sabato, ottobre 15, 2016

Carnevale della Matematica #102 - Le 102 fatiche di Brauer

L'edizione di ottobre del Carnevale della Matematica, la numero 102, è ospitata da "Math is in the Air" e il tema è libero.
Stavolta ho contribuito con la cellula melodica così introdotta:

...come da tradizione non ci rimane che riportare la parte di poesia gaussiana di questa edizione ovvero "canta il merlo zampettando". Inseriamo, anche,  la corrispondente cellula melodica (fornita come sempre da Dioniso) stavolta caratterizzata da due intervalli: un intervallo di seconda e uno di sesta, entrambi maggiori.



e con un articoletto fuori tema così introdotto:

Il primo contributo ci è arrivato da Dioniso e i suo titolo è: I sofisti e i progressi della geometria scritto per Through the optic glass (La rivista di storia della scienza su Medium redatta da autori italiani) che fa parte di una una revisione/nuova edizione di articoli sulla storia della matematica.  L'articolo ci viene così presentato da Dioniso:
"Continuando con lo spostamento dalle colonie verso la madre patria, in questo capitolo ci concentreremo su quella che stava diventando la più importante tra le città greche e sulla corrente filosofica che lì si sviluppò: quella dei Sofisti. Molti dei risultati matematici prodotti dai Sofisti nel V sec a.C. furono il risultato collaterale dei tentativi di risolvere quelli che sarebbero diventati i tre famosi problemi geometrici del mondo classico..."
Il mese prossimo l'edizione numero 103 del 14 novembre 2016 (“trallallero”) verrà ospitata da MaddMaths! – e il tema sarà: ....?

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina del Carnevale su Facebook

mercoledì, ottobre 12, 2016

C'era una volta in America e La Recherche di Proust

- Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?
- Sono andato a letto presto...
È un celebre dialogo, di quel capolavoro che è C'era una volta in America, che avviene tra Noodles e Fat Moe quando questi si rivedono dopo 35 anni.
Quel dialogo mi è venuto subito in mente quando ho sentito disquisire sulla traduzione migliore dell'incipit di Alla ricerca del tempo perduto: "Longtemps, je me suis couché de bonne heure".

"A lungo, mi sono coricato di buonora", come tradusse Giovanni Raboni oppure “Per molto tempo, mi son coricato presto la sera”, come aveva già tradotto Natalia Ginzburg?

domenica, ottobre 09, 2016

I danni del complottismo

Alcuni stralci da un interessante articolo dell'epistemologo  Gilberto Corbellini
Logo del gruppo Facebook "Complottismo"

"Diversi elementi pseudoculturali agiscono da cavalli di Troia, minando dall’interno la convivenza democratica. Tra questi, le derive più rischiose, che causano sia danni e morti a persone fisiche sia costi economici, disfunzioni istituzionali e instabilità sociale, sono le credenze pseudoscientifiche e le paranoie complottiste...

Il padre della ragazza morta perché ha rifiutato la chemioterapia, teneva un blog intitolato «Stampa Libera» – la parola libertà è forse la più abusata da chi si nutre di credenze cospirative e pseudoscientifiche – dove non mancava nessuno dei più insensati deliri cospirativi, che spesso non sono dissimili dai deliri di chi soffre di psicosi. Ma perché siamo così predisposti, tutti, a credere alle cospirazioni? E quali sono i tratti caratteristici delle persone e dei gruppi che coltivano tali credenze in maniera ossessiva? ...

…basta consultare la letteratura empirica per trovare le prove che credere alle teorie complottiste aumenta il rischio di ammalarsi o morire, come conseguenza di scelte sbagliate. Studi affidabili sul cosiddetto analfabetismo medico, che include credenze pseudoscientifiche e nei complotti ai danni dei pazienti, calcolano una mortalità nelle persone ignoranti che va dal 15 al 40% in più, a seconda delle condizioni cliniche, rispetto alle persone alfabetizzate. Ma la diffusione del complottismo peggiora anche la trasparenza delle decisioni politiche e rafforza ideologie dominanti. Chi coltiva credenze cospirative è meno egualitario rispetto ai diritti umani (tende a essere più xenofobo e razzista) e più predisposto alla violenza politica. Si sono studiate anche le differenze individuali, cioè la possibilità di misurare la predisposizione delle diverse persone a sviluppare credenze in piani cospirativi. I tratti psicologici associati più affidabilmente a forti credenze cospirative sono: sfiducia nell’autorità, cinismo politico, bassi livelli di autostima, autoritarismo e credenze nel paranormale. Credere in teorie cospirative è regolarmente associato con il rifiuto delle scoperte scientifiche!

