Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
mercoledì, febbraio 17, 2021
Draghi: doloroso notare come il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro
lunedì, dicembre 28, 2020
Le dichiarazioni di Andrea Crisanti sul vaccino COVID19
19 novembre 2020: Andrea Crisanti: "Col primo vaccino a gennaio, senza dati, non mi vaccinerei"
Ecco un virgolettato della dichiarazione di Crisanti di novembre:
“Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie”.
Mi pare una dichiarazione formalmente corretta da un punto di vista logico ma assolutamente priva di buon senso, perché non si stava parlando dell’Avigan né della clorochina dei complottisti. La dichiarazione riguardava vaccini che stavano seguendo tutte le procedure necessarie per ricevere l’approvazione dagli organi preposti.
Quindi un’implicazione con antecedente vero per definizione perché nessun vaccino può essere somministrato senza essere stato opportunamente testato e senza soddisfare tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Quello di Crisanti è stato quindi un esercizio di stile che ha avuto l’effetto di una dichiarazione ovvia per chi già sapeva come stavano le cose, e, invece, ha confuso la maggior parte dei cittadini che non sanno nulla delle procedure di approvazione dei farmaci.
Ne ho avuto la riprova con un’amica, non negazionista, né antivax, e di istruzione medio-alta, che, dopo aver sentito le dichiarazioni di Crisanti ha cominciato ad avere dubbi se vaccinarsi o meno.

giovedì, dicembre 17, 2020
La metafisica del populismo
Ieri ho finito di leggere Il colibrì. Nei ringraziamenti finali, Sandro Veronesi scrive:
"l’idea del conflitto tra verità e libertà proviene dalla lettura di un formidabile saggio di Rocco Ronchi intitolato Metafisica del populismo, pubblicato sulla rivista “Doppiozero” del 12 novembre 2018. È veramente una lettura illuminante, che tutti dovrebbero fare."
E allora ecco l'articolo illuminante:
Metafisica del populismo
Di cui qui riporto solo la conclusione.
"... Se tale è la metafisica del populismo, bisogna rettificare il giudizio che lo bolla di fascista e razzista. Il suo fascismo non è quello gentiliano dello stato etico ma quello mussoliniano del “me ne frego”. Il suo razzismo non è quello codificato, ideologico e, in un certo senso, ammantato da una pretesa cornice teorica del Mein Kampf, ma quello per così dire “estetico” del “non mi piacciono i negri, gli zingari, i froci ecc.”. Contro questo fascismo e contro questorazzismo sono però inefficaci gli appelli alla libertà razionale, alla terzietà del giudizio, al tribunale della ragione critica. La grande onda della cultura postmoderna ha contribuito a metterne in questioni i fondamenti. Lo ha fatto con le migliori intenzioni, credendo di assicurare all'umanità un futuro di libertà, ma il risultato è stato quello di dare armi teoriche al nemico. A forza di sospettare della verità, della verità non ne è infatti più nulla e a dominare la scena è ormai solo il diritto assoluto dell'uomo del sottosuolo a insorgere contro ogni verità. Per poter essere combattuta su tutti i campi (sociale, politico, istituzionale, giuridico, pedagogico), la battaglia antifascista deve perciò ritornare sul terreno metafisico nel quale si è generata la concezione moderna della libertà nella sua doppia versione, intellettuale ed esistenziale, libertà per la necessità e libertà dalla necessità. Come pensare, come praticare, come sperimentare “qui e ora”, in queste situazioni determinate, una libertà del terzo genere, una libertà che sia finalmente “reale” e non immaginaria come lo è quella dell'anarca populista?"
giovedì, dicembre 10, 2020
Un valida alternativa ad Amazon per sostenere le librerie sul territorio
"Mai come in questo periodo è importante sostenere le attività di quartiere e fare i propri acquisti nella libreria vicino a casa. Ecco perché esiste GoodBook, il primo portale delle librerie indipendenti italiane, che ti permette di sfruttare la comodità del web senza rinunciare al rapporto con il tuo libraio di fiducia
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sabato, novembre 07, 2020
Rapporti tra Stato e Regioni ai tempi del Coronavirus
– Va bene, allora definite voi i parametri per decidere come e quando chiudere.
