Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
Visualizzazione post con etichetta blog. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta blog. Mostra tutti i post
giovedì, agosto 01, 2013
mercoledì, ottobre 10, 2012
Come rispondere alla "fuffa" scientifica - BlogFest 2012 - "ScienceCamp"
Grazie alla segnalazione di Juhan mi sono andato a guardare il video di ScienceCamp2012. Sono d'accordo con Juhan che il discorso sui Carnevali scientifici è molto interessante. Ma altrettanto interessante ho trovato la discussione sul come affrontare il problema della diffusione di bufale e di fatti pseudoscientifici (o come vengono chiamati nel video, con un termine che mi sta un po' antipatico ma forse in questo caso è efficace, "fuffa" scientifica).
Il video sottostante dura 1h45m circa, ma chi volesse concentrarsi sui suddetti temi potrebbe ascoltare a partire da 1h10m. Lì c'è l'intervento dei rappresentanti del CICAP "Come studiamo la fuffa e come la fuffa sta entrando sempre di più nella comunicazione della scienza". I cicappini partono dalla citazione di Phil Plait. L'astronomo e divulgatore scientifico statunitense si è interrogato su quale sia il modo migliore per rispondere alla diffusione di fatti pseudoscientifici. E la sua conclusione può essere sintetizzata in una frasetta: "don't be a dick!" ("non fate gli stronzi!"). E cioè, continuano i cicappini, l'atteggiamento più produttivo in questo tipo di discussioni con il diffusore di fuffa scientifica di turno non è quello di cercare di vincere la discussione ad ogni costo. Non bisogna essere aggressivi. Quello che più importa è che la spiegazione appaia pacata e comprensibile alle persone che stanno leggendo (e non solo al diffusore di fuffa). I cicappini hanno quindi elencato i tre obiettivi che secondo loro si dovrebbero tener presenti in questo tipo di discussioni:
1. Svelare il mistero
Ho trovato molto interessante il commento di Bressanini (1h41m). Inizialmente per combattere la "fuffologia" egli scriveva con lo stile da articolo scientifico, ma poi si è accorto dell'errore di fondo in quell'approccio. E cioè presupporre che gl'indecisi (intendendo le persone normali e non gli invasati con cui si perde solo tempo) possedessero già delle nozioni di base. Spesso non è così. Ad esempio, nel caso dell'omeopatia, spesso non serve andare a riprendere la storia del numero di Avogadro. La maggior parte di quelli che si curano con l'omeopatia parte da un errore di fondo: sono convinti che omeopatia significhi curarsi con le erbe. Quindi, prima di andare a combattere la memoria dell'acqua con il numero di Avogadro, bisogna spiegare che l'omeopatia non c'entra nulla con le erbe (quella è infatti la fitoterapia). Ed è sempre bene cercare di capire quali sono le nozioni che i tuoi interlocutori non sanno e che magari tu dai per scontate.
Il video sottostante dura 1h45m circa, ma chi volesse concentrarsi sui suddetti temi potrebbe ascoltare a partire da 1h10m. Lì c'è l'intervento dei rappresentanti del CICAP "Come studiamo la fuffa e come la fuffa sta entrando sempre di più nella comunicazione della scienza". I cicappini partono dalla citazione di Phil Plait. L'astronomo e divulgatore scientifico statunitense si è interrogato su quale sia il modo migliore per rispondere alla diffusione di fatti pseudoscientifici. E la sua conclusione può essere sintetizzata in una frasetta: "don't be a dick!" ("non fate gli stronzi!"). E cioè, continuano i cicappini, l'atteggiamento più produttivo in questo tipo di discussioni con il diffusore di fuffa scientifica di turno non è quello di cercare di vincere la discussione ad ogni costo. Non bisogna essere aggressivi. Quello che più importa è che la spiegazione appaia pacata e comprensibile alle persone che stanno leggendo (e non solo al diffusore di fuffa). I cicappini hanno quindi elencato i tre obiettivi che secondo loro si dovrebbero tener presenti in questo tipo di discussioni:
1. Svelare il mistero
2. Far passare concetti scientifici (ad esempio spiegare la storia del numero di Avogadro quando si parla di omeopatia)
3. (Il punto più importante) Sfruttare quella discussione per spiegare come funziona la scienza. Cercare di far capire come si distingue ciò che è scientifico da ciò che non lo è.
Se uno aggredisce e si prende gioco del diffusore di fuffa ottiene quasi sempre il risultato opposto. Sono personalmente molto convinto della validità di quest'osservazione e proprio per questo cerco sempre di mantenere un atteggiamento di rispetto per il mio interlocutore in tutte le mie discussioni.
Poi ci sono vari livelli di diffusore di fuffa. C'è quello che vive la sua convinzione come una religione. E quello lì nessuno riuscirà mai a convincerlo. Poi ci sono invece quelli che lo fanno per mancanza di informazioni. Ed è su questa tipologia che si può ottenere qualche risultato. Ma ad essa bisognerà apparire più come arbitri che come rappresentati di una delle due squadre.
