mercoledì, dicembre 07, 2022

Sull’eloquio in pubblico

Riporto un commento di Stefano Massini, che ho ascoltato nella puntata del 6 novembre de La lingua batte, sul tema del parlare in pubblico. 

"In un discorso pubblico può capitare di perdersi ma quello che succede è che quella sporcatura, quell’imperfezione, quella macchia, quell’errore, in quel momento diventano un sigillo di autenticità.
È indubitabile che tu in quel momento sei una persona vera, una persona viva, che non c’è trucco. E che quando dici è frutto di quanto stai pensando, sentendo, vivendo in quel momento.

E se è vero che c’è chi fa presto a prendere la matita rossa e blu, è anche vero che quelle sono le persone che si comportano così per costume esistenziale. Sono quelli che si divertono a rilevare immediatamente il tuo errore. Così come rilevano immediatamente l’errore dei propri figli, del proprio collega, dei propri genitori.

Nel momento in cui sbagli, una parte di te si arrabbia, ma l'altra parte sa che in quel momento c’è chi si rende conto che non c’era trucco e che eri vero, in carne e ossa: un essere umano che parla, si esprime, comunica, e di tutto questo fa parte anche l'errore."

mercoledì, novembre 23, 2022

giovedì, novembre 03, 2022

Il gatto e la tartaruga

Propongo un frammento dal mio terzo libro, Il mistero della discesa infinita, che sarà in distribuzione nei prossimi giorni.

Luglio 470 a.C.

«Dunque, sono partito dall’ipotesi che quel gattaccio di Achille sia cento volte più veloce della mia Hermes. Quindi, nel momento in cui Achille avrà percorso lo stadio di vantaggio concesso alla tartaruga, la mia Hermes avrà percorso un centesimo di stadio e avrà ancora un piccolo vantaggio. Però… mi pare che non ci sia storia. Hermes potrà rimanere in vantaggio ancora per qualche istante ma, prima o poi, Achille la supererà».
«Uhm» fece Apollonia muovendo lo sguardo tra le frasche degli olivi come se seguisse quella corsa immaginaria.
«Non ne sarei così sicura».
«Che vuoi dire?».
Apollonia si fermò e scrutò il sottobosco che delimitava il sentiero. Poi raccolse un ramo sufficientemente dritto e cominciò a tracciare segni su un tratto più soffice di terreno.
Dapprima tratteggiò una lunga linea e poi i due concorrenti: il gatto Achille all’inizio e la tartaruga Hermes a circa tre quarti della linea.

«Allora, quando Achille avrà percorso lo stadio di vantaggio, Hermes sarà avanzata di un centesimo di stadio» disse tracciando degli archi tra le posizioni iniziali e quelle finali dei due concorrenti. «E quando Achille avrà percorso quell’ulteriore centesimo di stadio che lo separa da Hermes, la tartaruga ne avrà percorso un centesimo di centesimo» proseguì tracciando due archi più brevi. «E sarà ancora in vantaggio».

«Sì, ma prima o poi…».
«Prima o poi, che?» lo interruppe Apollonia. «Un discorso simile può essere ripetuto illimitatamente andando avanti con i centesimi di centesimi di centesimi di centesimi…» disse tratteggiando archi sempre più piccoli. «Ed Hermes avrà sempre un vantaggio che, per quanto piccolo, non sarà mai nullo».

«Per Zeus!» esclamò Zenone. «Come hai fatto a farti venire in mente un’idea così brillante?».

