venerdì, dicembre 11, 2009

Norvegia 9: Ålesund

Giovedì 4 giugno

Dopo l'approdo e una bella doccia partiamo quindi per la visita di Ålesund: la città dello Jugendstil.

Come avevo detto nel racconto precedente, nella storia di Ålesund c’è un evento che stravolgerà e rivoluzionerà il futuro della città: un incendio che distrusse completamente Ålesund.
La città: venne interamente ricostruita secondo i canoni estetici dello Jugendstil. Vivendo noi in un quartiere quasi interamente Jugendstil ci sentiamo un po' a casa.

L'evento catastrofico alla fine trasformò quello che era uno dei centri più importanti per la pesca dell'aringa in uno dei centri turistici più importanti della Norvegia.

Considerando il numero di case di Ålesund immagino che sia la città con maggiore concentrazione di Jugendstil/Liberty/Art Nouveau al mondo
















































































Gli architetti norvegesi, che con il tempo rimpiazzarono gli architetti tedeschi, cercarono di elaborare una loro interpretazione nazionale dello Jugendstil inserendo elementi grafici vichinghi: come si può vedere nel capitello della fotografia.

















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Ålesund ospita uno dei porti pescherecci più importanti della Norvegia: ivi si producono tonnellate di baccalà e stoccafisso destinati quasi esclusivamente ai mercati italiano, spagnolo e portoghese.








Raggiungiamo la casa del farmacista che ospita lo Jugendstil senteret: una sorta di museo dello Jugendstil. Il palazzo ospita anche un bel caffè. Prendiamo una fetta di torta a testa e poi visitiamo il museo che si rivela molto interessante.




All'uscita del museo, che si trova sull'isola di Aspøy (il nostro albergo è sull'isola di Nørvøya, la più estesa), passiamo per una panetteria dove compriamo dei panini con gamberetti e salmone,









un maritozzo sostanzialmente identico al rosinenbrötchen tedesco e un dolce consistente in due dischi di una sorta di pan di Spagna farciti con una crema simil-chantilly: è buono.





Per alleggerire la fatica della scalata decidiamo di consumare le cibarie solo dopo essere saliti sul belvedere del monte Aksla (480 gradini e 180 m slm)





Il mare di Ålesund sembra molto pulito. Esprime delle tonalità che danno sul verde. Dal monte Aksla si distinguono abbastanza bene le tre piccole isole su cui sorge la città.



Per cena decidiamo di andare al ristorante Sjøbua (questo è il loro sito).







Mangiamo capesante, aragoste e baccalà. Ci piace tutto. Il Sjøbua è quasi di fronte al nostro albergo, ma dato che si trova sull'altra isola, lo si può raggiungere solamente attraverso un lungo giro.

10 commenti:

ubik ha detto...

il racconto/diario è molto bello.
Però mi permetti una curiosità? Ma in 'sti ristoranti sò sempre così mosce le porzioni? Ma perchè? Ma che per degustare non bisogna mangiare? Tu che ne pensi? Sò troppo rustico?

Crazy time ha detto...

ma a me il maritozzo sembra un cervello!


:)
bel diario di vacanza!

dioniso ha detto...

Grazie troppo buoni. I vostri (immeritati) apprezzamenti mi rincuorano. Mentre scrivevo pensavo: certo che deve essere di un noioso leggere le cose che sto scrivendo. È che sto attraversando un periodo di scarsa autostima... ma passerà pure questo e tornerà il mio solito ego ipertrofico :-)

ubik,
mah, dipende dai gusti personali e anche dalle inclinazioni del momento. Se vado dai nostri cari Betto e Mary dei vecchi tempi mi aspetto porzioni abbondanti. Nei ristoranti di approccio più "degustativo" mi aspetto invece questo tipo di porzioni. Considera pure che se si vogliono provare diverse prelibatezze (tipo 7-8 portate) non si può neppure ricevere la porzione da osteria come quelle che Zucchero ed io abbiamo ricevuto martedì scorso in un tipico Kneipe tedesco (per la prima volta nella mia vita sono uscito da un ristorante con il pacchetto "per il cane" con cui abbiamo cenato il giorno successivo).
Poi è vero che esistono anche i ristoranti sòla con la puzza sotto il naso dove paghi tanto e mangi male e poco...

Crazy time,
:-) sì, forse avrei potuto scegliere una fotografia un po' più bella. Però il Rosinenbrötchen è proprio buono. Fa parte della mia colazione finesettimanale. Mi ricorda proprio il sapore del maritozzo che mio nonno mi comprava nell'osteria del padre di un mio compagnuccio di scuola.

dioniso ha detto...

... mi sembra comunque che quello che si vede nella foto siano solo gli antipasti.

fabio r. ha detto...

bellissime! ed il maritozzone dovrebbe meritare...

dioniso ha detto...

Ciao Fabio!

Non mi dire che un germanofilo come te non conosce il il Rosinenbrötchen!

ziomassimo ha detto...

le cronache dei vostri viaggi sono gradevolissime, le leggo sempre con piacere ed attenzione. continua così!

dioniso ha detto...

ziomassimo, grazie per l'incoraggiamento :-)

Sebastiano ha detto...

Effettivamente alcuni di quei palazzi sembrano quelli di Schroederstrasse...

dioniso ha detto...

Te l'ho detto che ci sentivamo a casa... a parte per il mare e per il pesce... :-)