domenica, novembre 26, 2006

Gnocchi, crostata e pizza

Avendo accettato il fatto che la vita non ci dispensa molte gioie, cerchiamo di aiutarci un po' da soli. Oggi sugar è stata iperat-tiva in cucina e ha prepa-rato in parallelo: gnocchi con sugo di peperoni e capperi, una crostata con la marmellata di arance fatta da mia zia e l'impasto per la pizza di stasera.

venerdì, novembre 24, 2006

Baccalà con prugne

Da malato riprendo la tradizione culinaria del blog.
Ieri sera mi sono cimentato in una tradizionale ricetta sabina che si usava ai tempi di mia nonna. Siccome mia nonna non mi ha mai dato la ricetta, credo che questa versione sia un po' personalizzata.

Ingredienti: (per 4 persone)
700 g baccalà, 10 prugne secche, 1 cipolla (anche rossa), 200 g passata di pomodoro, olio, sale e pepe.
Preparazione:
Tagliate a pezzi il baccalà e tenetelo a mollo per un paio di giorni, cambiando l'acqua un paio di volte al giorno.
Fatte appassire dolcemente la cipolla in tre cucchiai d'olio. Aggiungete le prugne spezzettate, poi il baccalà, una grattugiata di pepe nero e quindi alzate un po' la fiamma. Dopo un paio di minuti aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere per una ventina di minuti, fin quando la consistenza del sugo non è più acquosa.

Io e sugar oggi a pranzo mangeremo invece minestrone.

giovedì, novembre 23, 2006

Alba chiara?

Visto che le acque si stanno un po' calmando e che all'orizonte sembra esserci un timido, pallido e indeciso acceno di alba oscurato da inquietanti nuvole cirriformi, ho deciso di riportare lentamente in vita il blogghetto.

sabato, novembre 18, 2006

Echelon


Il mio blog è stato individuato. Ho oscurato tutte le vecchie affissioni. Saluti.

giovedì, novembre 16, 2006

(Pseudo-)Filosofia spicciola su caso e fortuna

Sottotitolo: Fortuna Imperatrix Mundi

Negli ultimi giorni, dopo qualche vicenda sfortunata, mi sono sentito ripetere più di una volta che niente accade per caso. A volte ci credo pure io e sicuramente rispetto questo punto di vista. Nei momenti di razionalità però non ci credo, e penso che tutti gli eventi siano effettivamente determinati solo dal caso all'interno di questa struttura di leggi che secondo i nostri sensi e le nostre capacità deduttive sembrerebbe governare l'universo.
Questo fatto si riflette anche sugli eventi relativi alle nostre vite umane. Il nostro punto di vista soggettivo determinato da cultura, inclinazioni ed esperienze personali ci fa considerare alcuni eventi come positivi o fortunati, ed altri come negativi. Per la maggior parte delle persone gli eventi si bilanciano, ma non per tutti.Immagino che la distribuzione possa essere simile alla curva di Gauss.
Se esistesse una giustizia superiore - almeno secondo il concetto umano di giustizia - le cose non dovrebbero funzionare in questo modo. I responsabili di grossi crimini dovrebbero stare agli estremi negativi della curva, ma anche i responsabili di certe porcate dovrebbero tendere ad accumularsi da quella parte. Invece si godono una lunga ed agiata vita nelle loro ville principesche. Qualcuno mi dirà: ma la giustizia superiore non è di questo mondo. Vabbè, intanto di certo c'è che loro se la godono mentre altri soffrono. Molto istruttivo in proposito è il messaggio del film di Woody Allen Match Point.
Io avevo una probabilità su duecentomila circa di beccarmi l'evento sfortunato e l'ho preso in pieno. Immagino che con una probabilità simile si possa vincere qualche milione di euro partecipando ad una delle innumerevoli lotterie. Bisogna però trovarsi all'altro estremo della curva.
Per la maggior parte della mia vita penso di essermi trovato nella parte mediamente positiva; da due o tre anni invece il baricentro si sta progressivamente spostando verso la parte negativa. Sarà uno spostamento parabolico o sinusoidale? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
Per concludere un bell'inno medievale alla fortuna.