– Il governo non si vuole prendere la responsabilità! Sono loro a dover decidere quando chiudere!
– Va bene. Allora, ecco i parametri ed ecco le regole per gestire le varie situazioni in cui si trovano le regioni secondo i numeri che ci avete forniti.
– Il governo decide tutto senza sentire le voci del territorio! Dittatori liberticidi!
<da capo ad libitum>
sabato, ottobre 31, 2020
Carlo Rovelli su scienza, opinioni politiche e pandemia di COVID-19
Credo che questa breve intervista a Carlo Rovelli - "La scienza procede per errori, accettiamone i limiti" - fornisca risposte chiare.
La considerazione più interessante mi pare questa:
Purtroppo tra i due ambiti (scienza e opinioni politiche) si fa ancora troppa confusione. Come nel caso del lockdown. “La scienza ci dice, per esempio, che data la conoscenza attuale che abbiamo, aprire le scuole, tenere aperti i bar, oppure non fare un lockdown, porterà con tale e tale probabilità e con tale e tale incertezza un numero di morti addizionali - afferma Rovelli -. D’altra parte sappiamo anche che non aprire le scuole, chiudere i bar, andare in lockdown, comporta perdita di ricchezza da parte di alcune persone, un danno per i ragazzi, eccetera. Dunque la decisione se dare più importanza ai morti oppure alla ricchezza è una decisione politica, non scientifica”.
Lo scienziato, in quanto tale, dovrebbe rimanere fermo sui dati empirici che ha e non sbilanciarsi a dare una sua visione: “Fare o non fare un lockdown è una decisione molto difficile che ovviamente ci divide, perché abbiamo interessi particolari divergenti e scale di valori diverse. Gli ‘scienziati’ che dicono ‘in fondo è una malattia come un’altra’, così come gli altri che dicono che ‘la situazione è gravissima’, non stanno parlando di scienza: stanno parlando della loro scala di valori, o focalizzandosi sugli interessi degli uni o degli altri: per alcuni, dei morti in più non è così grave, per altri lo è. Per alcuni, se qualcuno si impoverisce un po’ non è così grave, per altri lo è”.
domenica, ottobre 25, 2020
Integrazione e interazione
Integrazione (inclusione/esclusione, interazione, assimilazione, multiculturalismo)).
sabato, ottobre 17, 2020
Luke Leitch: Io, inglese, vi dico: l’Italia ci sta dando una lezione di serietà. E libertà
"...come anglo-australiano che divide il suo tempo tra Londra e Milano (sono arrivato in Italia per lavoro e ci sono rimasto per amore), resto perennemente sbalordito dalla distanza che intercorre tra la percezione che si ha all’estero dell’Italia e degli italiani e la mia esperienza di vita qui.
Lo scorso marzo, il New York Times si chiedeva, con grande supponenza, se l’Italia sarebbe stata capace di aderire alla quarantena, proprio per quella storica propensione degli italiani alla furbizia che li rende così abili nell’aggirare le leggi. ... Ma a marzo l’Italia aveva già cominciato a prendere molto sul serio la minaccia del Covid-19. A Linate, il controllo della temperatura era iniziato addirittura a febbraio e quando ho fatto ritorno a Londra, ai primi di marzo, quasi tutti i miei amici si erano già messi la mascherina e si davano da fare per provvedere all’isolamento dei parenti anziani. Anzi, mi sono affrettato a spedire per posta alcuni pacchi di mascherine in Italia, perché a Londra non le comprava nessuno, mentre a Milano erano ormai introvabili. Ma era solo quello che avevo visto con i miei occhi e ascoltato con le mie orecchie, come potevo giudicare?