Si può fare qualcosa per limitare il contagio complottista, che in Italia sembra essere particolarmente diffuso? Si è visto, da alcuni studi empirici, che un’epistemologia relativista favorisce le credenze nei complotti. Ora, ci sono prove che per superare lo stadio del relativismo e maturare un pensiero critico, nello sviluppo epistemologico personale, è dirimente apprendere gli elementi costitutivi del metodo scientifico. E la psicologa dell’educazione Deanna Kuhn ha dimostrato almeno da venti anni che in larga maggioranza le persone, che escono da un’istruzione superiore e non si specializzano, non vanno oltre la credenza che ogni forma di conoscenza è un’opinione che vale come le altre.

Alcuni studi hanno dimostrato che, diversamente da come si pensava, in diversi casi anche gli adulti possono essere curati dalla malattia complottista, se si somministra loro del pensiero analitico. Il pensiero analitico, che protegge anche dalle forze della superstizione dalla credenza religiosa, come ha dimostrato uno studio pubblicato qualche anno fa su «Science», fa uso di argomenti logici e basati su fatti. Quindi i decisori politici preoccupati per gli effetti negativi della teorie cospirative dovrebbero incentivare precocemente nei giovani l’uso del pensiero analitico. Rimane comunque un tema di studio importante capire i motivi di una così larga accettazione delle teorie complottiste nelle società moderne.

Articolo completo

venerdì, ottobre 07, 2016

Le occasioni che non possono che essere perdute

"...Non è certo un personaggio che sta vivendo una brutta vita. In fondo fa quel che gli piace. Certo, vive situazioni emotivamente burrascose, ma a chi non capita se uno ha una certa sensibilità?
Il senso del rimpianto dettato dal passato che lei riversa su di lui non arriva dall'evidenza che il presente sarebbe potuto essere migliore ma semplicemente che sarebbe potuto essere diverso. Non è il rimpianto delle occasioni perdute ma quello delle occasioni che non possono che essere perdute.
Inutile fingere di non dover avere rimpianti. Inutile fingere l'inutilità del rimpianto. Nella nostra vita ogni scelta che facciamo ci fa perdere altre cento vite possibili. E per quanto si possa amare il nostro presente, per quanto ci sentiamo pieni della vita che conduciamo — quando e se questo accade — ci sono centinaia di fantasmi che vivono dentro di noi, di sguardi non scambiati, di mani non date, di frasi non capite. Attimi che ci avrebbero portato in chissà quale universo parallelo: un destino che non sappiamo e che non sapremo mai."

"Commovente anche perché ci riporta ai 20 anni. In quell'età in cui i sentimenti possono sfuggire proprio perché si pensa, sbagliando, di avere tutta una vita davanti in cui ci sarà sempre tempo per ricucire strappi e ferite. Un'età in cui si hanno certezze. Certezze sulla propria vita, sulle proprie scelte. Certezze su cui spesso andiamo fieri. Su cui basiamo la nostra vita. Anche se da qualche parte sappiamo che esiste una felicità imprevista anche là dove non abbiamo il coraggio di cercare o di ricordare."

Commenti sentito qui: Dylan Dog - Wikiradio del 26/09/2016

lunedì, ottobre 03, 2016

La causa del problema è la sua cura

Derm1: ah vedo che la verruca non c'è più
D: A me pare che ci sia ancora, guardi meglio.
Derm1: Allora continui a usare quel prodotto.
D: Avevo già detto al suo collega che, almeno su di me, quel prodotto è inefficace e pure dannoso.
Derm1: Eh, ma dovrebbe continuare usarlo.
D: Guardi poi qui sulla mano destra. Credo che sia un'allergia. Mi è uscita dopo aver spostato i libri dalla cantina alla libreria. Il libri erano pieni di polvere e…
Derm1: È una verruca pure quella. Applichi quel prodotto pure lì.

D applica il prodotto sulla presunta verruca e quella, giorno dopo giorno, si trasforma in una piaga dolorante. Dopo una settimana D smette di applicare il prodotto e, dopo diverse settimane, la piaga si rimargina ma rimane uno strano gonfiore.

Derm2 (Non chiedete a D la ragione per cui ha due dermatologi. È una storia lunga e potreste pentirvi di aver formulato quella domanda): Non credo sia nulla di preoccupante però proporrei una biopsia.
D: Credo che sia in via di guarigione. Non si potrebbe aspettare ancora?
Derm2: No, meglio di no.