«Non so…» si schermì Apollonia. «Forse sono stata influenzata dal ragionamento usato in una dimostrazione che si insegna nella scuola pitagorica. Quella dell’impossibilità di esprimere la diagonale del quadrato di lato uno come rapporto tra due numeri». Zenone ebbe un sussulto. «Anche lì compare la ripetizione illimitata di un’operazione e quel processo genera una conclusione assurda» proseguì la ragazza. «E se la conclusione è assurda allora l’ipotesi di partenza deve essere falsa. Inizialmente quella dimostrazione veniva nascosta. Pensa che il pitagorico Ippaso venne punito per averla divulgata!».
Al suono di quel nome il sussulto si trasformò in vertigine.
«Ma… in questo caso», riuscì ad articolare Zenone dopo essersi ripreso, «quale sarebbe l’ipotesi di partenza sbagliata?».
«Mah, non mi pare ci sia un’ipotesi sbagliata. Il ragionamento sembra corretto».
«Allora… significa che il movimento è davvero un’illusione?».
«A meno che», aggiunse Apollonia dopo averci riflettuto, «il ragionamento sbagliato non sia proprio nella suddivisione dello spazio e del tempo».
«Ma se funziona nell’esperimento mentale perché non dovrebbe funzionare nella realtà?».
«Beh», fece lei, «l’esperimento mentale funziona attraverso una divisione numerica che va avanti illimitatamente.
Ora, io ho imparato dai pitagorici che i numeri aiutano a interpretare la realtà. Ma…», continuò la ragazza sempre più immersa nelle sue speculazioni, «c’è anche il precedente che citavo prima. Ippaso scoprì un oggetto a cui non corrisponde nessun numero. Scoprì una corda che non può essere misurata e che quindi emette un suono senza numero». Zenone la fissava ammirato. Nel frattempo avevano raggiunto la scuola e Zenone salutò degli allievi che ciondolavano davanti all’ingresso. Alcuni di loro guardarono la coppia con una certa curiosità. «Questo ci insegna che», riprese Apollonia ignorandoli, «sebbene i numeri siano un ottimo strumento per indagare la realtà, esistono aspetti di questa a cui non corrispondono numeri e, similmente, potrebbero esistere fenomeni immaginabili attraverso i numeri ma senza riscontro nel mondo reale».
«Vorresti dire che…».
«…che forse non si può andare avanti illimitatamente nella frammentazione dello spazio e del tempo. Se lo si può immaginare attraverso i numeri deve essere necessariamente vero anche nella realtà?».
«Uhm» fece Zenone. «Quindi potrebbe esserci un limite? Un’unità elementare di spazio e un’unità elementare di tempo che non sarebbero divisibili ulteriormente?».
«Potrebbe essere così. Oppure una tale unità indivisibile potrebbe esistere solo per lo spazio o solo per il tempo».
«Hai un’intelligenza insuperabile!» fece Zenone col fiato corto mentre attraversavano uno spazio angusto tra due edifici. «No, mi correggo. La tua intelligenza è superata solo dalla tua bellezza».
«Smettila!» ridacchiò lei. «Non sono bella!».
«Lo sei!» protestò lui prendendola per mano. «E l’intelligenza ti rende ancora più bella» continuò avvicinandola a sé.
I due giovani si fissarono intensamente per alcuni istanti. Poi...

venerdì, settembre 02, 2022

Il mio terzo libro: Il mistero della discesa infinita

Il mio terzo libro, "Il mistero della discesa infinita", edito da Scienza Express, sarà in distribuzione a partire da metà ottobre ed è già prenotabile nelle librerie fisiche e virtuali.

Argomenti
  • Amori, scoperte, lotte e intrighi tra le aule della scuola di Parmenide.
  • Un racconto divulgativo attorno alla figura di Zenone di Elea e del suo pensiero.
  • Ricerche, paradossi, viaggi, condanne e reincarnazioni nello scenario della Magna Grecia.

Libro
Un secondo giallo ricco di competizioni, amori, viaggi, matematica e filosofia nella Magna Grecia di Elea dove, nelle prime pagine del libro, incontriamo Zenone bambino.
Il ritmo incalzante e i dialoghi serrati trascinano il lettore in un vortice di azioni e pensieri in un tempo lontano.
Il giovane Zenone gioca, lotta e si innamora. Ascoltando le affascinanti storie di suo nonno apprende dell’esistenza di un oggetto misterioso che lo spingerà a frequentare la scuola di Parmenide e che gli condizionerà la vita. Nelle aule della scuola si appassiona e ricerca questioni filosofiche che gli daranno gloria e che lo porteranno fino alla lontana Atene. Ma gli procureranno anche contrasti e inimicizie. Tra viaggi, trame e intrighi Zenone si affanna a decifrare misteri. Ma qualcuno trama alle sue spalle…


Leggetelo, fatelo leggere e regalatelo!

Dove si trova?
È prenotabile in qualsiasi libreria o su

...e su molte altre librerie virtuali.

lunedì, agosto 29, 2022

Daniela Spalletta e Gegè Telesforo

Ieri ho scoperto una musicista straordinaria. 
Durante il viaggio verso Metaponto Daniela aveva letto di questo concerto di Gegè Telesforo a Matera e io avevo approvato con un entusiasmo moderato.
Le premesse non sembravano delle migliori:
un navigatore che ci fa preferire stradine che attraversano i colli della Murgia Materana, tra prati e oliveti, invece della comoda Appia; arrivo in ritardo; cena velocizzata (ma fortunatamente molto buona: Botega Culinaria. Ve lo consiglio vivamente!); corsa di 10 minuti per arrivare in tempo a Palazzo Lanfranchi, dove ci viene detto che, a causa delle forti piogge, è stato deciso di spostare il concerto a Casa Cava; altri 10 minuti di corsa per arrivare a casa cava.
Ma le disavventure finiscono qui. Perché ci ritroviamo in una sala concerti unica al mondo e assistiamo a uno spettacolo straordinario. Una combinazione di elementi di modernità, di tradizione, di improvvisazione ed estemporaneità molto coinvolgenti. Vi dico solo che il nipote tredicenne senza alcun interesse musicale si è divertito. Quasi come gli zii.