Le settimane successive, quelle della terribile prima ondata, hanno dimostrato che, come sempre, la verità si trova a metà strada tra quello che credi di sapere e quello che gli altri credono di sapere. Certo, c’erano quei video divertentissimi su YouTube, quasi delle gag, con i sindaci delle piccole città di provincia che andavano a rimproverare di persona i cretini che preferivano la spiaggia alla quarantena. Eppure si avvertiva un senso fortissimo di determinazione e di unità nazionale persino in quei giorni bui, quando venivano ignorate le richieste di dispositivi di protezione, lanciate dall’Italia ai paesi europei non ancora toccati dal virus, quando le strade di Milano riecheggiavano del lamento delle sirene e la tragedia di Bergamo sembrava inarrestabile.
...
so benissimo che l’Italia non è un Paese perfetto, che si tratti di arginare il virus o affrontare qualsiasi altro intervento, ma posso testimoniare personalmente della vigilanza e della serietà che ho trovato in questo Paese e che mi fa sentire molto più «libero», rispetto alla mancanza di vigilanza e di serietà che ho riscontrato nel Regno Unito.
Forse Boris Johnson ha ragione su una cosa: essendo britannico anch’io, il senso di libertà è ciò che apprezzo maggiormente — ma la libertà che nasce dalla serietà, dalla risolutezza e dalla precisa valutazione del rischio e che c'è in Italia in questo momento."

domenica, ottobre 11, 2020
C’è un ritardo italiano sui tamponi rispetto agli altri grandi paesi occidentali?
“L’Italia fa meno tamponi rispetto ad altre nazioni con un’epidemia rampante. Con una media di 120mila test al giorno circa, siamo a 2 ogni mille abitanti. Francia e Stati Uniti sono a 124mila e 950mila (2,1 ogni mille abitanti), la Gran Bretagna a 225mila (3,3 ogni mille). Ma questo si spiega anche con un numero di contagi più basso. La Germania, che ha un numero di positivi paragonabile al nostro, fa circa 130mila tamponi al giorno (1,8 ogni mille)…”
Da Tamponi, il grande affanno ecco perché l’Italia insegue
giovedì, settembre 24, 2020
Adriano Banchieri e il Contrappunto bestiale alla mente
Contrappunto bestiale alla mente
Tra l'altro ho scoperto che molto del lavoro del Banchieri, musicista, compositore, poeta e monaco italiano del Rinascimento, non è stato ancora studiato in modo soddisfacente.
sabato, settembre 12, 2020
Alessandro Barbero - L'italoborboforesi e le cause degli eventi storici - Conversazione sui nostri giorni
– «In nessun altro paese al mondo sarebbe stato possibile che…» e poi si completa la frase con la notizia del giorno.
– Salvo poi scoprire che anche in Francia non hanno le mascherine, che anche in Inghilterra hanno smesso di spendere per gli ospedali, e così via. Ma noi italiani godiamo veramente nel pensare di essere i peggiori. Questo fa parte del carattere nazionale.
– Una tendenza degli storici è di mettere in ordine le cose. Ci sono le cause, poi c’è un evento e poi ci sono le conseguenze. Come se fosse un flusso molto ordinato, molto razionale, molto logico. Poi, in realtà, ci sono delle strozzature, delle imprevedibilità.
Il COVID-19 appartiene a queste imprevedibilità?
– Ma, per gli storici del futuro il lavoro sarà abbastanza facile.
Io, da storico, comincio ad averne abbastanza di questa nostra compulsione a cercare le cause delle cose. Perché tu ricostruisci degli avvenimenti ed è già tanto se riesci a capire come si sono svolti, che cosa è successo. E poi le persone vogliono sapere: perché? E i perché sono difficili da ricostruire e sono sempre provvisori. Ad esempio, nella discussione sulle cause della guerra civile americana si è detto che le cause fossero da ricercare nel fatto che si voleva abolire la schiavitù. Poi per trent’anni si è detto: no non è vero niente; sono gli Stati del sud che hanno un’economia in conflitto con quelli del Nord. Poi si torna a dire: no abbiamo capito che era davvero la schiavitù il problema.