Dal dibattito (1h28m) ho anche appreso che esistono persone pagate dalla Boiron per accorrere in difesa dell'omeopatia quando ci sono in rete discussioni relative ad essa. Sono abbastanza convinto di averne incontrato uno anch'io (vedi questa discussione).Poi ci sono vari livelli di diffusore di fuffa. C'è quello che vive la sua convinzione come una religione. E quello lì nessuno riuscirà mai a convincerlo. Poi ci sono invece quelli che lo fanno per mancanza di informazioni. Ed è su questa tipologia che si può ottenere qualche risultato. Ma ad essa bisognerà apparire più come arbitri che come rappresentati di una delle due squadre.
Ho trovato molto interessante il commento di Bressanini (1h41m). Inizialmente per combattere la "fuffologia" egli scriveva con lo stile da articolo scientifico, ma poi si è accorto dell'errore di fondo in quell'approccio. E cioè presupporre che gl'indecisi (intendendo le persone normali e non gli invasati con cui si perde solo tempo) possedessero già delle nozioni di base. Spesso non è così. Ad esempio, nel caso dell'omeopatia, spesso non serve andare a riprendere la storia del numero di Avogadro. La maggior parte di quelli che si curano con l'omeopatia parte da un errore di fondo: sono convinti che omeopatia significhi curarsi con le erbe. Quindi, prima di andare a combattere la memoria dell'acqua con il numero di Avogadro, bisogna spiegare che l'omeopatia non c'entra nulla con le erbe (quella è infatti la fitoterapia). Ed è sempre bene cercare di capire quali sono le nozioni che i tuoi interlocutori non sanno e che magari tu dai per scontate.
Il discorso sui Carnevali scientifici invece (Il Carnevale della Biodiversità (vita e miracoli di un Carnevale particolare) [Livio Leoni] ) lo si trova intorno al minuto 45 con nuovo interessante commento di Bressanini (1h16m) sull'autoreferenzialità del carnevali.
Ah dimenticavo, da questa discussione ho anche scoperto di essere anti-panglossiano.
Ah dimenticavo, da questa discussione ho anche scoperto di essere anti-panglossiano.
giovedì, marzo 01, 2012
Sono un economista a mia insaputa
Secondo ebuzzing la tematica principale del Blogghetto sarebbe l'economia. Circa un quarto di quello che scrivo riguarderebbe la materia di Tremonti.
Mentre ad ognuna delle seguenti tematiche si potrebbe associare circa un decimo del contenuto del Blogghetto: cultura, tempo libero e scienza.
Mi chiedo chi abbia scritto l'algoritmo per la classificazione delle tematiche. Forse i consulenti di Scajola?
Mentre ad ognuna delle seguenti tematiche si potrebbe associare circa un decimo del contenuto del Blogghetto: cultura, tempo libero e scienza.
Mi chiedo chi abbia scritto l'algoritmo per la classificazione delle tematiche. Forse i consulenti di Scajola?
martedì, novembre 01, 2011
Flussi e riflussi del mediasocialismo
Amici che convinci ad aprirsi una casella di posta elettronica; e poi un blog; e dopo anni loro ti convincono a crearti un profilo su feisbuc. Chi esce dai blog perché sono vecchiume e cerca di farti entrare in Twitter. Chi si autodistrugge su feisbuc con riti esorcizzanti per poi rientrare sotto nuove spoglie. Gente che legge senza commentare e che commenta senza leggere. Fenomeni di buloanorressia da commento.
Vanno, vengono; ogni tanto si fermano. E quando si fermano...
Vanno, vengono; ogni tanto si fermano. E quando si fermano...
29 commenti:
Pubblicato da
dioniso
alle
14:48
Etichette:
blog,
facebook,
internet,
mediasocialismo,
Rete

mercoledì, agosto 03, 2011
Farmaci omeopatici: la BOIRON minaccia querela contro un blog
Un paio di volte l'argomento omeopatia è entrato nelle discussioni del Blogghetto (qui e qui ad esempio) o in quelle di blog amici (qui ad esempio). Leggendo quelle discussioni penso possa trasparire qual è il mio pensiero in materia.
Uno degli argomenti usati spesso dai sostenitori dell'omeopatia è il fatto che dietro i farmaci tradizionali ci sono le case farmaceutiche: radice di tutti i mali dell'umanità.
Come se dietro i farmaci omeopatici non ci fossero allo stesso modo aziende il cui obiettivo principale è quello di fare profitti.
