sabato, ottobre 31, 2015

L'Expo ai rifugiati

Per la prima volta mi trovo d'accordo con una proposta di Vittorio Sgarbi. Perché, invece di smontarla o di crearci l'ennesimo inutile polo universitario, non utilizziamo l'area dell'expo per dare accoglienza ai rifugiati che scappano dalle brutture del mondo? Lì troverebbero tutto quello che gli mancava: le infrastrutture e la bellezza. Non sarebbe un messaggio rivoluzionario?

giovedì, ottobre 29, 2015

Mineralianesimo

Dopo le rivelazioni sul manzo criminale, sui formaggi che provocano la dipendenza e su frutta e verdure inquinate e impesticidate sto meditando di diventare Mineraliano. Oltre agli ovvi benefici per la salute lo farei anche per questioni etiche: perché discriminare tra le varie forme di vita?
Qualcuno saprebbe suggerirmi che cosa potrei mangiare oltre al sale?

mercoledì, ottobre 28, 2015

Carni rosse, insaccati e rischio tumori

In questi giorni circolano molte battute divertenti su carni rosse e insaccati. Se oltre a divertirvi con quelle (come ho fatto pure io) volete anche saperne di più, trovo che questo articolo dell'AIRC chiarisca molto bene la situazione.
Tanto per fare un esempio cito il paragrafo relativo al confronto con il fumo di sigaretta.

La classificazione dello IARC, inoltre, non ci dice niente sulla potenza di una sostanza nel provocare tumori. Molti giornali hanno titolato, per esempio, che la carne rossa lavorata è "cancerogena come il fumo". Si tratta di una interpretazione sbagliata: è inserita nella stessa categoria del fumo perché per ambedue abbiamo prove scientifiche sufficienti per esprimerci con certezza. Ma il fumo è un carcinogeno molto più potente degli insaccati, per cui ragionevolmente una fetta di salame di tanto in tanto avrà minore influenza sulla nostra salute di un paio di sigarette.

Di quanto aumenta il rischio individuale di ammalarsi di cancro del colon se si consuma carne rossa?

La verità è che nessuno ha una risposta precisa a questa domanda. Gli studi epidemiologici valutano l'aumento del rischio sui grandi numeri, non a livello del singolo individuo. Gli esperti hanno infatti stabilito che il 18-21% dei tumori al colon è probabilmente legato al consumo di carni rosse e insaccati, e così il 3% di tutti i tumori. Il fumo di sigaretta, tanto per dare un parametro di confronto, è responsabile dell'86% dei tumori al polmone e del 19% di tutti i tumori, secondo i dati di Cancer Research UK. L'agenzia britannica ha anche stimato che se tutti gli abitanti della Gran Bretagna smettessero di fumare, ci sarebbero 64.500 casi in meno di cancro l'anno, mentre se tutti diventassero vegetariani ci sarebbero 8.800 casi in meno l'anno.

Anche questa infografica di Repubblica è interessante. E ancora più interessante è l'articolo di Bressanini.

Dialetti italiani

Da SB Language Maps.
Il mio dialetto lo hanno classificato, giustamente, tra i dialetti sabini. Ma poi la sottoclasse sarebbe... non ho capito bene se il poggiomoianese o il palombarese. E lì avrei qualcosa da ridire...
Vabbè, intanto godetevi la mappa.






lunedì, ottobre 26, 2015

Lettera al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sull'elogio dell'omeopatia

Mentre la ministra della sanità australiana ha fatto in modo che venisse effettuata una delle indagini più obiettive, accurate e approfondite sull'efficacia dell’omeopatia, con cui si è giunti alla conclusione di inefficacia dell'omeopatia per il trattamento di qualsiasi patologia, la ministra della sanità italiana, Beatrice Lorenzin, scrive la prefazione di un libro che elogia l'omeopatia.
"Il volume si intitola per l'appunto 'Elogio dell'omeopatia' ed è firmato da Giovanni Gorga, nuovo presidente di Omeoimprese: un raggruppamento delle principali aziende italiane produttrici di rimedi omeopatici." Quindi una voce evidentemente sopra le parti.

"Una pubblicazione di parte, perfettamente legittima in una società pluralista." - dice invece, con il solito piglio polemico, il CICAP. "Quello che è inopportuno è che sia il Ministro della Salute, con la sua prefazione, a sostenerne indirettamente il contenuto."
Ecco, io ho firmato e invito tutti a firmare la Lettera aperta al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sull'elogio dell'omeopatia.