O Fortuna
velut luna
statu variabilis,
semper crescis
aut decrescis;
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem
egestatem,
potestatem
dissolvit ut glaciem.
Sors immanis
et inanis,
rota tu volubilis,
status malus,
vana salus
semper dissolubilis,
obumbrata
et velata
michi quoque niteris;
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.
Sors salutis
et virtutis
michi nunc contraria,
est affectus
et deffectus
semper in angaria.
Hac in hora
sine mora
corde pulsum tangite;
quod per sortem
sternit fortem,
mecum omnes plangite!

(trad.: O Fortuna, cangi di forma come la luna, sempre cresci o cali; l'odiosa vita ora abbatte ora conforta a turno le brame della mente, dissolve come ghiaccio miseria e potenza. Sorte possente e vana, cangiante ruota, maligna natura, vuota prosperità che sempre si dissolve, ombrosa e velata sovrasti me pure; ora al gioco del tuo capriccio io offro la schiena nuda. Le sorti di salute e di successo ora mi sono avverse, tormenti e privazioni sempre mi tormentano. In quest'ora senza indugio risuonino le vostre corde; come me piangete tutti: a caso ella abbatte il forte!)

mercoledì, novembre 15, 2006

Coincidenze di Stefano Benni

C'erano nell'ordine una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un lato del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall'altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocinquant'anni, l'uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta. Poi l'uomo parlò:
- Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto.
- Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta.
- Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore.
- Sí, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo.
- Proprio cosí. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me.
- Avevo notato anch'io questa bizzarria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch'io faccio lo stesso.
-È davvero incredibile: in piú, ogni volta ho l'impressione che il mio cuore batta piú in fretta.
- È davvero singolare, signore, è cosí anche per me, e inoltre mi tremano le mani.
- È una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole...
- Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore piú vivido?
- Lei ha esattamente descritto il mio stato d'animo. E in questo stato d'animo, io mi metto a fantasticare...
- Un'altra coincidenza! Anch'io sogno che lei è a un passo da me, proprio in questo punto del ponte, e prende le mie mani tra le sue...
- Esattamente. In quel preciso momento dal fiume si sente suonare la sirena di quel battello che chiamano «il battello dell'amore».
- La sua fantasia è incredibilmente uguale alla mia! Nella mia, dopo quel suono un po' melanconico, non so perché, io poso la testa sulla sua spalla.
- E io le accarezzo i capelli. Nel fare questo, mi cade l'ombrello. Mi chino a raccoglierlo, lei pure e...
- E trovandoci improvvisamente viso contro viso ci scambiamo un lungo bacio appassionato, e intanto passa un uomo in bicicletta e dice...
- ... Beati voi, beati voi...
Tacquero. Gli occhi del signore brillavano, lo stesso fecero quelli della signorina. In lontananza, si udiva la melanconica sirena di un battello che si avvicinava.
Poi lui disse:
- Io credo, signorina, che una serie cosí impressionante di coincidenze non sia casuale.
- Non lo credo neanch'io, signore.
- Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola.
- Certo, non possono essercene altre.
- La ragione è - disse l'uomo sospirando, - che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave.
- Proprio cosí - sospirò la signorina, - bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvenimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita.
- In tutti i casi ciò che è accaduto è davvero singolare.
- Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo.
- Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo.
- Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere.
- La saluto, gentile signorina.
- La saluto, cortese signore.

E se ne andarono di buon passo, ognuno per la sua strada.

Festa del secondo compleanno

Mi piace avere due compleanni. E pensare che in passato non volevo festeggiare neppure l'unico che avevo.
Il mio secondo compleanno cade l'8 novembre, ma siccome quel giorno mi trovavo in America lo abbiamo festeggiato domenica 12.
Sugar Cane mi ha preparato due torte: la mia preferita (crema e pinoli) e quella di cioccolato e castagne; un'amica ha invece preparato i brownies. C'erano anche diversi colleghi e l'argomento principale è stato: l'imminente carriera di disoccupati. Nonostante ciò è stata una serata piacevole. L'argomento infatti è stato affrontato con la giusta dose di ironia.

