domenica, maggio 12, 2013

Animalisti all’alba

Rilancio l'articolo animalisti all’alba dell'amico Ubik. Merita sia perché considera l'argomento con un sano atteggiamento da persona profana ( e consapevole di esserlo che è la cosa più importante), curiosa e priva di dogmatismi; sia perché riporta una serie di articoli che consento di approfondire un po' il tema.
Particolarmente interessante trovo sia "L’inganno animalista": un articolo in cui si smaschera la manipolazione di molte delle immagini utilizzate nelle campagne anti-sperimentazione animale. Molte delle immagini sono strazianti, ma scalfendo la superficie e andando a guardare che cosa c'è sotto si scopre che...

venerdì, maggio 10, 2013

Il gruppo di controllo

Parole da tenere impresse a fuoco nella memoria ogni volta che si sente parlare di rimedi miracolosi.

"Il “gruppo di controllo” è fondamentale ad esempio quando si deve verificare l’efficacia di un farmaco, ed è una delle critiche giustamente rivolte alle cosiddette “medicine alternative”: la mancanza di test di controllo rigorosi per verificarne la presunta efficacia. Altrimenti, parafrasando Mark Twain, potremmo scoprire che il raffreddore, prendendo il medicamento X, passa in 7 giorni. Se però non lo avessimo preso sarebbe passato in una settimana
Sembra una cosa ovvia ma non lo è: in troppi usano l’approccio “l’ho provato, e con me funziona”. La verità è che spesso non siamo in grado di dare delle valutazioni oggettive, e quindi abbiamo bisogno di un confronto oggettivo. Nel caso della birra sgasata, senza una bottiglia di controllo, assaggiandola la sentiremmo ancora frizzante, e saremmo tentati di dire “il cucchiaino funziona!”. Ma sbaglieremmo. Un test sensato invece è  confrontare le bollicine residue con quelle di una bottiglia lasciata aperta senza cucchiaino."

Da Biowashball, birra e l’esperimento di controllo

Ah, domenica partirò di nuovo per un viaggio di lavoro: insegnerò lo stesso corso nella stessa città: Milano.

giovedì, maggio 09, 2013

La propedeutica del trasloco

Oggi, soprattutto Zucchero, ma a fine giornata anch'io, abbiamo dedicato questa festività dell'ascensione alla propedeutica del trasloco.
Chi mi conosce sa che sono molto riluttante a liberarmi delle cose vecchie. Collego moltissimi oggetti a ricordi di momenti o persone. E liberarmene mi provoca sempre un po' di disagio. Ma in momenti come questi bisogna scendere a compromessi.
Per cui, approfittando anche dell'assenza di diversi vicini, abbiamo semiriempito i cassonetti differenziando ovviamente il differenziabile. E il cassonnetto più gettonato è stato quello del biologico. È lì infatti che sono finiti i resti di alcune delle mie piante. Tra le quali il nostro abete rosso, e il pino domestico: un beerdigung che andava fatto.

mercoledì, maggio 08, 2013

Raddoppiamento fonosintattico e orchestra

Domenica scorsa, dopo la lunga prima prova finesettimanale, ho avuto un'interessante discussione con Zucchero e due amiche.
Si parlava di pronunce delle varie regioni e macro-regioni italiane. Alla fine una sintesi esemplificativa condivisa è stata: buona la pronuncia delle vocali (leggasi accenti) tra Roma e Toscana e non altrettanto buona la pronuncia delle consonanti (leggasi raddoppi (tubbo) e alterazioni (amisci)).
Poi mi è tornato in mente il discorso del raddoppio delle consonanti a inizio parola se precedute da certe vocali ma non ricordavo né regola né nome del fenomeno. Per cui la mia credibilità agli occhi delle amiche padane (che se mi leggeranno so che mi perdoneranno un tale epiteto :-) non era proprio massima. Tornato a casa dopo mezzanotte la mia tigna il mio amore per la scienza linguistica mi ha spinto alla ricerca della benedetta regola e Santa Wikipedìa (notate l'accento) è intervenuta in mio aiuto. Indi per cui:

Raddoppiamento fonosintattico

"Il fenomeno è tipico del toscano e dell'italiano centro-meridionale, ma quasi totalmente assente al Nord. Poiché è regolare nei dialetti toscani e centrali, fa parte della pronuncia normativa (ortoepia) dell'italiano standard, tanto da essere insegnato nelle scuole di dizione, e rintracciabile nella grafia univerbata di diverse locuzioni fisse..."

Sulla pagina potrete trovare la lunga serie di regole. Ma ho anche trovato un bignamino del raddoppio:

"... dopo qualsiasi parola con un accento grafico (sarà vvero, più fforte, perché nno, partì ppresto); dopo le congiunzioni e, o, ma, se, e le preposizioni a, fra, su (e ppoi, se vvuoi, a ccasa, fra ppoco, su Mmarte); dopo i verbi monosillabi (ho ddetto, va bbene, sto mmale); dopo il numerale tre, il pronome tu e dopo che, congiunzione o pronome che sia (tre ccase, tu ddici, che ffortuna). Non provocano raddoppiamento le parole con più di una sillaba, tranne quelle accentate (quando parti, fare piano), gli articoli, le particelle pronominali e la preposizione di (la casa, lo vedo, di notte)."

