giovedì, febbraio 17, 2022

I rituali nella fruizione della musica "classica"

Credo sia comprensibile che, attraversando i secoli, delle ritualità si accumulino intorno a certe forme d'arte. Ma forse per la musica cosiddetta classica abbiamo raggiunto livelli che ne compromettono la freschezza e la spontaneità.

Giusto per citare un esempio: ai tempi di Mozart gli applausi durante un'esecuzione erano auspicati e graditi al compositore. (Vedi commento di Giovanni Bietti intorno al minuto 26 della puntata "Le sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart"). Mentre i pochi malcapitati che ai nostri giorni provano ad applaudire prima che un brano sia completamente terminato vengono guardati con un misto di rimprovero e compassione dagli eruditi delle sale da concerto. Per non parlare di tutto il resto della ritualità indiscussa ma altrettanto fossilizzata.
Forse ormai è parte della nostra cultura ed è bene conoscerla. Tuttavia mi chiedo se questo alone di sacralità sia davvero utile o piuttosto contribuisca ad allontanare potenziali fruitori da questa musica d'arte.

2 commenti:

Juhan ha detto...

Però... forse questo commento non è da leggere, solo mio.
Io metto su musica, prevalentemente classica, Mozart, Bach (tutti non solo JS), quando programmo o scrivo, fa da sottofondo. Ma quando ascolto musica è tutta un'altra cosa. E quando poi la vedi alla tele... non mi sono ancora rassegnato che il Flauto Magico sia in tedesco.

dioniso ha detto...

Sì, io parlavo soprattutto delle ritualità dei concerti dal vivo.
Ma infatti! Mozart avrebbe dovuto rivolgersi a Da Ponte anche per il Flauto Magico! :-)