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lunedì, dicembre 27, 2021

Dati sulla mortalità in Italia 2012-2020

Oggi ho letto un'affermazione scritta con tanta sicumera. La riporto al netto delle sgrammaticature: 
"Non dimentichiamoci che dal 2015 al 2021 i grafici della mortalità non presentano variazioni, nonostante i paladini dei pecoroni ..." e così via.

Ecco invece che dicono i dati.
Nel complesso nel 2020 il numero dei morti risulta di 746.146 unità. Anche considerando il peggior anno passato per numero di morti (il 2017), la differenza è di 97.085 unità in più, pari ad un +15%.
Se il dato viene invece raffrontato con l'anno precedente, il 2019, la differenza è di 111.729 unità in più, pari ad un +17,6%.



Fonti 

Morti per mese in Italia nel periodo covid-19

Dati ISTAT sezione “Popolazione e famiglie -> Mortalità -> Decessi -> Morti”

lunedì, novembre 22, 2021

Green pass in Italia e in Germania

Alcuni si lamentavano delle misure “liberticide” imposte in Italia con la certificazione verde.

Qui in Germania, dove misure simili sono state introdotte molte più tardi che in Italia (troppo tardi) e quindi i numeri sono spaventosamente più alti, adesso per accedere a situazioni come le nostre prove d’orchestra persino i vaccinati devono sottoporsi alla prova del tampone.

venerdì, novembre 19, 2021

Studio sula protezione della terza dose del vaccino Pfizer

Ottime notizie sul fronte terza dose. Non so perché ma circola molto la bufala che gli studi sui vaccini si siano fermati.
Nel frattempo nel mondo reale...

Il New England Journal of Medicine ha pubblicato il primo studio controllato con placebo su terza dose Pfizer somministrata a 10.000 persone.

"I risultati mostrano un’efficacia dose pari al 95,6%, con 5 casi di infezione da coronavirus nel gruppo vaccinato con la terza dose, contro 109 contagi nel gruppo placebo (2 dosi, più la terza con placebo). Le cifre ottimistiche sono rafforzate dal fatto che gli anticorpi neutralizzanti sono stati alti nei confronti di tutte le varianti, senza cali particolari verso le «peggiori», Beta e Delta. In più, per raggiungere la massima efficacia della terza dose si è visto che sono bastati solo 7 giorni. Più di un quinto dei partecipanti allo studio aveva più di 65 anni, categoria più a rischio di Covid grave. Anche il profilo di sicurezza del vaccino è rimasto «generalmente coerente» con i dati precedenti."

Io oggi ho preso l'appuntamento per la terza dose. 🙂

Informazioni prese da La terza dose del vaccino Pfizer offre una protezione quasi totale dal Covid


lunedì, ottobre 18, 2021

Confronto impatto Covid19 tra cittadini vaccinati e non vaccinati

Ecco una tabella con un confronto, tra cittadini italiani vaccinati e non vaccinati, dell'impatto prodotto da Covid19.

Detto a parole, se non ci si vaccina, finire in terapia intensiva per Covid19 è di:

39 volte più probabile tra i 19-59 anni.
20 volte più probabile tra i 60-79 anni.
13 volte più probabile oltre gli 80 anni.

Più di questo non so bene che cosa possa servire.

Ah, forse dare uno sguardo a un confronto con la curva di un paese a bassa vaccinazione.





Dati presi da:

lunedì, marzo 29, 2021

Vaccini Covid-19: l'esempio della regione Lazio

Finora in famiglia abbiamo preso cinque appuntamenti per il vaccino sul sito della regione Lazio. In tutti i casi abbiamo trovato un appuntamento al primo tentativo.
Sul sito di qui bisogna prima registrarsi per ottenere un codice. E poi impegnarsi in giornate di click compulsivi per poter oltrepassare la pagina, che altri chiamano "porta della legge", con il messaggio:
"Derzeit stehen leider keine Termine zur Verfügung."


martedì, marzo 16, 2021

La sospensione del vaccino AstraZeneca in Europa

In questi giorni mi è capitato di sentire la frase: vaglielo a dire a alle mogli e ai figli di chi è morto dopo essere stato vaccinato che una relazione causa-effetto non è stata dimostrata!