Detto questo bisogna anche dire che (dall'articolo Ministro Lorenzin, l’omeopatia non è una cura):
«Beatrice Lorenzin si è trovata ad affrontare delle “crisi” di tipo pseudoscientifico durante il suo mandato. Si ricordi il caso Stamina. Ora, molti degli ex sostenitori di Stamina si sono riconvertiti in “No vaccini”, una posizione che rischia di causare danni su scala ben maggiore. Anche in questo caso Beatrice Lorenzin ha difeso (bene) la salute dei suoi concittadini.
Beatrice Lorenzin non è laureata in medicina, anzi: non è proprio laureata e questo la ha esposta a una serie di attacchi su quali fossero le sue competenze per essere nominata a capo del ministero della Sanità. La figura del ministro è essenzialmente di rappresentanza. Grazie anche a consulenti esperti, nelle difficili situazioni sopra esposte è riuscita a tenere il timone dritto e salvaguardare la salute dei suoi concittadini. Per questo motivo la sua prefazione, che come prevedibile è stata ampiamente strumentalizzata, è un pericoloso scivolone.
Non è facile essere in una posizione di elevata visibilità pubblica perché qualsiasi errore si presta a essere sfruttato dai mezzi d’informazione. Vedi l’ex collega ministra che si congratulò con i ricercatori italiani che avevano scoperto (erroneamente) i neutrini più veloci della luce ricordando che l’Italia aveva investito ben 40 milioni di euro per costruire il tunnel che partiva dal Gran Sasso arrivava a Ginevra. Errare è umano, ma non è facile riconoscere i propri errori.
I ricercatori italiani hanno spiegato senza problemi quale fosse la criticità nel loro esperimento (c’era semplicemente un cavo non stretto bene) e non sono stati crocefissi dalla comunità scientifica. Invece, nessuno si è scusato riguardo al presunto tunnel. E in fondo è proprio questa la differenza tra la scienza e la pseudoscienza. La scienza commette errori, perché descrive con teorie a volte troppo semplici la realtà. Le teorie si evolvono, e quando ne arriva un’altra che spiega il mondo in modo migliore della precedente non è un dramma. La pseudoscienza invece è sempre uguale a se stessa. L’omeopatia è ferma al tempo del suo scopritore, quando non era chiaro cosa fossero atomi e molecole. Chi sostiene qualsiasi forma di pseudoscienza invece assume una posizione fideistica, che non ammette nessuna conoscenza nuova la quale possa mettere in dubbio le idee preconcette.
Beatrice Lorenzin ha una grande sfida ma anche una grande opportunità. Dimostrare che quando si compiono azioni avventate e soprattutto potenzialmente dannose per la salute di tante persone, è importante un passo indietro. Nessuna “nuova opportunità di cura” (parole della ministra nella prefazione) potrà nascere da credenze pseudoscientifiche di fine 1700, come appunto è l’omeopatia.

giovedì, ottobre 22, 2015

N-ternologi: il 2-ternologio completato

Una collega americana mi ha proposto la seguente 2-ternoformula per il 7 commentandola con "I've always been a fan of Pascal's Triangle". Le avrei voluto spiegare il discorso di Tartaglia ma poi ho desistito :-)
Ad ogni modo, questa formula soddisfa le regole che avevamo definito qui?
Ecco la regola: si vogliono rappresentare i numeri tra 1 e 12 utilizzando esattamente tre volte una sola cifra tra 1 e 9 (in questo caso specifico la cifra 2), e qualsiasi simbolo matematico come operatore o come simbolo di rappresentazione numerica.
Io direi di sì, voi che ne dite?
Ecco quindi una versione del 2-ternologio completo senza utilizzare la funzione parte intera.



sabato, ottobre 17, 2015

Viaggio a Tropea: un ode alla Salerno - Reggio Calabria

La scorsa estate ho percorso la Salerno - Reggio Calabria. Sì, proprio quella! L'autostrada che da decenni incarna l'archetipo dello spreco di denaro pubblico. Quella che viene continuamente citata per la perenne presenza di lavori, interruzioni, restringimenti e crolli. Migliaia di pagine di stampa, milioni di bit di informazione spesi per esporre alla pubblica auto-flagellazione da autobus quella vergogna nazionale; quell'esempio di corruzione e sfascio.
Io nell'ultimo decennio quell'autostrada l'ho attraversata almeno cinque volte. E per la precisione tre volte 7-8 anni fa e due volte l'estate scorsa.

