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martedì, febbraio 09, 2016

Cultura umanistica e cultura scientifica in Italia

Visto che per il festival di giugno stiamo organizzando un'intervento di un'amica storica che tratterà il tema Cultura umanistica e cultura scientifica in Italia, il post di .mau. lo 0,1% di 60 mamme cade a pennello.

È accettabile che un "caporedattore presso D La Repubblica" parli di un sintomo che in uno studio si è manifestato nello 0,1% di 60 mamme? Siamo ai limiti della disattenzione o dell'analfabetismo numerico.

Più volte mi è capitato di sentire che lo studio del latino e lo studio del greco sono molto importanti perché "aprono la mente". Sarà pure così. Ma se i nostri giornalisti oltre all'aoristo conoscessero anche un po' di aritmetica e di cultura scientifica non riuscirebbero a darci delle informazioni un po' meno approssimative?

giovedì, maggio 02, 2013

Secondo KulturFestival Italia e i Paranza Maditerranea

L'evento di chiusura del nostro Secondo KulturFestival Italia erano le Danze popolari italiane con i Paranza Mediterranea.
I musicisti sono arrivati venerdì sera dopo una lunga peripezia che li ha visti partire la mattina presto, raggiungere Fiumicino in auto, partire con un'ora di ritardo e perdere conseguentemente l'autobus che avevamo prenotato. A quel punto Zucchero e io ci siamo dovuti organizzare in fretta e furia, procurarci un'altra macchina e andare a prenderli. Strada facendo abbiamo trovato 14 Km di coda sia all'andata sia al ritorno. Insomma, alla fine della fiera, siamo arrivati a casa alle 20:30. Tutta la peripezia è stata poi raccontata da Ugo Maiorano durante il concerto con una magnifica e divertentissima fronn' 'e limone.

Il sabato abbiamo avuto un tempo deprimente. Pioggia, freddo e grigiume per tutto il giorno. E pensare che giovedì avevamo avuto 27°. Comunque, avevamo a disposizione un palchetto sulla Uniplatz e i musicisti, nonostante le intemperie, hanno gentilmente accettato di esibirsi in un breve intervento per pubblicizzare  il concerto del giorno dopo. La foto che vedete era durante il controllo del suono. Poi, quando hanno cominciato a suonare sul serio, dopo una mia breve introduzione, un po' di gente si è radunata e Zucchero e io abbiamo vissuto l'inedita esperienza del ballo di pizzica e tammurriata sotto la pioggia. E addirittura con una ballerina del calibro di Raffaella Coppola. Un'esperienza che sicuramente non dimenticheremo.

La domenica mattina siamo partiti con il laboratorio danze magistralmente condotto da Raffaella e Ugo. Dopodiché siamo tornati a casa e ci siamo rifocillati con la più abbondante pasta col tonno che io abbia mai preparato.


E che dire della serata?
Sala piena, gente che ballava. Tammurriate, tarantelle cilentane, pizziche.

Persone arrivate senza alcuna intenzione di ballare ma che ben presto sono state risucchiate dal vortice.
Poi c'è stato l'elegante valzer di Raffaella e Sebastian: il figlio della nostra cara amica che molto ci ha aiutato nei giorni scorsi.

E poi sono le immagini a parlare.

Come ultimo pezzo prima dei due bis c'è stata la Tammurriata dell'Avvocata. "L'unica che si suona con molte tammorre" dice Ugo.



Una tammurriata di sfida con ritmi più marziali ballata tradizionalmente solo dagli uomini (due esempi: 1, 2).



Raffaella e Ugo scendono quindi dal palco e la ballano in modo spettacolare mentre continuano anche a suonare le tammorre.
Alla fine ho sentito decine di persone manifestare il loro entusiasmo per il concerto e per il gruppo.

