Domenica 15 giugno
Dopo le disavventure climatiche di ieri, un'abbondante colazione preparata dalla signora Filomena ci fornisce le energie necessarie per riprendere il cammino. Riusciamo a partire poco dopo le 7:30. Anche da Arsoli a Cervara la salita è media e costante. All'inizio il paesaggio è pieno di ulivi ma, dopo un paio di chilometri di salita gli ulivi scompaiono per lasciar posto
a una tipica macchia mediterranea alta.
Presto entriamo nel Parco dei Monti Simbruini.
Al bivio per Cervara (1053 m - 502 abitanti), a un chilometro dal paese,
viste le nuvole nere all'orizzonte, riuniamo il consiglio del cammino. E, a grande malincuore, perché avrei voluto vedere Cervara, il mio voto è per il proseguimento verso Subiaco scartando Cervara. Quindi ci separiamo. Io e Zucchero scendiamo verso Subiaco e la nostra amica sale verso Cervara.
Dopo un paio di chilometri di discesa un auto ci supera e si ferma davanti a noi. Dal finestrino posteriore, si affaccia quindi la nostra amica che ha, evidentemente, trovato un passaggio per Subiaco.
Dopo altro paio di chilometri comincia a piovere. Ma, fortunatamente, troviamo quasi subito una pensilina alla fermata del Cotral. L'attesa dura circa un'ora. E, verso la fine, un autobus di passaggio si ferma inaspettatamente. E non ha intentione di ripartire. Fino a quando Zucchero non va lì e dice:
- No grazie.
- Ma siete sicuri con questo tempo?
- Molto gentile ma vorremmo proseguire a piedi.
Poco dopo spiove e ripartiamo. Anche se i tuoni proseguono. - "Il cammino del tuono e della ginestra" dovremmo chiamarlo - mi viene da pensare. Sono le due costanti di questo cammino.
Più ci avviciniamo a Subiaco e più le nuvole si diradano. E, alle porte della città, esce il sole.
Lì, pressanti bisogni fisiologici, ci spingono a fermarci all'Hotel Miramonti. - Il bar è solo per gli ospiti dell'albergo - ci dice il proprietario. Ma, molto gentilmente, ci permette di usare il bagno e ci offre persino un caffè. - La citerò come esempio di gentilezza - gli dico.
A Subiaco la rocca dei Borgia attrae subito la nostra attenzione. Meditiamo se deviare verso l'altura ma, alla fine, desistiamo e ci dirigiamo verso Via dei Monasteri - passando anche davanti alla casa della Lollobrigida - dove c'è la nostra meta di tappa notturna: il Ristorante Belvedere. Molto gentilmente la signora del ristorante ci prepara il pranzo nonostante la tarda ora: degli ottimi strozzapreti con pomodoro e odori. Il giovane cameriere, in risposta ai nostri complimenti, ci dice che il segreto consiste nell'aggiungere pezzetti pomodoro fresco, completi di liquido, verso fine cottura. Complessivamente il ristorante è arredato con grande cura e molto gusto e di lì si gode anche di una bellissima vista.
Per il dopo-pennica pianifichiamo una visita a Santa Scolastica....
Dopo le disavventure climatiche di ieri, un'abbondante colazione preparata dalla signora Filomena ci fornisce le energie necessarie per riprendere il cammino. Riusciamo a partire poco dopo le 7:30. Anche da Arsoli a Cervara la salita è media e costante. All'inizio il paesaggio è pieno di ulivi ma, dopo un paio di chilometri di salita gli ulivi scompaiono per lasciar posto
a una tipica macchia mediterranea alta.
Presto entriamo nel Parco dei Monti Simbruini.
Al bivio per Cervara (1053 m - 502 abitanti), a un chilometro dal paese,
viste le nuvole nere all'orizzonte, riuniamo il consiglio del cammino. E, a grande malincuore, perché avrei voluto vedere Cervara, il mio voto è per il proseguimento verso Subiaco scartando Cervara. Quindi ci separiamo. Io e Zucchero scendiamo verso Subiaco e la nostra amica sale verso Cervara.
Dopo un paio di chilometri di discesa un auto ci supera e si ferma davanti a noi. Dal finestrino posteriore, si affaccia quindi la nostra amica che ha, evidentemente, trovato un passaggio per Subiaco.
Dopo altro paio di chilometri comincia a piovere. Ma, fortunatamente, troviamo quasi subito una pensilina alla fermata del Cotral. L'attesa dura circa un'ora. E, verso la fine, un autobus di passaggio si ferma inaspettatamente. E non ha intentione di ripartire. Fino a quando Zucchero non va lì e dice:
- No grazie.
- Ma siete sicuri con questo tempo?
- Molto gentile ma vorremmo proseguire a piedi.
Poco dopo spiove e ripartiamo. Anche se i tuoni proseguono. - "Il cammino del tuono e della ginestra" dovremmo chiamarlo - mi viene da pensare. Sono le due costanti di questo cammino.
Più ci avviciniamo a Subiaco e più le nuvole si diradano. E, alle porte della città, esce il sole.
Lì, pressanti bisogni fisiologici, ci spingono a fermarci all'Hotel Miramonti. - Il bar è solo per gli ospiti dell'albergo - ci dice il proprietario. Ma, molto gentilmente, ci permette di usare il bagno e ci offre persino un caffè. - La citerò come esempio di gentilezza - gli dico.
A Subiaco la rocca dei Borgia attrae subito la nostra attenzione. Meditiamo se deviare verso l'altura ma, alla fine, desistiamo e ci dirigiamo verso Via dei Monasteri - passando anche davanti alla casa della Lollobrigida - dove c'è la nostra meta di tappa notturna: il Ristorante Belvedere. Molto gentilmente la signora del ristorante ci prepara il pranzo nonostante la tarda ora: degli ottimi strozzapreti con pomodoro e odori. Il giovane cameriere, in risposta ai nostri complimenti, ci dice che il segreto consiste nell'aggiungere pezzetti pomodoro fresco, completi di liquido, verso fine cottura. Complessivamente il ristorante è arredato con grande cura e molto gusto e di lì si gode anche di una bellissima vista.
Nessun commento:
Posta un commento