Lasciata la A1 e oltrepassato Salerno mi aspettavo di ritrovare il ben noto paesaggio autostradale. Ma, invece di code e cantieri, man mano che avanzavamo, continuavo a vedere una serie di gallerie nuove ampie e illuminate e un liscio mantello di asfalto drenante che si dispiegava su tre corsie e che non troveresti neppure nella migliore delle autostrade della Germania del sud-ovest. E siamo andati avanti così per tutta la Campania, la Basilicata e per 150 Km circa all'interno della Calabria, dove, per un tratto, all'altezza di Altilia, l'autostrada torna a essere quella di dieci anni fa. La differenza  è che si vedono molti cantieri aperti per la costruzione di gallerie e viadotti che, presumibilmente, presto renderanno anche il seguito dell'autostrada simile a quello precedente. Insomma, una vera e propria metamorfosi rispetto a qualche anno fa!
Tornato a casa ho controllato su Wikipedia e lì ho scoperto che "il 24 luglio 2015, con l'apertura del lotto della galleria Fossino, sono stati completati 350,75 km, 20,5 km sono in fase di ammodernamento o ricostruzione, mentre 98,65 km devono ancora essere cantierizzati."
Per non parlare poi della spettacolarità del paesaggio: alture e vallate, mare e montagna, boschi e scogli in rapida successione. Ma quella c'era già da prima, mi direte. Certo. Ma è anche quella la causa degli enormi costi di costruzione di quell'autostrada che, data la conformazione del territorio, deve necessariamente avere un susseguirsi di gallerie e mastodontici viadotti. È facile immaginare la differenza che può esserci tra la costruzione di un chilometro di autostrada in Calabria e la costruzione di un chilometro di autostrada nella pianura padana o renana.
E visto che pariamo di viadotti, ecco la sezione wikipediana che ne parla.

Particolarmente interessante il viadotto Italia (1967-1973), quello che era crollato.
L'altezza masima di quel viadotto è di 261 metri. "Tale quota altimetrica ha reso questo viadotto il più alto d'Europa fino al 2004, quando il Viaduc de Millau in Francia strappò il primato svettando a 271 metri. Resta il quarto ponte al mondo come viabilità ordinaria,"

Ad ogni modo, il fatto di cui ero rimasto un po' stupito in tutto questo era quello di non aver mai sentito parlare negli ultimi mesi o anni di tale metamorfosi della Salerno - Reggio Calabria. Poi Zucchero ha trovato questo video in cui, effettivamente, se ne parla bene.Qualcuno ha un'esperienza diversa? Qualcuno ne aveva già sentito parlare dai media o in qualche discussione?
Per concludere, sicuramente questa autostrada ha rappresentato per decenni l'emblema del fallimento se perfino il New York Times ha scritto: “nulla incarna i fallimenti dello Stato italiano più nettamente dell’autostrada da Salerno a Reggio Calabria”.  (Ho sentito, ad esempio, dire che un errore dal punto di vista ingegnaristico fu quello di voler far passare l'autostrada per Cosenza. E che quella fu una scelta di un politico per accontentare il suo elettorato. Non ho però trovato nessun articolo a riguardo. Qualcuno ne sa qualcosa? Forse il percorso migliore sarebbe stato qualcosa di più simile a quello della SS18 evitando così il Parco Nazionale del Pollino?)(vedi nota)* Ma perché adesso non diciamo al New York Times che non è più così? Evviva la Salerno - Reggio Calabria! :-)

* Aggiornamento del 21/10/15
Zucchero ha trovato questa puntata de Il Tempo e La Storia che parla della A1 e, dal minuto 33 della A3.Al minuto 33 in un documentario proiettato durante la puntata si dice che nella scelta del tracciato si preferisce quello interno a quello costiero forse "per favorire il feudo elettorale di qualche politico" e i lavori si presentano subito molto difficili.
Poi l'ospite, Galli della Loggia, commenta: Giacomo Mancini impose la scelta suicida del tracciato dell'autostrada e ancora oggi ne stiamo pagando le conseguenze (soprattutto i calabresi). Ora aggiorno il post.

