Si deve essere proprio bravi per riuscire a costruire così bene una storia intorno a un tema così complicato e delicato. Ed è difficile credere che Miele sia un'opera
prima. La Golino riesce ad affrontare quel tema senza sconti ma lo
fa con la giusta alchimia di attese; di domande che trovano o evocano risposte
al momento giusto; di relazioni - superficiali e insignificanti alcune spigolose
e profonde altre - che delineano una personalità complessa e affascinante; e senza perdersi mai in disquisizioni ideologiche.
Ma nella storia c'è anche leggerezza. Molto difficile da inserire ma anche necessaria quando si trattano questi temi.
Da qui in poi si rivelano pezzi di trama
Molto ben costruito e descritto il bel rapporto (forse l'unico reale e intenso) che si crea tra Irene/Miele e l'ingegnere. Il finale non è per niente scontato, ma, nonostante la drammaticità riesce nell'impresa di lasciarci con la leggerezza di un sorriso e di un foglio di carta che si libra in volo sotto le volte della cupola della Moschea Blu.
Ma nella storia c'è anche leggerezza. Molto difficile da inserire ma anche necessaria quando si trattano questi temi.
Da qui in poi si rivelano pezzi di trama
Molto ben costruito e descritto il bel rapporto (forse l'unico reale e intenso) che si crea tra Irene/Miele e l'ingegnere. Il finale non è per niente scontato, ma, nonostante la drammaticità riesce nell'impresa di lasciarci con la leggerezza di un sorriso e di un foglio di carta che si libra in volo sotto le volte della cupola della Moschea Blu.
Da non perdere (ma controllate prima qual è il tema).
Mi è anche venuta voglia di leggere il romanzo "Vi perdono" di Angela Del Fabbro (Mauro Covacich) a cui il film è ispirato.
Mi è anche venuta voglia di leggere il romanzo "Vi perdono" di Angela Del Fabbro (Mauro Covacich) a cui il film è ispirato.
2 commenti:
Quando si trattano temi etici di questa portata generalmente ci sono i soliti integralisti cattolici che si stracciano le vesti, si indignano perché pare che solo loro hanno la verità rivelata. Invece questo bel film x fortuna, grazie alla regia pregevole della Golino, non si è tirato dietro le solite polemiche. Bravissima anche Jasmine Trinka che tenevo d'occhio già ai tempi de"La stanza del figlio"
Sì, è stata davvero brava. Ha mostrato prospettive diverse ed è riuscita a non schierarsi troppo.
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