sabato, novembre 11, 2006

Dall'estate all'inverno

Ieri sera sono partito da Raleigh: c'era una giornata stupenda: sole e 27°. Stamattina sono arrivato a Francoforte: pioggia gelida e 4°.
L'accoglienza calda l'ho avuta però a casa dalla mia estate personale: nonna papera. Mi ha preparato uno dei miei piatti preferiti: il risotto alla melagrana.

giovedì, novembre 09, 2006

Bosco nordamericano

In questo periodo qui nella Carolina del Nord c'è un tempo molto variabile. Nei primi giorni trascorsi qui la temperatura scendeva anche sotto lo zero e il cielo era sereno. Poi c'è stato un giorno intero di pioggia. Poi variabile e oggi infine il cielo era sereno e c'erano più di 20°. Approfittando di questa bella giornata ho corso per un'ora nel campus della mia azienda.
Considerando che mi trovo alle latitudini dell'Egitto, né il clima né i boschi sono come uno si aspeterebbe.
L'albero predominante è la quercia, seguono il pino marittimo, l'acero e qualche raro faggio. I colori autunnali sono molto vari: verde, giallo, rosso, marrone con tutte le loro tonalità. Mi ricordano un po' le foreste teutoniche. Questi boschi sono inoltre piuttosto fitti ed estesi. Credo che insieme alle piantagioni di cotone ricoprano una bella fetta della superficie della zona.
Ovviamen-te non potevano mancare gli scoiattoli. Lungo alcuni tratti ce n'erano a decine e alcuni non sembravano spaventati dalla mia presenza. A differenza di quelli di Triberg, non sono neri, ma grigi nella parte superiore e bianchi in quella inferiore. Controllando su Wikipedia ho scoperto che si tratta di una specie locale: lo sciurus carolinensis

mercoledì, novembre 08, 2006

Compleanno


Oggi celebro il giorno della mia rinascita.
Mi faccio gli auguri ;-)

Automobili americane

L'esperienza di guida con il cambio automatico si sta rivelando traumatica. Il piede sinistro continua a partirmi incontrollatamente alla ricerca della frizione e immancabilmente atterra sul freno producendo delle brusche frenate fischianti che fanno voltare tutti.
Un'altra stranezza è che non hanno il tergicristallo posteriore. Oggi pioveva a dirotto e ne avrei avuto bisogno.
Altra differenza da citare: quando il semaforo è rosso, quelli che devono girare a destra possono comunque passare, dando ovviamente la precedenza.

lunedì, novembre 06, 2006

Cucina americana a Charlotte

Il tassista guineano che mi porta in città è più simpatico di quello che mi ha accompagnato in albergo. Mi fa scendere ad un incrocio che dovrebbe essere il cuore di Charlotte. Sono le 18, ma per me è mezzanotte e sono stanco. Mi guardo intorno, cammino un po': ci sono grattacieli. Mi metto alla ricerca di un ristorante. Ce ne sono diversi che trasmettono partite di football americano. Sono affollati: non mi sembrano corrispondere ai miei gusti. Ne trovo uno: American Kitchen. Sembra decente. Propongono soprattutto pesce. Entro. Gli avventori vestono tutti in abiti eleganti. Dopo di me entrano delle signore impellicciate. Il locale mi sembra un po' pretenzioso. Le ragazze della recezione, visto il mio abbigliamento, suppongono che io non voglia cenare e mi spediscono al bancone. Chiarito l'equivoco, mi fanno sedere. La cameriera, come spesso succede negli Stati Uniti, si presenta per nome e cerca artificialmente, con fare un po' servile, di farmi sentire a mio agio. Il ristorante è comunque curato: tovaglie e arredamento sono scelti e disposti con attenzione. Mi servono del pane in un contenitore di pseudo-ferrobattuto forgiato a spirale conica. Le fette di pane sono calde e di due tipi diversi. La ragazza mi versa poi in un piattino olio d'oliva e aceto balsamico per il pane. Considerando che mi trovo nella Carolina del Nord, la qualità dell'olio non è poi così male. La cosa mi sorprende un po'. Infatti in Germania, ma anche nel resto dell'Europa del nord, penso che sia inconcepibile aspettarsi che in un ristorante propongano dell'olio d'oliva in questo modo. Lì è il burro a farla da padrone: a volte portano addirittura il pane già imburrato. Se penso inoltre che l'olio d'oliva viene prodotto quasi esclusivamente nell'area mediterranea che risulta molto più distante da qui rispetto al nord Europa, la cosa mi sorprende ancora di più.
Come acqua hanno la Ferrarelle. Scelgo un piatto di pesce e granturco. Il pesce, di cui non capisco il nome, viene servito in un trancio spesso, adagiato su un letto di granturco. Il tutto è condito con una salsina leggera e gustosa che non copre il sapore del pesce - come spesso succede altrove - pepe e origano.

