fase della crescita poteva causare un mancato sviluppo del sistema nervoso centrale. Ma quelle poche nozioni non bastavano. Doveva saperne molto di più. Cominciò quindi una serrata ricerca su tutte le fonti di sua conoscenza. Persa in quelle ricerche Linda non si accorse di essere rimasta sola nel laboratorio. Era sera. E il silenzio avvolgeva quella stanza zeppa di scrivanie vuote.

- Stavolta non la passa liscia! Stavolta ne pagherà le conseguenze!

Linda si voltò di scatto. Chi stava sbraitando in quel modo? Vide una Limor col volto paonazzo che si allontanava dalla porta dell'ufficio di Eyal.

- Che succede? - le chiese Linda timidamente.

- Le foto! Stavolta quelle foto troveranno la loro giusta collocazione! - continuò Limor mentre usciva di fretta dalla stanza ignorando Linda.

- Non te preoccupa', capita ogni tanto - le disse Davide entrando nella stanza. - Ma solitamente non ci sono conseguenze.

- Buono a sapersi. Più che altro trovo la scena piuttosto fuori luogo in un ambiente del genere.

- Hai ragione. Sai, noi con il tempo ci siamo un po' abituati a queste cose - rispose Davide sedendosele vicino. - Senti, domani sera sono di riposo - continuò guardandola con un sorriso. - Ti andrebbe di uscire?

- Ah sì. Con piacere - rispose Linda. - Devo pur staccare ogni tanto.

- Eh certo! - rispose Davide. - Sai - proseguì poi con un po' di titubanza - siamo usciti già diverse volte e io mi trovo molto bene con te...

- Sì, pure io - rispose Linda dopo una breve pausa un po' imbarazzante. - Credo proprio che potremo diventare buoni amici - aggiunse subito per eliminare ogni ambiguità.

- Bene. A domani allora - disse Davide dopo un silenzio molto eloquente.

lunedì, dicembre 02, 2013

Un nuovo taglio

- Questo nuovo taglio ti dona davvero - le disse Yaron quel mattino.

- Grazie - rispose Linda non riuscendo a frenare un po' di rossore.

Aveva deciso di cominciare una nuova fase. Voleva cambiar registro. Voleva scrollarsi di dosso quel pessimismo che la stava progressivamente pervadendo. E per cominciare aveva pensato di cambiare pettinatura. Via i ricci! Da oggi in poi capelli corti.

- Senti, mi è venuta in mente una cosa - riprese Yaron. - Credo che tu non abbia ancora provato la cucina israeliana, vero?

- Bè... solo poche cose.

- Che ne diresti allora se ti portassi in un buon ristorante nella parte vecchia di Giaffa, qui a due passi da Tel Aviv?

- Mi pare un'ottima idea! - rispose Linda mentre un fremito le attraversava il basso ventre.

Nella sera successiva la cena fu preceduta da una visita al bazar di Giaffa. Dove una profusione di colori e odori; di spezie, stoffe, cibi e tappeti l'aveva quasi stordita. Più tardi, dopo essersi accomodato a un tavolo insieme a Linda, la prima cosa che Yaron fece fu chiedere al cameriere menù e spiegazioni in inglese.

- Gli antipasti sono la nostra specialità - disse subito il cameriere. E, poco dopo l'ordinazione, l'uomo tornò con un vassoio pieno di piatti.

- Tahina, hummus, matbucha e insalata di melanzane con fegatini - disse il cameriere mentre disponeva i piatti sul tavolo. - La tahina è una crema ricavata da una farina di semi di sesamo, tostati e triturati,q diluita in olio di sesamo - continuò notando lo sguardo interrogativo di Linda. - L'hummus è una crema a base di ceci, aglio, limone e tahina. Gli ingredienti della matbucha sono invece pomodori, peperoni arrostiti, olio di oliva e aglio. L'ultimo piatto - proseguì indicando i fegatini - è una ricetta nata proprio in Israele; a differenza di tutti gli altri piatti. Poi ci sono le salse: skhug, harissa e pilpelchuma; a base di peperoncino e aglio. E per accompagnare il tutto la pita - concluse mostrando un cesto contenente spicchi di una sorta di focaccia - il nostro pane.

Linda si tuffò subito, con entusiasmo e avidità, in quella sinfonia di sapori e aromi sconosciuti e deliziosi. La penetrante freschezza delle foglie spezzettate di coriandolo la inebriò. Il vellutato sentore di tostatura della tahina l'avvolse. Il travolgente ardore dell'harissa la infiammò. E poi arrivarono la shakshuka e le falafel, il labaneh e lo shashlik. I dolci haklava e halva. E infine il caffè. Nero come la notte che precedette la creazione del firmamento. E profumato come gli alberi da incenso.

- È il cardamomo che sprigiona quell'aroma - le disse Yaron guardandola negli occhi.

- È caldo e sensuale - rispose Linda quasi sussurrando.

Poi Yaron le si avvicinò, le sfiorò delicatamente una mano e, come governate da un'ineluttabile legge gravitazionale, le due bocche si attrassero e si congiunsero istantaneamente in una bramosa ricerca della delizia mancante che avrebbe completato quel tripudio di sapori