Ah, come dicevo all'inizio, nel frattempo ho cominciato le prove con la mia orchestra. Per questa stagione c'è un programma pazzesco. Di solito suoniamo sempre tre pezzi e io già mi confondevo. Stavolta abbiamo 14 pezzi (mediamente più brevi ovviamente). Inoltre i miei due amici trombonisti, che spesso colmavano le mie lacune di comprendonio, hanno deciso di saltare questa stagione. Mi ritrovo quindi da solo a scartabellare in continuazione tra le mie partiture alla ricerca del pezzo perduto o mancante, a convertire mentalmente numeri e nomi di note, e a chiedere conferme al malcapitato vicino di sezione di turno. Comunque credo e spero che il risultato finale sarà un concerto  leggero e godibile anche per un pubblico meno preparato. Infatti, oltre a Smetana, Mahler, Honegger  e Villa-Lobos, dentro ci sono anche colonne sonore tipo Ben Hur e Harry Potter. D'altra parte due dei tre concerti li faremo per un pubblico di giovani scolari.

sabato, maggio 04, 2013

Casa: ce l'hanno fatta..... quasi

La consegna delle chiavi è avvenuta. Ma mancano ancora delle cosette...
Tra le quali il balcone, il mobiletto sotto il lavabo e lo specchio, lo spostamento del lavabo che forse si farà o forse no, le tende, le maioliche nel ripostiglio e due finestre (a vetri tripli) che dovranno essere rimpiazzate causa appannamento vetro interno.
Nel ripostiglio metteranno le maioliche mancanti e alzeranno rubinetto e il nuovo lavatoio (visto il capolavoro acquistato da loro che vedete in foto) lo compreremo noi.  

Ah, dai rubinetti ieri usciva solo l'acqua calda. Bisognerà controllare se era una cosa solo temporanea come ci hanno detto.


venerdì, maggio 03, 2013

Dell'orientamento del rotolo di carta igienica

Non avrei mai immaginato che potesse esistere una pagina di wikipedia dedicata all'orientamento del rotolo di carta igienica.
Ah, e comunque io sono per l'orientamento superiore e voi?

Ancora sui vaccini

La mia risposta a un amico che ha condiviso con me questo articolo:

Una mamma avverte: genitori, attenti alle vaccinazioni!

I dati ci dicono cose molto diverse. I danni a causa dei vaccini possono capitare ma sono molto rari. Considera una cosa. Tutti quelli che conosci che hanno meno di 60 anni sono stati vaccinati. Tu sei stato vaccinati, i tuoi amici sono stati vaccinati, i tuoi parenti sono stati vaccinati, i tuoi colleghi sono stati vaccinati. Quanti ne conosci tra questi che hanno avuto grossi problemi a causa dei vaccini? Prova invece a chiedere a qualche anziano se conosce bambini dei suoi tempi morti o rimasti invalidi a causa di poliomielite, tetano, epatite e difterite. Io da bambino pensavo che il mio nonno paterno fosse figlio unico. Ma poi ho scoperto che aveva un fratello e una sorella morti da bambini.
Sai invece che cosa succedeva prima dei vaccini? Sai quanti bambini morivano o rimanevano paralizzati a causa della poliomielite? In Italia si era arrivati a quasi ventimila l'anno. Sai quanti si ammalavano e molti morivano di difterite? Circa tremila l'anno. Sai quanti si ammalavano e molti morivano di tetano? Circa mille l'anno.
E sai che se si eliminassero le vaccinazioni si potrebbe tornare a dati simili?
Bisogna stare attenti quando si parla di queste cose. Bisogna guardare i dati oggettivi più che dare ascolto alle sensazioni e ai sentimenti.

Alcuni dati li puoi trovare su questa storia dei vaccini. Ti consiglio caldamente di guardarla e riflettere sui numeri. Nelle diapositive 13 e 14 si parla delle reazioni avverse. Ti invito a riflettere su quei numeri. Le reazioni avverse ai vaccini in Italia sono dell'ordine di qualche centinaio l'anno. Che è ben diverso dall'ordine delle decine di miglia di vittime causate dalle malattie prima dei vaccini.

giovedì, maggio 02, 2013

Secondo KulturFestival Italia e i Paranza Maditerranea

L'evento di chiusura del nostro Secondo KulturFestival Italia erano le Danze popolari italiane con i Paranza Mediterranea.
I musicisti sono arrivati venerdì sera dopo una lunga peripezia che li ha visti partire la mattina presto, raggiungere Fiumicino in auto, partire con un'ora di ritardo e perdere conseguentemente l'autobus che avevamo prenotato. A quel punto Zucchero e io ci siamo dovuti organizzare in fretta e furia, procurarci un'altra macchina e andare a prenderli. Strada facendo abbiamo trovato 14 Km di coda sia all'andata sia al ritorno. Insomma, alla fine della fiera, siamo arrivati a casa alle 20:30. Tutta la peripezia è stata poi raccontata da Ugo Maiorano durante il concerto con una magnifica e divertentissima fronn' 'e limone.

Il sabato abbiamo avuto un tempo deprimente. Pioggia, freddo e grigiume per tutto il giorno. E pensare che giovedì avevamo avuto 27°. Comunque, avevamo a disposizione un palchetto sulla Uniplatz e i musicisti, nonostante le intemperie, hanno gentilmente accettato di esibirsi in un breve intervento per pubblicizzare  il concerto del giorno dopo. La foto che vedete era durante il controllo del suono. Poi, quando hanno cominciato a suonare sul serio, dopo una mia breve introduzione, un po' di gente si è radunata e Zucchero e io abbiamo vissuto l'inedita esperienza del ballo di pizzica e tammurriata sotto la pioggia. E addirittura con una ballerina del calibro di Raffaella Coppola. Un'esperienza che sicuramente non dimenticheremo.