Dopo due settimane Derm2 chiama D al telefono: Tutto a posto. Nulla di preoccupante.
D: E cioè?
Derm2: Si tratta di una cicatrice e di un eczema.
D, imprecando mentalmente mentre pensa alla causa della cicatrice, spiega a Derm2 perché pensava che si trattasse di un'allergia.
Derm2: Beh, un eczema può anche essere causato da un'allergia. Si faccia un test allergico.
D: Bene. Grazie.
Dovrò ricordarmi che quella è una cicatrice se voglio evitare una nuova biopsia, pensa D guardandosi la ferita sulla mano destra.

giovedì, settembre 29, 2016

Vaxxed, vaccini e autismo

Lodevole iniziativa quella del senatore Bartolomeo Pepe: organizzare una giornata al Senato della Repubblica dedicata alla proiezione di Vaxxed, pellicola che ripropone un tema tanto caro alla rete de noantri: la correlazione tra i vaccini e l'autismo.
E sapete chi è il regista di Vaxxed?

Andrew Jeremy Wakefield: "un ex medico e chirurgo britannico, conosciuto principalmente per una pubblicazione scientifica fraudolenta del 1998 in cui sosteneva la correlazione, oggi smentita, tra il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e la comparsa di autismo e malattie intestinali.
Lo studio fu presto ritirato: si scoprì che Wakefield era stato pagato per alterare i risultati al fine di supportare una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Inoltre si scoprì che Wakefield aveva brevettato un sistema di vaccini separato per sostituire il trivalente che aveva additato come causa dell'autismo."
La proiezione è parte della retrospettiva cinematografica organizzata dal senatore Pepe intitolata:

Riabilitati con il cinema!
Per chi non si lascia fregare dai poteri forti (Sveglia!!1!)

Per le prossime serate sono in programmazione le seguenti pellicole:

La strage di Capaci
Regia: Giovanni Brusca
Sceneggiatura: Leoluca Bagarella

Il naufragio della Costa Concordia
Regia e sceneggiatura: Francesco Schettino

La verità sul metodo Stamina
Regia e sceneggiatura: Davide Vannoni

giovedì, settembre 22, 2016

L'Italia, l'Europa e le opportunità


Mi pare che tutti gli analisti più seri concordino nel ritenere che, a causa di una combinazione di diversi fattori contingenti, che difficilmente potrà ripetersi – brexit, debolezza della Francia, debolezza di altri paesi, ecc. – l'Italia si trovi nella situazione di maggiore forza politica all'interno dell'Europa degli ultimi 40 anni.
E allora?
E allora, pensate che una caduta di governo rafforzerebbe il peso politico del nostro paese?
E quindi?
E quindi, per quanto l'attuale governo non sia un governo ideale, vedete qualcuno nel panorama politico italiano che sia realisticamente eleggibile e che possa far valere gli interessi italiani in Europa meglio dell'attuale governo?
E allora è meglio perseverare con il masochismo e l'auto-distruttività dell'etica dei principi? O forse è meglio interpretare i fatti attraverso il pragmatismo dell'etica della responsabilità?
Concludo con la citazione di un analista politico:
"Refrattari alle scelte, se anche stavolta ne fuggiremo saranno i partner ad assegnarci il posto. Certamente non sul podio, forse anche fuori dal Kerneuropa."

Ognuno ne tragga le proprie conclusioni.

mercoledì, settembre 21, 2016

Gli sviluppi urbanistici del quartiere: strade e tranvia

Dopo il rientro dalle vacanze abbiamo fatto una visita alla parte nord-ovest della Bahnstadt per continuare a coltivare uno degli svaghi degli ultimi anni: il girovagare per i cantieri elaborando ipotesi e modelli per i possibili sviluppi futuri.
Ecco un riassunto fotografico del panorama neo-urbanistico del quartiere.

Tranvia interrotta sud-est.
Altro capo della tranvia interrotta sud-est.
Tranvia interrotta nord-ovest.
Multisala in costruzione.
Multisala in costruzione: panoramica.






Pomodorini cresciuti spontaneamente su collinetta in via di sbancamento.

mercoledì, settembre 07, 2016

Chirù

Ho trovato molto interessanti le pagine in cui Eleonora istruisce il suo allievo su vari aspetti delle relazioni interpersonali. Lo stile, invece, mi è sembrato indulgere a tratti nell'autocompiacimento e nella ridondanza. Molto diverso dallo stile essenziale e asciutto di Accabadora. Il finale non mi ha convinto molto.

sabato, settembre 03, 2016

Charlie Hebdo e terremoto: è satira?

Semplificando:
1. È satira?
2. È satira buona ed efficace?
No
3. Perché?
a. Usa stereotipi che manco più nell'autobus...
b. Usa nessi difficilmente comprensibili (pasta e terremoto) o sbagliati (tutto si può dire tranne che gli edifici di Amatrice li abbia costruiti la mafia)
c. Quasi nessuno l'ha capita.
Se per comprenderla servono dibattute esegesi di intellettuali che satira è? Che poi uno si chiede: ma tutte quelle interpretazioni erano davvero nelle intenzioni del vignettista?



domenica, agosto 28, 2016

Terremoto Centro Italia - Come donare e altre informazioni

In questi giorni ho fatto una breve ricerca su enti e associazioni a cui poter donare fondi per aiutare i paesi terremotati: sia perché potrebbe esserci qualche truffa, sia per scegliere il soggetto che, secondo le proprie inclinazioni, sembra più appropriato allo scopo. Di seguito riporto il risultato.