A causa dell’annullamento degli appuntamenti per la vaccinazione, come è capitato per l'appuntamento che avevo fissato per oggi, probabilmente ci saranno delle persone che si infetteranno, e che non si sarebbero infettate se fossero state vaccinate. Probabilmente una percentuale di queste morirà.

Sarà interessante allora capire quanti saranno stati i veri morti causati dal vaccino e quelli causati della mancanza di vaccino.
Forse tra qualche mese leggeremo i risultati di un qualche studio che cercherà di stimare questi numeri.
E chi glielo andrà a dire alle mogli e ai figli di chi è morto per non essere stato vaccinato?

giovedì, marzo 11, 2021

Vaccino Covid-19

La scorsa settimana ho fatto salti di gioia quando sono riuscito a prendere i due appuntamenti per il vaccino. E ieri sono riuscito a ottenere anche il certificato necessario e delle informazioni che dovrebbero essermi utili a far accrescere l'efficacia.

Sono grato a tutto il sistema che è riuscito a rendere disponibili i vaccini a un solo anno dall'inizio della pandemia: dalla ricerca, alla produzione, fino all'infrastruttura di regole e logistica per la distribuzione.

lunedì, dicembre 28, 2020

Le dichiarazioni di Andrea Crisanti sul vaccino COVID19

Non credo che un virologo non potesse non immaginare che sarebbe finita così. E allora perché a novembre ha sentito quell’impellente necessità di rilasciare dichiarazioni che hanno confuso molti cittadini? 

19 novembre 2020: Andrea Crisanti: "Col primo vaccino a gennaio, senza dati, non mi vaccinerei"


Ecco un virgolettato della dichiarazione di Crisanti di novembre:
“Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie”.

Mi pare una dichiarazione formalmente corretta da un punto di vista logico ma assolutamente priva di buon senso, perché non si stava parlando dell’Avigan né della clorochina dei complottisti. La dichiarazione riguardava vaccini che stavano seguendo tutte le procedure necessarie per ricevere l’approvazione dagli organi preposti.
Quindi un’implicazione con antecedente vero per definizione perché nessun vaccino può essere somministrato senza essere stato opportunamente testato e senza soddisfare tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Quello di Crisanti è stato quindi un esercizio di stile che ha avuto l’effetto di una dichiarazione ovvia per chi già sapeva come stavano le cose, e, invece, ha confuso la maggior parte dei cittadini che non sanno nulla delle procedure di approvazione dei farmaci.
Ne ho avuto la riprova con un’amica, non negazionista, né antivax, e di istruzione medio-alta, che, dopo aver sentito le dichiarazioni di Crisanti ha cominciato ad avere dubbi se vaccinarsi o meno.

sabato, novembre 07, 2020

Rapporti tra Stato e Regioni ai tempi del Coronavirus

– Il governo decide tutto senza sentire le voci del territorio!
– Va bene, allora definite voi i parametri per decidere come e quando chiudere.
– Il governo non si vuole prendere la responsabilità! Sono loro a dover decidere quando chiudere!
– Va bene. Allora, ecco i parametri ed ecco le regole per gestire le varie situazioni in cui si trovano le regioni secondo i numeri che ci avete forniti.
– Il governo decide tutto senza sentire le voci del territorio! Dittatori liberticidi!
<da capo ad libitum>

sabato, ottobre 31, 2020

Carlo Rovelli su scienza, opinioni politiche e pandemia di COVID-19

Di recente ho sentito più di un amico dirsi deluso dalle risposte confuse provenienti dall'ambito scientifico sui temi relativi alla  pandemia.
Credo che questa breve intervista a Carlo Rovelli - "La scienza procede per errori, accettiamone i limiti" - fornisca risposte chiare.

La considerazione più interessante mi pare questa:

Purtroppo tra i due ambiti (scienza e opinioni politiche) si fa ancora troppa confusione. Come nel caso del lockdown. “La scienza ci dice, per esempio, che data la conoscenza attuale che abbiamo, aprire le scuole, tenere aperti i bar, oppure non fare un lockdown, porterà con tale e tale probabilità e con tale e tale incertezza un numero di morti addizionali - afferma Rovelli -. D’altra parte sappiamo anche che non aprire le scuole, chiudere i bar, andare in lockdown, comporta perdita di ricchezza da parte di alcune persone, un danno per i ragazzi, eccetera. Dunque la decisione se dare più importanza ai morti oppure alla ricchezza è una decisione politica, non scientifica”.