giovedì, novembre 02, 2006

Capelli, mostri e stati sudisti

Visto che i miei boccoloni non ricrescevano, ieri ho deciso di darci un taglio, così nonna papera si è armata di tosatrice e mi ha rasato il cranio.
Nel frattempo il mostriciattolo è tornato a far vedere la sua ombra e stavolta non sembrano esserci sviste. Mi è stato detto che non cambia nulla: bisogna solo spaventarlo un po' e tutto tornerà presto alla normalità. Dopo un primo momento di forte sbandamento abbiamo deciso di continuare ignorando la sua ombra. Non sarà facile, ma ci proveremo.
Domani si va a Francoforte e dopodomani partirò per la Carolina del nord per un viaggio di lavoro di una settimana. Trascorrerò il fine settimana a Charlotte e in un paesino dell'entroterra ospite di una famiglia di vere vespe del sud. Per il resto sarò nella capitale.

mercoledì, novembre 01, 2006

Nuova orchestra e Sacher Torte

Buone notizie sul versante musicale. Una progressiva diminuzione del GvHD mi consente di suonare di nuovo a livelli accettabili. Quindi posso finalmente sfruttare i miei bei nuovi accessori musicali.
Inoltre, qualche giorno fa, mentre tornavo a casa dal lavoro in bicicletta, mi sono fermato ad un semaforo sostenendomici. Mi sono accorto che sotto la mia mano c'era un volantino rosso: un'orchestra cerca nuovi strumentisti, tra i quali un trombonista. Mi approrio immediatamente dell'avviso, torno a casa e li contatto. Mi risponde il direttore. Ho una buona impressione di lui: risulta piuttosto informale e simpatico. Gli narro le mie recenti vicende musicali, e scopro che egli è un allievo del mio precedente direttore d'orchestra. Il fatto di aver suonato nell'orchestra del suo insegnante sembra bastargli come garanzia: non mi chiede di sostenere un'audizione e mi dice di passare alla prova per prendermi le partiture. Il lunedì successivo, cioè l'altro ieri, vado alla prova. Mi accorgo di alzare sensibilmente l'età media dell'orchestra: sono quasi tutti più giovani di me di circa dieci anni. Unica eccezione il fagottista sessantenne che siede vicino a me e mi risulta subito antipatico. Il maestro si conferma invece simpatico e complessivamente la prova mi piace. Penso che rimarrò.
Ieri invece sono dovuto andare a Vienna per lavoro, sempre nella logica dell'evitare che un membro dell'orda di indiani mi rimpiazzi. Sono partito alle 5:30 di mattina, e sono tornato a casa alle 23. Ero un po' stressato ma alla fine la missione è andata bene. I clienti sono rimasti soddisfatti, la recezionista mi ha comprato la Sacher e alla fine mi hanno detto che probabilmente mi faranno andare di nuovo. La prossima volta però partirò il giorno prima e invece dell'imitazione della sacher comprerò l'originale che è più buona. Unico neo della giornata l'arrivo all'aeroporto di Francoforte. L'aereo arriva in orario alle 21. Sono stanco e contento di avere solo il bagaglio a mano. Penso che alle 22 al massimo starò a casa davanti a un piatto di qualcosa di buono. (Infatti le sanguisughe della Lufthansa si sono fatte pagare più di 700€ e non mi hanno servito neppure la cena.) Invece ad un certo punto, fuorviato proprio dal fatto di non dover andare al ritiro bagagli, devo aver preso la strada sbagliata. Mi sono ritrovato in un circolo vizioso da cui non riuscivo a sottrarmi. Le ho provate tutte: sali e scendi di scale, ascensori, scale mobili. Mi sono ritrovato nei più reconditi meandri dell'aeroporto. Ho chiamato più volte il tassista che mi stava aspettando fuori, il quale cercava di darmi istruzioni ma alla fine è venuto a cercarmi e mi ha fatto pure chiamare dalle signorine degli annunci. Ho chiamato un paio di volte nonna papera per sfogarmi (avevo un diavolo per capello). Credo di averla fatta ammazzare di risate. Effettivamente la situazione era molto comica, ma in quel momento non la vedevo così. Finalmente, dopo circa un'ora sono riuscito a ritrovare la strada, e ho dovuto pure spiegare il tutto al tassista con il mio tedesco farraginoso.
Lezione appresa: anche se si è senza bagaglio bisogna sempre seguire pedissequamente il percorso per il ritiro bagagli.