Dopo aver inviato qualche SMS alla Protezione Civile, per questioni di comodità, mi sono messo alla ricerca di un IBAN su cui versare una cifra evitando molteplici SMS. Ma, sul sito della Protezione Civile ho trovato solo le informazioni per contribuire attraverso donazioni alle tre regioni colpite:

Regione Lazio
- Regione Marche
- Regione Umbria

e questa indicazione:

"Il Dipartimento della protezione civile e Anci sconsigliano, invece, di organizzare raccolte di beni per le popolazioni colpite.
Le iniziative dei Comuni possono essere indirizzate alla raccolta di fondi per la ricostruzione, sul conto ANCI, causale “Emergenza Terremoto Centro Italia”, IBAN: IT27A 06230 03202 000056748129."

Ma, a quanto pare, quel conto lo possono utilizzare solo i comuni.

Inoltre c'è la possibilità di indirizzare la donazione direttamente al Comune di Amatrice:
Banca di Credito Cooperativo di Roma - IBAN: IT 13 W 08327 73470 000000005050

E poi c'è la Croce Rossa Italiana.

Ovviamente ci sono anche altre possibilità, ma queste sono quelle principali e secondo me più affidabili che sono riuscito a trovare nel mio tempo limitato.

Altre informazioni utili

lunedì, agosto 15, 2016

La sanità pubblica italiana e quegli articoli che ben pochi condividono

Un altro dei temi molto in voga nell'ambito del masochismo nazional-popolare italiano è quello della sanità pubblica sempre allo sfascio. Tema che di solito attrae migliaia di condivisioni sui socialmedia.

Ieri ho letto l'articolo La nostra notte perfetta a Roma in ospedale del Premio Nobel per Amartya Sen.
Ne riporto qualche stralcio.

"Le cure sanitarie pubbliche sono state bersaglio di moltissime critiche, e non pochi esperti insistono che il servizio sanitario, per essere efficiente ed efficace, debba essere amministrato attraverso i meccanismi del mercato. Questa presa di posizione ha raccolto molti consensi negli Stati Uniti, un giudizio critico che oggi trova sempre più sostenitori anche in Europa.

Nel contesto di questo dibattito, vorrei presentare un’esperienza personale vissuta dalla mia famiglia nelle ultime due settimane, durante uno dei nostri tanti viaggi in Italia. Mia moglie si è improvvisamente sentita male e si è rivolta al Pronto Soccorso. Ricoverata al Gemelli di Roma, ha ricevuto immediatamente le cure professionali del caso e poiché i medici hanno deciso di sottoporla a intervento chirurgico di emergenza, questo è stato eseguito nel corso della notte (alle 4 del mattino, il chirurgo in persona mi ha rassicurato che il complesso intervento era andato a buon fine). Le cure e l’assistenza ricevute da mia moglie al Pronto Soccorso e in reparto presso l’ospedale Agostino Gemelli sono state eccellenti.

Il servizio sanitario offerto da questo ospedale convenzionato con il pubblico non si è certo rivelato inferiore — anzi, è stato per molti versi superiore — a quanto avremmo potuto aspettarci nei migliori ospedali privati di Boston, dove entrambi insegniamo (siamo docenti all’Università di Harvard). L’intervento è stato eseguito dal dottor Armando Antinori, un chirurgo di grandissime capacità, che era di turno quella notte. Non esagero nell’affermare che un professionista medico del suo calibro non si sarebbe certamente trovato ad eseguire un intervento di emergenza di notte in un grande ospedale privato in nessuna parte del mondo.

È importante ribadire, nel contesto del dibattito pubblico oggi acceso in tutto il mondo, che l’eccellenza delle cure mediche e la massima responsabilità di gestione possono andare d’accordo anche nel servizio aperto a tutti. È fantastico pensare che tutti i cittadini di questo Paese hanno libero e gratuito accesso a cure mediche di altissimo livello, giorno e notte.

Rivolgo il mio saluto a questa istituzione convenzionata con il pubblico che si prende cura dei malati in un modo che Agostino Gemelli avrebbe certamente apprezzato e applaudito."

E a tal proposito voglio aggiungere che qualche settimana fa ho parlato con mio padre subito dopo un'operazione all'ospedale di Rieti. Era entusiasta della grande professionalità e soprattutto della grande umanità mostrata da tutto il personale dell'ospedale. Mi ha detto: dobbiamo farle sapere queste cose e non parlare solo quando c'è da lamentarsi. 

