domenica, novembre 16, 2008

La morte amica: un approccio olistico alle cure mediche

Il tema del libro è la morte. Esso viene approfondito attraverso l'esperienza dell'autrice come psicologa in un centro per malati terminali.
Il libro ci fa rendere conto di quanto questo argomento sia così fondamentale per tutti noi e anche di quanto esso sia invece percepito come imbarazzante e da evitare in riflessioni e discussioni.

Questo libro dovrebbe essere letto almeno da tutte le persone che lavorano in ambito medico. Non solo per il modo commovente, umano e delicato in cui tratta un'argomento così importante per tutto il genere umano.

Troppo spesso purtroppo mi è capitato di avere a che fare con del personale, che forse per incapacità o per problemi umani personali, segue un'approccio troppo riduzionistico alla cura del malato. E cioè il malato non viene curato in quanto persona, ma in quanto sintomo, malattia, parte del corpo malata.
Ormai riesco subito a squadrare quei medici che ti vedono, o vogliono illudersi di vederti, come un sintomo ambulante.

Sia ben chiaro. Io non ho nulla contro la medicina tradizionale, anzi penso che sia l'unica medicina in grado di curare con delle basi scientifiche.
Però troppo spesso mancano ai medici quelle doti di cura della persona che prevedono l'ascolto ed il dialogo ad un livello che vada oltre l'asettica comunicazione di dati relativi alla malattia.
Credo che spesso sia proprio questa carenza a spingere purtroppo molte persone a rivolgersi alle cosiddette medicine o metodi alternativi che frequentemente si rivelano essere totalmente inutili se non dannosi.

Cito qui un passo del libro in cui l'autrice parla dell'aptonomia (approccio tattile affettivo).

Purtroppo, il mondo nel quale siamo tutti cresciuti è un mondo che non favorisce il contatto affettivo spontaneo tre esseri umani.
Certo, tocchiamo gli altri, ma con un'intenzione erotica. Oppure in un contesto oggettivo, come nell'universo medico dove si maneggiano corpi oggetto.
Ci si dimentica di quello che può sentire le persona.
È quindi importante sensibilizzare i professionisti della salute ad una dimensione dell'approccio umano che comprenda l'incontro tattile, aiutarli a prendere coscienza di tutto ciò che entra in gioco ogni volta che si tocchi qualcuno, o che qualcuno ci tocchi.
Si cura un piede, una gamba, un polmone, un seno, come un qualcosa di distinto, oggetto di cure, di interesse medico, o si cura la persona che soffre in questo o quel punto del proprio corpo ed esprime tale sofferenza con il suo modo personale di essere?


Relativamente a questo tema ho appena letto una bella riflessione della Principessa sul pisello.

11 commenti:

dioniso ha detto...

gianlu,

l'omeopatia (et similia) potrà anche aiutare singole persone, come anche un placebo può farlo ("Per delle patologie con una rilevante componente psicosomatica (p. es. emicrania o insonnia) l'analisi di prove "in cieco" dimostrano un effetto placebo fino all'80% con un valore medio tra il 35 ed il 40%").

Io sostengo solamente che la medicina tradizionale sia l'unica medicina in grado di curare con delle basi scientifiche.

Dai uno sguardo anche alla voce omeopatia su wikipedìa: "Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte alle verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo: leggi le avvertenze."

Per quanto riguarda l'argomento morte un buon modo per iniziare sarebbe proprio quello di leggere il libro in questione.

Saluti

dioniso ha detto...

gianlu,

beh, quello che dici forse conferma quello che scrivevo omeopatia (et similia) può aiutare sicuramente singole persone e soprattutto per patologie minori. Certo la tua di patologia sicuramente non ha una componente psicosomatica :-) Però considera che anche per le patologie senza componente psicosomatica l'effetto placebo ha ancora valore medio tra il 35 ed il 40%.

Sicuro è che al momento l'unico sistema che abbiamo per distinguere una cura dall'acqua distillata è quello statistico usato dalla medicina tradizionale in cui si mettono a confronto gli effetti della cura con quelli del placebo. Prima che un medicinale venga messo in commercio ci sono almeno 5 anni di sperimentazione in tal modo su una vasta popolazione di malati. Io lo so bene visto che faccio parte di una di tali popolazioni.
Ecco, i medicinali omeopatici non hanno mai superato tali studi. Quindi da un punto di vista scientifico non possono essere considerati altro che acqua distillata.

Altro fatto abbastanza sicuro è che allo stato delle cose né omeopatia né alcuna altra medicina alternativa può avvicinarsi a tali risultati:

Trapianto con staminali l'ultima idea antirigetto

Poi è chiaro che la medicina tradizionale ha anche i suoi problemi, ma dipendono soprattutto da come la si applica. Vedi appunto abuso di cure che citi tu e la carenza a livello psicologico che citavo io.

