martedì, marzo 08, 2022

Un’analisi delle questioni etiche in gioco nella guerra tra Russia e Ucraina - di Vito Mancuso

Condivido alcuni brani da questo articolo di Vito Mancuso: “Sono contrario alla guerra ma le armi vanno inviate
Contiene un’analisi delle questioni etiche in gioco che mi sento di condividere. Per farsi un’idea precisa delle considerazioni di Mancuso l’articolo andrebbe letto nella sua interezza. Richiede qualche minuto di lettura ma ne vale la pena. Qui riporto solo solo un paio di punti salienti.
 
«Ci sono domande alle quali non si vorrebbe rispondere perché si conosce la complessità della situazione, non riducibile a un sì o a un no. Eppure a volte rispondere è necessario, assumendosi i rischi della coscienza morale in azione. Mi chiedono: “Sei a favore dell’invio di armi in Ucraina?”. Rispondo: “Sì, sono a favore”. Credo occorra ascoltare il loro appello e non lasciarli soli, condivido la posizione dell’Ue e del governo. Ribattono: “Ma allora tu sei a favore della guerra! Appoggiando l’invio di armi, dici sì alla guerra, versi benzina sul fuoco, alimenti la carneficina!”.
L’obiezione proviene soprattutto da chi dichiara di volere la pace più di ogni altra cosa…

Anch’io però amo la pace, ho speso buona parte della vita a servirla e fondarla eticamente, e non per questo le mie conclusioni sono di lasciare inascoltato l’appello degli ucraini e di non aiutarli militarmente nella loro difesa dall’aggressione russa…

(Tuttavia)… mi ritrovo colmo di perplessità e per sciogliere il nodo cerco di esercitare l’intelligenza spronandola al suo principale lavoro da cui tutto il resto dipende: capire. Ma cosa c’è da capire?…

(Sostengo) che la Storia a volte non consente di optare per la guerra o la pace, come oggi vuole chi, dichiarandosi a favore della pace, è contro l’invio di armi agli ucraini. Talora non si dà guerra “o” pace, bensì guerra “e” pace, con la congiunzione “e” a connettere intimamente i due fenomeni. …

La pace non è mera assenza di guerra, è piuttosto un atteggiamento interiore, io penso sia una diversa volontà di potenza e la definisco “coraggio” nel senso etimologico di “azione del cuore”. Ma l’insegnamento pressoché unanime delle tradizioni spirituali e filosofiche è che la pace, non solo non è mera assenza di guerra, ma, per essere veramente servizio della vita e non imposizione (come la “pax romana”) o ideologia mascherata (come l’odio antioccidentale di alcuni), può essere anche presenza di guerra. In che senso? Nel senso che deve contenere in sé anche la possibilità della guerra come legittima difesa. In questo caso si ha la guerra “giusta”, contemplata unanimemente dalle maggiori tradizioni filosofiche e spirituali.
La guerra di Putin non è giusta perché: 1) l’autorità che la conduce è democraticamente illegittima in quanto regime liberticida che nega la libertà, censura l’informazione, incarcera gli oppositori (Navalny), talora li uccide (Politkovskaja, Nemcov, Litvinenko); 2) la sua causa è palesemente l’attacco, non la difesa, come afferma una dichiarazione sottoscritta da migliaia di scienziati russi e presentata su questo giornale da Elena Cattaneo; 3) ha come finalità il controllo di un Paese sovrano per ridurlo a proprio vassallo. Al contrario, la guerra condotta dall’Ucraina è giusta perché: 1) viene condotta da un governo eletto democraticamente; 2) è motivata dalla naturale volontà di difendere il proprio Paese e la vita dei cittadini; 3) ha come fine la libertà. Ne viene che questa guerra è ingiusta e giusta al contempo, a seconda della posizione, e non è del tutto vero quanto pensava Gino Strada secondo cui “la guerra giusta non c’è: nove vittime su dieci sono civili”: è vero per la guerra di Putin, è vero per la guerra degli Usa che intendevano esportare la democrazia costruendo menzogne, è vero per ogni altra guerra di aggressione. Non è vero però per la guerra degli ucraini e per ogni altra guerra di difesa. Il fenomeno Storia è complesso, richiede un’intelligenza delicata e priva di certezze a priori: si pensi alla Seconda guerra mondiale che fu al contempo aggressione nazifascista e lotta contro il nazifascismo e resistenza, e prima ancora si pensi a tutte le guerre di indipendenza che hanno consentito ai popoli oppressi di raggiungere la libertà. Il che attesta che a volte nella Storia non si dà la possibilità di scegliere o guerra o pace, ma le si deve tenere insieme entrambe: e guerra e pace. Volere la pace significa: a) preparare in tutti i modi la pace; b) essere altresì pronto a una guerra di difesa dall’ingiusto aggressore.
La pace e la guerra sono quindi sullo stesso piano? No, la pace è infinitamente superiore, ma proprio per questo essa contiene la possibilità (estrema ma reale) della guerra. Essa non è il contrario della guerra, ne è il superamento. L’insegnamento da trarre è che le opzioni di guerra non devono essere escluse a priori e che talora purtroppo è necessario ricorrervi. Ha scritto al riguardo Gandhi, il più celebre padre della non-violenza: “Supponiamo che un uomo venga preso da una follia omicida e cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi, e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo. Chiunque uccida il pazzo otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole” (Teoria e pratica della non-violenza, p. 69). …