Lo scienziato, in quanto tale, dovrebbe rimanere fermo sui dati empirici che ha e non sbilanciarsi a dare una sua visione: “Fare o non fare un lockdown è una decisione molto difficile che ovviamente ci divide, perché abbiamo interessi particolari divergenti e scale di valori diverse. Gli ‘scienziati’ che dicono ‘in fondo è una malattia come un’altra’, così come gli altri che dicono che ‘la situazione è gravissima’, non stanno parlando di scienza: stanno parlando della loro scala di valori, o focalizzandosi sugli interessi degli uni o degli altri: per alcuni, dei morti in più non è così grave, per altri lo è. Per alcuni, se qualcuno si impoverisce un po’ non è così grave, per altri lo è”.

martedì, luglio 21, 2020

L'accordo europeo sul Fondo per la ripresa

I Fondi per la ripresa rimangono i 750 miliardi previsti. Di questi, la quota italiana sale da 173 a 209 miliardi, dei quali 81,4 come trasferimenti diretti di bilancio e 127 come prestiti. Mi pare che la negoziazione sia stata condotta molto bene.

Adesso un antieuropeista onesto dovrebbe riconoscere che senza Unione Europea l’economia italiana sarebbe crollata. Il futuro è all’interno dell’UE con politici che sappiano negoziare ma che sappiano anche tenere fede ai patti. Alzare la voce nei modi e nei momenti sbagliati può essere solo controproducente. 
Trovo molto positivo anche il fatto che per la prima volta la Germania sia stata in grado svolgere un ruolo di guida e mediazione.
Ora speriamo che i fondi vengano usati con saggezza.

giovedì, maggio 28, 2020

Il piano UE per la ripresa

Credo proprio che possiamo dirci soddisfatti del piano proposto da Ursula von der Leyen e dalla commissione europea per la ripresa.


All’Italia aspetterebbe la fetta più grande di aiuti molto consistenti. E stavolta dobbiamo ammettere che il contributo del governo tedesco è stato e sarà determinante. Perché la trattativa con i quattro piccoli paesi che si oppongono al piano dell’UE non è ancora terminata. Ma mi sento di lodare anche il governo italiano che ha negoziato mostrandosi fermo, collaborativo e autorevole.

Un paio di domande sensate che ci si potrebbe porre. Dove avremmo presi fondi di tale entità se non avessimo fatto parte dell’Unione Europea? Un altro governo sarebbe riuscito a ottenere qualcosa di simile?

Qualche dettaglio sul piano
La commissione europea propone un piano da 750 miliardi raccolti emettendo obbligazioni. All’Italia spetterà la fetta più grande: 172,7 miliardi, 81,8 a fondo perduto.

I fondi dovranno essere spesi secondo piani che prevedono riduzione di CO2, miglioramento del digitale e sostegno ai lavoratori più colpiti dalla crisi. Sarebbero disponibili dal 2021 ma con 11,5 miliardi da rendere disponibili già quest'anno.

L’ultima parola spetterà ai capi di Stato e di governo che si riuniranno il 17 e 18 giugno. “Ma per ora, nonostante i tentativi di ammorbidire il gruppo dei “frugali” rassicurandoli sul fatto che ci sarà un minimo controllo esterno su come i fondi vengono spesi dai Paesi del Sud Europa, l’accordo appare lontano.”

Un altro aspetto positivo è che, per facilitare il rimborso delle obbligazioni, la commissione europea propone nuove tasse ben indirizzate: sulle emissioni, sulle grandi multinazionali, sulla plastica e una
tassazione dei giganti del digitale.