Tutto questo è interessante perché è un esercizio continuo di scavo, di approfondimento e di argomentazione. Ma sono sempre operazioni un po’ artificiali perché mettono ordine nella realtà quando la realtà ordinata non è. La storia è esattamente come le nostre vite: un caos di cose che si sovrappongono, che si contraddicono, di casualità, di azioni altrui. Metterci ordine significa capire, ma significa anche falsificarle un pochino.
Quando un evento storico è accaduto, proprio per questa nostra compulsione di trovare le cause, ci precipitiamo alla ricerca dei segni premonitori e, regolarmente, li troviamo.
Io stesso ho scritto che la catastrofe di Adrianopoli è legata alla corruzione del sistema romano nel IV secolo. Ma il sistema romano di 300 anni prima era altrettanto corrotto e non è collassato per niente. Anzi ha conquistato il mondo. Quindi io sarei sempre prudente.
sabato, agosto 29, 2020
Francesco Cafiso trio e mOs trio nel chiostro dell’Abbazia di Farfa
mercoledì, agosto 26, 2020
Cammino delle terre mutate - preludio e primo giorno: Amatrice - Campotosto (21 km)
Busso al chiosco del personale. – Scusate. Sapete quando parte l’autobus per Amatrice?
Dipendente Cotral – Io ‘n so manco 'ndo sta Amatrice.
Poi, forse dopo aver visto il nostro sguardo perplesso, il dipendente ci spiega che lui solitamente presta servizio a Poggio Mirteto. Magari avrebbe potuto dircelo subito in un tono e con un atteggiamento più cordiali. Ad ogni modo, l'autista, fungendo anche da guida turistica con i suoi commenti e spiegazioni relativi al percorso e al bel paesaggio, compensa ampiamente la sgarbatezza del suo collega.
Scesi al capolinea della frazione di Collemagrone raggiungiamo a piedi il vicino albergo diffuso dove abbiamo prenotato una tripla. La struttura è nuovissima ma il prezzo è comunuqe un po' troppo alto rispetto alla qualità e ai servizi offerti.
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martedì, luglio 21, 2020
L'accordo europeo sul Fondo per la ripresa
Adesso un antieuropeista onesto dovrebbe riconoscere che senza Unione Europea l’economia italiana sarebbe crollata. Il futuro è all’interno dell’UE con politici che sappiano negoziare ma che sappiano anche tenere fede ai patti. Alzare la voce nei modi e nei momenti sbagliati può essere solo controproducente. 
Trovo molto positivo anche il fatto che per la prima volta la Germania sia stata in grado svolgere un ruolo di guida e mediazione.
Ora speriamo che i fondi vengano usati con saggezza.

venerdì, luglio 10, 2020
Arvo Pärt
Dalla puntata di Giacomo Fronzi per Wikimusic sul Miserere di Arvo Pärt
sabato, luglio 04, 2020
Mendelssohn e il saltarello
Dalle memorie del viaggio italiano di Felix Mendelssohn Bartholdy. La scena avviene a Roma.
Al saltarello Mendelssohn dedicherà il quarto movimento della sua sinfonia italiana.
Abbado, Mendelssohn-Bartholdy Symphony No.4 "Italian" in A major Op.90
venerdì, luglio 03, 2020
Stravinskij e Čajkovskij: quando la retorica diventa sublime
lunedì, giugno 22, 2020
Una delle ultime conversazioni tra Demetrio Stratos e un musicista degli Area.