È stato un po' faticoso ma è stata davvero una bella esperienza e i musicisti del gruppo ci rimarranno per sempre nel cuore.
Ah, e ho pure acquistato un nuovo strumento musicale: una meravigliosa tammorra artigianale che ha retto il peso di Ugo e Pietro salitici entrambi sopra in piedi per una dimostrazione di resistenza del manufatto mentre a me saliva un magone dritto dritto alla gola.

domenica, maggio 27, 2012

KulturFestival Italia: Tarantole, tammorre e tarantelle

Devo confessare che è stata molto dura. Soprattutto negli ultimi due giorni di festival. Sono state giornate di stress ed emozioni forti. Ma alla fine  siamo rimasti tutti molto soddisfatti.

I Dissonanti sono arrivati sabato 19 verso le 19 dopo un viaggio in autobus di più di 1200 Km in 18 ore. Ad accompagnarli un gruppo di circa trenta affezionati pieni di allegria e voglia di ballare e di divertirsi. Tra di loro anche l’assessore alla cultura, a rappresentare il comune di Arce. Ed è pure grazie al generoso contributo del comune e del sindaco che siamo riusciti ad organizzare questo evento.
Qui avevo già raccontato parte dell'odissea organizzativa dell'evento. E l'odissea ha raggiunto il suo acme proprio sabato sera. Pensavo che saremmo riusciti a sistemare tutto, gruppo ostello 1, gruppo ostello 2 e tre gruppi case private, in un'ora circa. Ma di ore alla fine ne sono servite più di quattro. Il mio cellulare sembrava impazzito e le intemperie hanno causato problemi aggiuntivi di coordinamento tra i due eventi in corso e l'arrivo del gruppone. Stavamo quasi per prenderci a male parola e abbiamo anche dovuto annullare la breve incursione programmata per la pausa dell'altro concerto.
Ma come tutte le odissee anche questa ha un riscatto finale.

E il lungo riscatto comincia nel primo pomeriggio della domenica. Quando, dopo il pranzo al Karlstorbahnhof preparato da Zucchero, partiamo con la sfilata "inautorizzata" per il centro di Heidelberg. I Dissonanti che sfilano e suonano mentre il seguito canta e balla riempiendo la Hauptstrasse di gioia. Uno spettacolo indimenticabile che anche nei miei scenari più ottimistici non avrei mai osato immaginare.
L'immagine del corteo in attesa al semaforo rosso della Karlstor è una delle più emblematiche. Ma da bravi akantiani, non appena il flusso automobilistico cessa si riparte. E si prosegue ballando, cantando e conversando. Ascolto i fantastici racconti delle avventure occorse la sera precedente.
Tra le festose scorribande degli affezionati dei Dissonanti, muniti di organetti, tamburelli e copricapi di palloncini, si enumerano incursioni in diversi locali del centro e addirittura un ingaggio a pagamento per un'improvvisata coreo-musicale ad una festa di compleanno.
Ma forse la storia più bella è quella del gruppo di turisti orientali coinvolti nella pizzica e nella ballarella.
Purtroppo tra i racconti ascolto anche quello dell'intervento della Polizei, forse a seguito di una chiamata, volto a reprimere il tentativo musico-insurrezionale di una delle tante cellule coreo-musicali impazzite. La Polizei è comunque clemente. Fornisce solamente informazioni sulla precisa regolamentazione delle espressioni artistiche per le vie del centro e dota il pericoloso gruppuscolo anarchico di mappa con luoghi e orari delle possibili esecuzioni.
Il racconto mi preoccupa un po' e chiedo ai Dissonanti di suonare con un più discrezione, ma qualcuno mi fa notare che il mio invito è un ossimoro. Comunque allunghiamo il passo per ridurre la possibilità di ulteriori chiamate alla Polizei.