Ecco le parole di Ursula Von der Leyen: “Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte. O andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme. Le proposte più coraggiose sono anche quelle più sicure, è per questo che oggi proponiamo il Fondo ‘Next Generation Ue’ da 750 miliardi, che si aggiungerà ad un Quadro finanziario pluriennale rivisto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi. … Occorre fare un ulteriore passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità. Lo dobbiamo alle prossime generazioni. Viva l’Europa”.

venerdì, maggio 15, 2020

Il coronavirus SARS-CoV-2 è uscito da un laboratorio?

Il coronavirus SARS-CoV-2 è uscito da un laboratorio? Così risponde David Quammen durante la puntata SalTo di specie di Radio3 Scienza.

 È possibile che il virus sia stato creato in laboratorio?
– È già stato escluso che il virus possa essere stato creato in laboratorio.

– È possibile che si tratti di un virus naturale comunque fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan?
– Sì, in teoria sarebbe possibile. Ma è verosimile? No. È molto inverosimile. Chi lo conosce sa che quel laboratorio è molto, molto sicuro. Ma, soprattutto, esistono prove a sostegno dell'ipotesi del laboratotrio? No. Non esiste assolutamente nessuna prova. Se seguiamo semplicemente il criterio del rasoio di Occam ci rendiamo conto che la spiegazione della provenienza da un laboratorio non è quella più semplice. È stato dimostrato* che esiste un virus molto simile al nuovo coronavirus che circola tra i pipistrelli in una grotta nella provincia di Yunnan. E le persone che vivono nei dintorni hanno gli anticorpi contro quel virus. Il che significa che ci sono entrate in contatto anche se quella non è mai diventata una pandemia.

La Bat Woman cinese che va a caccia di virus
The virus hunters who search bat caves to predict the next pandemic
Bat cave solves mystery of deadly SARS virus — and suggests new outbreak could occur

venerdì, aprile 24, 2020

La sventura ci renderà migliori?

In questo periodo circola il pensiero che la sventura collettiva ci renderà migliori. È un buon auspicio che spero si avveri.
Tuttavia, l’esperienza personale mi ha insegnato che la sventura può essere un’occasione, ma l’eventuale miglioramento non è automatico, scontato e indolore, come molti sembrano sottintendere. Implica impegno, elaborazione e introspezione.
Ammesso che questo parallelo tra pubblico e privato abbia una qualche validità, mi auguro che la nostra società sia pronta ad attraversare un tale processo di trasformazione.

domenica, aprile 19, 2020

Coronavirus: le misure dell'UE: bond o MES?

Il mio amico Gianni cita dei fatti sul nuovo MES e pone una domanda.

"I prestiti Mes sono erogati a condizioni molto vantaggiose (tassi di interesse a livello di AAA), per periodi molto lunghi (i prestiti alla Grecia scadono nel 2070, quelli all’Irlanda firmati nel 2010 scadono nel 2042, quelli al Portogallo firmati nel 2011 scadono nel 2040) e con periodi di grazia molto estesi (il rimborso inizia dopo anni dal primo tiraggio).

Oggi
1) non ci sono condizioni da sottoscrivere, nulla può essere imposto allo Stato richiedente aiuto
2 )in base al Trattato gli aiuti della linea pandemica vengono approvati con voto all’unanimità.
3) Anche un solo voto contrario blocca la possibilità di modificare o rimodulare l'accordo.
4) Quindi l’Italia ha l’ultima parola
Quindi qual'è il problema?"

La mia risposta: a mio avviso essere contro il MES è diventato uno slogan elettorale. Per cui chi era contrario vuole continuare a tenere il punto anche se le condizioni sono cambiate solo per ragioni di tornaconto elettorale. Nonostante la consapevolezza che senza quell’aiuto il paese dovrà affrontare difficoltà molto più grandi. O magari l’obiettivo è proprio quello: far sprofondare il paese per poi appropriarsene.

Il tema ha suscitato un'interessante discussione su FB. Ne riporto una mia estrema sintesi delle conclusioni.
1. Il MES non è del tutto senza condizioni, ma, in queste nostre condizioni finanziarie e sanitarie il MES alleggerito sembrerebbe irrinunciabile per l'Italia.