La domenica mattina siamo partiti con il laboratorio danze magistralmente condotto da Raffaella e Ugo. Dopodiché siamo tornati a casa e ci siamo rifocillati con la più abbondante pasta col tonno che io abbia mai preparato.


E che dire della serata?
Sala piena, gente che ballava. Tammurriate, tarantelle cilentane, pizziche.

Persone arrivate senza alcuna intenzione di ballare ma che ben presto sono state risucchiate dal vortice.
Poi c'è stato l'elegante valzer di Raffaella e Sebastian: il figlio della nostra cara amica che molto ci ha aiutato nei giorni scorsi.

E poi sono le immagini a parlare.

Come ultimo pezzo prima dei due bis c'è stata la Tammurriata dell'Avvocata. "L'unica che si suona con molte tammorre" dice Ugo.



Una tammurriata di sfida con ritmi più marziali ballata tradizionalmente solo dagli uomini (due esempi: 1, 2).



Raffaella e Ugo scendono quindi dal palco e la ballano in modo spettacolare mentre continuano anche a suonare le tammorre.
Alla fine ho sentito decine di persone manifestare il loro entusiasmo per il concerto e per il gruppo.

È stato un po' faticoso ma è stata davvero una bella esperienza e i musicisti del gruppo ci rimarranno per sempre nel cuore.
Ah, e ho pure acquistato un nuovo strumento musicale: una meravigliosa tammorra artigianale che ha retto il peso di Ugo e Pietro salitici entrambi sopra in piedi per una dimostrazione di resistenza del manufatto mentre a me saliva un magone dritto dritto alla gola.

martedì, aprile 30, 2013

Casa: due giorni lavorativi alla consegna - ce la faranno?

 Adesso ci sono anche le porte.
E guardate che c'è in bagno! Zucchero dice che con il mobiletto sotto il lavabo non avremo spazio a sufficienza. A me pare di sì. Mah, vedremo venerdì.
 Salone con parquet.
 Cucina
Cortile

lunedì, aprile 29, 2013

La disinformazione sui vaccini

Visto che il Fatto Quotidiano prosegue la sua campagna volta ad accrescere la paura nei confronti dell'uso dei vaccini e dato che proprio grazie a queste campagne aumenta la quantità di genitori che non fanno vaccinare i figli costruendo le premesse per la ricomparsa di epidemie, ho pensato di citare e consigliare la lettura di articoli scritti da persone molto competenti in materia allo scopo di contribuire a diffondere un'informazione più completa e basata su dati, razionalità e studi statistici piuttosto che su impressioni, sentito dire e singole opinioni.

Molto interessante è un articolo uscito di recente su Gravità ZeroVACCINO? SÌ, GRAZIE. È breve, sintetico e contiene i punti essenziali. Adatto per chi vuole un approfondimento veloce. Qualche passo saliente?

"Nel 1998, su un'autorevole rivista medica inglese, comparve un articolo a firma di tale dottor Andrew Wakefield che, sulla base di uno studio eseguito su 8 bambini, attribuiva al vaccino trivalente  la causa di una patologia nota come autismo. (...) Molti quotidiani ripresero la notizia che ancora adesso viene rilanciata da diversi siti internet. Ne seguì un vistoso calo nel numero dei vaccinati e un puntuale aumento nel numero dei casi di morbillo, tra cui alcuni mortali.
Conseguenza diretta dei falsi studi dell'ex dottor Wakefield è stata la recente epidemia di morbillo (Epidemia di morbillo in Inghilterra - Disposta vaccinazione di massa) che ha costretto molti genitori a vaccinare d'urgenza i propri figli. Perché? Perché hanno creduto ad una notizia falsa, non hanno verificato le fonti, hanno pensato che un campione di 8 bambini fosse in grado di rappresentare fedelmente la popolazione da cui è stato estratto. E così rifiutano di vaccinare i figli contro malattie la cui pericolosità è ben maggiore di quella dei possibili effetti collaterali (provati) del vaccino....
Qualche anno dopo, un collaboratore del dottor Wakefield rivelò che i dati riportati nel famoso articolo erano stati falsati ad arte, e Wakefield, autore della frode, fu radiato dall'ordine dei medici britannici."

Ma molti ancora oggi ignorano il finale e continuano ancora a credere alla storia inventata.

In Autismo, cioccolato, Nobel e correlazioni troverete invece un bell'articolo in cui Bressanini mostra come le correlazioni, se usate in modo parziale, possono suggerire le implicazioni più improbabili.
A che servono allora gli studi sulle correlazioni? - si chiede Bressanini. A varie cose, ma non a dimostrare un rapporto di causa ed effetto. Prima di tutto servono ad escludere che due fenomeni mostrino correlazione. Nel caso una correlazione invece esista può valere la pena proseguire le ricerche e scoprire se davvero sussista un rapporto di causa ed effetto. Magari cercando e dimostrando l’esistenza di un meccanismo plausibile che spieghi la correlazione. Oppure suggerire un nuovo esperimento da effettuare. Ma una correlazione da sola, una semplice analisi statistica di una serie di dati, in questo campo non ha molto valore.

Ancora Dario Bressanini su Un vaccino testato parla della H1N1 e ci racconta poi la storia dei vaccini antipolio e antidifterico, di come era la situazione prima dei vaccini, di come sono cambiate le cose e di come potrebbero cambiare di nuovo se si tornasse indietro. Bressani termina scrivendo:
'Niente consigli sanitari quindi. Un consiglio però ve lo do lo stesso: lasciate perdere i “canali alternativi” degli sciroccati su YouTube e seguite come me l’evoluzione della pandemia sui siti ufficiali che vi ho segnalato, se non altro per imparare qualche cosa di più sui virus e sui vaccini.'

