lunedì, luglio 22, 2019

Senza l'arrivo di nuove persone di età lavorativa, l'economia italiana andrebbe in crisi

Se qualcuno avesse obiezioni supportate da fatti all'analisi di Alexander Stille, che riporto parzialmente qui, mi interesserebbe sinceramente leggerle e rifletterci.
L'analisi si conclude con la seguente riflessione:

"L'Italia avrebbe potuto servirsi di molti dei giovani che rischiano la vita cercando di arrivare in Europa. Quando la politica della Destra si rivelerà una vana illusione, saprà la Sinistra trarne vantaggio, offrendo l'alternativa di un'immigrazione positiva e realista?"
La Germania ci sta riuscendo. Invece ho l'impressione che l'Italia stia perdendo un treno dopo l'altro.

"I numeri sono molto chiari: l'anno scorso sono nati 449.000 italiani e sono morti 636.000 (secondo l'Istat). Quindi ogni anno l'Italia perde 187.000 persone.
Il calcolo aritmetico non è molto difficile: senza l'immigrazione, la popolazione dell'Italia scenderebbe da 60 milioni a 59 milioni in poco più di cinque anni. Senza l'arrivo di nuove persone di età lavorativa, l'economia italiana andrebbe in crisi. Non ci sarebbe mano d'opera sufficiente nelle fabbriche, nei campi, nei negozi, badanti nelle case, o contribuenti per il sistema pensionistico per mantenere il numero crescente di anziani.


La politica dell'attuale governo è basata sull'illusione che, se l'Italia potesse cacciare una buona parte dei sui sei milioni di immigrati, i problemi del Paese scomparirebbero: ci sarebbe lavoro per tutti, i salari aumenterebbero, le città sarebbero più vivibili e si tornerebbe all'età d'oro degli Anni Sessanta e Settanta, quando l'economia italiana era tra le più robuste nel mondo e il Paese era etnicamente omogeneo. Mentre è vero l'esatto contrario: senza la presenza e i contributi degli immigrati il Pil del Paese crollerebbe e il tenore di vita degli italiani sarebbe insostenibile.
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I partiti dell'attuale maggioranza - M5 S e la Lega - dicono che non sono contro l'immigrazione in sé, ma solo contro l'immigrazione clandestina. Il loro comportamento, però, li contraddice. Si sono opposti, per esempio, alla legge dello Ius soli, che permetterebbe ai figli di immigrati, che o sono nati in Italia o hanno fatto le scuole in Italia, di diventare cittadini. È esattamente l'immigrazione che serve all'Italia: persone che sono già integrate, che conoscono la lingua, che hanno assorbito la cultura attraverso la scuola e che sono pronte a contribuire alla vita italiana. Invece, niente.
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L'Italia ha sofferto per la mancanza di una vera politica di immigrazione. La Destra si è opposta, facendo leggi come la Bossi-Fini che doveva disciplinare l'immigrazione clandestina e accelerare le espulsioni con pochi risultati. La Sinistra ha preferito un atteggiamento passivo, non opporsi all'immigrazione, ma senza un programma per integrare il flusso migratorio. Questa non-politica, insieme al collasso del governo libico e all'abbandono della Ue, ha fatto sì che gli sbarchi clandestini siano passati da circa 42,000 nel 2013 a 182,000 nel 2016, spianando la strada a Matteo Salvini e Lega per una campagna elettorale basata su un attacco feroce all'immigrazione.

L'Italia avrebbe potuto servirsi di molti dei giovani che rischiano la vita cercando di arrivare in Europa. Quando la politica della Destra si rivelerà una vana illusione, saprà la Sinistra trarne vantaggio, offrendo l'alternativa di un'immigrazione positiva e realista?"

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