Quindi scrivo qui un ringraziamento al personale dell'ospedale di Rieti da parte della mia famiglia.

Articoli correlati.
W la sanità pubblica - Ecco perché ringrazio chi paga le tasse

martedì, agosto 09, 2016

Brexit 4: Qui si fa l'Europa flessibile o si muore - di brunello rosa

Dopo il referendum britannico nulla sarà più come prima. La germanizzazione dell'Unione Europea porta verso il disastro. L'alternativa è organizzare lo spazio comunitario in centri concentrici.


«Il voto britannico del 23 giugno 2016 costituisce uno spartiacque nella recente storia europea. Certo, la vittoria del Leave richiederà tempo prima di produrre i suoi effetti e nel frattempo l'Unione Europea continuerà a funzionare come se niente fosse accaduto. Ma il voto rappresenta una cesura netta nella percezione che i cittadini comunitari hanno dell'unione e, pertanto, dei loro destini.
La percezione che "non c'è vita fuori dell'unione" è stata seppellita dal voto inglese che ci ricorda come la storia non procede per linee rette, tantomeno monotonicamente crescenti. ... I rapporti di equilibrio prodottisi dopo la seconda guerra mondiale stanno saltando uno a uno:
in Giappone, il governo reinterpreta la costituzione in senso militarista per permettere interventi fuori dal territorio nazionale;
la Germania, dopo la riunificazione, torna a esercitare un ruolo egemonico sul continente europeo, anche se in modo riluttante e incompleto, specialmente dal punto di vista dell'assunzione di responsabilità;
gli Stati Uniti hanno da tempo smesso di esercitare quel ruolo di leadership morale che ne ha legittimato la supremazia economico-finanziaria e militare nel secondo dopo guerra, e stanno tornando su posizioni isolazioniste dopo la fase di apertura al mondo che qualcuno definirebbe "interventismo imperialista ";
l'espansione della globalizzazione e l'apertura dei mercati si è arrestata e prevale la tendenza al calo del commercio globale, alle chiusure protezionistiche e alle scelte nazionali.

In questo mondo ormai fuori dagli equilibri scaturiti dalla fine della seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna, da sempre anticipatrice di eventi, rispolvera un suo grande classico: il distacco dall'Europa. Quello di oggi non è certo il primo e neanche più traumatico. Il primato spetta ancora e comunque alla rottura tra Londra e Roma avvenuta sotto Enrico VIII, che portò alla creazione di una religione autonoma alla cui testa siede il capo dello Stato britannico. Quell'evento segna in modo indelebile la storia d'Europa e trasforma per sempre i destini dell'Inghilterra, immettendola nel percorso che, nei secoli, l'avrebbe portata a diventare Regno Unito. L'Inghilterra che sconfigge fortunatamente e rocambolescamente l'invincibile armata spagnola; l'Inghilterra che inizia a costruire la sua "ricchezza nazionale" tramite la pirateria di Stato predatrice dei galeoni spagnoli di ritorno dalle Americhe; l'Inghilterra che confiscati alla chiesa cattolica terreni e proprietà consegnandole alle proprie classi dominanti, consentendo quell'accumulazione privata del capitale da cui sarebbe derivata entro poco più di un secolo la rivoluzione industriale che proietterà il Regno Unito prima degli altri nella modernità. Questa Inghilterra che fuori dall'Europa del tempo inizia a prosperare e a cambiare i destini del continente e i suoi rapporti di forza, avviandosi a costruire uno dei più grandi imperi della storia, rappresenta l'archetipo riproposto dagli attuali fautori del Leave.»…

Continua…

Da Limes.

lunedì, agosto 08, 2016

Una Piazza per Ipazia e Una via per Muía

Dopo il successo del comitato “Una Piazza per Ipazia” nel far intitolare un giardino a Ipazia di Alessandria  sto pensando di formare il comitato "Una via per Muía".
Sono incerto però a quale città proporre la variazione toponomastica.

domenica, luglio 31, 2016

Brexit 3: l'Anglosfera

"La base ideologica dell'alternativa all'Europa è l'anglosfera1, termine entrato nel linguaggio comune: "i paesi nei quali l'inglese è la principale lingua nativa, considerati collettivamente". In geopolitica l'anglosfera tende a configurarsi come sinonimo gentile di impero americano, reso congruo omaggio alle radici anglo. A coltivarlo, un attiva minoranza politico-intellettual-mediatica su entrambe le sponde dell'Atlantico e in alcune ex colonie britanniche. Per decantare l'asserita continuità con l'impero britannico dell'apogeo vittoriano, dove gli inglesi si assegnano il ruolo dei greci nell'impero romano.

