mercoledì, aprile 15, 2015

Ma allora le razze esistono davvero?

L'affermazione che il concetto di razza avrebbe una base scientifica mi ha fatto sobbalzare. Lo stavano dicendo durante una puntata di Radio3 Scienza mica a un comizio di Salvini!
Ma come!? - ho pensato. - Non è uno di quelle cose che ci ripetono e ci ripetiamo da anni? Non era già stato archiviato tutto anche grazie al lavoro di Luigi Luca Cavalli-Sforza esposto in parte in Geni, popoli e lingue che ci ha spiegato come il concetto di razza umana sia totalmente arbitrario?
Presto capisco che il responsabile dell'affermazione è Nicholas Wade, un noto giornalista e divulgatore scientifico anglo-americano, che ha esposto la sua tesi nel libro A Troublesome Inheritance: Genes, Race and Human History.


La tesi di Wade è che le differenze nei successi e negli insuccessi in diversi campi di diverse "razze" sarebbero riconducibili a differenze genetiche amplificate da differenze culturali.
A controbattere la tesi di Wade a Radio3 Scienza c'era Giovanni Destro Bisol, un antropologo molecolare.
Nell'intervista Wade sostiene che gli studi degli ultimi quindici anni, post-mappatura del DNA, sul genoma umano dimostrerebbero che la nozione di razza avrebbe una base biologica. Ma questo fatto non deve dare una base scientifica al razzismo - dice Wade.
Poi prosegue dicendo che Sforza, così come molti altri scienziati, non usava il termine "razza" ma ne usava il concetto. E che gli scienziati continuano a usare il concetto di razza tra loro perché è indispensabile ma poi pubblicamente usano la convenzione di non citare il termine "razza" e usano degli eufemismi, come "struttura di popolazione". E negli ultimi anni Wade si è accorto che stavano affiorando sempre più informazioni per poter descrivere le razze su basi scientifiche ma gli scienziati non ne parlavano. - Con questo libro è come se avessi esclamato: il re è nudo - conclude Wade.
Giovanni Destro Bisol dice, invece che la diversità tra i vari gruppi non può essere descritta da schemi rigidi come quello di razza. Sia perché non ci sono chiari confini genetici tra i vari gruppi, ma la diversità segue un andamento graduale; sia perché gran parte della diversità genetica è già presente all'interno di quegli insiemi di individui che condividono un luogo geografico e una cultura che sono le popolazioni. Paradossalmente, potrebbero esserci un nigeriano e un italiano con meno diversità genetica di quella riscontrabile tra due italiani.
Sembra che il libro abbia ricevuto critiche dalla maggior parte della comunità scientifica, inclusi molti degli scienziati sui cui risultati Wade basa le sue conclusioni. Ad agosto del 2014 il New York Times Book Review ha pubblicato una lettera firmata da 144 docenti in materia di genetica delle popolazioni e biologia evolutiva. Nella lettera si legge (liberamente tradotta):

...Wade giustappone un resoconto incompleto e inaccurato delle nostre ricerche sulle diversità genetiche umane a sue speculazioni secondo cui la recente (degli ultimi 50.000 anni) selezione naturale avrebbe generato differenze nei risultati del test I.Q. e nello sviluppo delle istituzioni politiche ed economiche. Noi non accettiamo l'implicazione di Wade che i risultati delle nostre ricerche convalidino le sue congetture. Perché non le convalidano.
In risposta alla lettera, Wade ha scritto: "Questa lettera è il risultato di considerazioni politiche e non scientifiche. Sono sicuro che la maggior parte dei firmatari non abbia letto il mio libro [...]".

Non posso trarre conclusioni basate sulla lettura del libro di Wade perché non l'ho letto e perché non sono un esperto in materia. Però i fatti che ho riportato mi spingono a dare sicuramente più credito ai firmatari della lettera.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

"Paradossalmente, potrebbero esserci un nigeriano e un italiano con meno diversità genetica di quella riscontrabile tra due italiani."

Ahahahah, questo Giovanni Destro Bisol dovrebbe darsi all'ippica. Leggo pure che è professore di antropologia! Mi piacerebbe chiedergli la fonte di questa fesseria.

dioniso ha detto...

Come dicevo io non ho gli strumenti per poter dire chi abbia ragione e chi abbia torto.
Se tu, anonimo, li hai e se hai qualche informazione da condividere sarebbe interessante approfondire.

Anonimo ha detto...

Sì infatti ce l'avevo col "professore di antropologia" che ha detto una frase di circostanza che farebbe rabbrividire chiunque ha una minima di conoscenza di genetica umana.
Già Cavalli-Sforza decenni fa faceva grafici sulla distanza genetica tra le popolazioni umane, mettendo in evidenza la grande distanza tra i sub-sahariani e gli altri. Pertanto è scientificamente impossibile che due italiani siano più lontani geneticamente tra loro rispetto a un italiano e un nigeriano. Questa è una classica frasetta di circostanza politicamente corretta che ho sentito dire molte volte da parte di utenti disinformati per giustificare l'inesistenza delle razze, solo che sentita dire da un professore di antropologia è decisamente grave.
Per quanto riguarda il libro di Wade, ti consiglio di leggerlo; come dice l'autore, le critiche a lui rivolte (riassunte in una "lettera") denotano tutte un intento politico, ideologico, non scientifico (biologico o genetico). Non sono riusciti a fare alcuna critica vagamente scientifica al suo libro, il quale infatti contiene centinaia di citazioni di studi e ricerche serie, non è niente di inventato. Wade stesso condanna il razzismo, e fa subito capire che non c'è alcuna intenzione politica o ideologica nel suo libro, anzi condanna apertamente l'infiltrazione politico-ideologica nelle materie scientifiche. Infiltrazione che era presente orientata a destra ai tempi del nazismo ed è continuata orientata a sinistra nell'età moderna, nell'era della censura politically correct.

dioniso ha detto...