La differenza è che un farmaco tradizionale deve passare per almeno cinque anni di sperimentazione sugli animali e cinque anni di sperimentazione sui pazienti (tra l'altro io sono incluso in uno di tali studi come paziente) per dimostrare la sua efficacia attraverso il metodo scientifico del doppio cieco. Mentre il farmaco omeopatico no. Anche perché le poche volte che un farmaco omeopatico è stato sottoposto a tali sperimentazioni il risultato è stato sempre lo stesso: non è stata rilevata differenza tra il farmaco omeopatico ed un bicchiere d'acqua fresca (effetto placebo).
Detto ciò, la storia di cui volevo parlare è la seguente. È capitato che Samuele di blog(0) aveva scritto due post molto interessanti (ecco i link al primo e al secondo) che parlavano di omeopatia e facevano il nome: Boiron, la multinazionale dell'omeopatia, il più grande produttore di farmaci omeopatici al mondo.
Ieri Samuele ha scritto un altro post in cui annuncia che l'Amministratore Delegato della Boiron ha mandato al suo provider una lettera dove gli viene intimato di rimuovere immediatamente, e comunque entro e non oltre 24 ore dal ricevimento della presente, tutti gli articoli [...].
Ora Samuele ha eliminato tutti i riferimenti alla suddetta multinazionale.
Come dice .mau.,
Uno degli argomenti usati spesso dai sostenitori dell'omeopatia è il fatto che dietro i farmaci tradizionali ci sono le case farmaceutiche: radice di tutti i mali dell'umanità.
Come se dietro i farmaci omeopatici non ci fossero allo stesso modo aziende il cui obiettivo principale è quello di fare profitti.
La differenza è che un farmaco tradizionale deve passare per almeno cinque anni di sperimentazione sugli animali e cinque anni di sperimentazione sui pazienti (tra l'altro io sono incluso in uno di tali studi come paziente) per dimostrare la sua efficacia attraverso il metodo scientifico del doppio cieco. Mentre il farmaco omeopatico no. Anche perché le poche volte che un farmaco omeopatico è stato sottoposto a tali sperimentazioni il risultato è stato sempre lo stesso: non è stata rilevata differenza tra il farmaco omeopatico ed un bicchiere d'acqua fresca (effetto placebo).
Detto ciò, la storia di cui volevo parlare è la seguente. È capitato che Samuele di blog(0) aveva scritto due post molto interessanti (ecco i link al primo e al secondo) che parlavano di omeopatia e facevano il nome: Boiron, la multinazionale dell'omeopatia, il più grande produttore di farmaci omeopatici al mondo.
Ieri Samuele ha scritto un altro post in cui annuncia che l'Amministratore Delegato della Boiron ha mandato al suo provider una lettera dove gli viene intimato di rimuovere immediatamente, e comunque entro e non oltre 24 ore dal ricevimento della presente, tutti gli articoli [...].
Ora Samuele ha eliminato tutti i riferimenti alla suddetta multinazionale.
Come dice .mau.,
peccato che la Boiron non abbia voluto aggiungere riferimenti a sperimentazioni standard (col metodo del doppio cieco) che confrontino l'Oscillococcinum con un placebo, riferimenti che così avrei potuto pubblicare qui e confutare la famosa barzelletta "Il raffreddore ti dura una settimana se non ti curi, mentre se ti curi ti passa in soli sette giorni".Per concludere, anch'io mi impegno a seguire .mau. e il dottor Fisk e dare un piccolo contributo nel caso in cui Samuele dovesse trovarsi querelato dalla Boiron.
sabato, luglio 02, 2011
Nuovo blog? Io vorrei, non vorrei, ma se poi...
Domanda ai lettori del Blogghetto
Sono consapevole del fatto che alla maggior parte dei tre miei lettori (almeno a due quindi) non può fregar di meno di questa mia questione blog-esistenziale. Se però ci fosse almeno quel mezzo lettore che volesse esprimere la sua opinione su questa domanda che mi sono posto mi farebbe molto piacere.
Dunque, la domanda che mi sono posto questa è la seguente: ha senso che io separi la parte matematica dal Blogghetto creando un nuovo blog tematico?
Le possibili opzioni sarebbero le seguenti:
Sono consapevole del fatto che alla maggior parte dei tre miei lettori (almeno a due quindi) non può fregar di meno di questa mia questione blog-esistenziale. Se però ci fosse almeno quel mezzo lettore che volesse esprimere la sua opinione su questa domanda che mi sono posto mi farebbe molto piacere.
Dunque, la domanda che mi sono posto questa è la seguente: ha senso che io separi la parte matematica dal Blogghetto creando un nuovo blog tematico?
Le possibili opzioni sarebbero le seguenti:
- Lascio tutto così com'è
- Creo un nuovo blog tematico solo per i post di matematica e:
- elimino i post di matematica dal Blogghetto
- lascio i post di matematica sul Blogghetto e li inserisco anche nel nuovo blog
domenica, marzo 28, 2010
Domanda ciberesistenziale: Facebook blogghicida?
Facebook ucciderà i blog? O i blog si feisbuccheranno?
Iscriviti a:
Post (Atom)