Poi, all'altezza della Heiliggeistkirche, propongo una deviazione verso la strada parallela. E provo un po' di sconcerto quando un'amica tedesca mi dice: Ma dai! Che importa se ci fanno la multa. Facciamo una colletta e la paghiamo.
Ma che succede!? Stiamo forse trasformando Heidelberg in una pericolosa avanguardia di sregolatezza mediterranea!?
Comunque alla fine arriviamo incolumi sulla piazza del mercatino dove le colleghe volanti ci salutano dalla loro bancarella. Bancarella che il giorno prima mi ha visto protagonista di una memorabile esecuzione de La Tartaruga al mio recente acquisto: il pbone verde.
E lì, sulla Friedrich-Ebert-Platz, tra le bancarelle del mercatino toscano, si suona, si canta e si balla.
Poco prima delle tre ci rincamminiamo verso Karlstorbahnhof, luogo del laboratorio danze e concerto.
Alla lezione non siamo in molti. Poco più di dieci credo. Ma gl'insegnanti sono bravi e si balla parecchio. Io, in particolare, ballo con molta energia e alla fine le endorfine mi chiudono lo stomaco. In questi casi so che non dovrei mangiare ma verso le 19, mentre sistemo gli avanzi della cena del gruppo, la tentazione è troppo forte, e ingurgito tre penne della pasta al forno di Zucchero. Mai decisione fu più sbagliata. Mi parte un fastidioso mal di stomaco.  Il concerto dovrebbe cominciare alle 20 e io a quell'ora sono ancora molto sofferente.
Sto pensando di annullare il discorso di ringraziamento. Ma fortunatamente il  gruppo dei trenta affezionati è in ritardo. Arrivano alle 20:30. Dieci minuti dopo la scomparsa del mio mal di stomaco. E allora il discorso si tiene! Mi metto d'accordo con Chiara, Brigida e Alvaro: i Dissonanti eseguiranno un pezzo e quindi noi saliremo sul palco. Il livello di emozione è intenso e per la seconda volta in poche ore cedo a una tentazione: non resisto al richiamo del ritmo e mi metto a ballare.
Il pezzo cessa e saliamo sul palco. Parlare in pubblico è sempre fonte di ansia per me. Ma di solito riesco a dominarle bene. Quello che invece questa volta non riesco a controllare è il fiatone causato dallo sforzo fisico del ballo. Credo di aver trasmesso un'impressione di forte tensione. Me lo conferma Alvaro: "all'inizio stiv' tirat' com' 'na corda 'e viulino". Ma dopo la prima traduzione di Chiara il respiro torna normale. Ringrazio Alvaro, artefice dell'organizzazione cisalpina dell'evento, sindaco, assessore, soci, collaboratori e pubblico. Poi la parola passa a Brigida. Ricevo tre copie della storia di Arce, una delle quali finirà nella biblioteca comunale di Heidelberg. E infine parla Alvaro. Le parole di Brigida e di Alvaro mi emozionano.
Ma dopo i discorsi si passa all'azione.
Si va avanti ballando per ore.
Pizzica, tammurriata, ballarella e tarantella.
I Dissonanti sarebbero andati ancora avanti per ore. Ma gli orari qui sono un po' più restrittivi e verso le 23:30 dobbiamo chiudere.
Molti tra il pubblico condividono con me commenti pieni di entusiasmo per quella musica e per il cuore e la passione mostrati dal gruppo. Una signora tedesca amante dell'Italia mi ha detto: è stato proprio bello! mi sembrava di essere in Italia negli anni della mia giovinezza. E io personalmente ho provato quel tipo di emozioni che non si cancellano con gli anni. Credo che per molti questa presenza dei Dissonanti a Heidelberg rimarrà un evento indimenticabile.
E dopo tutte le fatiche condivise un'abbraccio con Alvaro non poteva mancare. Un grazie di cuore a Dissonanti e amici. Avete portato il calore della nostra patria.

