Quale giorno migliore del primo aprile per andare a La sagra della primavera?
Avevo capito che non si trattasse semplicemente di una nuova coreografia sulle note di Igor Stravinsky ma non mi aspettavo neppure che fosse in realtà un balletto sul balletto. O un metaballetto, come direbbe qualcuno. L'ho capito quando il giovane studente ci ha magistralmente introdotto il pezzo. Il tema era cioè la prima assoluta del balletto tenutasi il 29 maggio 1913 al Théâtre des Champs-Élysées. Teatro che era stato inaugurato il 2 aprile dello stesso anno. Ma il 29 maggio l'opera generò una vera e propria rivolta tra il pubblico, forse anche per la musica troppo d'avanguardia per i tempi, ma principalmente a causa della singolare coreografia di Nižinskij, che potrete vedere ricostruita nel video di chiusura.
E il giovane studente ci ha anche spiegato il gioco di parole nel titolo: "The riot of spring" invece dell'originale "The rite of spring". Ma come avevo fatto a non accorgermene! Pensavo di assistere a La sagra della primavera e invece avrei assistito a La rivolta della primavera!
Il balletto comprendeva poi anche una prima parte dedicata a Coco Chanel: Das kleine Schwarze (il tubino). Bella, sì, ma la seconda ("The riot of spring" per l'appunto) è stata spettacolare.
Mi sono emozionato come in poche altre occasioni di fronte a un'opera musicale, fino a essere attraversato dai brividi e a sviluppare un'ammirazione sconfinata per l'orchestra e gli orchestrali. Tra l'altro ho anche scoperto che il direttore d'orchestra era un italiano: Daniele Squeo.
Sono tutt'altro che un esperto di balletto, ma anche la coreografia mi è piaciuta molto. E includeva anche una divertente sorpresa. Una riflessione che mi ha suscitato questa rivisitazione coreografica è che forse nell'ambito della coreografia le rivisitazioni sceniche funzionano molto meglio rispetto a quelle, molto di moda qui, effettuate nell'ambito dell'opera. Ovviamente, il balletto, a differenza dell'opera, non è sottoposto ai vincoli di un testo. Ma, stranamente, alcuni registi d'opera sembrano ignorare il fatto.
Ricercando un po' ho anche trovato questo ottimo video che mostra la partitura de La sagra della primavera durante l'esecuzione del pezzo. Da notare come in alcuni momenti il metro cambi ad ogni battuta: 3/4, 6/8, 2/4, 6/8, 3/4, 9/8,...3/16, 2/16, 2/8; a mostrare la particolarità di questo pezzo in cui Stravinsky, forse per la prima volta nella musica occidentale, usa il ritmo, ma anche il timbro (lo si capisce subito dalla tessitura singolarmente acuta dell'assolo iniziale del fagotto ma anche dagli accostamenti e dagli incisi melodici che attraversano varie aree timbriche), con pari dignità rispetto agli altri due elementi espressivi che avevano da sempre predominato l'espressione musicale occidentale: l'armonia e la melodia.
Qui, invece, ci sono anche delle interviste ad alcuni ballerini che ballarono alla prima, tra cui anche alla vergine che dice: "it was so exhausting that when I collapsed at the end I collapsed really and truly!"
Comunque sembra che, oltre al pubblico, le coreografie di Nijinsky, ricostruite nel video sottostante, non piacquero molto neppure a Stravinsky. E questo lo si evince anche dalla registrazione di un'intervista al compositore che ci hanno fatto ascoltare all'inizio del balletto.
Avevo capito che non si trattasse semplicemente di una nuova coreografia sulle note di Igor Stravinsky ma non mi aspettavo neppure che fosse in realtà un balletto sul balletto. O un metaballetto, come direbbe qualcuno. L'ho capito quando il giovane studente ci ha magistralmente introdotto il pezzo. Il tema era cioè la prima assoluta del balletto tenutasi il 29 maggio 1913 al Théâtre des Champs-Élysées. Teatro che era stato inaugurato il 2 aprile dello stesso anno. Ma il 29 maggio l'opera generò una vera e propria rivolta tra il pubblico, forse anche per la musica troppo d'avanguardia per i tempi, ma principalmente a causa della singolare coreografia di Nižinskij, che potrete vedere ricostruita nel video di chiusura.
E il giovane studente ci ha anche spiegato il gioco di parole nel titolo: "The riot of spring" invece dell'originale "The rite of spring". Ma come avevo fatto a non accorgermene! Pensavo di assistere a La sagra della primavera e invece avrei assistito a La rivolta della primavera!
Il balletto comprendeva poi anche una prima parte dedicata a Coco Chanel: Das kleine Schwarze (il tubino). Bella, sì, ma la seconda ("The riot of spring" per l'appunto) è stata spettacolare.
Mi sono emozionato come in poche altre occasioni di fronte a un'opera musicale, fino a essere attraversato dai brividi e a sviluppare un'ammirazione sconfinata per l'orchestra e gli orchestrali. Tra l'altro ho anche scoperto che il direttore d'orchestra era un italiano: Daniele Squeo.
Sono tutt'altro che un esperto di balletto, ma anche la coreografia mi è piaciuta molto. E includeva anche una divertente sorpresa. Una riflessione che mi ha suscitato questa rivisitazione coreografica è che forse nell'ambito della coreografia le rivisitazioni sceniche funzionano molto meglio rispetto a quelle, molto di moda qui, effettuate nell'ambito dell'opera. Ovviamente, il balletto, a differenza dell'opera, non è sottoposto ai vincoli di un testo. Ma, stranamente, alcuni registi d'opera sembrano ignorare il fatto.
Ricercando un po' ho anche trovato questo ottimo video che mostra la partitura de La sagra della primavera durante l'esecuzione del pezzo. Da notare come in alcuni momenti il metro cambi ad ogni battuta: 3/4, 6/8, 2/4, 6/8, 3/4, 9/8,...3/16, 2/16, 2/8; a mostrare la particolarità di questo pezzo in cui Stravinsky, forse per la prima volta nella musica occidentale, usa il ritmo, ma anche il timbro (lo si capisce subito dalla tessitura singolarmente acuta dell'assolo iniziale del fagotto ma anche dagli accostamenti e dagli incisi melodici che attraversano varie aree timbriche), con pari dignità rispetto agli altri due elementi espressivi che avevano da sempre predominato l'espressione musicale occidentale: l'armonia e la melodia.
Qui, invece, ci sono anche delle interviste ad alcuni ballerini che ballarono alla prima, tra cui anche alla vergine che dice: "it was so exhausting that when I collapsed at the end I collapsed really and truly!"
Comunque sembra che, oltre al pubblico, le coreografie di Nijinsky, ricostruite nel video sottostante, non piacquero molto neppure a Stravinsky. E questo lo si evince anche dalla registrazione di un'intervista al compositore che ci hanno fatto ascoltare all'inizio del balletto.
Nessun commento:
Posta un commento