Grazie per il commento dal quale sono sinceramente incuriosito. Mi manca però ancora qualche pezzo per poter meglio giudicare la credibilità di quanto scrive.
1. La sua affermazione "è scientificamente impossibile che due italiani siano più lontani geneticamente tra loro rispetto a un italiano e un nigeriano" è dedotta dal lavoro di Cavalli Sforza? E più precisamente da quali risultati? Oppure ci sono anche altri lavori da citare?
2. Un'altra cosa che mi manca è qualche notizia in più su di lei. Non è per diffidenza ma mi piacerebbe capire che tipo di formazione e di conoscenza lei abbia in materia.

dioniso ha detto...

Grazie per il commento dal quale sono sinceramente incuriosito. Mi manca però ancora qualche pezzo per poter meglio giudicare la credibilità di quanto scrive.
1. La sua affermazione "è scientificamente impossibile che due italiani siano più lontani geneticamente tra loro rispetto a un italiano e un nigeriano" è dedotta dal lavoro di Cavalli Sforza? E più precisamente da quali risultati? Oppure ci sono anche altri lavori da citare?
2. Un'altra cosa che mi manca è qualche notizia in più su di lei. Non è per diffidenza ma mi piacerebbe capire che tipo di formazione e di conoscenza lei abbia in materia.

Anonimo ha detto...

1) Ho citato Cavalli-Sforza perché è uno dei migliori esperti di genetica umana e praticamente il primo ad aver fatto grafici sulla distanza genetica tra le popolazioni già decenni fa, ma lavori simili puoi trovarli ovunque cercando su google immagini le 3 parole chiave "genetic distance humans".
Tutti i genetisti concordano sul fatto che la maggiore distanza genetica si ha tra i sub-sahariani e gli altri, perché il deserto del Sahara ha fatto da "muro" non solo geografico ma anche genetico per millenni. Per questo motivo gli africani settentrionali (maghrebini, berberi) sono considerati caucasoidi e sono più vicini geneticamente a europei e mediorientali piuttosto che agli altri africani.
Queste sono cose che un professore di antropologia, dato che insegna all'università, dovrebbe sapere anziché dire in delle interviste (che seguono anche i non esperti in materia) frasette che evidenziano una vera e propria propaganda ideologica senza fonti scientifiche.
2) Sono un semplice laureando in biologia che però segue la genetica umana da anni, ho fatto più di un test genetico e mi confronto con altri appassionati ed esperti di genetica umana in vari forum. Insomma, sono molto più informato (per lo meno in genetica umana) di questo "professore di antropologia".

Vassili Zamperlini The Alkem Life Institute ha detto...

Per rispondere in maniera semplice e diretta alla domanda principale, "Ma allora le razze esistono?" la risposta è si! esistono le razze! questa affermazione parte da una evidenza semplice e naturale, alla portata di chiunque abbia buon senso e non voglia negare la verità naturale della biodiversità umana. Per riassumere brevemente si possono classificare sette razze umane.. Africana, Europea, Asiatica,Indiana,Nordica,Araba,Sud americana o latina.
Cavalli sforza è un Papa della scienza nella corsa al premio nobel per la pace.. con i suoi geni dice che non c'è differenza, è come per un fisico con i suoi atomi non c'è differenza.. alla fine siamo tutti aggregati di atomi come le piante, il mare, le stelle, e anche come le pentole, le automobili, la televisione.. ecc...
Cavalli Sforza è un politico razzista nei confronti della natura... odia il termine razza,.. per via delle vicende storiche del nazismo... e non ha mai superato questo trauma... rivalutare l'esistenza spontanea e naturale delle razze umane senza sopraffazione ideologica reciproca è la chiave per comprendere la ricchezza della biodiversità della natura e dell'uomo... Quale è l'effetto stupefacente, imbarazzante.. nell'incontrare un uomo africano, o asiatico.. o nordico.. o indiano.. eccetera.. di cui vedo le differenze naturali, e da cui sono stimolato nella coscienza e nel corpo.. come un incontro ravvicinato del terzo tipo..? La spontaneità è nel voler conoscere e confrontare il mio corpo e la mia mente con un altro diverso da me.. se pur della stessa specie.. Cavalli Sforza.. eccede nel suo tentativo politico di omologazione biologica, appiattendo la biodiversità della natura.. e alla fine per fare politica, si può aggiungere che Hitler nel suo periodo storico.. non ha fatto altro che una guerra come tutti gli altri responsabili di milioni e milioni di morti.. e si è differenziato nelle modalità di fare la guerra... ma la sostanza non cambia, è sempre la propria volontà di affermarsi su qualcun altro.. come tutte le nazioni hanno fatto durante la guerra... quali erano le motivazioni per fare una guerra? appropriarsi dei teritori e comandare su questi.. e il caso degli ebrei è lo stesso.. il tentativo di imporsi sugli altri popoli per governare e comandare gli altri... con la caratteristica che questo popolo ebraico era una cultura e una razza o entinia biologicamente razzista con il divieto di mescolarsi tra le altre genti.. Hitler ha risposto pari pari.. con questa idea della razza eletta ebraica, imponendo la razza eletta germanica...
Questo è tutto ciò che è vero naturale storico e culturale.. chi abbia preferenze o negazioni cotraddice gli eventi naturalie storici dell'umo dell'età moderna e contemporanea...