Il resto delle foto e dei video le trovate sul sito dell'associazione Volare di Heidelberg e anche sui tre album del fotografo Franco Caracci (Heidelberg - "in giro per la città"Heidelberg - "L'anteprima"Heidelberg - "Il concerto"). 

venerdì, maggio 18, 2012

KulturFestival Italia: Cavour e Bismarck - Asimmetrie e Convergenze - Gian Enrico Rusconi

L'incarico pomeridiano di ieri per me e Zucchero era andare ad accogliere il professor Gian Enrico Rusconi all'aeroporto di Francoforte. Dopo un breve disguido iniziale dovuto a un equivoco di porte d'uscita recuperiamo l'emerito professore.
Il viaggio fila liscio e dialoghiamo piacevolmente. Dopo i consueti aggiornamenti atmosferici il discorso finisce inevitabilmente sui temi evoluzione/involuzione della cultura tedesca e rapporti tra Italia e Germania. Negli ultimi anni mi è capitato più di una volta che amici e familiari mi rimproverassero troppa severità nel giudicare l'involuzione della cultura tedesca che sto osservando da qualche tempo. Ho espresso le mie osservazioni al professor Rusconi, uno dei massimi esperti italiani di politica, storia e cultura tedesche, forse speravo un po' in un smentita, ma purtroppo il professore si è trovato d'accordo su quasi tutte le mie osservazioni. E anzi, ha detto che una simile involuzione nazionalista lui la registra addirittura tra i suoi colleghi più giovani. Quindi anche tra l'élite degli intellettuali. E la cosa lo preoccupa.
Forse proprio questa discussione in auto potrebbe aver ispirato la sua breve introduzione alla relazione. Il professore ha infatti espresso il suo disagio nel non riconoscere più la cultura tedesca che lui ha amato e conosciuto molti anni fa. E alla fine ha detto che quell'introduzione è stato un fuori programma improvvisato. Ho ripreso questa breve introduzione. Se volete potete riascoltarla o qui oppure nel video inserito qui sotto.

In tutto il professore ha parlato per quasi due ore. Ma, nonostante la complessità del tema non è mai stato noioso. Al contrario ha mantenuto vivissima l'attenzione con un eloquio che alternava fatti storici, osservazioni personali, passione, umorismo e raffronti tra presente e passato. Scherzandoci un po' sopra poi il professore ci ha detto che i tedeschi lo etichettano sempre come tempermentvoll.
Il suo discorso mi è piaciuto talmente tanto che a un certo punto mi sono messo a prendere appunti (soprattutto i concetti che più mi colpivano) come ai tempi dell'università. Li riporto per la cronaca in fondo a questo articolo.
Anche la cena con professore, pianisti e colleghe volanti è stata piacevole.










Gian Enrico Rusconi Cavour e Bismarck – Asimmetrie e Convergenze 
Appunti presi al volo (soprattutto i concetti che più mi colpivano) durante l’interessantissima conferenza "Due modelli di leadership politica: Cavour e Bismarck"
18 maggio 2012 - DAI Heidelberg
Abbreviazioni: C: Cavour – B: Bismarck – G: Garibaldi – M: Mazzini

Il concetto storico di Italia e Germania come verspätete Nationen (nazioni arrivate in ritardo) merita di essere approfondito attraverso tre riflessioni.

1. Le asimmetrie temporali: Unità Italia 1861 – Confederazione tedesca 1867, Unità dell’impero 1871 2. Le due unità nazionali non sono solo processi interni ma sono inquadrati nel conflitto delle potenze europee…
 …Si rimprovera sempre all'Italia di essersi schierata da una parte o dall'altra a seconda delle convenienze. Ma ci si deve sforzare a capire la grande complessità della realtà italiana. Complessità dovuta per buona parte all'oggettiva posizione geopolitica dell'Italia. A metà strada tra continenti e culture molto diverse.
3. Il processo converge nell'alleanza militare del 1866 tra Piemonte e Prussia. La Prussia trionfa ma l’Italia fallisce a Custoza. Bismarck avrebbe attaccato l'Austria solo se ci fosse stata l'Italia.

