domenica, dicembre 23, 2007

Una tranquilla giornata a Lipari

Martedì 11 settembre

Ci svegliamo prima delle 8, consumiamo la colazione e scendiamo in spiaggia. Lungo il tragitto compro una lussuriosa fetta di cassata.
Il cielo è terso, il mare è una spianata azzurro intenso, la temperatura è piacevolmente sotto ai 30°, soffia una gradevole brezza e ci sono poche meduse.
Riesco a nuotare per qualche centinaio di metri.
Torniamo a casa per pranzo: pomodorini, treccia siciliana, pizza pianca e mortadella.
Pisolino pomeridiano e nuova discesa in spiaggia.
La sera ceniamo da..... Filippino!
Caponata di totani,
tagliolini con pesce spada in brodetto, con un'ottimo aroma di menta,
maccaruni i casa alla Filippino, totani grigliati e babà farcito di ricotta al pistacchio.
Dopo cena compro in libreria Viaggio nelle Eolie di Alexandre Dumas. Nell'ultimo anno ho scoperto una mia passione per questi diari di viaggiatori dei secoli scorsi.

giovedì, dicembre 13, 2007

Il ritorno: random screening

All'aeroporto di Raleigh la gente indossa bermuda e ciabatte mentre io vado in giro con scarponi, maglione e giaccone di goretex.
Attraversando uno degli infiniti controlli mi dicono: "You've been selected for a random screening".
Mi fanno spostare sull'apposito tappeto, mi perquisiscono, tirano fuori tutto il contenuto dei miei bagagli, aprono tutte le buste e le scatole che trovano, sfogliano tutti i libri, quaderni e diari e rimettono tutto dentro alla rinfusa. Controllano inoltre con molta perizia le mie scarpe e persino le ciabatte da piscina che tenevo nel mio zainetto. Non è stata un'esperienza piacevole.
Piacevole invece è stato il rientro a casa. Pur non essendo presente Zucchero mi ha lasciato una letterina e il sugo pronto per i mitici paccheri con mozzarella di bufala. Tra un po' andrò a prenderla al lavoro.

domenica, dicembre 09, 2007

Un sabato nordcarolinese: sintonie e camminate

La temperatura è risalita. La massima oggi è stata di 20°.
Ho cominciato la giornata con un'ora di corsa nell'enorme campus dell'azienda per cui lavoro.
Dopodiché ho pranzato in albergo:
hummos e
insalata con gamberoni (condita con olio e aceto): gustosi. A fine pasto ho chiesto un espresso. Non mi aspettavo di certo il caffè italiano, ma dato che ho sviluppato una certa caffeino-dipendenza non so più rinunciare al caffè dopo pranzo.
La cameriera mi chiede: how many shots?
Dico: in che senso? Just a regular espresso.
Mi aspettavo la solita tazzina di ciofeca lunga. Non mi sarei mai aspettato quello che invece mi ha portato la cameriera: un bicchierone da coca-cola riempito a metà di pseudo-espresso: dose sufficiente a provocare un infarto al miocardio ad un bue muschiato.
Dopo pranzo sono uscito con il mio amico Andrew: un londinese conosciuto in Germania che da qualche mese si è trasferito qui a Raleigh. Nella vita si incontrano ogni tanto della persone con cui si è in sintonia e ci si capisce al volo. È strano. Ho notato che non dipende solo dalla vicinanza culturale. A volte non ci si capisce con alcune persone con cui abbiamo condiviso infanzia e adolescenza e ci troviamo invece in sintonia con altre nonostante l'educazione, la cultura e la lingua diverse. Ecco, Andrew è una di queste persone. Magari a volte si frequentano pure ambienti diversi, si hanno interessi divergenti; a volte i loro comportamenti ci fanno pure incazzare, però quell'intesa rimane.
Abbiamo chiacchierato piacevolmente camminando per tre ore abbondanti tra i sentieri di un enorme parco pieno di pini marittimi, torrenti
e laghetti. Abbiamo anche avvistato un capriolo, oltre a vari scoiattoli.
Anche la cena l'ho consumata in albergo: sea bass con una salsa piccante a base di olive, peperoni e pomodori. Inoltre ho scoperto finalmente il nome italiano di questo pesce: perchia striata. Pare che sia della stessa famiglia della spigola, che loro chiamano european bass.
Come maîtresse c'era una signora intorno ai 60 anni. Ha riconosciuto il mio chiaro accento italiano e si è presentata. Figlia di trapanesi emigrati a Nuova York. Nata e cresciuta nella grande mela. Abbiamo avuto una piacevole conversazione, ma in inglese, visto che sapeva parlare solo il trapanese.

giovedì, dicembre 06, 2007

L'America

Mercoledì 5 dicembre

6:50 sveglia. 8:10 taxi per Francoforte. 9:00 sull'autostrada i continui ed interminabili lavori causano le solite code. 10:00 arriviamo comunque in orario e dopo aver risposto oralmente e per iscritto alle usuali domande mi imbarco.
Riporto alcune delle più interessanti domande del questionario.