2. Ottenere anche i coronabond, o come si vogliano chiamare, sarebbe molto meglio che ottenere solo il MES.

3. Vista la situazione europea attuale, è molto improbabile che si arrivi a un accordo sui bond.
4. Sul lungo termine, per cambiare i termini di autorevolezza in una contrattazione con l’Europa l'Italia dovrebbe ridurre il debito pubblico.

sabato, aprile 18, 2020

Coronavirus: si può stimare la quantità reale dei decessi dovuti al virus?

Andrea Capocci, nel suo articolo Wuhan riconta i morti. Ma i numeri sono errati un po’ ovunque, ha riportato dati molto interessanti pubblicati dall’Economist. Il settimanale britannico ha confrontato il numero ufficiale dei morti di Covid-19 nel mese di marzo con l’aumento della mortalità rispetto allo scorso anno per diversi paesi europei allo scopo di stimare la quantità reale dei decessi dovuti al virus.

Di seguito riporto i brani dell'articolo di Capocci.

"Forse ispirati dalle inchieste italiane, all’Economist hanno confrontato il numero ufficiale dei morti di Covid-19 nel mese di marzo con l’aumento della mortalità rispetto allo scorso anno per diversi Paesi europei. È solo una stima, perché non tutte le morti in più del marzo 2020 devono essere necessariamente attribuite al Covid-19. Ma il surplus fornisce almeno un ordine di grandezza dell’approssimazione con cui sono contate le vittime dai governi che stanno fronteggiando la pandemia.

Dai grafici dell’Economist si scopre che in Spagna il numero di vittime ufficiali di Covid-19 a marzo, circa 8000, rappresenta solo una parte dei 13000 decessi in più rispetto allo scorso anno. La sottostima delle vittime di Covid-19 è dunque del 60%. Stessa percentuale per la Francia, dove i morti di marzo dovuti al Coronavirus ufficialmente sono 5000, ma la cifra più verosimile è di 8000 vittime. Più precise le cifre del Regno Unito: 6200 le morti ufficiali, 7000 i decessi in più. La sottostima è solo del 10%. All’estremo opposto ci sono i Paesi Bassi. Nel mese di marzo i morti di Covid-19 non sono stati 1700, come dicono le stime ufficiali, ma più probabilmente 4000. Il numero reale delle vittime è quasi due volte e mezzo quello ufficiale.

Il grande assente nell’analisi dell’Economist è la Germania. Lo «Statistisches Bundesamt», l’Istat locale, non ha ancora pubblicato i dati sulla mortalità. «Sono attesi per il fine settimana», spiega l’istituto in una nota. Secondo i dati ufficiali è il Paese che sta gestendo meglio l’epidemia, con soli tre morti ogni cento casi registrati. Un successo che si spiega con il gran numero di tamponi e con l’abbondanza di posti in terapia intensiva, dicono gli esperti, anche se sui test non ci sono dati ufficiali. Ma c’è chi dubita della classificazione dei casi adottata dai tedeschi, come il presidente della società italiana di geriatria Roberto Bernabei: «Se in Germania contano solo il paziente giovane con polmonite interstiziale da Coronavirus, alla fine avranno pochissimi morti». Fra pochi giorni si saprà come stanno le cose davvero. Meriti e colpe delle scelte sanitarie avranno un ruolo decisivo anche sui tavoli economici dei negoziati europei.

La nuova app Immuni e le reti sociali

– Ho visto che sei molto attivo sulle varie reti sociali. Condividi notizie personali, partecipi a sondaggi in cui riveli il tuo orientamento politico, condividi molto notizie… a volte anche un po’ discutibili…
– Sì, non sono libero di farlo?
– Certo, certo. Però non so se hai sentito della storia di Cambridge Analytica. Raccoglievano i dati personali di milioni di utenti di Facebook e li usavano per spostare flussi elettorali. Addirittura la giornalista Carole Cadwalladr ha scoperto che Cambridge Analytica ha usato i dati di Facebook per spostare flussi determinanti di elettori nelle ultime elezioni americane e nel referendum sulla Brexit.
– Aha!
– Ma mi stai ascoltando?
– Sì, scusa. È che stavo partecipando a un sondaggio in cui mi chiedevano il parere sulla fase due per il COVID.