E la ciliegina sulla torta è stata scoprire musicista formidabile come Daniela Spalletta. (Anche Gegè Telesforo è eccezionale, ma quella non è stata una scoperta). Solo per farvi un'idea: 


mercoledì, agosto 17, 2022

Gigi Proietti e il teatro musicale (musica lirica)

Da Suona l'una - La musica di Gigi Proietti

"La musica lirica era quella che mi mancava. Da buon jazzofilo ero sempre stato molto ironico nei confronti dei tenori, dei soprani. Invece, quando mi hanno offerto la prima opera, che era una Tosca di Puccini, ho pensato che avevo sbagliato tutto. Non avevo capito che mi mancava un'esperienza culturale fondamentalmente. È stata una scoperta enorme e, studiando La Tosca, mi sono innamorato pazzamente di Puccini. Mi sono reso conto di quanto sbagliamo a rifarci a certe esperienze americane e a non partire dal nostro grande patrimonio musicale."

mercoledì, agosto 03, 2022

La Via di Francesco nel Lazio, partendo da piazza San Pietro e andando a cercare il Nepal dietro casa.

Di recente ho scoperto questa nuova serie di podcast di Radio 3.
 
"260 chilometri in 10 giorni di cammino lungo la Via di Francesco nel Lazio, partendo da piazza San Pietro e andando a cercare il Nepal dietro casa. Seguendo le direttrici della Salaria e della Tiberina, incontrando chi abita il territorio della Sabina, scoprendo un mosaico di storie di comunità, un viaggio fatto di paesaggi remoti a pochi chilometri da casa."

Tracce - Storie di cammini

Ne consiglio l'ascolto a tutti e, in particolare, ai Sabini.

venerdì, luglio 22, 2022

Parmenides Reloaded: tra eleatismo e moderne teorie dei campi

Oltra al libro di Giovanni CerriGustavo E. Romero, Parmenides Reloaded 1, è un altro dei testi a cui mi sono ispirato quando ho scritto le parti del mio nuovo (e ancora inedito) libro che citano il pensiero parmenideo.

Il professore di astrofisica relativistica Romero descrive la sua visione di uno spazio-tempo quadridimensionale e non dinamico in cui il divenire, quindi il tempo, non è una proprietà intrinseca della realtà. Questa e altre caratteristiche rendono la concezione romeriana dell’universo molto simile a quella parmenidea.

Nel suo poema, descritto da Romero come il primo esempio conosciuto di un sistema deduttivo applicato alla realtà fisica, Parmenide afferma che il divenire è un’illusione e che la realtà è immutabile, eterna e immobile. Molti secoli dopo, dice Romero, con l'avvento delle teorie dei campi, diventa chiaro che il cambiamento può avvenire anche in un universo completo. Infatti, una perturbazione in un campo che riempie l'inntero universo è un cambiamento.
Tuttavia, sebbene il concetto di cambiamento sia “centrale nel modello multiforme dello spazio-tempo, una volta che la geometria della varietà è determinata da un campo tensoriale che rappresenta la distribuzione di energia e quantità di moto, la sua struttura è fissa. I punti della molteplicità rappresentano eventi, ma non vi è alcun evento o cambiamento che influisca sullo spazio-tempo nel suo insieme. Lo spazio-tempo quadridimensionale, rappresentato matematicamente dal molteplice, è immutabile, eterno, immobile, unico, proprio come l'universo parmenideo. Gli oggetti che popolano l'universo sono quadridimensionali. Hanno "parti temporali", così come parti spaziali. In questo modo, il bambino che ero, è solo una parte di un essere più grande, io, che è quadridimensionale. Ciò che chiamiamo "nascita" e "morte" sono solo confini temporali di un tale essere. Il cambiamento appare solo quando consideriamo fette tridimensionali di oggetti quadridimensionali. Nelle parole di Max Tegmark: ‘Il passare del tempo è un'illusione. Abbiamo questa illusione di un mondo mutevole e tridimensionale, anche se nulla cambia nell'unione quadridimensionale di spazio e tempo della teoria della relatività di Einstein. Se la vita fosse un film, la realtà fisica sarebbe l'intero DVD: i frame futuri e passati esistono tanto quanto quello presente’”.
Romero offre anche un confronto tra spazio-tempo parmenideo e una sua interpretazione del pensiero di Eraclito proponendo che, a differenza di quanto si è pensato per millenni, probabilmente per una tradizione che ha origine in Platone, queste due visioni non siano incompatibili. Il kosmos (o spazio-tempo in una visione moderna) potrebbe essere immutabile e comunque formato da cose mutevoli, come il fiume di Eraclito.
Romero conclude affermando che Parmenide esiste in una regione dello spazio-tempo situata tra Elea e la Grecia, tra la fine del VI sec. a.C. e la metà del V sec. a.C., e per un po’ di tempo condivise il suo presente con Zenone. “Io”, scrive Romero, “esisto in un’altra regione dello spazio-tempo e non incontrerò mai Parmenide. Ma popoliamo entrambi lo stesso spazio-tempo e per questo mi sento fortunato”.

Marco Fulvio Barozzi ha scritto una recensione dell’articolo di Romero più approfondita della mia.