1. Avete malattie infettive, disordini fisici o mentali; oppure fate abuso di droghe o siete tossicodipendenti?

2. State cercando di entrare per commettere attività criminali o immorali?

3. Siete stati coinvolti in spionaggio, sabotaggio, attività terroristiche, o genocidio?

4. Siete stati coinvolti nelle attività del regime hitleriano?

... e altre amenità del genere.

11:00 quando siamo sulla pista per il decollo il pilota ci annuncia di essere stato informato dall'aereo retrostante che una delle nostre gomme sembra essere sgonfia. Dopo una decina di minuti di controllo ci riannuncia che era solo un pezzo di plastica che si era attaccato alla gomma. Decolliamo alle 12 senza ulteriori problemi. Leggo fino al pranzo: pollo, ""risotto"", carote lesse e insalata con ""Italian dressing"". Durante il pranzo mi vedo un film, di cui mi perdo il titolo, dalla trama scontatissima ma piacevole. Storiella d'amore. Protagonisti: una bimba che rimane orfana, la zia, presso la quale la bimba andrà a vivere, cuoca in carriera in un famoso ristorante ed un neoassunto affascinante secondo cuoco.
Dopo pranzo il mio vicino, che fortunatamente si è spostato nei sedili vuoti di fronte a me, si anestetizza i sensi con un rumoroso videogioco. Io continuo a leggere.
Consumo diverse lattine di succo di pomodoro. Bevanda con cui mi disseto solamente durante i voli lunghi.
Alle 15 ora locale (21 per me) atterriamo a Cincinnati. C'è la neve e fa un freddo cane (-2° circa). So già quel che mi aspetta: controllo immigrazione. Consegno la mia bella scheda dove ho dichiarato che non sono un ambasciatore della 'ndrangheta, né un genocida, né un ex-gerarca. Mi fanno quindi premere l'indice sul lettore: si presenta il solito problema di illeggibilità delle mie impronte. Stavolta non funziona neppure il metodo dello sfregamento dell'indice sulla fronte, così la guardia si procura una bottiglietta e mi spruzza del liquido sulle dita: "don't worry! It's just cleaner".
Nuovo controllo dei bagagli e delle scarpe. Devo ritirare il bagaglio per farlo controllare alla dogana dove consegno anche il mio secondo questionario: no, non porto terra e non sono stato recentemente in una fattoria.
Il mio volo dovrebbe essere alle 16:50 (22:50) ma viene ritardato alle 18 (00:00) a causa del maltempo.
Mi consolo con un "Italian sandwich" di Subway: il rivenditore di panini per macdonaldari pentiti che aspirano all'emancipazione gastronomica. Subway fa scegliere il pane e gli ingredienti. L'"Italian sandwich" lo preparano schizzando del ""pesto"" da un distributore tipo sapone liquido su una fetta di pane e dell'""aceto balsamico"" da un altro distributore sull'altra fetta. Poi dispongono sul pane fette già pronte di pomodoro e "mozzarella cheese"" (sottilette), lo inseriscono su un nastro che gli fa attraversare un forno elettrico: "it tastes better!", e all'uscita si possono aggiungere altri ingredienti a piacere.
Mi reimbarco. L'aereo è corto stretto e basso: appena sufficiente per la mia statura. Prima di decollare viene spruzzato del liquido sulle ali da un apposito mezzo con una sorta di idranti. Non avevo mai visto una cosa del genere... sarà forse collegato alle basse temperature?
Giungiamo a destinazione alle 19:30 (1:30). Alle 20 sono in albergo. Nonostante la stanchezza cerco di tirare avanti per abituarmi al nuovo fuso.

lunedì, dicembre 03, 2007

Sugarmanicaretti: cannelloni, gattó, involtini al cardamomo e crostata di crema

Durante lo scorso finesettimana Zucchero si è fatta travolgere da un vortice di creazioni gastronomiche.
Il fiore all'occhiello sono stati sicuramente i cannelloni di grano saraceno con ragù di porcini: gusto deciso che non consente rifiuti al bis. Neppure la bimba ha resistito.

Almeno 5 o 6 ore di preparazione...

tra pasta, sugo farcia e rollata.

Poi ci sono stati i delicati involtini di tacchino con funghi, prosciutto e cardamomo.

Un altro paio di ore.

Poi il gattó.

Un'altra ora e mezza abbondante.
E per ultimo, ma solo temporalmente, la crostata di crema al limone con pinoli.

