domenica, maggio 03, 2009

Risposta a Luca Di Fulvio

Questo post è in risposta al seguente commento nel post precedente:

Anonimo ha detto...

Caro Dioniso, volevo ringraziarti (possiamo darci del tu? Il lei mi affatica). Mi spiace mandarti un messaggio nel post sbagliato e invadere altre riflessioni (peraltro a me care perché mi piace studiare la Qabbalah e i numeri). Mi chiamo Luca Di Fulvio e sono onorato (scusa il termine retorico, ma non lo è il sentimento) delle belle parole che spendi per i miei libri. Grazie di cuore, davvero.
Luca

dom mag 03, 01:24:00 PM 2009

Allora.... sussistono due possibili interpretazioni: o il suddetto anonimo è un burlone, tipo ubik che "me vole cojonà"; oppure è effettivamente l'autore della Gang dei Sogni: Luca Di Fulvio.

Analizzando razionalmente le due ipotesi assegnerei una probabilità molto superiore alla prima.

Ma siccome stiamo parlando di sogni e la seconda ipotesi mi piace di più, risponderò allo scrittore Luca Di Fulvio.

Caro Luca,
mi fa estremamente piacere che tu abbia letto qualche pagina del mio blog (certo che possiamo darci del tu! Anch'io trovo il lei un po' pesante, soprattutto in questo contesto, e visto che mi trovo in un paese in cui se ne fa un abuso ne faccio volentieri a meno).
Nessun problema per un messaggio nel post sbagliato: su questo blog è la regola (soprattutto in questa serie dedicata ai numeri: pare che interessi a non più di due lettori).

Se tu sei onorato, figurati quanto possa esserlo io! Ho letto "La scala di Dioniso" nella seconda metà del 2005. Mi trovavo in ospedale per combattere l'uragano di cui ho parlato qui. Il tuo libro mi appassionò e mi regalò bei momenti di evasione da una realtà difficile: era un po' come entrare in un altro mondo.
Quando tornai a casa dopo più di 5 mesi di ospedale consigliai il tuo libro a mia moglie che volle condividere la lettura con me leggendolo ad alta voce (vorlesen si dice qui) dalla prima all'ultima pagina. Mi sono goduto questa seconda lettura ancor più della prima.

Se vorrai tornare a trovarmi mi farà sicuramente molto piacere.

Grazie a te.

Dioniso

18 commenti:

Luca Di Fulvio ha detto...

ciao Dioniso,
la faccenda dell'anonimo dipende da una mia incapacità a risolvere problemi pratici. Non capivo l'opzione di scegliere un'identità e, visto che mi firmavo, ho scelto la più rapida. Ora proverò a manifestarmi. Ma dovresti avere la mia mail, comunque, perché la metto in tutti i miei libri.

L'ospedale e gli uragani creano strani rimescolamenti di carte. E' successo anche a me, quest'estate, di stare per un po' di tempo in una di quelle particolari camerate sterili dove si riuniscono dei pazienti 'problematici'. E' un'esperienza che non si può augurare a nessuno, ovviamente, eppure nello stesso tempo io ne conservo un ricordo insieme drammatico e importante. E' come stare su una nave in piena tempesta. Nascono rapporti interpersonali saldissimi, basati su quell'essenziale filo che ci lega alla vita e non boiate sociali. E provi emozioni fortissime che non avresti mai sospettato.
Spero che tu stia meglio, ora. Lo spero con tutto il cuore.

Quello di cui parli nel tuo blog mi piace e ho degli interessi in comune con te, oltre a condividere l'opinione che l'Aleph di Borges è un gran libro, seppur poco conosciuto. E' anche da lì che sto cercando di scalare la montagna della Qabbalah, o quantomeno di indagarla. E' molto interessante e molto diversa da come me la aspettavo, nella mia ignoranza intrisa di luoghi comuni. E una delle cose che mi piacciono di più sono le lettere dell'Alef-Beit ebraico, così piene di simbologie.

Grazie ancora dell'apprezzamento, sono stato molto contento. Di solito non rompo le scatole a chi esprime un'opinione liberamente, ma in questi ultimi tempi - e dopo il mio uragano - ho scoperto che fare quello che mi viene è una buona medicina. Non programmare, non avere regole, non avere un modus operandi fa bene alla mia psiche.
Ti abbraccio, Luca

ziomassimo ha detto...

Dioniso, a giudicare da come scrive, credo proprio che non possa essere ubik...
;-)
Tuttavia, ignorantemente mi domando: come ha fatto a risalire a te?

ciao

Luca ha detto...

