mercoledì, dicembre 21, 2016

In lode della vita non vissuta di Adam Phillips - Libro

Ho letto In lode della vita non vissuta dello psicoterapeuta britannico Adam Phillips. L'ho letto in inglese e questo potrebbe essere una delle ragioni per cui potrei aver perso dei pezzi. Questa è stata la mia recensione.

Forse non l'ho capito

Come mi aspettavo, il libro è partito con delle interessanti riflessioni sul tema delle vite non vissute. Ma, dopo poche pagine, ha cominciato a concentrarsi sul tema della follia e ha continuato a discutere di quell'argomento fino alla fine. La materia l'ho trovata interessante ma un po' fuori tema, se, come il titolo suggeriva, ci si aspettavano delle riflessioni sul tema delle vite non vissute. Tuttavia, come ho già detto, potrei aver perso qualcosa. Sarei interessato ad ascoltare altri pareri.



Di seguito riporto un breve estratto.

"There are not true and false selves but preferred selves; when I say that something is ‘not really me’ I’m not saying this is against the grain, as though there is a grain that I am; I’m saying that for a variety of reasons I don’t want to be or do whatever it is. In this view sanity and madness are two of our culturally inherited roles or parts or options; we may not choose them in a way an actor might choose a role, but we may choose them in the way an animal tries to find an environment that works for it, or the way in which someone who bets on horses tries to pick a winner. And there is nothing else we can do but perform ourselves. There is no alternative to acting, no binary opposite for us to prefer. All the world’s a stage and there are no other worlds. We are always and only acting".

Abbastanza pirandelliano il britannico Adam Phillips, non trovate?

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