Durante un viaggio in auto verso l'aeroporto di Baden-Baden, discutevo con Zucchero dei vari tipi di godimento che può sperimentare il fruitore di un'opera d'arte.

Penso che queste mie considerazioni e classificazioni, che fanno ormai parte da tempo del mio bagaglio culturale, siano state innescate dalla lettura di un qualche saggio di Umberto Eco, uno o due decenni fa.
Mi sembra quindi di ricordare (ma non sono più tanto sicuro se lo dicesse Eco o se questa è l'elaborazione del mio neurone zoppo) che Eco distinguesse tra godimento gastronomico, che io chiamo anche di pancia, e godimento intellettuale o di testa.

Il
godimento gastronomico è quello che si prova senza l'intervento delle sovrastrutture culturali (almeno in modo consapevole, perché alla fine le sovrastrutture culturali in un qualche modo intervengono sempre); o forse una definizione migliore potrebbe essere quella di godimento a prima vista, immediato, senza pensare o riflettere: vedo un quadro e immediatamente rimango ammirato, ascolto un pezzo di musica e mi vengono i brividi, leggo un libro e non riesco a smettere; senza che nessuno debba stare a spiegarmi perché dovrebbe piacermi e quali sono le tecniche che si celano dietro l'opera. Ovviamente questo tipo di godimento è molto soggettivo, anche se qui si potrebbe discutere sui parametri del bello assoluto.
Anche nell'ambito del godimento gastronomico penso che si possano distinguere delle sottoclassi: il godimento gastronomico evocativo e quello gastronomico immediato.
Il godimento evocativo è ad esempio quello che si potrebbe provare quando si riascolta dopo decenni la canzone che ci cantava nostra madre durante l'infanzia (e che magari ci faceva commuovere); è ad esempio quello che si può provare ritrovando un sapore od un odore che ci riporta ad un momento passato che per definizione è quasi sempre struggente. Diciamo che è un po'
l'esperienza della madeleine, magistralmente descritta da Marcel Proust.
Il godimento immediato è quello che si manifesta quando entriamo a contatto con qualcosa di nuovo che ci rapisce immediatamente.
Ho l'impressione che il godimento gastronomico si manifesti molto meno frequentemente in relazione alle espressioni artistiche dal novecento in poi. Infatti, molto spesso, per poter godere a pieno molta dell'arte moderna è necessario aver ricevuto un'educazione che sveli quali tecniche, disegni, piani o intenzioni si celino dietro l'opera.

Il
godimento intellettuale o di testa. Anche qui distinguerei tra due tipi di godimento intellettuale: quello indotto dalla conoscenza delle tecniche o del disegno dell'artista e quello indotto da convinzioni pregiudiziali che possono essere di vario tipo: ho letto delle critiche che lodano il pezzo in questione come capolavoro, e quindi deve piacermi; ho deciso che un certo artista mi piace o che un certo genere mi piace e quale che sia l'opera che verrà fuori da questo mio cortile d'elezione, essa dovrà piacermi.
Ho scritto che il godimento intellettuale si manifesta molto più spesso in relazione all'arte moderna. Aggiungerei però anche che non è esclusivo appannaggio di essa. Si può infatti citare come esempio molta della musica di Bach. La quale produce spesso un godimento particolare nel caso in cui si conoscano le tecniche contrappuntistiche usate dal compositore. In quel caso si può godere sia della bellezza gastronomico-musicale che della bellezza astratta (direi quasi geometrico-matematica
(1)) di molte delle sue opere. Per citare solo qualche esempio si possono ricordare: L'arte della fuga, Il clavicembalo ben temperato, Variazioni Goldberg e Offerta musicale. Non a caso la musica di Bach viene qualche volta definita come musica per la mente.
Un esempio interessante di godimento intellettuale musicale viene fornito da Odifreddi nella
puntata dell'otto aprile di Gargantua.
Il logico-matematico fa eseguire al pianoforte al pianoforte dei brevi pezzi di limitato interesse gastronomico, ma il cui interesse intellettuale consiste proprio nell'applicazione delle suddette tecniche contrappuntistiche ad un breve, semplice e notissimo tema musicale. Solo alla fine il tema verrà eseguito e svelato nella sua forma originale.
È interessante notare che il precedente discorso potrebbe anche essere traslato quasi pari pari dall'arte all'attrazione sessualsentimentale.
(1) Più di un decennio fa avevo abbozzato un articolo suggeritomi da
un'idea di Hofstadter su come le varie tecniche contrappuntistiche (inversione, specularizzazione, a gambero, ecc.) potessero essere descritte come degli
isomorfismi tra due strutture matematiche (assiomatiche).
Altro riferimento interessante:
Armonia celeste e dodecafonia.