1 Foundations of Science 17 (3):291-299 (2012)

lunedì, giugno 06, 2022

Alessandro Barbero: la storia come caos di cose che si sovrappongono e si contraddicono

Riporto un'interessantissima considerazione di Alessandro Barbero sulla ricerca compulsiva delle cause degli eventi storici.

Barbero conclude affermando:
"La storia è esattamente come le nostre vite: un caos di cose che si sovrappongono, che si contraddicono, di casualità, di azioni altrui. Metterci ordine significa capire, ma significa anche falsificarle un pochino."

"Io, da storico, comincio ad averne abbastanza di questa nostra compulsione a cercare le cause delle cose. Perché tu ricostruisci degli avvenimenti ed è già tanto se riesci a capire come si sono svolti, che cosa è successo. E poi le persone vogliono sapere: perché? E i perché sono difficili da ricostruire e sono sempre provvisori. Ad esempio, nella discussione sulle cause della guerra civile americana si è detto che le cause fossero da ricercare nel fatto che si voleva abolire la schiavitù. Poi per trent’anni si è detto: no non è vero niente; sono gli Stati del sud che hanno un’economia in conflitto con quelli del Nord. Poi si torna a dire: no abbiamo capito che era davvero la schiavitù il problema.
Tutto questo è interessante perché è un esercizio continuo di scavo, di approfondimento e di argomentazione. Ma sono sempre operazioni un po’ artificiali perché mettono ordine nella realtà quando la realtà ordinata non è. La storia è esattamente come le nostre vite: un caos di cose che si sovrappongono, che si contraddicono, di casualità, di azioni altrui. Metterci ordine significa capire, ma significa anche falsificarle un pochino.
...
Quando un evento storico è accaduto, proprio per questa nostra compulsione di trovare le cause, ci precipitiamo alla ricerca dei segni premonitori e, regolarmente, li troviamo.
Io stesso ho scritto che la catastrofe di Adrianopoli è legata alla corruzione del sistema romano nel IV secolo. Ma il sistema romano di 300 anni prima era altrettanto corrotto e non è collassato per niente. Anzi ha conquistato il mondo. Quindi io sarei sempre prudente."

lunedì, maggio 23, 2022

Quei 222,1 miliardi del Fondo per la ripresa e quei 49 milioni rubati

 

1.   Il tuo paese è in grande difficoltà a causa della pandemia e l’Unione Europea, anche a seguito di una richiesta del tuo paese, fa un passo inedito e impensabile fino a qualche mese prima:

a.       Sospende la maggior parte dei vincoli finanziari del Patto di stabilità e

b.       Approva il Next Generation EU (o Fondo per la ripresa) un fondo dal valore di 750 miliardi di euro per sostenere gli Stati più colpiti dalla pandemia

c.       Di questi 222,1 miliardi di euro andranno al tuo paese

2.       Ovviamente, affinché i fondi vengano elargiti  l’Unione Europea impone alcune clausole, tra le quali “un piano per definire un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026”.

3.       Il governo del tuo paese accetta ben volentieri le richieste.

4.       Tu (forse anche per motivi di convenienza ed elettorali) chiedi di entrare in un governo che ha tra i principali obiettivi quello di definire il suddetto piano.

5.       Quando a distanza di due anni l’Unione Europea pone qualche domanda su quel piano tu strilli: “l’Unione Europea vuole massacrare i lavoratori, le imprese e i risparmiatori italiani!!”, ovviamente per ragioni propagandistiche. Fingendo di dimenticarti di quei 222,1 miliardi di euro e anche di quei 49 milioni di euro che il tuo partito ha rubato ai contribuenti del tuo paese.


domenica, maggio 15, 2022

Padre Martini, i numeri e l'estetica musicale

Già padre Martini, il francescano al cui severo esame di contrappunto si sottopose un non ancora quindicenne Wolfgang Amadeus Mozart, si poneva domande su questioni di estetica musicale che ho sempre trovato molto interessanti.
Nel piacere suscitato dall’ascolto di un brano musicale qual è il ruolo delle sensazioni istintive e quale quello dell’intelletto?
E propone anche delle risposte.

Nella prefazione al suo monumentale progetto – una prima opera completa sulla storia della musica – padre Martini scrive:
“È un’impresa difficile, perché bisognerebbe conoscere la lingua dei popoli di cui mi voglio occupare, la loro poetica, la loro metrica, la loro storia. E, naturalmente, avere anche nozioni scientifiche, di fisica soprattutto. E chissà quali erano i loro strumenti. Però ho letto tutto quello che era possibile leggere.