In tal senso l'anglosfera è l'antemurale angloamericano contro l'unità dell'Europa. Allo spettro della superpotenza veterocontinentale a guida francese, tedesca o russa contro cui da mezzo millennio Londra - nell'ultimo secolo insieme a Washington - combatte con successo.


Scandagliando, nel tempo e nello spazio, la sfera semantica del lemma anglosfera ne cogliamo tre accezioni. Alla base è la rappresentazione geopolitica di una cultura elevata a potenza, ossia di una civiltà in competizione con altre. In secondo luogo, è un'elitaria famiglia geostrategica che si vuole avanguardia armata di tale civiltà. Infine, è un abbozzo di progetto geopolitico piuttosto vago, se non utopico."

"Ogni rappresentazione geopolitica ha una storia. Quella dell'idea di anglosfera è piuttosto intrigante e, se ci limitassimo al termine, sarebbe recentissima. Ma la storia dell'anglosfera precede di un secolo la parola. In breve, l'anglosfera è un prodotto del suo passato razziale. La razza è quella anglosassone, il passato quello di fine ottocento e il mito quello della comune razza anglosassone amante dell'autogoverno dunque opposta alle autoritarie stirpi latine. Nelle due crisi venezuelane di fine '800 e inizi '900, quando il governo di sua maestà considera l'ex colonia quantità trascurabile dalle ridicole pretese imperiali, si sfiora la guerra tra Stati Uniti e impero britannico. Ma Londra accetta, infine,  la mediazione americana. La crisi battezza così l'inizio di una relazione speciale angloamericana. Nella guerra ispano americana del 1898, prova generale dell'espansione globale degli Stati Uniti, i britannici appoggiano di fatto confratello d'oltreoceano, tornati alla politica di eredi della razza anglosassone. La seconda crisi venezuelana (1902) marca una cesura ulteriore. Il cannoneggiamento di un forte venezuelano ad opera di una nave tedesca provoca reazioni parallele a Washington e a Londra, che vede la minaccia di un impero germanico capace di sfidarla sugli oceani. Si offusca il vincolo razziale fra anglo americani e tedeschi. La robusta componente germanica della nazione statunitense, considerata parte integrante, anzi atavica, del ceppo anglosassone, viene stigmatizzata come nemica nemica. La corrente transatlantica del Teutonism, che predicava l'alleanza fra tutti gli anglosassoni, allargata ai tedeschi è in ritirata. La comunità germano-americana, numerosa ma divisa e politicamente inefficace, non riesce a opporsi all'offensiva anglo. I cui condottieri, non potendo contestare al tedeschi un sangue alieno, rovesciano l'accusa: è il carattere nazionale germanico, arrogante, autoritario e illiberale, a declassare il teutoni a unni, barbari che distruggendo l'impero romano costrinsero i sassoni a rifugiarsi in Inghilterra.
Già nel 1899, polemizzando con la pretesa del Kaiser di unire tedeschi e inglesi in una dimostrazione navale davanti alle coste del Venezuela per forzarla pagare debiti pregressi, Rudyard Kipling aveva promosso lo slogan dello 'shamless Hun', l'unno senza vergogna.
L'argomento razziale in versione iperselettiva finisce così per chiudere il cerchio attorno alla Germania. Le due guerre mondiali combattute dall'anglosfera contro gli "unni", la guerra fredda ingaggiata con il corollario della "tenere i tedeschi sotto", la diffidenza di Washington e Londra verso le persistenti inclinazioni filorusse della Bundesrepublik, confermano il vigore di quello stereotipo. Ancora oggi il riflesso germanofobo riemerge con discreta frequenza, visto quanto spesso i fautori del Brexit si siano lasciati scappare battute antitedesche e improbabili omologie tra Unione Europea e Reich millenario. Ha dunque ragione Vucetic quando stabilisce che "l'effetto chiave della comparsa dell'anglosfera non è il sorgere della pace e della cooperazione angloamericana ma l'alienazione duratura della Germania dalla famiglia delle nazioni civilizzate".

Da Limes.

1. Vucetic, Srdjan (2011). The Anglosphere: A Genealogy of a Racialized Identity in International Relations. Stanford University Press.ISBN 978-0-8047-7224-2.

giovedì, luglio 28, 2016

Malvaldi, i premi Nobel e la scienza

Oggi propongo un paio di citazioni da L'infinito tra parentesi di Marco Malvaldi

"...Mi corre l’obbligo di ricordare come il conferimento di un premio Nobel non impedisce al premiato di dire stronzate aberranti sulla materia specifica per cui è stato insignito. Sulla genetica, è piuttosto recente l’intervista in cui James Watson (premiato per la scoperta del DNA) ha sostenuto che i negri sono più stupidi dei bianchi. In tempi più antichi, lo stesso Albert Einstein sosteneva di non credere alla meccanica quantistica (« Dio non gioca a dadi con l’universo»), ma poco importa: più o meno nello stesso periodo il dottor professor Philipp Lenard (premio Nobel per la Fisica nel 1905 per i raggi catodici) sosteneva che la teoria della relatività era il frutto malato della mente di un purosangue giudaico e contrastava con l’evidenza sperimentale, notando quanto «al contrario dello scienziato ariano, animato da un solerte e inflessibile desiderio di verità. È sorprendente come manchi all’ebreo ogni comprensione della verità».