Per quanto riguarda il nostro viaggio lascio solo qualche foto.
Tramonto dietro a Stromboli.
Mare calabro.
Banani in via di maturazione.
Rifugiati africani che ballano la tarantella calabrese al Vibo Tarantella Festival.

mercoledì, ottobre 14, 2015

Carnevale della Matematica #90 - Le menzogne della matematica

L'edizione di ottobre del Carnevale della Matematica è ospitata da peppeliberti. Il tema è "Le menzogne della matematica".
Io ho contribuito con due articoletti così introdotti:
Al tema, come al solito, s’accompagna un verso della Poesia gaussiana, questa volta il novantesimo, guarda caso, cullato dalle note della “Cellula Melodica” di Dioniso. Eccolo:
Cellula melodica #90“il merlo, il merlo canta tra i cespugli” — dalla Poesia gaussiana
Il felice protagonista dell’infinita poesia è un merlo e un Merlo è stato, nel mese di settembre, l’infelice protagonista dell’infinita cantilena contro i numeri, una cosa che qua vi risparmio ma che avevo già segnalato nel post di chiamata alle armi (ne han scritto anche Maurizio Codogno e Dioniso, qui equa). Non vale la pena perderci troppo tempo però, una lettura rapida, uno sghignazzo e tornate da me, ché vi racconto del 90.
Dioniso di Pitagora e dintorni, il già ricordato autore della cellula melodica, invia:
Verso la matematica moderna: Viète, Magini, Clavius e l’introduzione di nuovi simboli e concettiDioniso racconta di come, nell’ultimo quarto del XVI sec., l’Europa occidentale aveva recuperato la maggior parte delle opere matematiche dell’antichità che ci sono pervenute. L’algebra degli arabi era stata assimilata e sviluppata sia attraverso la soluzione generale delle equazioni di terzo grado sia attraverso un impiego parziale del simbolismo e la trigonometria era diventata una disciplina autonoma. Nel periodo tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600 la matematica aveva quasi raggiunto quel livello di maturità che poteva consentire rapidi progressi ma fu necessario un periodo di transizione e, questo passaggio dal Rinascimento al mondo moderno, si realizzò anche attraverso una serie di figure intermedie. La figura centrale di questa fase fu il matematico francese François Viète.


Il mese prossimo l'edizione numero 91 del 14 novembre 2015(“allegro, melodioso”) verrà ospitata da MaddMaths! e il tema è ancora ignoto.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina del Carnevale su Facebook


giovedì, ottobre 08, 2015

Mafiafolklore

In questo articolo Petra Reski, giornalista e scrittrice tedesca residente da molti anni a Venezia ed di crimilalità organizzate, cita il fatto che Ndranghetisti e Camorristi gestiscano molti affari dalle parti di Malaga e si meraviglia per la presenza di un locale che si chiama La Mafia. Lo etichetta come un'espressione del "Mafiafolklore". Poi, ironicamente, evidenzia un vuoto di mercato. In Spagna, ad esempio, mancherebbero i ristoranti ETA. Forse in Irlanda mancherebbero i ristoranti IRA. E così via.
E allora io mi chiedo se il vuoto di mercato non sia causato dall'assenza di una cinematografia/tvgrafia che mostri l'ETA, l'IRA o altre realtà simili in chiave ironico macchiettistica.

mercoledì, ottobre 07, 2015

Il desiderio di essere come tutti: Rapimento Moro - 2

Segue da Il desiderio di essere come tutti: Rapimento Moro - 1

Nel mio primo articoletto sul libro di Francesco Piccolo ho scritto di alcuni paralleli tra la formazione e le esperienze di Francesco Piccolo e le mie. Un'altra similitudine l'ho trovata in alcune delle sensazioni suscitate dalla scrittura che sono incluse nello stralcio che riporto di seguito.