Anzitutto bisogna dire che esistono tre specie di musica:

  • la prima, quella che move ed alletta col mezzo dei nostri sensi;
  • la seconda, quella che alletta e move l’intelletto;
  • la terza, quella che è l’uno dell’altro, cioè intelletto e sensi move e alletta.
Un esempio della prima? Il canto degli uccelli.
Un esempio della seconda? Una fuga, un contrappunto. Dove sono i numeri, le proporzioni, le regole dell’armonia ad avere la meglio. Questa è la musica che piace agli eruditi.
La terza specie quella che move ed alletta sia l’intelletto sia i sensi è la più degna, perché move l’orecchio con la dolce soavità naturale delle voci. Le voci degli strumenti e le voci umane."

mercoledì, aprile 27, 2022

Nipoti e cubo di Rubik

La breve ricerca condotta sul cubo di Rubik per insegnare le strategie al nipote decenne mi ha riportato ai primi anni ‘80, quando, ingenuamente, pensavamo di risolvere il cubo a intuito – o almeno così pensavo io da bambino – e ideavamo anche espedienti per risolverlo barando.

Oggi, dopo aver sperimento uno degli algoritmi per la sua soluzione, mi sono convinto che risolverlo a intuito sia quasi impossibile per una mente ordinaria come la mia.
Di certo posso dire che l’allievo decenne, avendo già imparato a memoria tutto l’algoritmo per risolverlo completamente in pochi minuti, ha velocissimamente superato lo zio cinquantenne, che non è ancora arrivato a risolvere l’ultimo strato.

venerdì, aprile 22, 2022

Marino Sinibaldi diuscute sul paragone tra nostra storia partigiana e chi combatte contro l'invasione del proprio paese

Da Tutta la città ne parla di oggi:
"Si può fare un paragone tra la nostra storia partigiana e chi combatte contro l'invasione del proprio paese? Luciano Canfora professore Emerito di Filologia greca e latina all'Università di Bari, Albertina Soliani vicepresidente Anpi. Marino Sinibaldi presidente Cepell, già direttore di Radio3, Beppe Giulietti giornalista, presidente FNS, Angelo D'Orsi, storico, Carlo Greppi, storico"

Riporto una sintesi della risposta di Marino Sinibaldi a Luciano Canfora.

"Mi meraviglia che uno storico come Luciano Canfora trovi un antefatto che giustifichi quanto accade oggi. La catena degli antefatti in quelle terre martoriate è lunghissima. Gli antefatti sono talmente numerosi che ci paralizzano. Mi sembra che si tenti di risalire indietro nella storia per negare ciò che è così evidente.
Primo che c’è una resistenza. Secondo che non si può usare la categoria della complessità per evitare di vedere la realtà. La realtà è una guerra di annientamento.
Io tenderei a vedere quanto sta accadendo, vedrei il regime di paura e di ferocia che Putin ha esibito nel suo paese. Trovo che le immagini di quel dialogo di ieri con il suo ministro siano qualcosa di spaventoso o di grottesco. Emerge tutta la trama di paura, di ferocia, di obbedienza. E di fronte a questo, un antifascista, un resistente, un democratico, non può che sentirsi scandalizzato. Dopodiché, siamo tutti tormentati da quale scelta fare, però se gli ucraini non avessero resistito Putin avrebbe vinto e avrebbe dimostrato che la guerra paga.
E tutti gli autocrati e i guerrafondai del mondo guardano a Putin e vogliono imitarlo.
Con il sentimento della paura le autocrazie prosperano mentre le democrazie sono in crisi."

Per la versione integrale: Tutta la città ne parla di oggi.



martedì, marzo 08, 2022

Un’analisi delle questioni etiche in gioco nella guerra tra Russia e Ucraina - di Vito Mancuso

Condivido alcuni brani da questo articolo di Vito Mancuso: “Sono contrario alla guerra ma le armi vanno inviate
Contiene un’analisi delle questioni etiche in gioco che mi sento di condividere. Per farsi un’idea precisa delle considerazioni di Mancuso l’articolo andrebbe letto nella sua interezza. Richiede qualche minuto di lettura ma ne vale la pena. Qui riporto solo solo un paio di punti salienti.
 
«Ci sono domande alle quali non si vorrebbe rispondere perché si conosce la complessità della situazione, non riducibile a un sì o a un no. Eppure a volte rispondere è necessario, assumendosi i rischi della coscienza morale in azione. Mi chiedono: “Sei a favore dell’invio di armi in Ucraina?”. Rispondo: “Sì, sono a favore”. Credo occorra ascoltare il loro appello e non lasciarli soli, condivido la posizione dell’Ue e del governo. Ribattono: “Ma allora tu sei a favore della guerra! Appoggiando l’invio di armi, dici sì alla guerra, versi benzina sul fuoco, alimenti la carneficina!”.
L’obiezione proviene soprattutto da chi dichiara di volere la pace più di ogni altra cosa…

Anch’io però amo la pace, ho speso buona parte della vita a servirla e fondarla eticamente, e non per questo le mie conclusioni sono di lasciare inascoltato l’appello degli ucraini e di non aiutarli militarmente nella loro difesa dall’aggressione russa…

(Tuttavia)… mi ritrovo colmo di perplessità e per sciogliere il nodo cerco di esercitare l’intelligenza spronandola al suo principale lavoro da cui tutto il resto dipende: capire. Ma cosa c’è da capire?…