Anonimo ha detto...

d'accordo su tutta la linea con dioniso.
Con l'occasione posso segnalare i bei libri di un medico chirurgo? Atul GAwande:
"salvo complicazioni" e "con cura", edizioni Fusi Orari il primo, einaudi il secondo.
Il sito di questo fantastico medico e' il seguente:
http://www.gawande.com/

dioniso ha detto...

ubik, sono contento che ci troviamo d'accordo su questo tema.

Di che cosa parlano i libri? E qual'è la storia dell'autore?

Volevo anche segnalarti questo articolo di Umberto Eco sulla vicenda dell'Obama abbronzato:
''Rasista mi? Ma se l'è lü che l'è negher!'' che conferma un po' la visione di Serra.

Oh! Mica penserai che pure Umberto Eco è uno schribbacchino!? ;-)

dioniso ha detto...

gianlu,

guarda che pare che l'effetto placebo abbia degli effetti anche sugli animali fugurati se non li ha su un bambino di 5 mesi che sicuramente percepisce le cure impartite dai genitori.
Non è che io sia un fondamentalista della medicina tradizionale. Magari se mi danno un farmaco omeopatico per il mal di testa lo prendo pure. Tanto nuocere in quel caso non può. Al limite non avrà effetti. Se mi va bene invece mi si innesca il placebo e mi passa il mal di testa.

Per cose serie però mi affiderei solo ed esclusivamente alla medicina tradizionale.
Io, come tu sai, ho avuto un'esperienza di malattia seria. Alcune persone allora mi parlarono di metodi alternativi/eterodossi. Ti posso assicurare che questi stimoli creavano confusione e basta. In quelle situazioni ci si deve affidare agli unici mezzi comprovati e non a fumose chiacchiere che chiunque può produrre. Ci si deve concentrare sui fatti concreti e non sprecare energie in in mille vage direzioni.

Comunque è anche una questione di scelte che si fanno nella vita.
La mia scelta è quella di affidarmi all'unico sistema riconosciuto dalla comunità scientifica che abbiamo al momento piuttosto che a inconsistenti chiacchiere.

E' chiaro che se vai a cercare sul sito dell'"Associazione per libera Università Internazionale di Medicina omeopatica" ti diranno che la Medicina omeopatica funziona e che c'è il solito complotto di case farmaceutiche ordito per screditarli.

"È di tutta evidenza che poiché il campo di applicazione del medicinale omeopatico si riferisce all'insieme dei sintomi che questo stesso ha mostrato in individui sani... "

... ma che significa? Tu lo capisci?

"...la ricerca dell'evidenza clinica difficilmente potrà essere basata in modo esclusivo sull'efficacia del medicinale sulla malattia, perlomeno come essa viene oggi codificata."

Ah, non si misura sull'efficacia del medicinale sulla malattia? E su che cosa allora?

"Pertanto per una determinata malattia diagnosticata potranno, a seconda dei sintomi del paziente, essere somministrati medicinali diversi."

Ma va!?

"Per tale ragione anche è improprio definire il medicinale omeopatico alla stregua di un "farmaco", non essendo esso diretto verso una patologia, ma verso l'insieme dei sintomi della persona. Pertanto il medicinale omeopatico è un "non-farmaco"

non-farmaco! Qui entriamo nel campo della metafisica poi! :-)
Però forse del fondo di verità c'è. Come dicevo nel post, sicuramente le capacità umane e di ascolto che sembrano avere la maggior parte degli omeopati possono sicuramente procurare beneficio ai loro pazienti. Quindi più che della medicina omeopatica avremmo bisogno di fornire i medici tradizionali di quegli strumenti.

Concludo il lunghissimo intervento con l'osservazione che se vai a cercare in giro troverai opinioni contrastanti su tutto. Ci sono ad esempio quelli che non fanno fare i vaccini ai figli perché credono siano dannosi, ci sono i creazionisti, ci sono quelli che sostengono che il sole giri intorno alla terra, o che le terra sia piatta....

Saluti

Anonimo ha detto...

@Gianlu: se ti può essere d'aiuto Lancet nel 2005 fece una ricerca approfondita e scientifica per dimostrare che l'omeopatia era una grandissima cazzata (preferisco chiamare duramente le cose con il loro nome). L'effetto placebo funziona e dioniso k'ha spiegato ottimamente. La ricerca di Lancet studiò 110 casi che c omprendeva quasi tutto dal mal di testa ai problemi repsiratori e se non ricordo male evitò le malattie gravi, ma solo quelle più comuni. La ricerca ha confrontato effetti con cure omeopatiche, con effetti placebo e con medicine tradizionali. Bè tra effett placebo e omeopatiche nessuna differenza. Diverso nel caso dei medicinali. Se ti interessa puoi recuperare il numero in qualsiasi biblioteca ben fornita, il volume è Vol. 1 - N. 6 Novembre - Dicembre 2005

Anonimo ha detto...