domenica, ottobre 29, 2006

Pasta con la pescatrice - modificata dicembre 2016

Ieri abbiamo mangiato la pasta con la rana pescatrice: una mia crea-zione ;^)

Ingredienti: per 4 persone

600 g di pescatrice (anche lo scorfano va bene), 350 g di spaghetti o linguine, 10-15 pomodorini (sostituiti da 5-6 pomodori secchi per la versione invernale), due pugnetti di capperi salati, 1 spicchio d'aglio, 1 cipolla rossa, 7 cucchiai d'olio, qualche fogliolina di maggiorana fresca, due foglioline di menta romana fresca, un pizzico di timo, qualche foglia di basilico (solo nella versione estiva), pepe rosa e/o nero.
Preparazione

Nella versione invernale mettete i pomodori secchi in ammollo in una tazza di acqua tiepida. Dissalate i capperi (di solito, dipendentemente dal livello si salatura, anch'essi con l'ammollo). Con un coltellino a punta private la pescatrice della pelle e della lisca centrale e riducetela a cubetti. Appassite a fuoco lento la cipolla (e i pomodori secchi spezzettati nella versione invernale) nell'olio. Quando la cipolla sarà appassita aggiungete l'aglio schiacciato e i capperi. Dopo un paio di minuti alzate la fiamma, aggiungete la pescatrice e salate. Lasciate cuocere per 4-5 minuti quindi togliete la pescatrice e... (Versione dicembre 2016) aggiungete la pasta cotta a 3/4 del suo tempo di cottura. Completate quindi la cottura della pasta nel liquido della pescatrice e, nell'ultimo minuto di cottura, aggiungete le foglie di basilico, i pomodorini tagliati in due (spolverandogli sopra un pizzico di sale),  (i pomodorini dovrebbero rimanere integri) e la pescatrice. Aggiungete infine una grattugiata di pepe rosa.

(Vecchia versione dicembre 2016) ... fate fate addensare la salsa.
Aggiungete quindi le foglioline di menta romana, le foglie di basilico, i pomodorini tagliati in due (spolverandogli sopra un pizzico di sale), la pescatrice, la pasta cotta al dente e scolata, e saltate ancora per mezzo minuto (i pomodorini dovrebbero rimanere integri). Aggiungete infine una grattugiata di pepe rosa.

Oggi invece, visto che abbiamo ospiti, mangeremo di nuovo i cannelloni della scorsa settimana. Mentre scrivo nonna e bisnonna papera sono intente alla preparazione in cucina: ho già l'acquolina in bocca. Stavolta io ho contribuito solo con la pulitura del porcino.