rimane la seconda obiezione di tipo pragmatico secondo cui l’invio di armi agli ucraini contro i russi non serve a nulla a causa della sproporzione delle forze. Si tratta però di un argomento che suppone competenze militari non in mio possesso, io mi posso limitare a dire che se un bambino viene malmenato da un energumeno impazzito non è che io non intervengo perché se no costui si arrabbia ancora di più. …

Occorre inoltre tenere presente che la guerra riguarderà sempre più anche il popolo russo, consegnato dal suo dittatore a un nero futuro: se si vuole la pace, anche i russi sono da aiutare ascoltando le loro ragioni, onorando la loro maestosa cultura, non emarginandoli come reietti. Soprattutto dovremmo sorvegliare attentamente la nostra coscienza per far sì che non vi entri il veleno dell’odio, neppure di fronte alle immagini più strazianti della guerra iniquamente condotta da Putin. I russi infatti, per quanto ora costretti a obbedirgli, non sono Putin, così come i tedeschi non erano riducibili a Hitler, gli italiani a Mussolini, i serbi a Milošević, l’umanità a Caino. Nella Amsterdam occupata dai nazisti, una giovane donna ebrea, Etty Hillesum, poi uccisa ad Auschwitz, scrisse in una lettera datata dicembre 1942: “So che chi odia ha fondati motivi per farlo. Ma perché dovremmo sempre scegliere la strada più corta e a buon mercato? Ho potuto toccare con mano come ogni atomo di odio che si aggiunge al mondo lo rende ancora più inospitale”.»

venerdì, marzo 04, 2022

La linguista Valeria della Valle sulla pronuncia di termini latini usati anche in inglese

Riporto un intervento della linguista Valeria della Valle sulla pronuncia di termini latini usati anche in inglese.
"...chiudo la rassegna con media. Parola latina usata per indicare i mezzi di comunicazione. Su questa parola ci sono pareri discordanti.
Molti preferiscono la pronuncia all’inglese, perché il termine ci è arrivato da quella lingua. Ma io continuo a considerarla quello che è, il plurale del latino medium, e a non trovare una buona ragione per pronunciarla all’inglese.
Io manterrei la pronuncia delle parole latine senza anglicizzarle. E questo non solo per rispetto alla tradizione, e in particolare a una lingua importante come quella latina, ma per non cadere nel grottesco camuffando da inglese ciò che è latino."

Tipi di populismo

Credo che esistano almeno due poli del populismo.
Uno è concentrato in un’estrema semplificazione della realtà volta a trovare un cattivo e un nemico al di fuori di noi e della nostra comunità.
L’altro, invece, semplifica la realtà concentrandosi nel trovare un cattivo e un nemico interno.

La storia con lieto fine del viaggio di Alì Ehsani

Segnalo una puntata radiofonica da non perdere.
 