In quel momento, pur avendo creduto di essere diverso, il mio unico desiderio era di essere come tutti. Come mio padre e mia madre, come i vicini, come quelli che parlavano al telegiornale. Come zio Nino. Come zia Rosa.
Ecco, fu lei la prima luce di conforto. Quando torna a casa, e davanti al portone: il suo sgomento assomigliava al mio, ed era più consapevole, deciso, indignato. E infatti il PCI, i sindacati, le persone che scesero subito in piazza, vennero tutti in soccorso della mia estraneità.
[...]
E poi, giorno dopo giorno, vediamo che la tristezza di Elena crescere, i suoi dubbi crescere. E la paura di quello che stava succedendo, e quel sorriso strano per fortuna se ne andò. Tanto mi innamoravo, in silenzio. O capivo di essere innamorato.
La mia passione politica stava nascendo in modo incontrastabile, e vivo [...] ero un ragazzo un po' ricco, un po' nullafacente, che si interessava alle cose in modo confuso e superficiale, e passava gran parte del suo tempo insieme ad amici un po' stupidi e nullafacenti come lui. E, andavo alle feste, quante più feste possibili. Era questa la mia vita in quegli anni: la naturale in compagnia degli amici, la mia famiglia, il parco residenziale in cui vivevo. E, il la tensione verso il Movimento, perché comunista. È questo che vidi anche in Robert Redford di "Come eravamo". Quindi, poiché questo ragazzo un po' stupido con gli amici un po' stupidi voleva fare lo scrittore, allora anch'io decisi che volevo fare lo scrittore: era il modo di conquistare Barbara Streisand [...] e mi misi a scrivere un romanzo che racconta di un ragazzo che ama la sua compagna di banco e soffre tantissimo perché lei non lo ama. Il romanzo era brutto e sì è fermato dopo alcuni capitoli, scritti in modo faticosissimo. Però in quel tempo in cui mi chiudevo in camera e scrivevo, nonostante lì fuori ci fossero i miei amici, le feste, le ragazze, e anche Elena, il Movimento; nonostante scrivere fosse molto faticoso e non produceva nulla di buono mi sentivo felice. [...] Avevo la percezione chiara che stavo scrivendo un romanzo brutto e inutile, ma andavo avanti perché in qualche modo leniva il mio dolore e perché quel tempo di scrittura era una vera sostanza di felicità. E mi dava la sensazione che non stavo buttando la mia vita. Con i miei amici avevo la sensazione di buttare la mia vita; con Elena no, ma lei non mi voleva; con il Movimento no ma non avevo abbastanza coraggio per essere come loro. Quindi, l'unico momento in cui davvero potevo sentire di non stare buttando la mia vita, era mentre scrivevo questo romanzo brutto, cosciente che fosse brutto. E forse anche l'atto di scrivere rendeva sopportabile il dolore che provavo, le pene che provavo. In fondo, mi dicevo che se soffrivo potevo poi scriverne, e quindi incanalavo la sofferenza dentro qualcosa.
...
Continua...

giovedì, ottobre 01, 2015

Verso la matematica moderna: Viète, Magini, Clavius e l'introduzione di nuovi simboli e concetti - Numeri e Geometria attraverso la storia