Aggiungo una breve citazione da medbunker dall'articolo Vaccini e bufale : “Il vaccino è un farmaco e come qualsiasi sostanza esistente al mondo, può avere effetti collaterali. Il fatto che sia una delle poche sostanze somministrate a miliardi di individui diversi e di tutte le età ne fa probabilmente il farmaco più testato al mondo. I suoi rischi sono infinitamente inferiori ai suoi benefici e nella stragrande maggioranza dei casi sono di minima gravità. Non vaccinarsi non solo espone chi lo fa al pericolo di malattia ma espone anche la sua comunità visto che è proprio la vaccinazione comune che protegge un gruppo dalle malattie infettive (più individui sono "scoperti" più la malattia rischia di ricomparire). Anche malattie considerate "banali" come il morbillo o la rosolia, possono causare gravi danni.”

E un grafico tratto dalle stesso articolo che, tanto per confermare che gli studi sulle correlazioni servono anche ad escludere correlazioni, mostra come in Giappone, a fronte di una diminuzione delle vaccinazioni (in giallo), aumentino i casi di autismo.

Altri articoli
Il mondo senza vaccini
In cui si racconta anche della bizzarra vicenda
della sfida "antivaccinica" di Jock Doubleday. Il "naturopata" americano ha offerto una somma di denaro a chi, medico o responsabile di aziende farmaceutiche, avesse accettato di assumere pubblicamente una mistura contenente gli stessi additivi contenuti in un vaccino. Doubleday credeva di stupire tutti mostrando che nessun medico si sarebbe esposto. Ma si era sbagliato, qualcosa non andò come da lui previsto.

La trilogia del vaccino:
Vaccini: Introduzione (I parte)
Vaccini: Wakefield, vaccini, autismo e denaro (II parte)
Vaccini: innocui o velenosi? (III parte)

E infine, un po' fuori tema, qualcosa sul complottismo:
Io, complottista (I parte)
Io, complottista (II parte)

martedì, aprile 23, 2013

Segafrido: la storia dell'eroico chicco di caffè

Una drupa maligna terrorizza il popolo dei chicchi di caffè. Segafrido, il più coraggioso e altruista tra i giovani chicchi, sfida la drupa. Prima dell'epica battaglia il vecchio Lavino suggerisce a Segafrido di scavare una buca in cui raccogliere il succo della drupa perché tale succo renderebbe invulnerabile chi vi s'immerge. Durante la cruenta battaglia schegge della lancia di canna da zucchero di Segafrido schizzano in tutte le direzioni e una di esse gli si appiccica sulla spalla. Segafrido si batte valorosamente, trafigge la drupa e ne raccogli il succo.
Dopo il bagno e il trionfo del giovane eroe la bella Illilde se ne innamora e lo sposa. Ma presto il malvagio mago Mesplè riesce a raggirare la bella Illilde e a farsi rivelare il segreto di Segafrido. Mesplè organizza quindi l'esercito di drupe geneticamente modificate. Il sortilegio del malvagio mago le ha dotate di una cialda molto resistente alla lancia di canna da zucchero di Segafrido. E alla drupa cialdata più valorosa Mesplè rivela il segreto di Segafrido.
Il quasi-invulnerabile eroe muore così trafitto sulla spalla nel punto in cui la scheggia della lancia di canna da zucchero si era appiccicata. Ma sarà questa la fine della lotta tra le drupe cialdate e il popolo dei chicchi di caffè? O altre future battaglie determineranno l'esito finale?

lunedì, aprile 22, 2013

Casa: il bidè ricomparso

Sabato siamo tornati al cantiere: pareti imbiancate, fili e prese riemerse, parquet pronto per l'installazione,
vasca istallata, ma sopratutto....
bidè ricomparso!

domenica, aprile 21, 2013

Il prossimo presidente: la catastrofe?

Inquietante! Finora non avevo pensato a questo scenario non molto improbabile. L'ho appena dedotto da alcuni commenti letti su FB. Ci sono arrivato un po' in ritardo lo so. Però capitemi, la mia mente era altrove nei giorni passati. Ecco il catastrofico scenario:

1. Governo PD-PDL
2. Nessuna legge decente approvata
3. Si rivà alle elezioni col porcellum
4. Il PDL stravince, 5 Stelle cresce e il PD si dimezza
5. Napolitano esce di scena durante la prossima legislatura
6. L'incubo diventa realtà: Berlusconi viene eletto presidente della repubblica


venerdì, aprile 19, 2013

Milano e Navigli due: la vendetta

L'entusiasmo del primo giorno si è un po' ridimensionato nel secondo giorno di permanenza. Non che si sia annullato però ho cominciato a percepire degli aspetti anche un po' diversi. Fighettudine, forse è il neologismo che più si adatta e che usavamo l'altra sera con l'amica bruzzolombarda seduti ai tavoli di Anemaecozze (una catena che avevo dapprima considerato con scetticismo ma che non è niente male). Forse ho questa percezione anche perché mi sono abituato un po' alla quiete e alla parsimonia calvinista forse anche eccessiva della ridente cittadina del Baden-Würrtenberg. Sebbene l'impressione fosse confermata anche dalla mia amica che vive qui da molti anni.