"Ogni teoria scientifica può dirsi tale solo se ammette di essere falsificata. Ogni teoria scientifica che viene falsificata non è più una teoria scientifica. E non lo è da quel momento in poi. Da quel momento, è solo storia della scienza: una cosa diversa dalla scienza, ma necessaria a chi fa ricerca quanto la scienza stessa."

venerdì, luglio 22, 2016

Brexit 2

"Il voto britannico innalza il rango dell'Italia in ambito Atlantico, dove possiamo aspirare a un rapporto più stretto con gli Stati Uniti. E riporta Roma sul podio europeo, da cui era scesa nel 1973 a causa a dell'ingresso di Londra nella comunità europea, all'epoca salutato dalla nostra diplomazia quale precondizione di un'intesa italo-inglese per bilanciare il primato franco-tedesco. Ora, grazie al voltafaccia inglese, siamo sulla carta il numero tre d'Europa. Dovremmo quindi scegliere fra un eventuale accordo tattico con la Francia per mitigare la preponderanza tedesca oppure l'intesa strategica con la Germania per compartecipare da junior partner a un euronucleo imperniato su Berlino - ciò che dal punto di vista geoeconomico è già realtà dal Brennero a Bologna. Tertium non datur. Refrattari alle scelte, se anche stavolta ne fuggiremo saranno i partner ad assegnarci il posto. Certamente non sul podio, forse anche fuori dal Kerneuropa: l'Europa germanica istituzionalizzata che non ha mai smesso di eccitare le fantasie geopolitiche di chi a Berlino non vuole morire da grande Svizzera."
"L'incrocio dell'emergenza Brexit con le varie crisi strutturali, finanziarie e geopolitiche, offusca le speranze di chi vorrebbe intravedere nel 23 giugno l'ora zero di una nuova Europa. ... Il voto britannico è uno sparo nel buio. Nell'oscurità si aggirano i fantasmi dei nazionalismi specialmente virulenti nell'ex (?) Est, e gli imprenditori politici dell'antipolitica, che già si preparano ad aprire nuovi fronti referendari - dalla Danimarca alla Svezia, alla stessa Francia (tutti ipotetici soci dell'euro nucleo).
Gli storici futuri stabiliranno le responsabilità britanniche nell'aver fomentato tanto sabba."

Da Limes.

mercoledì, luglio 20, 2016

Brexit

"Sul fronte europeo, il Brexit produce un cambio di scala della questione tedesca. L'Unione Europea serviva in origine alla Francia per imbracare la Germania. Il distacco del Brexit assesta colpo di grazia a quel machiavellismo. Bilanciare Berlino con Londra (e quindi con Washington) aveva un senso, azzardarlo con Roma e forse Madrid, come a Parigi alcuni sembrano incrinare per disperazione, è tutt'altro. Senza i britannici, che valgono il 12,5% della popolazione e il 14,8% dell'economia comunitaria, l'unione europea in decomposizione è più tedesca. In teoria, sarebbe l'occasione per formalizzare l'Europa germanica. Memore della storia, consapevole dell'ondata germanofoba che l'austerità in salsa tedesca abbia suscitato nel resto del continente e addestra a travestire gli interessi nazionali da europei, Angela Merkel per ora preferisce non pensarci. Ma senza Europa la potenza tedesca è nuda. Per questo, non solo per il crescente irradiamento asiatico delle sue esportazioni, la Germania torna fattore centrale di qualsiasi equazione geopolitica nel disordine mondiale."

Dall'editoriale di Limes.

lunedì, luglio 18, 2016

Vaccini e immunità di comunità

Ascoltando la puntata del 14/07 di RADIO3 SCIENZA ho sentito Alberto Mantovani, uno degli immunologi più autorevoli in Italia, spiegare perché preferisce usare l'espressione immunità di comunità anziché immunità di gregge perché nella prima c'è dentro un senso di solidarietà per la parte immunologicamente più debole della comunità mentre nella seconda c'è più un'idea di passività.

