La risposta è sì ma, alla fine Eliana Liotta e Pier Giuseppe Pelicci (oncologo co-direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia) ci lasciano un po' di speranza...
"Sì. Lo hanno dimostrato svariate ricerche sulle carni lavorate con metodi di affumicatura, salatura e uso di conservanti, quindi anche salsicce e würstel. Una meta-analisi, pubblicata nel 2010 dall’Harvard School for Public Health, ha evidenziato un rischio accresciuto di infarto e diabete in chi consuma carne rossa lavorata, come bacon e salsicce, amate dagli anglosassoni, e lo studio EPIC , su migliaia di europei, ha fornito prove su un aumento di cancro e malattie cardiovascolari. Non sono chiari i meccanismi molecolari, si ipotizza che i colpevoli siano, oltre che i grassi saturi, i sali e i conservanti di salumi e affettati. I nitriti e i nitrati, usati in quasi tutti i prodotti, evitano la proliferazione di agenti patogeni, come quello del botulino. Il nostro metabolismo, però, può convertirli in composti cancerogeni, le nitrosammine. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, a proposito di salumi e carni conservate, usa il verbo to avoid , evitare. E l’Organizzazione mondiale della sanità, a ottobre 2015, ha inserito le carni lavorate e conservate nell’elenco delle sostanze cancerogene, accanto a fumo e amianto. C’è da considerare che i prodotti italiani in genere sono più magri e meglio lavorati rispetto a quelli di altri Paesi. Insomma, gli esperti non possono dire sia raccomandabile, tuttavia il buon senso induce a credere che si possa mangiare di quando in quando una fetta di prosciutto, un po’ di salame o bresaola (non oltre 50 grammi la settimana). È il consumo abituale che viene sconsigliato."
"Sì. Lo hanno dimostrato svariate ricerche sulle carni lavorate con metodi di affumicatura, salatura e uso di conservanti, quindi anche salsicce e würstel. Una meta-analisi, pubblicata nel 2010 dall’Harvard School for Public Health, ha evidenziato un rischio accresciuto di infarto e diabete in chi consuma carne rossa lavorata, come bacon e salsicce, amate dagli anglosassoni, e lo studio EPIC , su migliaia di europei, ha fornito prove su un aumento di cancro e malattie cardiovascolari. Non sono chiari i meccanismi molecolari, si ipotizza che i colpevoli siano, oltre che i grassi saturi, i sali e i conservanti di salumi e affettati. I nitriti e i nitrati, usati in quasi tutti i prodotti, evitano la proliferazione di agenti patogeni, come quello del botulino. Il nostro metabolismo, però, può convertirli in composti cancerogeni, le nitrosammine. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, a proposito di salumi e carni conservate, usa il verbo to avoid , evitare. E l’Organizzazione mondiale della sanità, a ottobre 2015, ha inserito le carni lavorate e conservate nell’elenco delle sostanze cancerogene, accanto a fumo e amianto. C’è da considerare che i prodotti italiani in genere sono più magri e meglio lavorati rispetto a quelli di altri Paesi. Insomma, gli esperti non possono dire sia raccomandabile, tuttavia il buon senso induce a credere che si possa mangiare di quando in quando una fetta di prosciutto, un po’ di salame o bresaola (non oltre 50 grammi la settimana). È il consumo abituale che viene sconsigliato."
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