Ieri invece sono andato a mangiare da "Le Vigne" qui a due passi a Ripa di Porta Ticinese 61. Ho visto il menù attaccato alla porta e lo stinco cotto a bassa temperatura per 12 ore con purè di mela al cardamomo e belga mi ha catturato. E devo dire che era proprio buono: tenerissimo all'interno e con la cotica croccante. Anche l'accostamento mela/cardamomo non era niente male. La belga invece sarebbe potuta essere anche meglio.
Stasera vado invece con un'altra amica da "I fratelli la Bufala". Vi farò sapere.
Ah, il corso si è concluso e gli studenti mi hanno reso piuttosto felice.

lunedì, aprile 15, 2013

Milano e i Navigli

Vociare, folla, chiacchiere davanti ai locali, ciclisti, orchestrine che suonano jazz, temperature semiestive....
Scusate, ma dopo tanti anni uno va in crisi di astinenza per queste cose.
E dulcis in fundo il migliore polpo che io abbia mangiato in vita mia. Di una tenerezza e di un sapore insuperabili (o almeno insuperati finora). Da Il Navigante in Via Magolfa.
Ottime anche le linguine all'astice. Ma quelle di Civitavecchia restano ancora imbattute.... E qui vedo affiorare il sorriso soddisfatto di Zucchero...
Diciamo che se non fosse per lo stress da corso (in ufficio fino alle 19:30 oggi solo per la predisposizione dell'aula) e per i 27° in camera starei proprio bene.

domenica, aprile 14, 2013

Italo o Frecciarossa? La maledizione

Tutti gli facevano quella domanda e a tutti dava la stessa risposta.

- Da dove parti?
- Da Tiburtina.
- Ah, allora vai con Italo.
- No, Trenitalia. Frecciarossa.

La partenza era fissata alle 16:15 e io mi trovavo al binario già dalle 15:30. La coincidenza successiva mi avrebbe dato solo 15 minuti di margine e visti i tre bagagli di peso complessivo sicuramente superiore ai 20 Kg volevo quel margine che mi consentisse un'andatura da bradipo nel cambio binario.
Poco prima delle 16 arriva il treno. Bello! Tutto rosso! Quale colore più adeguato per una Frecciarossa?
Mi posiziono nella zona del mio vagone: il dieci; salgo e mi metto a cercare il mio posto: il 17c. Ma trovo solo il 17 senza c. E per di più occupato. Il c sarà più avanti mi dice il signore. Ma arrivato nello spazio tra il vagone dieci e il vagone undici sento il treno partire. E non sono ancora le 16. Un atroce dubbio mi afferra le viscere. Chiedo a due ragazzi mostrandogli il biglietto.

- Questo è Italo e va a Torino - mi risponde lei con accento piemontese.
- Ma quindi non passa per Milano? - chiedo io immaginando già arrivi notturni.
- Sì, sì, ci passa - dice il ragazzo con accento campano. - Ma ti conviene scendere.
- E come? Al volo? - rispondo io.
- No, a Firenze - dice lui. - E comunque ti conviene metterti seduto in un posto non prenotato così magari non passano a controllarti. Le multe sono salate.

- Dev'essere la maledizione di Italo - penso sedendomi nel posto libero vicino alla ragazza tornata nel frattempo al suo posto. Ma quando arriva la controllora in sgargiante divisa rossa mi faccio avanti.

- Ho un problema - le dico. - Ho preso questo treno per sbaglio e vorrei scendere a Firenze per prendere quello giusto.
- Ma non se n'è accorto? - risponde la giovine.
- Evidentemente no - penso io.
- Eppure è partito venti minuti prima - continua lei.
- Ma quando è partito era un po' tardi per correggere l'errore - penso io.
- E poi non ha visto che c'era del personale in attesa al binario in divisa rossa? - prosegue lei.
- Guardi, mi dispiace. Lo so. Ho sbagliato. Ma è la prima volta che prendo questo treno - rispondo pensando: freccia, italo, ma non era meglio quando c'avevamo solo F.S.? E poi se si chiama Italo perché lo fanno tutto rosso? Non sarebbe stato più opportuno farlo tricolore?
- Dovrei farle la multa ma mi dispiacerebbe e non gliela faccio. Però la prossima volta stia più attento.
- Sì, grazie. Mi scusi.

Uso quindi la WLAN di Italo per controllare gli orari e fortunatamente il treno montezemoliano è più veloce della freccia per cui mi da mezzora di margine per poter prendere la freccia a S. Maria Novella che con mia grande sorpresa si presenta di colore prevalentemente grigio con degli stemmi tricolore. Ma allora ditelo che scegliete i colori per confondere i poveri emigranti che hanno ormai perso il contatto con i progressi della propria patria!

- Ma questo l'è da Roma Tiburtina - mi dice il signore di Trenitalia a cui chiedo conferma di binario e treno mostrandogli il biglietto.
- Sì, è una storia lunga - rispondo.

Comunque la WLAN c'è pure sulla freccia. Ed è attraverso quella che pubblico ora questa storia. Secondo voi sarà un modo buono o cattivo per cominciare la mia settimana d'insegnante a Milano? Ad ogni modo spero di non ammalarmi vista l'aria condizionata troppo alta di Italo.

Il Fatto Quotidiano e le balle scientifiche

Non mi aspettavo che Il Fatto Quotidiano desse voce a certi personaggi che diffondono leggende metropolitane antiscientifiche. Un motivo in più per non comprarlo.

venerdì, aprile 12, 2013

Guida illustrata all'omeopatia

Un paio di giorni fa ho letto l'articolo Guida illustrata all'omeopatia, pubblicato da MedBunker quasi un anno fa. L'ho trovato molto interessante perché spiega molti dettagli che credo siano ignoti alla stragrande maggioranza di chi usa l'omeopatia, ma non solo a loro. Personalmente ho trovato diverse informazioni che ignoravo.
Vero è che, come dice uno dei lettori (commento che riporto sintetizzato di seguito) nei commenti all'articolo, a poco serve diffondere tali informazioni.