"Una cosa che dimentichiamo è che vaccinarsi", oltre a essere una difesa personale contro malattie pericolose, è anche "un'attività di solidarietà verso gli elementi più deboli della comunità." "Un grande oncologo italiano l'autunno scorso ha visto un bimbo di 18 mesi malato di leucemia linfatica acuta, che aveva in più del 90% di probabilità di guarire, morire di morbillo. Quando ci vacciniamo, quando i miei nipoti si vaccinano proteggono le fasce più deboli della popolazione. E cioè i 1500 bambini con cancro che abbiamo in Italia, sono le persone che hanno immunodeficienze sono le persone che hanno malattie ematologiche ecco tutte queste persone sono protette dall'immunità della comunità."

Ascoltando poi la risposta di Mantovani alla domanda sul perché ci si rende poco conto dei benefici dei vaccini mi è venuto in mente un parallelo con l'Unione Europea.
Forse l'Unione Europea è un po' come i vaccini. Non ci accorgiamo dei benefici perché ormai ci viviamo immersi da decenni e abbiamo perso memoria di quali potrebbero essere le implicazioni se si rimanesse senza.

Infine vorrei aggiungere anche una nota personale per dire che anch'io rientro nella parte immunologicamente più debole della comunità. Infatti, per mie questioni patologiche personali, non possono essere vaccinato contro il morbillo e se dovessi venire a contatto con quel virus rischierei parecchio.

Oltre a quello che ho riportato la puntata contiene molte altre notizie interessanti sui progressi dell'immunologia nella cura del cancro.

Alberto Mantovani è anche coautore di Immunità e Vaccini. Perché è giusto proteggere la nostra salute e quella dei nostri figli.

"Il libro si conclude con 18 risposte alle domande più frequenti sui vaccini.

1. Perché è necessario vaccinarsi?
2. Perché vaccinarsi contro malattie che in Italia sono rare o addirittura scomparse?
3. I vaccini sono contrari alla natura?
4. I vaccini possono indebolire il sistema immunitario?
5. Perché la maggior par te delle vaccinazioni viene effettuata nei primi mesi di vita?
6. Quali sono i vaccini disponibili in Italia?
7. Perché alcuni genitori sono restii a far vaccinare i propri bambini?
8. È meglio contrarre la malattia o essere vaccinati?
9. I vaccini sono efficaci? Come possiamo esserne sicuri?
10. Quanto dura la protezione di un vaccino?
11. Perché, a differenza degli altri vaccini, quello antinfluenzale cambia ogni anno?
12. Quanto tempo è necessario prima che una vaccinazione sia efficace?
13. Si può contrarre la malattia anche se si è vaccinati?
14. I vaccini sono sicuri?
15. I vaccini possono causare effetti collaterali?
16. I vaccini possono causare autismo?
17. Si può effettuare la vaccinazione se si è…malati?… allergici all’uovo?
18. Il nostro Paese sviluppa e produce vaccini?

Un bel po' di materiale per chi volesse documentarsi seriamente, no?

domenica, luglio 17, 2016

Carnevale della Matematica #99 - Matematica e/a/con i/per i/dei fumetti

L'edizione di luglio del Carnevale della Matematica, la numero 99, è ospitata da Gianluigi Filippelli su Al caffè del Cappellaio  e il tema è "Matematica e/a/con i/per i/dei fumetti".
Stavolta ho contribuito con la cellula melodica e con degli articoletti fuori tema così introdotti:

Dopo le introduzioni di rito sul numero del mese e sul tema, eccoci al consueto inizio con la cellula melodica realizzata da Dioniso dedicata, ovviamente, al 99:
Il verso che avete letto è quello associato proprio al 99 nella poesia gaussiana di Marco Fulvio Barozzi, meglio noto come Popinga.
Buone notizie, poi, per Flavio che vedrà rappresentato al Politecnico di Torino il dramma I Pitagorici!
A seguire un suo articolo scritto per Through the optic glass (La rivista di storia della scienza su Medium redatta da autori italiani):
"È parte della revisione/nuova edizione che sto facendo degli articoli della mia serie sulla storia della matematica.Dopo la scoperta dell’oggetto incommensurabile e dopo il suo rifiuto di mantenere la segretezza su tale scoperta, Ippaso sarebbe stato condannato a morte per annegamento.Ma che successe alla scuola dopo il crollo delle fondamenta teoriche?"Potete leggere questa storia appassionante su Pitagora VII – la morte di Pitagora e il grande contributo dei pitagorici.
Dioniso ci propone anche un secondo contributo:
Un’improbabile discussione logica su Mario Brega e la sua mano de piuma o de fero: Quale sarà l’approccio giusto? Quello puramente logico, quello puramente linguistico, tutti e due o nessuno dei due?
Il mese prossimo l'edizione numero 100 del 14 agosto 2016 (“canta tra i cespugli, canta tra i cespugli”) verrà ospitata da ... non si sa ancora e, ovviamente, anche il tema è ancora incognito.

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