È la storia con lieto fine del viaggio di Alì Ehsani: cinque anni e raggiungere l’Italia dall’Afghanistan.
"Dal 2003 Alì vive a Roma dove ha potuto studiare, si è laureato in Giurisprudenza, lavora come insegnante e ora aiuta i profughi afghani in fuga dopo il ritorno dei Talebani."
La storia è commentata da Pietro del Soldà e Ilaria Gaspari.

lunedì, febbraio 28, 2022

"Empatia in un mondo a rischio"

"L'empatia è un atto individuale legato all'incontro corporeo con un altro essere umano. Un atto quindi che produce emozione, aspettative e può portare a conoscenze e quindi anche all'azione. ...
Quando io penso di mettermi nei panni dell’altro, mi metto nei miei panni o nei suoi panni? Cioè mi immagino che cosa proverei nella sua situazione oppure immagino che cosa prova lui/lei nella sua situazione? Questa sembra una differenza minimale ma, invece, è molto importante perché io non sono l’altro o l’altra, però tento di avvicinarmi alla situazione e al luogo in cui lui/lei sta. Ecco, facendo questo movimento mi si apre un orizzonte più ampio rispetto a l'esperienza che faccio in prima persona. Ed è interessante il fatto che è l’immaginazione, la capacità della mente che mi permette di viaggiare in una differenza tra me e l’altro."

Citazione dalla puntata "Empatia in un mondo a rischio" (intorno al min 40) della trasmissione radiofonica Uomini e profeti.

giovedì, febbraio 17, 2022

I rituali nella fruizione della musica "classica"

Credo sia comprensibile che, attraversando i secoli, delle ritualità si accumulino intorno a certe forme d'arte. Ma forse per la musica cosiddetta classica abbiamo raggiunto livelli che ne compromettono la freschezza e la spontaneità.

Giusto per citare un esempio: ai tempi di Mozart gli applausi durante un'esecuzione erano auspicati e graditi al compositore. (Vedi commento di Giovanni Bietti intorno al minuto 26 della puntata "Le sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart"). Mentre i pochi malcapitati che ai nostri giorni provano ad applaudire prima che un brano sia completamente terminato vengono guardati con un misto di rimprovero e compassione dagli eruditi delle sale da concerto. Per non parlare di tutto il resto della ritualità indiscussa ma altrettanto fossilizzata.
Forse ormai è parte della nostra cultura ed è bene conoscerla. Tuttavia mi chiedo se questo alone di sacralità sia davvero utile o piuttosto contribuisca ad allontanare potenziali fruitori da questa musica d'arte.

venerdì, febbraio 04, 2022

Casellati: la seconda carica dello Stato durante lo scrutinio per l'elezione del Presidente della Repubblica

Ecco come la seconda carica dello Stato ha speso una larga parte del suo tempo durante uno dei momenti più solenni per la Repubblica, in cui lei aveva un ruolo attivo.


Tra l’altro nel 2020 la presidente del senato si era anche resa responsabile di una scenetta degna di una trama da commedia all’italiana:
Era in ritardo per una cerimonia in cui sarebbe dovuta arrivare prima del presidente della Repubblica. e, nel tentativo di sorpassare il corteo presidenziale, l’auto della sua scorta ha speronato la fiancata di un’auto della scorta di Mattarella.
Mattarella a Vo', sorpasso azzardato dell'auto della Casellati. Contatto con il veicolo della scorta del Quirinale

lunedì, gennaio 31, 2022

La fallacia della raccolta delle ciliegie

La fallacia della raccolta delle ciliegie descrive l'atteggiamento, spesso inconscio, di chi si concentra sui (pochi) fatti che confermano la propria tesi ignorando i (molti) fatti che potrebbero confutarla.

Ho l'impressione che ne cadiamo vittime molto più spesso di quanto pensiamo.

sabato, gennaio 29, 2022

Elezione del nuovo Presidente della Repubblica

In queste ultimi giorni vedo commenti che lamentano vergognosi pasticci e mercanteggiamenti per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Potrei capire l'osservazione se venisse da un giovane alla prima esperienza, ma, altrimenti, credo che manchi la memoria delle precedenti elezioni, che molto spesso si sono concluse dopo molti scrutini e lunghe trattative.

Quanto sta accadendo a me pare una normale dialettica democratica che occorre anche in situazioni simili (con ovvie variazioni dovute a usi e costumi diversi) di parlamenti di altri paesi.

Non credo sussista necessariamente un correlazione del tipo tanti scrutini e tante trattative implicano uno scarso risultato. 
Tanto per citare un esempio, Cossiga fu eletto al 1° scrutinio e Pertini al 16°.