Ottimo articolo, ma non serve a nulla e ti spiego il perché. Ci sono tre tipi di fanatico dell'omeopatia:
Uno di essi è il finto scienziato che ciancia di teorie pseudoscientifiche. Fare un discorso minimamente scientifico con questo è una perdita di tempo.
Il secondo tipo è l'uomo di fede. Lui è felice perché l'omeopatia lo ha guarito da una malattia e non vuole stare a sentire discussioni. Anche con questo è inutile parlare di scienza, l'unica cosa di cui gli importa è la sua esperienza personale. Spesso la malattia era psicosomatica o una fesseria passeggera.
Il terzo tipo è il complottista, spesso corrispondente al tipo 1. Per lui tutta la scienza e la medicina ufficiali fanno parte del "complotto mondiale", mentre la "scienza non ufficiale" è la salvezza dell'umanità quale che essa sia. Quelli così sono riconoscibili dal fatto che credono in qualunque balla, purché antiscientifica. Che sia cristalloterapia, fiori di bach o imposizione delle mani, non ha importanza. Quelli così non ti ascoltano neanche, secondo loro tu quale medico e ricercatore fai parte del nuovo ordine mondiale e probabilmente fai i riti satanici nel sotterraneo dell'ospedale.

Ma cito anche la risposta dell'autore dell'articolo: non ho mai avuto alcuna intenzione di "convincere" qualcuno. Informo. Poi ognuno scelga la sua strada.
Indi per cui, con lo stesso spirito, cerco di riportare qui i punti salienti dell'articolo. (Alla fine sono riuscito a sintetizzare ben poco. L'articolo è così informativo che risulta difficile sintetizzarlo.)

Quante discussioni sull'omeopatia?
Tante, troppe e non si finirà mai. Questo perché nel caso di questa pratica, si tenta di dimostrare il funzionamento di qualcosa che già in origine non esiste. E' come se si discutesse sulla capacità di volare dell'unicorno: non sarebbe più corretto aspettare prima di trovarlo, un unicorno?
Per questo secondo me, prima di discutere sull'eventuale funzionamento dei rimedi omeopatici (che ad oggi non hanno mai mostrato di avere un effetto superiore al placebo), bisognerebbe dimostrare che la teoria omeopatica abbia anche una minima ragione di essere reale. Gli omeopati (ma anche la scienza) ci provano da due secoli, senza riuscirci, chi spiega i motivi di questo fallimento cerca di informare i pazienti ed i consumatori di cosa si sta parlando. Se termini come "numero di Avogadro" e "diluizione ultramolecolare" possono essere ostici, una spiegazione più "popolare" può raggiungere un pubblico più vasto.
Così provo a creare una guida illustrata all'omeopatia, una serie di fumetti che spiegano cos'è e come vorrebbe funzionare un granulo omeopatico. So benissimo che questo non smuoverà la fede dei seguaci di Hannehman, ma probabilmente farà sorgere qualche dubbio a chi, appunto, ha dubbi. Quando in discussioni sull'omeopatia qualcuno mi dice "su di me ha funzionato", non rispondo dicendo che si tratta di una suggestione ma chiedo: visto che hai questa sensazione, chiediti come possa fare una pallina di zucchero ad aver "funzionato" su di te. Il punto è proprio questo, non sono i "pazienti" omeopatici ad essere stupidi, è l'omeopatia ad esserlo ed è questa la strada da percorrere per informare correttamente i consumatori. Per questo ho creato una sorta di veloce riassunto su ciò che è l'omeopatia che potrebbe fare comodo a chi non sa cosa acquista a costi spropositati.
Tratto e liberamente adattato da How Homeopathy (Supposedly) Works Illustrated, ecco la guida a fumetti all'omeopatia.
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Gli omeopati credono che "il simile cura il simile", una malattia che causa debolezza è curata da una sostanza che causa la stessa debolezza, ma questo succede solo quando la sostanza utilizzata è diluita ripetutamente. Non esiste nessuna prova (e lo suggerisce pure il buon senso, immaginate di passarvi del peperoncino in un occhio che brucia e lacrima...) che per curare un sintomo bisogna assumere qualcosa che provoca lo stesso sintomo, questa ipotesi, risalente al 1800, non è mai stata dimostrata, nemmeno dagli omeopati.
Più è diluita la sostanza più questa diventa "attiva". Qualche preparazione omeopatica può presentare alcune molecole, ma questo succede per quelle a bassa diluizione, quelle ad alta diluizione (oltre la 12ma, quindi in linguaggio omeopatico oltre la 12CH) non contengono alcuna traccia della sostanza iniziale.
Ha senso? No. Non può averne, ma questo è quello su cui si basa l'omeopatia.

Il primo passo è quello di trovare una sostanza che provochi nel paziente lo stesso sintomo della malattia da curare, per esempio un prurito può essere curato con un estratto di ortica o, un'ustione*, da una sostanza acida come il succo di limone o l'aceto, oppure il bruciore agli occhi con il pepe, che provoca bruciore agli occhi. 

L'omeopata sceglie il rimedio in questione, quello che produce lo stesso sintomo della persona da curare. I rimedi hanno spesso nomi strani o latini, per esempio per trattare l'insonnia gli omeopati usano "Coffea cruda", ovvero l'estratto di caffè che contiene soprattutto caffeina.
Per curare chi non riesce a prendere sonno quindi, l'omeopata prescriverà caffeina, sostanza che è conosciuta come eccitante.