(Sostengo) che la Storia a volte non consente di optare per la guerra o la pace, come oggi vuole chi, dichiarandosi a favore della pace, è contro l’invio di armi agli ucraini. Talora non si dà guerra “o” pace, bensì guerra “e” pace, con la congiunzione “e” a connettere intimamente i due fenomeni. …

La pace non è mera assenza di guerra, è piuttosto un atteggiamento interiore, io penso sia una diversa volontà di potenza e la definisco “coraggio” nel senso etimologico di “azione del cuore”. Ma l’insegnamento pressoché unanime delle tradizioni spirituali e filosofiche è che la pace, non solo non è mera assenza di guerra, ma, per essere veramente servizio della vita e non imposizione (come la “pax romana”) o ideologia mascherata (come l’odio antioccidentale di alcuni), può essere anche presenza di guerra. In che senso? Nel senso che deve contenere in sé anche la possibilità della guerra come legittima difesa. In questo caso si ha la guerra “giusta”, contemplata unanimemente dalle maggiori tradizioni filosofiche e spirituali.
La guerra di Putin non è giusta perché: 1) l’autorità che la conduce è democraticamente illegittima in quanto regime liberticida che nega la libertà, censura l’informazione, incarcera gli oppositori (Navalny), talora li uccide (Politkovskaja, Nemcov, Litvinenko); 2) la sua causa è palesemente l’attacco, non la difesa, come afferma una dichiarazione sottoscritta da migliaia di scienziati russi e presentata su questo giornale da Elena Cattaneo; 3) ha come finalità il controllo di un Paese sovrano per ridurlo a proprio vassallo. Al contrario, la guerra condotta dall’Ucraina è giusta perché: 1) viene condotta da un governo eletto democraticamente; 2) è motivata dalla naturale volontà di difendere il proprio Paese e la vita dei cittadini; 3) ha come fine la libertà. Ne viene che questa guerra è ingiusta e giusta al contempo, a seconda della posizione, e non è del tutto vero quanto pensava Gino Strada secondo cui “la guerra giusta non c’è: nove vittime su dieci sono civili”: è vero per la guerra di Putin, è vero per la guerra degli Usa che intendevano esportare la democrazia costruendo menzogne, è vero per ogni altra guerra di aggressione. Non è vero però per la guerra degli ucraini e per ogni altra guerra di difesa. Il fenomeno Storia è complesso, richiede un’intelligenza delicata e priva di certezze a priori: si pensi alla Seconda guerra mondiale che fu al contempo aggressione nazifascista e lotta contro il nazifascismo e resistenza, e prima ancora si pensi a tutte le guerre di indipendenza che hanno consentito ai popoli oppressi di raggiungere la libertà. Il che attesta che a volte nella Storia non si dà la possibilità di scegliere o guerra o pace, ma le si deve tenere insieme entrambe: e guerra e pace. Volere la pace significa: a) preparare in tutti i modi la pace; b) essere altresì pronto a una guerra di difesa dall’ingiusto aggressore.
La pace e la guerra sono quindi sullo stesso piano? No, la pace è infinitamente superiore, ma proprio per questo essa contiene la possibilità (estrema ma reale) della guerra. Essa non è il contrario della guerra, ne è il superamento. L’insegnamento da trarre è che le opzioni di guerra non devono essere escluse a priori e che talora purtroppo è necessario ricorrervi. Ha scritto al riguardo Gandhi, il più celebre padre della non-violenza: “Supponiamo che un uomo venga preso da una follia omicida e cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi, e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo. Chiunque uccida il pazzo otterrà la gratitudine della comunità e sarà considerato un uomo caritatevole” (Teoria e pratica della non-violenza, p. 69). …

rimane la seconda obiezione di tipo pragmatico secondo cui l’invio di armi agli ucraini contro i russi non serve a nulla a causa della sproporzione delle forze. Si tratta però di un argomento che suppone competenze militari non in mio possesso, io mi posso limitare a dire che se un bambino viene malmenato da un energumeno impazzito non è che io non intervengo perché se no costui si arrabbia ancora di più. …

Occorre inoltre tenere presente che la guerra riguarderà sempre più anche il popolo russo, consegnato dal suo dittatore a un nero futuro: se si vuole la pace, anche i russi sono da aiutare ascoltando le loro ragioni, onorando la loro maestosa cultura, non emarginandoli come reietti. Soprattutto dovremmo sorvegliare attentamente la nostra coscienza per far sì che non vi entri il veleno dell’odio, neppure di fronte alle immagini più strazianti della guerra iniquamente condotta da Putin. I russi infatti, per quanto ora costretti a obbedirgli, non sono Putin, così come i tedeschi non erano riducibili a Hitler, gli italiani a Mussolini, i serbi a Milošević, l’umanità a Caino. Nella Amsterdam occupata dai nazisti, una giovane donna ebrea, Etty Hillesum, poi uccisa ad Auschwitz, scrisse in una lettera datata dicembre 1942: “So che chi odia ha fondati motivi per farlo. Ma perché dovremmo sempre scegliere la strada più corta e a buon mercato? Ho potuto toccare con mano come ogni atomo di odio che si aggiunge al mondo lo rende ancora più inospitale”.»