Perchè, ubik come scrive?
La mia mail, onde fugare i dubbi, è wudif@alfanet.it, che, come si può verificare, corrisponde a quella pubblicata sui miei libri. Scrivendo a quell'indirizzo o il vero Luca risponde con un vaffa oppure, se sono io, confermo la mia identità.
Per certi versi divertente, quasi kafkiana, questa impossibilità di affermare se stessi. Dà da riflettere.
Ziomassimo, come ho fatto? Gironzolo anch'io per il web e a volte commetto il peccato di vanità di guardare se c'è qualcosa che mi riguarda. Il blog di Dioniso è venuto fuori da una ricerca di questo tipo masochista-narcisistico.
E' vero che molti miei colleghi si rendono sempre inaccessibili, come delle vergini vestali. Io invece non faccio presentazioni di persona perché hanno fini puramente commerciali e io mi sento un po' come l'oste che garantisce sulla genuinità del proprio vino (ovvero poco credibile), ma mi piace parlare per mail con quei lettori che hanno voglia di farmi domande o due chiacchiere generiche dopo aver comprato autonomamente il libro.
Mi piace il web. Lo trovo molto civile. Anche l'abuso che a volte ne fanno certi frustrati che trovano il campo per poter attaccare lancia in resta altre persone, anche la libertà di pensare e urlare che abbiamo ragione solo noi e tutti gli altri sono dei coglioni, anche queste aberrazioni le ritengo pecche accettabili se paragonate alle straordinarie possibilità di comunicazione reale, diretta, democratica (se mi passate questo termine un po' retorico) che garantisce e crea.
E il fatto che stiamo qui a parlarne (anche se non vi va giù la faccenda che io esista) ne è una lampante dimostrazione. Sembra, se vogliamo aggrapparci a un'immagine reale, una di quelle grandi piazze italiane dove la gente si riversava per fare i 'conti' con quel che accadeva. Io la rete la immagino così, come una grande piazza dove puoi parlare con chi ti pare e fermarti al baracchino dello zucchero filato o del cartomante o del filosofo o a fare sogni insieme.
Ciao

ziomassimo ha detto...

Quella su ubik era una battuta tra amici che si prendono in giro.

Che dire Luca, benvenuto tra i frequentatori del "Blogghetto" di Dioniso.

ciao

dioniso ha detto...

Ciao Luca,
avevo già trovato il tuo indirizzo su La Gang dei sogni, che è poi quello che hai copiato tu qui sopra. Ti scriverò sotto il mio vero nome. Ora sono abbastanza convinto dell'autenticità dei tuoi commenti. In realtà lo ero forse sin dall'inizio, ma nel mio DNA ci sono ancora molti geni di diffidenza contadina: in fondo sono passate solo due generazioni...

Sono sempre stato un po' restio a parlare del mio personale uragano su questo blog. Quelle poche volte che l'ho fatto ho sempre cercato di celarlo dietro simboli e metafore. Forse mi comporto così, più che per pudore, per evitare che ciò diventi il tema centrale del mio blog e che possa influenzare troppo i lettori.

Condivido molte delle considerazioni che fai, ma magari te ne parlerò più in dettaglio nell'email.
Qualcosa che mi sento di affermare pubblicamente e che riguarda questo blog è che molto probabilmente non avrei mai cominciato a scrivere pubblicamente se non fossi passato prima per il mio uragano. In questo modo ho scoperto che scrivere è un'attività che mi piace e mi dà molto. Anzi a volte mi lascio forse prendere anche troppo trascurando cose più importanti. Potrei passare ore a scrivere di cose che mi interessano, avendo la percezione che siano passati solo pochi minuti.
E pensare che a scuola consideravo la scrittura come una tortura. I temi e i compiti in classe di italiano li ho odiati per tutto il corso dei miei studi.

Questo forse è uno dei "doni" dell'uragano. Purtroppo l'uragano non ha lasciato solo doni, ma questa è un'altra storia.

Comunque sì, sto abbastanza bene. Il peggio è passato, anche se ci si sente sempre un po' in prima linea.

Anch'io spero con tutto il cuore che tu stia meglio.