Nella puntata precedente abbiamo detto che dopo la morte di Maurolico (1575) la geometria non conobbe grossi sviluppi per più di 50 anni e, fino all'arrivo di Cartesio, la matematica si sviluppò in altre aree.
Nell'ultimo quarto del XVI sec. l'Europa occidentale aveva recuperato la maggior parte delle opere matematiche dell'antichità che ci sono pervenute1; l'algebra degli arabi era stata assimilata e sviluppata sia attraverso la soluzione generale delle equazioni di terzo grado sia attraverso un impiego parziale del simbolismo (1, 2); e la trigonometria era diventata una disciplina autonoma. Boyer1 afferma che nel periodo tra la fine del '500 e gli inizi del '600 la matematica aveva quasi raggiunto quel livello di maturità che poteva consentire rapidi progressi ma fu necessario un periodo di transizione e, questo passaggio dal Rinascimento al mondo moderno, si realizzò anche attraverso una serie di figure intermedie.
Tuttavia, la figura centrale di questa fase fu il matematico francese François Viète (1540 – 1603), noto anche con il nome latinizzato di Franciscus Vieta. Nato in una famiglia di giuristi, Viète studiò diritto ed esercitò l'avvocatura. A 24 anni diventò precettore di Catherine de Parthenay, a 31 avvocato al parlamento di Parigi e a 33 consigliere al parlamento della Bretagna. Nel 1576 entrò a far parte del servizio del Re: dapprima di Enrico III e poi, nel 1594, di Enrico IV. E sotto quest'ultimo venne incaricato di decifrare i messaggi che gli spagnoli avevano cifrato con una chiave di oltre 500 caratteri. Attività nella quale Viète dimostrò una tale abilità che gli spagnoli lo accusarono di essere in combutta col diavolo.
Nonostante il tempo limitato che poteva dedicare alla matematica a causa dei suoi impegni politici Viète riuscì ad apportare notevoli contributi all'aritmetica, all'algebra, alla trigonometria e alla geometria. Probabilmente la maggior parte di questi vennero prodotti tra il 1564 e il 1568, quando Viète non aveva ancora impegni politici, e tra il 1584 e il 1589, quando Viète venne allontanato dal potere in quanto ugonotto. (Nel 1594 si convertì al cattolicesimo per poter prestare di nuovo servizio per il Re).
Del primo di questi due periodi è l'Harmonicon Coeleste, un testo in cinque libri mai pubblicato ma ancora disponibile come manoscritto (una copia autografa è nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, e un'altra copia di G. Borelli è nella Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma). Nell'Harmonicon Coeleste Viète presentò la sua visione tolemaica del cosmo in quanto egli credeva che l'ipotesi di Copernico non fosse geometricamente valida. Essendo un trattato di astronomia, l'Harmonicon contiene ovviamente anche molta trigonometria.
Nel 1571 Viète pubblicò un'opera di trigonometria, Canon mathematicus, nella quale presentò varie formule sulle funzioni seno e coseno. Questo lavoro costituisce il primo passo avanti della trigonometria dopo i risultati di Copernico e Rheticus. Il Canon, inoltre, fornì un impulso verso l'uso di frazioni decimali in luogo di quelle sessagesimali.
L'uso della virgola decimale vera e propria si attribuisce invece solitamente o a Giovanni Antonio Magini (1555-1617), un astronomo amico di Keplero e concorrente di Galileo alla cattedra di matematica a Bologna, nel suo De planis triangulisoppure a Christophorus Clavius, meglio noto in Italia come Cristoforo Clavio (1538 – 1612), un gesuita, matematico e astronomo tedesco, anch'esso amico di Keplero e noto soprattutto per il suo contributo alla definizione del calendario gregoriano, in una tavola di seni del 1593. Tuttavia la virgola entrò davvero nell'uso comune soltanto venti anni più tardi grazie sopratutto a Nepero. Ma di questo ci occuperemo in seguito.
Tornando invece a Viète, si può dire che fu l'algebra il campo nel quale egli fornì i contributi più importanti imprimendo a questa disciplina un forte impulso verso l'approccio moderno. Quello che vede l'algebra come una forma di ragionamento astratto e non, com'era accaduto per il periodo arabo fino all'inizio dell'età moderna, come un insieme di artifici per risolvere problemi. Prima di Viète, l'obiettivo principale di questa disciplina era rimasto la ricerca del valore dell'incognita, a quei tempi denominata "la cosa", in un'equazione con coefficienti numerici specifici senza avere alcuno schema generale per rappresentare un'intera classe di equazioni, come, ad esempio, quello attualmente in uso (ax2 + bx + c = 0) per rappresentare una qualsiasi equazione di secondo grado. Nella geometria, invece, per mezzo di una figura e di tre lettere si potevano rappresentare tutti i triangoli. Fu qui che Viète introdusse un principio convenzionale tanto semplice quanto rivoluzionario. Usò una vocale per rappresentare l'incognita e una consonante per rappresentare un numero noto introducendo così per la prima volta nell'algebra una netta distinzione tra il concetto di parametro e quello di incognita. A questo punto, usando tutte le notazioni simboliche allora esistenti, sarebbe stato possibile scrivere tutte le equazioni di secondo grado con l'unica formula BA2 + CA + D = 0. Ma né Viète né tanto meno altri matematici del tempo ebbero l'intuizione, o forse la possibilità, di elaborare una tale sintesi. L'algebra di allora rimaneva fondamentalmente un'algebra sincopata; infatti, sebbene Viète adottasse i simboli tedeschi per l'addizione e la sottrazione e usasse simboli diversi per parametri e incognite, per il resto usava ancora espressioni verbali e abbreviazioni.
Con Viète si osserva anche una chiara tendenza verso la correlazione tra la nuova algebra e la vecchia geometria di Apollonio. Il matematico francese arrivò a un passo dalla geometria analitica e, se non avesse evitato lo studio geometrico delle equazioni indeterminate, avrebbe potuto scoprire questa disciplina qualche decennio prima di Cartesio.
Anche la sua trigonometria, così come la sua algebra, fu caratterizzata da una accentuata possibilità di generalizzazione e ampiezza di vedute. Così, oltre a essere considerato il fondatore dell'algebra letterale, Viète potrebbe anche essere considerato il padre di quel metodo analitico generalizzato di trattare la trigonometria che a volte viene chiamato goniometria.

Ma oltre a Viète, in quel periodo, molti altri matematici si interessarono alla trigonometria e produssero manuali e compendi. Il termine stesso "trigonometria" fu coniato in quel periodo da Bartholomaeus Pitiscus  (Grünberg, 1561 – Heidelberg, 1613),che lo usò come titolo di un manuale pubblicato nel 1595.

Anche l'invenzione dei logaritmi avvenne in quegli anni, ma di questo parleremo nella prossima puntata che sarà su Nepero, Harriot, Oughtred e Recorde e l'introduzione di altri nuovi simboli.