venerdì, marzo 04, 2022

La linguista Valeria della Valle sulla pronuncia di termini latini usati anche in inglese

Riporto un intervento della linguista Valeria della Valle sulla pronuncia di termini latini usati anche in inglese.
"...chiudo la rassegna con media. Parola latina usata per indicare i mezzi di comunicazione. Su questa parola ci sono pareri discordanti.
Molti preferiscono la pronuncia all’inglese, perché il termine ci è arrivato da quella lingua. Ma io continuo a considerarla quello che è, il plurale del latino medium, e a non trovare una buona ragione per pronunciarla all’inglese.
Io manterrei la pronuncia delle parole latine senza anglicizzarle. E questo non solo per rispetto alla tradizione, e in particolare a una lingua importante come quella latina, ma per non cadere nel grottesco camuffando da inglese ciò che è latino."

Tipi di populismo

Credo che esistano almeno due poli del populismo.
Uno è concentrato in un’estrema semplificazione della realtà volta a trovare un cattivo e un nemico al di fuori di noi e della nostra comunità.
L’altro, invece, semplifica la realtà concentrandosi nel trovare un cattivo e un nemico interno.

La storia con lieto fine del viaggio di Alì Ehsani

Segnalo una puntata radiofonica da non perdere.
 
È la storia con lieto fine del viaggio di Alì Ehsani: cinque anni e raggiungere l’Italia dall’Afghanistan.
"Dal 2003 Alì vive a Roma dove ha potuto studiare, si è laureato in Giurisprudenza, lavora come insegnante e ora aiuta i profughi afghani in fuga dopo il ritorno dei Talebani."
La storia è commentata da Pietro del Soldà e Ilaria Gaspari.

lunedì, febbraio 28, 2022

"Empatia in un mondo a rischio"

"L'empatia è un atto individuale legato all'incontro corporeo con un altro essere umano. Un atto quindi che produce emozione, aspettative e può portare a conoscenze e quindi anche all'azione. ...
Quando io penso di mettermi nei panni dell’altro, mi metto nei miei panni o nei suoi panni? Cioè mi immagino che cosa proverei nella sua situazione oppure immagino che cosa prova lui/lei nella sua situazione? Questa sembra una differenza minimale ma, invece, è molto importante perché io non sono l’altro o l’altra, però tento di avvicinarmi alla situazione e al luogo in cui lui/lei sta. Ecco, facendo questo movimento mi si apre un orizzonte più ampio rispetto a l'esperienza che faccio in prima persona. Ed è interessante il fatto che è l’immaginazione, la capacità della mente che mi permette di viaggiare in una differenza tra me e l’altro."

Citazione dalla puntata "Empatia in un mondo a rischio" (intorno al min 40) della trasmissione radiofonica Uomini e profeti.

giovedì, febbraio 17, 2022

I rituali nella fruizione della musica "classica"

Credo sia comprensibile che, attraversando i secoli, delle ritualità si accumulino intorno a certe forme d'arte. Ma forse per la musica cosiddetta classica abbiamo raggiunto livelli che ne compromettono la freschezza e la spontaneità.

Giusto per citare un esempio: ai tempi di Mozart gli applausi durante un'esecuzione erano auspicati e graditi al compositore. (Vedi commento di Giovanni Bietti intorno al minuto 26 della puntata "Le sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart"). Mentre i pochi malcapitati che ai nostri giorni provano ad applaudire prima che un brano sia completamente terminato vengono guardati con un misto di rimprovero e compassione dagli eruditi delle sale da concerto. Per non parlare di tutto il resto della ritualità indiscussa ma altrettanto fossilizzata.
Forse ormai è parte della nostra cultura ed è bene conoscerla. Tuttavia mi chiedo se questo alone di sacralità sia davvero utile o piuttosto contribuisca ad allontanare potenziali fruitori da questa musica d'arte.

venerdì, febbraio 04, 2022

Casellati: la seconda carica dello Stato durante lo scrutinio per l'elezione del Presidente della Repubblica

Ecco come la seconda carica dello Stato ha speso una larga parte del suo tempo durante uno dei momenti più solenni per la Repubblica, in cui lei aveva un ruolo attivo.


Tra l’altro nel 2020 la presidente del senato si era anche resa responsabile di una scenetta degna di una trama da commedia all’italiana:
Era in ritardo per una cerimonia in cui sarebbe dovuta arrivare prima del presidente della Repubblica. e, nel tentativo di sorpassare il corteo presidenziale, l’auto della sua scorta ha speronato la fiancata di un’auto della scorta di Mattarella.
Mattarella a Vo', sorpasso azzardato dell'auto della Casellati. Contatto con il veicolo della scorta del Quirinale

lunedì, gennaio 31, 2022

La fallacia della raccolta delle ciliegie

La fallacia della raccolta delle ciliegie descrive l'atteggiamento, spesso inconscio, di chi si concentra sui (pochi) fatti che confermano la propria tesi ignorando i (molti) fatti che potrebbero confutarla.