– A proposito, hai saputo che è quasi pronta Immuni? Una nuova app con cui si dovrebbero tracciare i movimenti dei contagiati da coronavirus? Farebbe sapere se siamo entrati in contatto con delle persone positive.
– E la dovremmo installare sui nostri cellulari?!
– Sì, ma non sarà lesiva della privatezza in quanto la si installerà solo su base volontaria. A queste condizioni persino il garante l’ha approvata. Infatti usa il bluetooth e non la geolocalizzazione come molte delle app che probabilmente usi e che, sostanzialmente, rendono nota ogni istante la posizione in cui ti trovi.
– Sveglia!!! Questo maledetto governo vuole controllarci! Ci toglie la libertà! Siamo al grande fratello! Siamo alla dittatura! Liberticidiiii!!!

venerdì, aprile 17, 2020

La fallacia dell’argomento che i fondi europei covid19 favoriranno le mafie italiane: Saviano torna sul tema

Dopo aver risposto a Die Welt ("Meno soldi arriveranno all'Italia dall'Ue, più potere avranno le mafie") Saviano, uno dei massimi esperti in fatto di mafie e relativi investimenti, scrive un articolo sul settimanale Die Zeit.
"Se la nostra economia non sarà sostenuta, ne beneficieranno le mafie: e il problema non riguarderà solo noi ma tutta l'Europa"
Ne riporto alcuni brani.

"L'errore più grave che i cittadini tedeschi possano commettere oggi è credere che gli aiuti economici ai Paesi più devastati dal Covid-19 siano risorse saccheggiate alla propria ricchezza; sono, al contrario, la messa in sicurezza della propria economia che, anche se tedesca, è indivisibile dalla condizione delle economie di tutti gli Stati membri. L'errore in cui l'opinione pubblica e la politica tedesche possono incorrere in queste ore è credere che gli aiuti all'economia italiana siano un regalo alle organizzazioni mafiose. Errore madornale.

Un articolo di qualche giorno fa del quotidiano Die Welt descriveva le mafie italiane in attesa della pioggia di euro che l'Europa sta discutendo se versare o meno all'Italia e ad altri Paesi in difficoltà: peccato che questa sia una posizione profondamente ingenua, perché le organizzazioni criminali si insinuano laddove la struttura economica legale entra in crisi e si trova in affanno. ...

Alle aziende prosciugate dalla crisi del Covid-19 le mafie offriranno la loro liquidità per ripartire: soldi in cambio di quote societarie o addirittura dell'intera società, che magari continuerà a mantenere ufficialmente la stessa proprietà, ma svuotata di ogni potere, perché a decidere e gestire saranno i clan. E quando un clan entra in un'azienda, finisce per inquinare tutto il mercato, perché quell'azienda - sostenuta da capitali criminali di origine illecita - potrà permettersi di offrire prezzi competitivi che le aziende sane non possono permettersi: questo annienterà la concorrenza, falserà il mercato, ucciderà l'economia pulita. E questo rischia di accadere non solo in Italia, ma anche - e soprattutto - in Germania.

I soldi delle organizzazioni criminali si trovano negli scrigni europei - a Londra, in Lussemburgo, in Liechtenstein, a Malta, ad Andorra, solo per citarne alcuni. I soldi lì depositati si trasformano in hotel, resort, ristoranti, negozi, imprese in ogni settore e in ogni luogo. Non penserete davvero che le organizzazioni si fermino all'interno dei confini italiani! Sarebbe una colpevole ingenuità crederlo. ...

La Germania è una delle nazioni con maggiore opacità del proprio sistema finanziario, è un luogo dove è molto facile nascondere denaro. Il Tax Justice Network (autorevole gruppo internazionale indipendente) ogni anno stila il Financial Secrecy Index, una classifica dei Paesi in base al loro grado di segretezza e alla portata delle loro attività finanziare offshore: ebbene, in un elenco guidato dalle Cayman Islands, la Germania si piazza al 14° posto, scalzando addirittura giurisdizioni come Panama e Jersey, classificati rispettivamente al 15° e al 16° posto. Uno studio del 2015 a cura del Prof. Kai Bussmann, collocava la cifra del riciclaggio in Germania attorno ai cento miliardi di euro annui. Da allora sono passati cinque anni e, studiando gli affari criminali internazionali, possiamo ipotizzare che le somme siano aumentate.