“Demetrio era entrato nel frattempo nel giro della musica contemporanea. Lavorava con John Cage, Luciano Berio e Cathy Berberian. Un giorno mi disse:
– Io vorrei continuare a lavorare con voi. Figuriamoci che cosa potrebbe succedere se andiamo in America. Però sono pure entrato nel giro della musica contemporanea. È chiaro che se io faccio un disco rock mi tagliano le gambe dall’oggi al domani. E in quell’ambiente non ci entrerei più. Però, da un altro punto di vista, mi dico che potrebbe venire fuori una cosa straordinaria. Facciamo così, pensiamoci un po’, fammi ragionare. Parliamone mercoledì pomeriggio. Perché mercoledì mattina devo andare in ospedale a farmi vedere: ogni volta che tocco qualcosa mi viene un ematoma.
– D’accordo, ci vediamo mercoledì pomeriggio allora.
John Cage in America gli avrebbe spalancato le porte della musica contemporanea. La sua carriera avrebbe subito un’impennata notevole. Come ricercatore, come sperimentatore.
Aveva chiesto delle lezioni di canto a Cathy Berberian ma lei gli disse che non avrebbe potuto dargliele perché la sua impostazione era molto diversa. Avrebbe dovuto continuare a studiare da solo come aveva fatto finora. Il suo compagno di gruppo più dice che più che direzioni avrebbe avuto bisogno di un buon foniatra. Ma a quei tempi quella disciplina era quasi inesistente."
A Demetrio Stratos venne diagnosticata una grave forma di anemia aplastica. Se in quel momento fossero stati disponibili i farmaci e i percorsi terapeutici che sarebbero stati disponibili 1-2 decenni dopo, probabilmente non avremmo perso uno dei musicisti più interessanti della fine del XX secolo.
domenica, giugno 21, 2020
AreaAzione: un documentario radiofonico su sugli Area
Un percorso narrativo che segue le tracce musicali, vocali, e culturali lasciate dal gruppo degli AREA, , che è stato senza dubbio il gruppo musicale che poteva al meglio rappresentare i movimenti di protesta giovanile degli anni settanta in Italia.
Dal primo nucleo fondato da Demetrio Stratos e Giulio Capiozzo, con Patrick Djivas, Eddie Busnello, Jonny Lambizzi e Leandro Gaetano, alla formazione storica conosciuta con il nome "Area - International Popular Group", con Paolo Tofani, Ares Tavolazzi e Patrizio Fariselli.
Il documentario è stato realizzato con il contributo di: Daniela Ronconi: moglie di Demetrio Stratos, www.demetriostratos.org.
Gianni Emilio Simonetti: intellettuale situazionista, ideatore e profeta del movimento "Fluxus", www.gianniemiliosimonetti.it.
Alcuni musicisti degli Area: Ares Tavolazzi, Patrizio Fariselli, Patrick Djivas, e con la voce di Giulio Capiozzo (materiale storico fornito da Christian Capiozzo). Roberto Masotti e Silvia Lelli: hanno documentato i concerti degli Area e la ricerca vocale di Stratos e hanno seguito tutte le musiche creando un prezioso Archivio Fotografico, www.lelliemasotti.com.
Claudio Chianura: editore (edizioni Auditorium), www.haze-auditoriumedizioni.it.
Emiliano Li Castro: esperto di musica. Graziano Tisato: ricercatore del CNR di Padova, per primo indica il funzionamento del Canto degli Armonici o Overtone Singing. Nicola Bernardini: professore di musica elettronica al conservatorio di Padova, e Santa Cecilia di Roma. Le foto di copertina e degli episodi 1,2,3 sono di © Roberto Masotti / Lelli e Masotti Archivio Le foto degli episodi 4 e 5 sono di © Silvia Lelli / Lelli e Masotti Archivio.
lunedì, giugno 15, 2020
Manifestazione contro il razzismo "Black Lives Matter" del 7 giugno a Piazza del popolo
Sono rimasto ammirato dalla compostezza, dalla dignità e dal contegno dei manifestanti.
Immagini e parole che riaccendono speranze e che ho trovato letteralmente commoventi.
"Black Lives Matter", manifestazione a Roma: Piazza del Popolo in ginocchio per George Floyd