Ho l'impressione che ne cadiamo vittime molto più spesso di quanto pensiamo.

sabato, gennaio 29, 2022

Elezione del nuovo Presidente della Repubblica

In queste ultimi giorni vedo commenti che lamentano vergognosi pasticci e mercanteggiamenti per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Potrei capire l'osservazione se venisse da un giovane alla prima esperienza, ma, altrimenti, credo che manchi la memoria delle precedenti elezioni, che molto spesso si sono concluse dopo molti scrutini e lunghe trattative.

Quanto sta accadendo a me pare una normale dialettica democratica che occorre anche in situazioni simili (con ovvie variazioni dovute a usi e costumi diversi) di parlamenti di altri paesi.

Non credo sussista necessariamente un correlazione del tipo tanti scrutini e tante trattative implicano uno scarso risultato. 
Tanto per citare un esempio, Cossiga fu eletto al 1° scrutinio e Pertini al 16°.

A giudicare dall’elenco dei presidenti della Repubblica del passato, e soprattutto degli ultimi tre decenni, i risultati non sembrano pessimi: Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella. E il metodo è stato sempre lo stesso. 
Abbiamo avuto episodi poco virtuosi anche nel passato? Beh, ricordate la vicenda della candidatura di Prodi del 2013?

E comunque, dalle voci di queste ultime ore, pare proprio che si ripeterà una storia simile a quella del 2013.

lunedì, gennaio 24, 2022

Il controllo delle proprie vite

Quasi tutti nutriamo il desiderio di controllare le nostre vite. Di esserne i timonieri che si dirigono verso nuove e meravigliose terre schivando abilmente gli uragani. Ma quel desiderio può trasformarsi in una prigione. In un’ossessione che ci rende schiavi delle nostre paure. L’unico modo, certamente non banale, per liberarsi è imparare ad accettare l’aspetto aleatorio e imprevedibile dell’esistenza. Capire che, per quanto si faccia del meglio per navigare lungamente e virtuosamente, l’uragano inatteso può arrivare. Anche senza colpe. Anche senza errori. Una tale consapevolezza potrebbe sembrarci terrificante. Invece ci permette di navigare con più leggerezza e di apprezzare le bonacce.

giovedì, gennaio 20, 2022

"La vera vita" di François Jullien

"Può capitare talvolta, in quei rari momenti in cui riusciamo a ignorare i problemi e le faccende quotidiane, che si faccia in strada in noi un sospetto terribile e vertiginoso. Cioè che non stiamo vivendo veramente la nostra vita. Ne scaturisce un disagio molto diffuso su cui le pseudo filosofie del "vivere bene" si gettano offrendo manuali con formule risolutive. Mentre la vera vita non è definibile in questo modo. Non ci sono ricette. È il tentativo continuo di cercare una coincidenza tra quello che sentiamo di essere e le cose concrete che poi nella vita ci troviamo a fare. Un esercizio che poi non finisce mai perché a ogni nuova situazione la vita fatalmente tende a scollarsi e a de-coincidere da se stessa"


Citazione da "La vera vita" di François Jullien letta da Pietro Del Soldà nella puntata "Le scelte dei padri" della trasmissione radiofonica Zarathustra.

giovedì, gennaio 13, 2022

La trappola del perfezionismo: Josh Cohen

"Gli psicologi collegano la diffusione dell’ansia perfezionista, soprattutto tra i giovani, all’atmosfera di precarietà e competizione generata dal libero mercato. E mettono in discussione il concetto di merito. La richiesta di perfezione può essere soffocante ma un perfezionista può sentire anche che i suoi successi siano l’unica cosa che lo tiene insieme. Quando siamo sopraffatti dalla vita e ci puniamo per le nostre inadeguatezze, un punteggio stellare a un esame oppure 1000 mi piace su Instagram possono dare invece la fugace sensazione che tutto sia sotto controllo. Può sembrare che il perfezionismo sproni al successo da adulti ma in verità è un atteggiamento fondamentalmente infantile. Ci fa credere che la vita finisce se rinunciamo alla speranza di diventare la versione migliore di noi stessi. Al contrario quello è il momento in cui la vita può finalmente cominciare."

Citazione di Josh Cohen ascoltata nella puntata "Liberi di non scegliere" della trasmissione radiofonica Zarathustra.

venerdì, gennaio 07, 2022

Ringraziamento all'associazione ALCLI "Giorgio e Silvia"

 

Vorrei ringraziare di cuore l'associazione ALCLI "Giorgio e Silvia" che sta ospitando gratuitamente i miei genitori nella loro Casa di Accoglienza.

Strutture simili offrono un sostegno impagabile a chi, malato e spesso anziano, si troverebbe nella situazione di dover viaggiare quotidianamente per sottoporsi a cure mediche.

L'ALCLI "Giorgio e Silvia", così come associazioni simili, si regge sul lodevole impegno di volontari e sulle donazioni.