Le due personalità sono asimmetriche.
Cavour, Mazzini e Garibaldi si odiavano ma erano uniti sull'ideale dell'unificazione.
Garibaldi capisce che per unire ci si sarebbe dovuti alleare con Cavour: mai andati contro il parlamento.
Bismarck detestava il parlamento ma non l'ha mai chiuso. L'idea che lo si possa vedere come predecessore di Hitler è sbagliata.
La macchina da guerra prussiana ha fatto la Germania.
Con tutti i suoi limiti il sistema italiano è una monarchia parlamentare. La Germania è semi-
Cesaristi: rispettano formalmente la struttura del parlamento ma mirano molto al populismo. Cesarista: persona che non distrugge lo stato corrente ma lo condiziona fortemente. Oggi lo chiamiamo populismo, ma senza un Cesare non c'è populismo.
Nella seconda metà dell’ottocento si cominciano a usare i moderni termini politici ma con significati un po' diversi. Perfino il concetto di opinione pubblica è cambiato totalmente.
C e B: in entrambi si parla di cesarismo e populismo ma in modo diverso. C non è mai stato un mito paragonabile a B tanto meno paragonabile a G. Lincoln chiese a G di combattere in USA contro i sudisti. G disse avrebbe accettato solo se lo avessero fatto capo di tutto.
Il mito di B è scaduto. C non lo è mai stato. G onesto, M profeta. Rusconi odia i profeti.
La chiesa sbaglia tutto e lì è la radice di tanti mali che verranno dopo. C era laico e voleva ridurre potere temporale chiesa.
Né C né B inventano la Nazione (italiana o tedesca). L'idea c'era già. I borghesi e gli studenti vanno con G ma non i contadini. Nessuno sospettava che il meridione fosse ciò che era. Massimo D'Azeglio. C e B creano lo stato su una nazione preesistente. Senza guerra non ci sarebbe stata nessuna unità nazionale.
C liberale, B illiberale.
 Unificazione nazionale italiana tra 1859-61. La struttura istituzionale esportata e impone il modello del regno sardo.
Germania rimane una confederazione tra due poli: Prussia e Austria. Solo l'azione di B fa prevalere la guida prussiana.
Governi della confederazione tedesca: quelli liberali ammirano la rivoluzione Italiana, gli altri no.
Si diceva: "il Reno si difende sul Po". Allora capite perché la seconda guerra d'indipendenza si ferma. Napoleone 3 si ferma perché teme di trovare i prussiani e i bavaresi sul Mincio e allora pace.
Grossa importanza della Francia per la storia tedesca. Italia in posizione sempre un po' dipendente. Stessa dinamica oggi in Merckel, Holland, Monti.
B ha come obiettivo l'espulsione dell'Austria dalla confederazione tedesca. Prima cosa far fuori l'Austria quindi si allea con C.
1860 B dichiara che è opportuno che si formi un regno d'Italia. A lui interessa come cuneo tra Francia e Austria. B non vuole seguire il modello di C.
"Abbiamo bisogno di un C tedesco". Persino nel 1866 un liberale tedesco scrive: "come ho invidiato gli italiani, come ho desiderato un C o G tedesco". Poi di colpo è comparso B. Il liberale è disposto a sacrificare il suo liberalismo di fronte a B. La tragedia del liberalismo tedesco. Il liberalismo non riuscirà mai ad affermarsi in Germania per questo. Ma B non era un protonazista. B governa a prescindere dalle decisioni del parlamento, ma non è la rottura.
B: “La Germania non guarda al liberalismo della Prussia ma alla sua potenza. Non si decide con la maggioranza ma con il ferro e il sangue.” Non è tirannia ma cerca di convincere il parlamento.
C non avrebbe mai detto cose del genere, ma alla fine anche lui usa la violenza. Quanto a chiacchiere in parlamento C era maestro.
Differenza tra liberale e illiberale ma lo strumento è comune: la guerra.
Idea diversa di popolo e del suo manifestarsi.
Per C il popolo è parlamento e opinione pubblica. Combatte contro movimenti radicali. Se i garibaldini nel 1861 fossero scesi in piazza per evitare unità C avrebbe mandato l'esercito. G intuisce e si adegua.
Per B il popolo sono i sudditi fedeli al re. Si mobilita contro i democratici. Aprile 1861 prussiano scrive “parlamento: casa delle chiacchiere”.
Agli antipodi C. 6 mesi prima di morire: “Non ho fiducia nelle dittature. Sono figlio della libertà e ad essa devo tutto quello che sono”.
Se avessero potuto gli italiani avrebbero scelto G come dittatore.
B introduce il suffragio universale con il parlamento diviso in tre classi perché pensa che il popolo voterà per il re e per l'esercito. B gioca su complessità istituzionale e populismo.
1882 Italia 12% votava.
Verso la fine del secolo il modello prussiano attrae la classe dirigente italiana: con Crispi.
Domanda Ivana: Noi non siamo dei fanfaroni. Italiani sono pragmatici. I tedeschi sono idealisti. In Italia l'ideale non ha trainato un popolo. Che cosa dovremmo fare in Italia? A chi dovremmo riferirci per tornare a qualcuno come C?
Rusconi: C non appartiene più al nostro mondo. Lui si sarebbe offeso a sentirsi definito un idealista. I tedeschi hanno un forte senso di appartenenza nazionale che spesso sfocia nel nazionalismo, ma questa involuzione ha portato questo paese a due disastri. Questa estrema dedizione alla comunità ha portato questo paese a due esperienze mortifere. Ho combattuto anni contro stereotipi, ma sono tornati.
La Lega: chi avrebbe immaginato che sarebbero finiti con questo familismo di stampo meridionale. Le cose della lega si dicevano all'oratorio ma poi ci si autocontrollava e a scuola si diceva altro? Gli italiani sono davvero difficili da interpretare. Unità di costumi ma grandi differenze e complessità. Non sono in grado di fornire una risposta esaustiva. Monti e Fornero sono nella linea di Cavour. L'irrazionalismo porta alla Lega e al grillismo. Oggi nessuno può fare la politica di C né di giolitti né di De Gasperi. Si è perso lo spazio di libertà del nostro governo. Pensa che sia diverso in Germania? Apparentemente sembra che abbiano più spazio.