Insomma, quello che vorrei poter dire a gran voce ai tedeschi, è che nel loro Paese c'è presenza mafiosa esattamente come in Italia, in Albania, in Serbia, o in Messico, ma non avere le diottrie giuste per l'analisi costringe a misurare il fenomeno mafie solo seguendo il sangue. In Germania si registrano molti meno omicidi di stampo mafioso rispetto all'Italia, e per questa ragione i tedeschi si credono al riparo. Non è così. Le organizzazioni mafiose sul territorio tedesco sono molto numerose e varie. La Germania è sempre stata l'El Dorado delle mafie.

Dal Report sulla Situazione Internazionale del Crimine Organizzato 2018 stilata dal Bundeskriminalamt le persone indagate risultano di ben 90 nazionalità diverse. Il numero vi stupisce? Forse c'è un motivo al vostro stupore, e voi non ne avete responsabilità: in Germania il reato di associazione mafiosa non esiste. Perseguire un clan a Monaco si rivela molto più difficile rispetto a perseguire lo stesso clan a San Luca d'Aspromonte, per cui un mafioso in Calabria può essere considerato un rispettabile imprenditore in Baviera. Inoltre, anche la normativa antiriciclaggio tedesca continua ad essere all'atto pratico molto debole nonostante l'adozione delle nuove direttive europee. L'azione di contrasto alle mafie è affidata prevalentemente all'associazionismo, con movimenti come Mafia? Nein danke!, che sopperiscono anche a un'informazione sul crimine organizzato che in Germania è molto carente per via di rigide leggi sulla tutela dei diritti della personalità e di un codice della stampa che spesso si trasforma in censura. Se la Germania adottasse una vera ed efficace legislazione antimafia, porrebbe al centro del suo dibattito anche i flussi di denaro criminale che la affliggono. Ora è tutto sott'acqua da anni, da troppi anni.

Abbiamo bisogno di una politica comune di contrasto per difenderci tutti. Se non organizziamo una tenuta forte dell'Europa l'economia tedesca verrà divorata. Come? Semplice: le aziende oneste soccomberanno inesorabilmente nello scontro concorrenziale con aziende che invece possono contare su alleati criminali. Lo so, state pensando che queste storie non vi riguardino direttamente, ma riguardino solo dei delinquenti stranieri che vi sono entrati accidentalmente in casa. Altra totale fesseria. Ad usare i capitali mafiosi sono le piattaforme finanziarie tedesche e una parte della borghesia tedesca che si rende partecipe di tutto questo. Ma allo stesso tempo, chi paga per questo flusso mafioso che sta alterando gli equilibri economico-sociali in Germania? I cittadini tedeschi.

Cari tedeschi, siamo sullo stesso fronte, dovete decidere da che parte stare. Con o contro i poteri criminali? Volete che la Germania sia una loro piattaforma? Sto già immaginando un'altra vostra domanda: ma se le mafie hanno sempre saccheggiato risorse pubbliche, perché non dovrebbe accadere in questo caso? Certo, i clan proveranno sempre a infiltrarsi negli appalti pubblici. Lo fanno in diversi modi: corrompendo i politici, i quali poi fissano i parametri dell'appalto su misura per quella determinata azienda mafiosa e ne facilitano la vincita; giocando al ribasso, ossia proponendo prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato e quindi più bassi rispetto a quelli che le aziende concorrenti potrebbero mai offrire, tanto all'impresa mafiosa quell'appalto non serve per guadagnare ma solo per ripulire denaro già guadagnato con attività illecite; infine, con la forza dell'intimidazione, per cui le imprese sane hanno paura a partecipare alle gare in cui si presentano anche imprese mafiose e quindi lasciano a loro libero il campo. La soluzione a queste dinamiche malate, però, non è bloccare tutti gli appalti e i fondi pubblici, ma permettere alle aziende sane di essere protette.