Purtroppo, dopo la grande fatica gastronomica, Zucchero ha avuto una recidiva di faringite. Il medico le ha prescritto una settimana di letto.

Io mi sono limitato a preparare una mediocre zuppa sperimentale di cavolfiori, radicchio e patate.









mercoledì, novembre 28, 2007

Panarea e Stromboli

Lunedì 10 settembre
Alle 14:30 partiamo dal porto di Canneto alla volta di Panarea e Stromboli. La prima tappa è a Calajanca di Panarea. Il capitano della barca annuncia che ci troviamo in una delle spiagge più esclusive d'Italia, contemporaneamente un membro dell'equipaggio si libera della cicca di sigaretta gettandola in mare.
Ci lasciano fare il bagno. L'acqua è cristallina con riflessi verde-azzurro. Avvisto una sola medusa orlata di viola che nuota leggiadra in prossimità del fondo. Nuoto fino a riva ammirando i colori di diversi pesci.
Risaliamo in barca, sbarchiamo a Panarea e riprendiamo il viaggio verso Stromboli passando in prossimità di Lisca Bianca e Basiluzzo. Raggiunta l'isola ci fermiamo per qualche minuto a Ginostra senza attraccare. È il porto più piccolo d'Europa e l'attracco è consentito esclusivamente ai trasporti pubblici. In passato le imbarcazioni si dovevano fermare a una decina di metri dal porto e una barchetta sbarcava passeggeri e merci. In seguito è stato costruito un attracco di cemento da poter usare anche in caso di evacuazione improvvisa. Piano necessario soprattutto ora che pare che lo Stromboli stia evolvendo in un vulcano di tipo esplosivo.
Oltrepassiamo un'altra frazione e la Sciara del Fuoco mentre il vulcano ci regala periodiche esplosioni e conseguenti variazioni cromatiche dei fumi del suo respiro. Sbarchiamo infine a S. Vincenzo, la frazione più grande.
Alle 19 ci reimbarchiamo e dopo una breve circumnavigazione di Strombolicchio raggiungiamo di nuovo la Sciara del Fuoco all'imbrunire e di lì ci godiamo lo spettacolo. Alcune esplosioni colorano di rosso il cratere. Altre sono alte a sufficienza e riusciamo a vedere anche i lapilli.
Ceniamo in barca con pizza, peperonata e arancini alle melanzane.
Poco dopo le 20 si riparte e verso le 22:30 siamo di nuovo a Canneto.

giovedì, novembre 22, 2007

Castelli in aria di Edoardo Lombardi Vallauri

"Sono castelli di cristallo, questi che costruisce nell'etere il linguista fiorentino e romano, Edoardo Lombardi Vallauri": "esemplificazioni di cose complesse" come dice lui. Ho trovato estremamente interessanti queste riflessioni e domande su fatti e comportamenti della nostra natura umana.
Lombardi Vallauri analizza e smonta ragionamenti o luoghi comuni confermandoli o confutandoli al termine di una piacevole e logica passeggiata dialettica.

Queste esemplificazioni mi hanno indotto a riflessioni su me stesso e sulle persone che mi circondano.
Una delle puntate più interessanti è forse la ventinovesima "Frittate e grattacieli - Perseveranza ed eclettismo al vaglio della vita ... ". Qui il semplificatore classifica l'umanità in due tipologie: i grattacieli e le frittate. Mi sono subito ritrovato come frittata (ovviamente! mi direte: quando si parla de magna'!...). Ho pensato però che in un momento della mia vita ho avuto l'ambizione di essere un grattacielo, magari anche a più vette. Poi mi sono accorto che la mia natura era quella di frittata. Devo aggiungere però che ora mi ci trovo piuttosto bene in questa tipologia.
I grattacieli sono molto più rari. Se penso ai miei conoscenti me ne viene in mente solo uno che si avvicini a tale tipologia.

Ho dato uno sguardo al Curriculm di Lombardi Vallauri ed è impressionante. Tanto per citarne una ha tradotto opere scientifiche dal francese, dal tedesco e dall'inglese.
Ho anche visto che ha scritto un libro il cui titolo mi incuriosisce: "Capire la mente cattolica".