A giudicare dall’elenco dei presidenti della Repubblica del passato, e soprattutto degli ultimi tre decenni, i risultati non sembrano pessimi: Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella. E il metodo è stato sempre lo stesso. 
Abbiamo avuto episodi poco virtuosi anche nel passato? Beh, ricordate la vicenda della candidatura di Prodi del 2013?

E comunque, dalle voci di queste ultime ore, pare proprio che si ripeterà una storia simile a quella del 2013.

lunedì, gennaio 24, 2022

Il controllo delle proprie vite

Quasi tutti nutriamo il desiderio di controllare le nostre vite. Di esserne i timonieri che si dirigono verso nuove e meravigliose terre schivando abilmente gli uragani. Ma quel desiderio può trasformarsi in una prigione. In un’ossessione che ci rende schiavi delle nostre paure. L’unico modo, certamente non banale, per liberarsi è imparare ad accettare l’aspetto aleatorio e imprevedibile dell’esistenza. Capire che, per quanto si faccia del meglio per navigare lungamente e virtuosamente, l’uragano inatteso può arrivare. Anche senza colpe. Anche senza errori. Una tale consapevolezza potrebbe sembrarci terrificante. Invece ci permette di navigare con più leggerezza e di apprezzare le bonacce.

giovedì, gennaio 20, 2022

"La vera vita" di François Jullien

"Può capitare talvolta, in quei rari momenti in cui riusciamo a ignorare i problemi e le faccende quotidiane, che si faccia in strada in noi un sospetto terribile e vertiginoso. Cioè che non stiamo vivendo veramente la nostra vita. Ne scaturisce un disagio molto diffuso su cui le pseudo filosofie del "vivere bene" si gettano offrendo manuali con formule risolutive. Mentre la vera vita non è definibile in questo modo. Non ci sono ricette. È il tentativo continuo di cercare una coincidenza tra quello che sentiamo di essere e le cose concrete che poi nella vita ci troviamo a fare. Un esercizio che poi non finisce mai perché a ogni nuova situazione la vita fatalmente tende a scollarsi e a de-coincidere da se stessa"


Citazione da "La vera vita" di François Jullien letta da Pietro Del Soldà nella puntata "Le scelte dei padri" della trasmissione radiofonica Zarathustra.

giovedì, gennaio 13, 2022

La trappola del perfezionismo: Josh Cohen

"Gli psicologi collegano la diffusione dell’ansia perfezionista, soprattutto tra i giovani, all’atmosfera di precarietà e competizione generata dal libero mercato. E mettono in discussione il concetto di merito. La richiesta di perfezione può essere soffocante ma un perfezionista può sentire anche che i suoi successi siano l’unica cosa che lo tiene insieme. Quando siamo sopraffatti dalla vita e ci puniamo per le nostre inadeguatezze, un punteggio stellare a un esame oppure 1000 mi piace su Instagram possono dare invece la fugace sensazione che tutto sia sotto controllo. Può sembrare che il perfezionismo sproni al successo da adulti ma in verità è un atteggiamento fondamentalmente infantile. Ci fa credere che la vita finisce se rinunciamo alla speranza di diventare la versione migliore di noi stessi. Al contrario quello è il momento in cui la vita può finalmente cominciare."

Citazione di Josh Cohen ascoltata nella puntata "Liberi di non scegliere" della trasmissione radiofonica Zarathustra.

venerdì, gennaio 07, 2022

Ringraziamento all'associazione ALCLI "Giorgio e Silvia"

 

Vorrei ringraziare di cuore l'associazione ALCLI "Giorgio e Silvia" che sta ospitando gratuitamente i miei genitori nella loro Casa di Accoglienza.

Strutture simili offrono un sostegno impagabile a chi, malato e spesso anziano, si troverebbe nella situazione di dover viaggiare quotidianamente per sottoporsi a cure mediche.

L'ALCLI "Giorgio e Silvia", così come associazioni simili, si regge sul lodevole impegno di volontari e sulle donazioni.

lunedì, dicembre 27, 2021

Dati sulla mortalità in Italia 2012-2020

Oggi ho letto un'affermazione scritta con tanta sicumera. La riporto al netto delle sgrammaticature: 
"Non dimentichiamoci che dal 2015 al 2021 i grafici della mortalità non presentano variazioni, nonostante i paladini dei pecoroni ..." e così via.