Una piccola quantità di questo rimedio sarà mescolato ad acqua, per intenderci una goccia di caffeina sarà mescolata a 99 gocce di acqua. Possono essere utilizzati altri solventi, come l'alcol, ma questo renderebbe tutto più complicato visto che l'alcol, già da solo, ha degli effetti sedativi e così non potremo mai sapere se l'efficacia di un rimedio è dovuto alla caffeina diluita o all'alcol.

Una goccia di caffeina è diluita in 99 gocce di acqua. E' la prima diluizione, la 1CH.

Questa prima diluizione, in omeopatia, è chiamata 1CH (diluizione centesimale di Hannehman). A questo punto le molecole di caffeina si trovano mescolate a quelle di acqua. Gli omeopati sostengono che le molecole di caffeina "comunicano" a quelle di acqua le loro caratteristiche e queste ultime, a contatto con quelle di caffeina, le "memorizzano" (la chiamano "memoria dell'acqua"). Non è chiaro come avvenga questo fenomeno e quali proprietà siano "memorizzate", non è chiaro nemmeno come faccia l'acqua a capire perché memorizzare l'effetto causato sull'uomo e non quello causato in un'altra specie (ogni specie animale può avere effetti diversi dalla stessa molecola) e non si sa come mai l'acqua memorizzi le proprietà della caffeina ma non quelle degli eventuali contaminanti, della plastica del contagocce, del vetro del bicchiere, qualcuno dice che questa "attivazione" avverrebbe per merito della "succussione", procedimento che spiegherò fra poco, il problema è che dopo la "succussione" il prodotto omeopatico verrà a contatto (per forza, se viene assunto da una persona) con la lingua (piena di batteri e sostanze organiche), il palato, la saliva, la trachea ma mentre durante la preparazione l'acqua "memorizzerebbe" ciò con cui viene a contatto, subito dopo perde (non si sa perché)  questa sua capacità, sembra quasi che la molecola d'acqua capisca quando si trova in un bicchiere e quando scorre nel tubo digerente. Succede quindi qualcosa del genere:


Gli omeopati sostengono, come detto, che questo processo di "memorizzazione" avvenga dopo la "succussione".
Per "attivare" queste proprietà, cioè, bisogna agitare 100 volte il bicchiere che contiene la soluzione acqua-caffeina ogni volta che si procede con una diluizione. Già, perché una sola diluizione non basta: per rendere più efficace il rimedio servono più diluizioni, anche 100, 1000 (l'ideatore dell'omeopatia definiva "ideale" una diluizione a 30CH).
Così si prende una goccia della prima diluizione, la 1CH e si diluisce in altre 99 gocce di acqua:

Una goccia della 1CH si diluisce in 99 gocce di acqua, è la 2CH.
A questo punto la sostanza iniziale (la caffeina), sarà presente solo in tracce. Si procede allo stesso modo fino a quando si raggiunge la diluizione desiderata, più si diluisce la sostanza più, naturalmente, essa sarà poco presente. Una 30CH avrà ripetuto il procedimento per 30 volte. Naturalmente dopo un certo numero di diluizioni, la caffeina iniziale sarà già scomparsa, per logica e per le leggi di fisica e chimica, oltre la 12ma diluizione non esiste più nessuna molecola del principio attivo iniziale (nel nostro caso la caffeina) ed oltre la 24ma anche l'acqua iniziale sarà ormai sostituita da acqua "nuova". Questo però, secondo gli omeopati, non cambia nulla, anzi, più si continua a diluire maggiore sarà l'effetto del prodotto.
Succede qualcosa del genere:

L'acqua ormai non ha traccia del principio attivo ma le sue molecole si ricordano. Ma solo di lui, niente altro colpirà la loro memoria.



Visto che maggiore è la diluizione, più potente è l'effetto, si potrebbe pensare che una diluizione altissima potrebbe causare non solo un effetto troppo potente ma anche dei pericoli per la salute. Nel caso della caffeina, ad esempio, una diluizione molto alta (100CH) dovrebbe causare gravissimi disturbi, addirittura il coma ma questo con l'omeopatia non succede, non si sa come né perché ma l'omeopatia non ha alcun effetto collaterale. L'acqua sa come comportarsi e fa solo del bene, anche di questa proprietà non se ne conoscono i motivi ed i meccanismi...

Il finale è sorprendente.
Accade un altro fenomeno inspiegabile. L'acqua così ottenuta (quindi tanto diluita da non avere più traccia di principio attivo) è spruzzata in un granulo di zucchero (in realtà i granuli sono "spruzzati" a migliaia dentro una sorta di "ruota", tanto che un granulo riceverà più acqua omeopatica ed un altro di meno, ma questo, non si sa perché per gli omeopati non ha importanza. Dopo qualche tempo l'acqua evapora ed il granulo, che ormai non contiene né principio attivo né acqua è confezionato per essere messo in vendita.

L'acqua che ha "memorizzato" la caffeina viene spruzzata su un granulo di zucchero. Dopo l'evaporazione dell'acqua il granulo è confezionato per essere venduto. Non contiene nulla, né caffeina né acqua.