Rischio di ripetermi troppo, ma mi fa veramente piacere che quello di cui parlo nel tuo blog ti piaccia e che tu abbia degli interessi in comune con me.
L'Aleph di Borges l'ho letto circa venti anni fa dopo aver letto Il nome della Rosa. Ho amato molto quel libro.
Mi affascinarono particolarmente l'Immortale, la biblioteca di Babele, il sentiero dei giardini che si biforcano e l'Aleph.
Anche a me venne la curiosità di leggere qualcosa relativamente alla Qabbalah. Comprai un libro che poi non ho mai letto. Potrebbe essere un buon momento per riprenderlo.
Per un po' mi misi anche in testa di imparare l'ebraico, ma dopo aver imparato l'alfabeto mi fermai.

Sono d'accordo con la tua opinione relativa alla rete.

Starei qui ancora a scrivere, ma ora ho un dovere da compiere. Spero di risentirti presto.
Nei prossimi giorni ti scriverò più dettagli nell'email.

Un abbraccio

UBIK ha detto...

io sono una persona seria, mica cojono...
A questo punto comunque mi darò da fare per leggere i libri di Luca...
Il vostro semper "cojonatore"
:-)

Athaualpa ha detto...

E scusate se mi intrometto, ma devo dire una cosa a Dionisio
MAZDA:
Mein Auto Zestört Deutsche Arbeitsplätze
(A me fa sorridere ancora, e sono anni)

luca ha detto...

@ubik: be', dopo aver fatto l'immacolato scrittore, ecco che ti ho venduto una copia. Poi fammi sapere se t'ho cojonato io con le mie storie.
@ziomassimo: lo so che era una battuta fra voi, stavo solo cercando di darti una mano a essere più cattivo.
@dioniso: ti capisco perfettamente riguardo al tuo blog e all'uragano. Lo trovo molto giusto. Anche per te. Aspetto mail, allora.
Ciao a tutti

ziomassimo ha detto...

luca@: certamente ne hai venduta anche un'altra di copia (e forse anche di più). Dato che sicuramente ti leggerò anche io.
Sai, sinceramente ti invidio un po', per il semplice fatto che tu quando navighi in Rete, in fondo lavori. Quando lo faccio io "perdo tempo".
Una volta Fabio Fazio disse che gli riusciva difficile spiegare alla moglie che guardando fuori dalla finestra, lui stava in effetti lavorando. Piacerebbe molto anche a me guardare fuori dalla finestra, reale o virtuale come internet e lavorare.

ciao

Sebastiano ha detto...

Anch'io penso che entrerò presto nella cerchia dei lettori di Luca, in attesa di un prossimo libro di Dioniso, ovviamente un bel volume di storia della Matematica!

dioniso ha detto...

Arimortis,
fantastica! Pare che i teutoni siano maestri nell'arte dell'acronimo automobilistico.

luca,
visto quanti nuovi lettori ti sta procurando il mio blog?! Nell'email ti manderò anche le mie coordinate bancarie ;-)

Sebastiano,
o magari un noir matematico ;-)

luca ha detto...

D'accordo, Dioniso, mi sembra giusto che io ti passi la stecca, come si dice dalle mie parti. Così sei un matematico, eh? Il mistero s'infittisce.
Ziomassimo, purtroppo anche per me il web è un semplice bighellonare il più delle volte. Diventa lavoro solo quando uso la rete per fare ricerche, ma in quel caso assomiglia a una biblioteca e sono due esperienze diverse, da un lato l'immenso piacere di trovare, dall'altro la vertigine del perdersi senza senso.
E grazie a Sebastiano del quale, a questo punto, condivido l'attesa di un libro di storia della Matematica.

dioniso ha detto...

Stecca para?! :-)

Sì Luca, sono un matematico venduto all'informatica. Come avrai potuto vedere sto scrivendo una serie su Numeri e Geometria.
Il tuo editore non sarebbe interessato a pubblicarla? Così potrei soddisfare i desideri tuoi e quelli di Sebastiano relativamente al libro di storia della Matematica ;-)

ubik ha detto...

@ziomassimo: la frase sul lavoro alla finestra era di Carver, non di Fazio. Una bella differenza ;-)

dioniso ha detto...

Ciao gianlu, grazie per la segnalazione.

ziomassimo ha detto...

@ubik: ti ringrazio dell'informazione. Non sapevo di chi fosse la frase, io l'ho sentita citare da Fazio, che evidentemente l'ha presa in prestito.

Eli ha detto...

Ma che meraviglia!
Anche a me piacerebbe un sacco chiacchierare con uno dei miei autori preferiti!

SONO MOLTO INVIDIOSA! Ecco!

dioniso ha detto...

Ciao Eli!
Bentornata!

Basta che tu faccia come ho fatto io: scrivi delle recensioni sui libri del tuo autore preferito e quello prima o poi ti troverà. È il bello della retia retium.

Saluti