Ecco invece che dicono i dati.
Nel complesso nel 2020 il numero dei morti risulta di 746.146 unità. Anche considerando il peggior anno passato per numero di morti (il 2017), la differenza è di 97.085 unità in più, pari ad un +15%.
Se il dato viene invece raffrontato con l'anno precedente, il 2019, la differenza è di 111.729 unità in più, pari ad un +17,6%.



Fonti 

Morti per mese in Italia nel periodo covid-19

Dati ISTAT sezione “Popolazione e famiglie -> Mortalità -> Decessi -> Morti”

lunedì, dicembre 06, 2021

Più libri più liberi, Scienza Express e Zerocalcare

Ieri eravamo a “Più libri più liberi”. 









Non poteva mancare una visita a Scienza Express, che esponeva il mio
mistero del suono senza numero vicino alla mitica Margherita Hack










E ci siamo anche imbattuti in Zerocalcare.

lunedì, novembre 22, 2021

Green pass in Italia e in Germania

Alcuni si lamentavano delle misure “liberticide” imposte in Italia con la certificazione verde.

Qui in Germania, dove misure simili sono state introdotte molte più tardi che in Italia (troppo tardi) e quindi i numeri sono spaventosamente più alti, adesso per accedere a situazioni come le nostre prove d’orchestra persino i vaccinati devono sottoporsi alla prova del tampone.

venerdì, novembre 19, 2021

Studio sula protezione della terza dose del vaccino Pfizer

Ottime notizie sul fronte terza dose. Non so perché ma circola molto la bufala che gli studi sui vaccini si siano fermati.
Nel frattempo nel mondo reale...

Il New England Journal of Medicine ha pubblicato il primo studio controllato con placebo su terza dose Pfizer somministrata a 10.000 persone.

"I risultati mostrano un’efficacia dose pari al 95,6%, con 5 casi di infezione da coronavirus nel gruppo vaccinato con la terza dose, contro 109 contagi nel gruppo placebo (2 dosi, più la terza con placebo). Le cifre ottimistiche sono rafforzate dal fatto che gli anticorpi neutralizzanti sono stati alti nei confronti di tutte le varianti, senza cali particolari verso le «peggiori», Beta e Delta. In più, per raggiungere la massima efficacia della terza dose si è visto che sono bastati solo 7 giorni. Più di un quinto dei partecipanti allo studio aveva più di 65 anni, categoria più a rischio di Covid grave. Anche il profilo di sicurezza del vaccino è rimasto «generalmente coerente» con i dati precedenti."

Io oggi ho preso l'appuntamento per la terza dose. 🙂

Informazioni prese da La terza dose del vaccino Pfizer offre una protezione quasi totale dal Covid


lunedì, novembre 15, 2021

La Germania Est d'Europa

 Qualche settimana fa qualcuno aveva scritto: "siamo diventati la Germania Est d'Europa".

La situazione attuale è che molti paesi europei si trovano in condizioni drammaticamente peggiori rispetto all'Italia e stanno adottando misure molto più restrittive.

domenica, novembre 07, 2021

Il divorzio dalla realtà

“Le esperienze spiacevoli o destabilizzanti come la paura e la vergogna e l’umiliazione, se vengono rimosse e non elaborate, provocano lo sviluppo di meccanismi difensivi patologici che isolano progressivamente dall’esterno, inducono a un divorzio dalla realtà, a respingere ogni elemento dissonante rispetto alla propria visione del mondo, e così attenuano il principio di realtà fino, talvolta, ad abolirlo del tutto. Una paura alienata dalle sue vere cause e proiettata sui capri espiatori produce un linguaggio privo di significati e comprime, fino a svuotarla, a farne un simulacro, la vita democratica. Al contrario, quando le esperienze di paura (o di vergogna) vengono accettate, riconosciute (il che significa, fra l’altro: quando ne vengono riconosciute le cause, senza procedure di rimozione o proiezione), accrescono la consapevolezza e diventano fattori di progresso e miglioramento. Questo vale sia a livello di individui, sia a livello di collettività.”

Della gentilezza e del coraggio: Breviario di politica e altre cose – Gianrico Carofiglio