Il granulo così ottenuto (quindi una semplice pallina di zucchero che non contiene nulla) non solo causerebbe un effetto (ma solo quello scelto dagli omeopati) dovuto alla caffeina (che non c'è più) memorizzata dall'acqua (che non c'è più) ma questo sarebbe opposto a quello causato normalmente dalla molecola sull'uomo, questo perché possiederebbe proprietà sconosciute, tramite le quali agirebbe su strutture sconosciute con un meccanismo sconosciuto. Gli studi scientifici confermano che questo non possa accadere ma gli omeopati non ci credono. Gli effetti di una sostanza sul corpo umano avvengono normalmente quando questa sostanza incontra un "recettore", una struttura cioè che riconosce la sostanza in questione:


L'omeopatia sostiene che il granulo di zucchero agisca in ogni caso, senza spiegarne i motivi:


Vista la palese assurdità della procedura, molti scienziati hanno provato a capire se davvero una pallina di zucchero riuscisse in questa impresa. Così hanno realizzato degli studi che hanno dimostrato quello che, grazie alle conoscenze scientifiche esistenti, già si immaginava: il granulo di zucchero non serve a curare alcuna malattia e non ha alcun effetto, anzi, per la precisione ha lo stesso effetto di un placebo (cioè di una pallina di zucchero). Concludendo:

Un granulo di zucchero ha l'effetto di un granulo di zucchero.

Questa è l'omeopatia.

Il fatto che nei granuli omeopatici (oltre la dodicesima diluizione) non ci sia altro che zucchero è un dato di fatto (noto anche agli omeopati naturalmente, si tratta di semplice chimica), tanto che la stessa presidente della SIOMI (Società italiana di medicina omeopatica ed integrativa) lo dichiara tranquillamente. La stessa persona però, quando questo è stato dichiarato dal sottoscritto si è scandalizzata (ed indignata!). Per risolvere l'equivoco allora, l'ho invitata qualche settimana fa ad un esperimento pubblico, davanti a 20 granuli (10 omeopatici e 10 di zucchero) avrebbe dovuto stabilire con qualsiasi mezzo lei volesse, quali fossero i granuli omeopatici e quali le caramelle di zucchero: non ha risposto al mio invito, presumo che non abbia modo di dimostrare le sue ragioni.
Chi acquista prodotti omeopatici potrebbe stupirsi davanti a questi fatti, il consiglio che posso dare è quello di informarsi bene e con un po' di impegno scoprirà che ha speso i suoi soldi per caramelle di zucchero vendute come se fossero "farmaci" ma capire dipende da loro, le aziende omeopatiche naturalmente si guarderanno bene dallo spiegarvi tutto ciò e vivono grazie al fatto che la maggioranza dei consumatori non abbia alcuna idea di cosa sia l'omeopatia.

Analisi chimica (cromatografia) di due composti: prima riga di test, seconda riga prodotto omeopatico, terza riga farmaco. Il prodotto omeopatico non contiene nulla
I governi e gli ordini dei medici "chiudono un occhio" su questa pratica preferendo regolamentare un ambito che altrimenti cadrebbe in mano ad imbonitori e ciarlatani, rendendo obbligatoria la prescrizione di omeopatia solo ai medici, si cerca di contenere una potenziale minaccia per la salute. In Inghilterra, paese nel quale l'omeopatia è rimborsata dal servizio sanitario nazionale però, il Science and Technology Committee (Comitato per la scienza e la tecnologia) del parlamento d'oltremanica, ha dichiarato:
To maintain patient trust, choice and safety, the Government should not endorse the use of placebo treatments, including homeopathy. Homeopathy should not be funded on the NHS and the MHRA should stop licensing homeopathic products.

(trad.): Per proteggere la sicurezza, la fiducia e la libertà del paziente, il governo non dovrebbe incoraggiare l'uso di trattamenti placebo come l'omeopatia. L'omeopatia non dovrebbe essere finanziata dal NHS (servizio sanitario nazionale, ndt.) e l'MRHA (l'agenzia dei farmaci inglese, ndt.) dovrebbe interrompere l'approvazione di prodotti omeopatici.
Gli omeopati, negli anni, si sono lanciati in spiegazioni talvolta fantasiose altre volte che pescano a piene mani da parti della fisica e della chimica sperimentale. Peccato che gli omeopati per primi non sappiano nemmeno di cosa stiano parlando perchè altrimenti basterebbe un esperimento fatto bene per dimostrare come esistenti le loro teorie. Le basi teoriche dell'omeopatia sono del tutto assurde: si somministra una sostanza che provoca un sintomo per curare una malattia che provoca lo stesso sintomo (ipotesi non dimostrata e senza senso) e per fare questo si somministra un granulo di zucchero che non contiene nulla e quindi non provocherà alcun sintomo, per questo motivo il mondo quantico delle particelle subatomiche è strano, l'omeopatia è stupida.

*Nota: non metto link né immagini perché un po' "impressionanti" ma per capire cosa intendono gli omeopati con "il simile cura il simile", la pagina internet di un'omeopata racconta che ad un bambino ustionatosi con l'acqua bollente, lui ha consigliato "bagni in acqua calda". La mano del bambino si è ridotta in condizioni tanto pietose da non potervi mostrare le immagini.
La stessa omeopata racconta la sua esperienza con un altro ustionato (sempre alla mano) al quale, invece di fare mettere la mano sotto acqua fredda almeno per dargli sollievo, gli ha consigliato di metterla sopra la fiamma di una candela.
Il malcapitato ha notato che il dolore, intensissimo appena iniziato "l'esperimento", si è calmato dopo pochi secondi per poi sparire del tutto. L'omeopata è contenta del risultato.
Lo sarebbe di meno se riflettesse sul fatto che "bruciando" la mano dell'ustionato, ha distrutto anche le terminazioni nervose che conducevano la sensazione di caldo e dolore: era questo il motivo del "sollievo" del suo povero paziente...

Omeopatia: che male vuoi che faccia.