Mi sono piaciute particolarmente anche la ventitreesima puntata: "Natura Matrigna - Noi, menti illimitate condannate a vivere nello spazio e nel tempo....", che mi ha fatto notare che il pessimismo leopardiano non è poi così distante dalla critica di Voltaire all'ottimismo leibniziano e che mi ha insegnato un nuovo vocabolo tedesco: streben (dal Faust) che è l'opposto del Nirvana, della pace interiore buddista; la decima puntata: "Educare al dovere e al piacere - Il dovere è un mezzo, il piacere un fine..."; e l'undicesima: "Come e perché si discute - C'è davvero qualcuno che non vuole sempre avere ragione? ... "

Per ascoltare le puntate:
http://www.radio.rai.it/radio3/elenco.cfm?Q_PROG_ID=786

Per scaricare gli mp3 (si trovano solo le ultime puntate):
http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=3831

Pagina iniziale di Castelli in aria:
http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/castelliinaria/index.cfm

martedì, novembre 20, 2007

Anniversario a Lipari (da Filippino)

Domenica 9 settembre

È il nostro settimo anniversario. Passiamo la mattinata tra bagni, letture e punture di meduse. Dopo un pranzo in casa e un pisolino torniamo in spiaggia.
La sera festeggiamo: da Filippino ovviamente. Apprendo da uno dei proprietari che il ristorante possiede due barche e propongono solo il pesce pescato da esse.
Vengo a scoprire così che le aragoste vivono anche in alcune zone del mediterraneo, tra cui le Eolie. Io pensavo che fossero creature oceaniche. Quelle che si vedono nell'acquario stasera sono state pescate a Filicudi.
Prendiamo pasta con le sarde,
risotto al nivuro di siccia,
aragoste (erano proprio d'uopo lasciatemelo dire), caponata, sorbetto limone e more e mousse al limone. Tutto ottimo.
L'ammontare del conto non lo riporto ;-)

domenica, novembre 18, 2007

Zuppa di bieta, ceci e zucca - Risotto alla melagrana

Questa zuppa l'ho preparata per la prima volta domenica scorsa ispirandomi ad una ricetta della Cucina Italiana e modificandola un po'. È venuta bene: l'abbiamo usata per diversi pasti. Oggi ho voluto riprovarla aggiungendo un ingrediente molto comune in questo periodo: la zucca. È venuta meglio.

Ingredienti: (per 4 persone)
150 g di pasta da minestra, 600 g di bieta, 200 g di ceci secchi, 1/2 zucca, 100 g di cipolla, 80 g di carota, 50 g di sedano, 2 spicchi d'aglio, 2 foglie di salvia, timo, 1,3 l di brodo di carne, 80 g di parmigiano, 3 cucchiai d'olio d'oliva, sale e pepe.

Preparazione:
Lasciate i ceci in ammollo per almeno 8 ore. Cuoceteli quindi in pentola a pressione con un cucchiaio di sale ed un litro d'acqua per poco meno di 40 minuti.

Preriscaldate il forno a 200°, affettate la mezza zucca e infornatela per 30 minuti.

Eliminate la buccia dalle fette di zucca e riducetele a dadini.

Mondate la bieta, lavatela, scolatela.

Mondate il sedano, la cipolla, l'aglio e la carota. Tritateli insieme all'aglio, la salvia e il timo e fateli appassire in una pentola con 3 cucchiai d'olio.

Quando tutti gli odori si saranno appassiti aggiungete i dadini di zucca e un pizzico di sale.

Tritate grossolanamente la bieta, aggiungetela nella pentola, distribuitevi un pizzico di sale e fatela appassire mescolando ogni tanto.

Unite i ceci e il brodo bollente e fate cuocere per 35 minuti circa.
Aggiungete quindi la pasta, regolate di sale e lasciate cuocere per il tempo di cottura della pasta meno un minuto.

Condite quindi con olio a crudo, parmigiano, una generosa spolverata di pepe nero macinato fresco e gustatevi la zuppa. Noi ci siamo riscaldati le viscere gustandola per cena.

Abbiamo quindi concluso la cena con caldarroste e vino rosso.

Zucchero per pranzo invece mi ha preparato uno dei miei piatti preferiti: il risotto alla melagrana.

giovedì, novembre 15, 2007

Lipari: il ritorno (da Filippino)

Venerdì 7 settembre

Verso le 17:30 siamo a Lipari e verso le 20 siamo già seduti a tavola dal nostro amato Filippino. Il nome non ha nulla a che vedere con le isole orientali: il figlio del fondatore del ristorante si chiamava Filippo. I due figli di Filippino gestiscono ora l'eredità in modo magistrale.

Prendiamo un antipasto: sformato di pesce spada e capperi;

un primo: tagliolini di cernia e ricci;

e i deliziosi totani con pangrattato.

Sabato 8 settembre
Colazione da Subba, traslazione mattutina a Canneto, pranzo in casa con mozzarella e pomodori e puntata tardo pomeridiana alla spiaggia bianca. Lì faccio il mio primo bagno in mare della post-rinascita (escludendo quello accidentale di un anno prima a Tropea).
La sera siamo di nuovo da Filippino: tagliolini alle vongole, frittura, l'ottima caponata e l'indimenticabile mousse al gelsomino. Il cameriere ci dice che la base della mousse non è ricotta, ma crema chatilly: non siamo totalmente convinti.