@dioniso: Atul Gawande è un chirurgo molto bravo e con una capacità di racconto delle vicende, disavventure, curiosità mediche che se lo leggi sono convinto ne rimarrai affascinato.
Ad esempio uno delle ultime cose che ho letto è questo:
http://www.newyorker.com/reporting/2008/06/30/080630fa_fact_gawande/
e forse può darti una idea: da un caso disperato tira fuori la trattazaione medica ed epidiemologica e scientifica su un argomento...non so a me piace moltissimo

dioniso ha detto...

gianlu,

figurati! no! Questa non è polemica! Si discute. Ognuno ha i suoi punti di vista che si costruiscono sul carattere e sulle esperienze personali. Anzi scusa se ho usato toni troppo enfatici. Forse questo tema mi coinvolge un po' troppo.

...non lo so... poi magari un giorno con dei metodi di valutazione diversi potrebbero scoprire che effettivamente i "non-medicinali" ;-) omeopatici un qualche effetto ce l'abbiano. Per ora io preferisco attenermi ai giudizi della comunità scientifica, che dovrebbero essere sopra le parti. Considera quante volte la comunità scientifica ha dovuto accettare teorie che rivoluzionavano e distruggevano buona parte di ciò che era stato costruito in precedenza. Quindi se l'omeopatia fosse effettivamente una disciplina valida non vedo perché si dovrebbero ostinare a non ritenerla tale.

Che cosa pensi di preciso sui vaccini? La cosa mi interessa. Sai a che cosa ha portato l'introduzione dei vaccini no? Al debellamento di malattie mortali che falciano vittime soprattutto tra i bambini...

ubik,

Grazie per l'articolo. Più tardi lo leggerò. Oggi sono in ferie: devo consumare dei giorni che mi sono rimasti prima che finisca l'anno.

dioniso ha detto...

Dal blog linea d’ombra

# gianlu Dice:
Dicembre 27, 2008 alle 11:50 pm

Quale onore!
RIpeto quanto ho già detto a Dioniso,
Io ho lo stomaco devastato da tutte le medicine che mi hanno dato da piccolo e finchè posso evitare di dare medicine ai miei piccoli, (in realtà anche a me stesso..) fosse anche grazie all’effetto placebo, (perchè effettivamente guariscono), a me va benissimo.
E devono essere facendo le corna… straordinariamente sani…. perchè raramente siamo costretti a cure antibiotiche Occhiblu ha quattordici mesi ed ancora non ha preso antibiotici.
Insomma non funzionerà ufficialmente, ma finchè mi aiuta con raffreddori, tosse,influenze varie io continuo…;-)
Certo poi su tante altre cose non funziona,sono d’accordo.
# gianlu Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 5:49 am

CIao Ubik,
a Proposito di condivisione…guarda un po’ sto link

http://guernica70.blog.kataweb.it/la-mia-collezione-di-frasi/

mi pare di capire che avete molto in comune, …chissà che dopo quella con Eba non nasca un’altra condivisione di menti…!

A presto,
# dioniso Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 7:20 am

Visto che il mio blog ed il mio post vengono citati senza riportarne esplicitamente la fonte completo l’informazione con il collegamento al post La morte amica: un approccio olistico alle cure mediche, in cui la citata discussione era avvenuta.

Gianlu, quello che dici tu è vero, ma bisogna essere ben consapevoli e far si che le critiche siano mirate verso l’obiettivo giusto. Se la critica è rivolta all’abuso dei farmaci mi trovi totalmente d’accordo. Se poi la estendi ai farmaci ed alla medicina tradizionale in generale, allora sarei più cauto.
Sarebbe come rifiutarsi di usare la rete perché esiste una porzione di utenti che la usano per scopi criminali o come rifiutarsi di usare i cellulari perché esiste una porzione di utenti che ne fanno un uso maleducato.

Secondo me la cosa importante è acquisire consapevolezza che esistono dei modi deviati/distorti di usare alcuni potenti mezzi ed evitare quei modi. Non penso la soluzione giusta sia criminalizzare e rifiutare in toto quei potenti mezzi.

Saluti

Princy60 ha detto...

grazie della citazione. Nella mia vita, mi son spesso trovata ad esser trattata come un numero, e ho sempre combattuto per affermare la mia dignità di persona.

dioniso ha detto...

Ciao Princy, grazie per il commento.

Un abbraccio