venerdì, ottobre 27, 2006

Feste di laurea e costumi conviviali

crema e pinoli
Sabato scorso siamo stati alla festa di laurea della nostra vicina. Aveva chiesto a tutti di portare qualcosa da mangiare o da bere. Noi allora abbiamo preparato una pasta fredda (io) e una torta di crema al limone e pinoli (nonna papera).
Giunti alla festa abbiamo trovato quintali di patatine e alcol, qualche dolce, una pastasalat crucca, e qualche altra bagattella. Vista la grande scarsezza di viveri ci siamo affrettati a mangiare due piatti della nostra pasta fredda e due fette della nostra crostata pensando che sarebbero stati ingurgitatati rapidamente. Ma in realtà avremmo potuto fare tutto con calma, infatti i ventenni tedeschi non facevano altro che bere e mangiare patatine e i nostri bei manicaretti erano ancora lì quando ce ne siamo andati. Certo bisogna aggiungere che siamo andati via quando gli altri non si erano ancora scaldati, verso le undici.
Più in generale, per quanto riguarda il confronto tra le usanze conviviali tedesche e quelle italiane, penso che ci sia una differenza abbissale. Mi ci è voluto un po' per assimilarla.
Prima di tutto le feste e i rinfreschi. In Italia la parte gastronomica è di solito abbondante, curata e gustosa. Al contrario in Germania è di solito carente e insipida.
Quando si è invitati in Italia di solito non si è oggetto di richieste di portare del cibo o delle bevande (a meno che non ci si trovi nel film "La banda del torchio"): uno se vuole li porta spontaneamente; e soprattutto se alla fine è avanzato qualcosa di quello che si è portato, l'ospite non prende l'iniziativa di riportarselo a casa.
Ad un mio amico che viveva a Stoccarda è capitato addirittura di essere invitato a cena e di vedersi presentare il conto alla fine della cena.
A noi invece è capitato di essere invitati a cena e di portare un dolce e del vino espressamente pensato per quel dolce, e ci siamo sentiti dire: grazie, poi vi faremo sapere com'era.

lunedì, ottobre 23, 2006

E te ne vai, Maria, fra l'altra gente

E te ne vai, Maria, fra l'altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.

Sai che fra un'ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso.

Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.

Femmine un giorno e poi madri per sempre
nella stagione che stagioni non sente..

giovedì, ottobre 19, 2006

Cani, divieti, porcini e agoaspirato.


Ieri durante la mia ora di corsa lungo il Neckar, sono passato sul solito praticello popolato di cani che scorrazzano, si mordicchiano e riportano palle; e padroni che si danno al chiacchiericcio.
Attaccati ai tronchi degli alberelli ci sono i cartelli con i divieti: popolarissimi in Germania. Quelli che attraggono la mia attenzione non sono però dei veri e propri divieti. Al contrario, comunicano ciò che è concesso fare: Hier dürf man Hunde ohne Leine führen (Qui è consentito portare cani senza guinzaglio). Quasi ogni volta che vedo questi cartelli mi partono le riflessioni sulla passione dei tedeschi per la regolamentazione di tutti gli aspetti della vita. Spesso mi chiedo: ma è possibile che ci debba essere una regola per tutto? Certo avere molte regole e una popolazione ben disposta al rispetto delle stesse, comporta molti vantaggi. Tutto risulta più ordinato e funzionante, ma non è anche un po' opprimente? Non reprime la spontaneità? Un'educazione votata al troppo rispetto delle regole non può contribuire a rendere le persone molto rigide? In Italia d'altra parte la tendenza sta un po' all'opposto. Forse la società migliore sarebbe quella in cui si rispettano le regole, ma con la flessibilità di adattarle a seconda dei contesti.
Un'altra cosa curiosa che ho visto durante la corsa è stato un dispositivo per lanciare la palla ai cani. Una specie di lunga pinza di plastica con estremità sferica per quelli che vogliono far giocare il proprio cane senza sporcarsi. Chissà come lo chiameranno? Hundballausstoßer?

Tornato a casa mi sono dedicato alla passione di questo periodo: i funghi porcini. Quest'anno continuo ad acquistarli e a congelarli. Ieri sono rimasto a pulirli, affettarli ed imbustarli fino a mezzanotte, mentre nonna papera ronfava beata. Quando li affetto, mi piace molto sia il modo in cui la lama incede nei bianchi gambi carnosi sia il suono che lama produce. Questo suono mi ricorda quello prodotto da una camminata sulla neve fresca all'alba.
Per concludere, oggi sono stato alla mia periodica visita di controllo e la dottoressa manidifata è riuscita nell'impresa nel modo più indolore che io abbia mai sperimentato. Ho inoltre ricevuto la prima vaccinazione della mia seconda infanzia. Grazie a manidifata e un saluto a tutti.