KulturFestival Italia: inaugurazione e conferenza

L'inaugurazione di ieri è andata bene. Bravissimi i pianisti e bella come al solito l'atmosfera. Anche il rinfresco finale offerto da Volare è stato molto apprezzato. E nuovi contatti sono stati allacciati. Grazie a tutte le colleghe volanti e a tutti i soci e gli amici che ci hanno aiutato.
Anche la conferenza di Rusconi di stasera è andata molto bene. Al di sopra delle aspettative. Ma di questo parlerò in un'altra puntata.

mercoledì, maggio 16, 2012

KulturFestival Italia: il grande giorno dell'inaugurazione!

Si parte tra due ore con il concerto Concerto per pianoforte con Alessandro Commellato e Lorenzo Marini.- Hilde-Domin-Saal – Stadtbücherei (Poststraße 15 · 69115 Heidelberg).
Zucchero è stata impegnata tutto il fine settimana nella preparazione dell'aperitivo di stasera e del pranzo per il gruppo di domenica. Ora sta infornando.
Nella foto il manifesto (opera delle eccezionali colleghe volanti) affisso dalle parti della piazza centrale di Heidelberg.
Chiuderemo domenica con Tarantole, tammorre e tarantelle
Danze popolari italiane con I dissonanti. Sì, quello organizzato da me per la parte transalpina e da Alvaro (con il gentile supporto di sindaco e comune di Arce) per la parte cisalpina.
Se volete dare uno sguardo al volantino (magistrale opera delle colleghe volanti) con programma accomodatevi pure: fronte, retro.
Se troverò il tempo tra le migliaia di cose da fare magari scriverò qualche aggiornamento.