La lotta per l'Europa unita è ancora lunga, ma i destini dei suoi Stati sono già annodati e si realizzeranno soltanto insieme. In questo momento l'Europa è sotto attacco, non solo da parte del Covid-19 ma anche della sfiducia di tanti suoi cittadini: i movimenti antieuropeisti, dopo aver sputato a lungo sull'Unione, ora le chiedono un aiuto e vedono nella titubanza della politica nordica e nell'ostilità di certa stampa tedesca la conferma che l'Europa è matrigna; di contro, in Germania l'eventualità di un ennesimo aiuto economico ai Paesi meridionali viene visto come tradimento dell'Europa, che usa risorse tedesche per risolvere problemi che si considerano estranei. Bisogna tenere conto di un fatto oggettivo, però: la pandemia non è un problema italiano e sarebbe un errore imputare la situazione critica in cui ci troviamo solo all'incapacità degli italiani di costruirsi una stabilità economica. Nessuno qui sta implorando la Germania e il suo popolo, qui ci si sta guardando negli occhi: noi non siamo in guerra, non siamo quindi fronti che devono negoziare armistizi, la metafora bellica utilizzata con la pandemia è del tutto sbagliata, presuppone confini, battaglie, soldati e generali. Noi qui dobbiamo allearci contro il virus e provare a curarci a vicenda, la cura presuppone comprensione, dialogo e direzione comune non per vincere ma per guarire. O guariremo insieme o non si salverà nessuno.

Roberto Saviano: "Cari tedeschi, ecco perché bisogna aiutare l'Italia nella lotta al virus"

sabato, aprile 11, 2020

La fallacia dell’argomento che i fondi europei covid19 favoriranno le mafie italiane

Oggi ho ascoltato le parole di Saviano, uno dei massimi esperti in fatto di mafie e relativi investimenti, in due diversi video.
Quello in cui Saviano risponde a Die Welt ("Meno soldi arriveranno all'Italia dall'Ue, più potere avranno le mafie") va assolutamente ascoltato!

Saviano spiega molto bene quanto la teoria del quotidiano Die Welt, che pervade il dibattito pubblico in Germania e in Olanda, sia erronea. Dice che la realtà è proprio all'opposto di quanto diffuso dai media di quei due paesi: le criminalità organizzate trovano spazi di espansione durante le crisi perché hanno masse di denaro liquido pronte a intervenire negli appalti e nell'infiltrazione delle imprese. Espansione che verrebbe invece eliminata se la liquidità arrivasse dalle istituzioni.

Saviano parla anche dei 70 miliardi di fatturato di una delle mafie russe che "attraversano" la Germania, soprattutto quella dell'est, e dice che, ragionando ingenuamente, si potrebbe affermare che ogni euro dato alla Germania dell'est sia un regalo alla mafia russa. Ma ovviamente non è così. E la stessa cosa vale per il sud Italia.

Insomma, Saviano ci fa capire quanto quell'assunto  i fondi europei covid19 favoriranno le mafie italiane  che sta impedendo all'UE di agire in modo solidale, sia totalmente sbagliato in quanto basato su un'analisi superficiale di una realtà che i media nord europei non conoscono.

Il secondo video è un'intervista in cui lo scrittore parla anche dei Paesi Bassi e di come questi siano diventati un paradiso fiscale che sottrae risorse a tutti i paesi europei. E che adesso, aggiungo io fanno i moralisti con gli altri.

giovedì, aprile 09, 2020

La trattativa europea per affrontare l’emergenza coronavirus e la comunicazione di Conte

Conte sta facendo uno straordinario lavoro di persuasione. Dopo l'intervista al primo canale televisivo tedesco e quella alla TV olandese, oggi ha rilasciato un'intervista alla Bild: un quotidiano nazional-poplare diffusissimo in Germania.

Conte ha dimostrato di comunicare molto bene con i vari interlocutori in tutte le occasioni recenti. Usando sempre il linguaggio più opportuno per l'interlocutore specifico. Con la giusta sintesi di cordialità, rispetto ma anche di fermezza.

In questa intervista si è mostrato fermo, competente e rispettoso. Non ha mai usato toni accusatori ma ha detto quello che doveva dire sottolineando sempre che gli interessi sono comuni. Che non si tratta di tedeschi che aiutano gli italiani ma di popoli europei che si aiutano tra di loro.
Se si vuole persuadere è questo il linguaggio e i toni che vanno usati e non quelli dell’aggressione.