domenica, ottobre 15, 2006

Pranzo domenicale, elezioni comunali e titoli


Oggi la mattinata è stata tutta impegnata nella preparazione del pranzo: cannelloni di saraceno ai funghi porcini. Io sono stato impiegato come bassa manovalanza culinaria, nonna papera invece ha diretto i lavori ed effettuato tutte le operazioni più importanti. Abbiamo avuti i soliti piccoli contrasti che affiorano sempre nelle preparazioni culinarie congiunte, ma complessivamente il lavoro è andato avanti in modo piacevole e collaborativo. Ne è comunque valsa la pena: il lavoro ha prodotto i migliori cannelloni che io abbia mai mangiato. La pasta conteneva normale farina di grano e farina di grano saraceno. Il ripieno era composto di carne di vitello, uovo, parmiggiano e odori vari. Nel sugo c'erano 150 grammi di porcini, acquistati ieri in quantità da scorta invernale.
Ieri invece abbiamo dedicato la giornata agli acquisti: un regalo per la vicina che si è laureata, un nuovo lettore DVD, un multifrullatoremacininograttugiaimpastatore e le solite cibarie per la settimana. Scorrazzando per Heidelberg per gli acquisti, abbiamo notato che tutti i manifesti elettorali con le foto dei candidati al ruolo di Oberbürgermeister, riportavano dei titoli. Il meno illustre era quello di semplice dottore. Altri erano indicati come Dottor Professor XXXXX. Per quanto mi ricordo, in Italia nessun candidato cita il proprio titolo nei manifesti elettorali. Questa grande passione tedesca per i titoli, non è comunque confinata solo alla politica. Mi è capitato spesso di vedere dei titoli nei biglietti da visita, che ai miei orecchi evocavano gli esilaranti e ridicoli titoli fantozziani delle alte gerarchie impiegatizie. "Dr. Dr. XXXXX", "Prof. Prof. YYYYY", "Prof. Doz. Dr. ZZZZZ", "Apl. Prof. / Priv.-Doz.: Priv.-Doz. Dr. WWWWW". E altre amene combinazioni.

venerdì, ottobre 13, 2006

Eolie 4: Vulcano

Riporto qui la pagina del diario della visita a Vulcano.

Alle 10 cominciamo la scalata al cratere (400 m circa). Rispetto a Stromboli e a Monte Fossa delle Felci questa è quasi una passeggiata.
All'inizio il terreno è ricoperto da sabbione nero, come quello di Stromboli. Verso metà strada, in corrispondenza del punto in cui la copertura dai venti di ponente del promontorio antistante viene a mancare, il suolo cambia totalmente colore e diventa rossiccio. Il sabbione nero è infatti spazzato via dai venti che spirano vivaci nella dimora di Eolo. A prima vista questo suolo rossiccio sembra essere roccia, ma è in realtà una sorta di friabile argilla, in cui la pioggia scava facilmente dei canali.
Giunti sul cratere i venti si intensi-ficano. Ci dirigiamo a sinistra, verso nord. Il paesaggio è lunare: suolo totalmente spoglio punteggiato di pietre. Improvvisamente la terra si ingiallisce e si cominciano a scorgere le fumarole, che emettono costanti vapori di zolfo. Fortunatamente siamo controvento, possiamo quindi avvicinarci senza rischiare l'intossicazione. Incontriamo un gruppo di sordomuti, mi chiedono di scattargli una foto e mi ricambiano il favore.
È vietato scendere dentro il cratere, ma molte persone scendono lo stesso. Noi non scendiamo: vista anche l'evidente difficolta, vorremmo evitare di ripetere l'esperienza di Monte Fossa delle Felci.
Torniamo indietro verso sud e ci dirigiamo verso la parte più alta della cresta del cratere che si trova ad est. La vista è stupenda e comprende tutte le isole inclusi Basiluzzo e la costa siciliana. Questa volta l'Etna però non è visibile. Il vento soffia fortissimo e fortunatamente ci spinge verso l'alto.
Riscendiamo e pranziamo nel locale che si trova nelle vecchie cantine di Stevenson, il gallese che nella seconda metà dell'ottocento colonizzò Vulcano, fino allora disabitata, avviando attività agricole e minerarie fino al 1888, anno in cui un brusco risveglio del vulcano distrusse la maggior parte delle attività. Il servizio costa il 20%, ma non vale assolutamente questa percentuale. Il cibo non è degno di nota.