È da qualche anno che Zucchero ed io ci alterniamo nel farci le calze. Le calze eh, non le scarpe!
Pare essersi instaurata una sorta di periodicità: un anno ne ha bisogno lei, un anno ne ho bisogno io.
E così si porta avanti una tradizione che va sempre più morendo rimpiazzata dal rosso vecchietto consumista.
Quest'anno è stato il mio turno.
Quando tocca non possono mancare i purtugalli (arance per i non sabinofoni - mi piacerebbe conoscere il perché del nome dialettale), vecchia tradizione nelle calze epifaniche dei bimbi sabini.
Ho faticato un po' per insaccarle, ma alla fine....
Buona Befana a tutti!
14 commenti:
A pruposit d'l purtügal: anche nui i ciamuma parei (plüral purtügai).
[A proposito dell'arancia: anche noi le chiamiamo così (plurale _).]
Poi qui niente Befana, credo sia solo romana.
Ciao juhan!
Dopo aver letto il tuo commento (l'ho capito in versione originale senza sottotitoli :-) (per "parei" mi è stato d'aiuto il francese)) mi sono ricordato di aver sentito una volta una parola simile in un film in cui si parlava un dialetto del nord-Italia. Non ricordo però né che film fosse né che dialetto fosse.
Non sapevo che la Befana fosse una tradizione così localizzata. In effetti sono andato a dare uno sguardo su wikipedia e lì dicono: "è una figura tipica di alcune regioni, diffusasi poi in tutta Italia". Non dicono però quali regioni. Centro? Centro-Sud?
In Piemonte chi portava i regali ai bimbi pre-consumistici?
Qui alcune spiegazioni sull'origine del termine purtugalli per arance
http://forum.wordreference.com/showthread.php?t=70665
Grazie @ Paopasc.
Da noi i regali li portava Gesù Bambino, che arrivava con un carretto tirato da un asino. Bisognava lasciare un po' di fieno e un bicchiere d'acqua per l'asino, niente per Gesù. Ma queste cose si sono perse presto: sono diminuiti i contadini e il fieno. Gli asini sono spariti: io non ne ho mai visto nessuno a lavorare. Adesso, per quanto mi risulta, fin da piccoli non credono più ne a Gesù Bambino ne a Babbo Natale. Il che lascia ben sperare, forse...
Paopasc, interessante! Quindi ci sono diverse ipotesi. Quella più verosimile mi sembra quella di nigelofk secondo cui l'arancio sarebbe arrivato con gli arabi e gli spagnoli avrebbero mutuato il nome "naraja" dal persiano. Dopodiché tra i diversi tipi di arance il tipo "portogallo" fu quello che si diffuse di più.
Juhan, mi par di ricordare che da noi Gesù Bambino portasse i soldi e la Befana i regali. Non ricordo però storie con gli asini. E aggiungo che gli asini non solo me li ricordo al lavoro, ma mio nonno ne possedeva uno, anzi una, si chiamava Mora, e mi ricordo diverse cavalcate dietro a mio nonno o dentro il bigoncio trasportato a fatica da Mora.
Per quanto riguarda i bimbi moderni miscredenti, la mia esperienza mi mostra risultati opposti. Da noi ai miei tempi, intorno ai 5-6 anni si incontrava regolarmente il bambino più grande o più emancipato che ti diceva: "stupido! Ma ancora credi alla Befana? Sono tuo padre e tua madre!" Ora invece vedo bambini di 9-10 anni che ancora credono in Babbo Natale. Ora le ipotesi sono due: o lo fanno per non perdere i regali, oppure si preparano ad ingrandire le file dei bamboccioni.
Sono completamente fuori dal mio campo ma credo che i bambini oggi imparino molto presto come si deve fare. Fanno finta di credere a tutto quello che conviene, quello che dice la TV (di Silvio), quello che dice il prete (di naziRatzi), quello che dici tu quando gli serve. Crescono in un mondo clerico/fascio/berlusco. E noi al nord abbiamo anche il bonus: la Lega.
Quello che mi fa rabbia è che io sono troppo vecchio per convertirmi e partecipare, non sono io che voglio sempre remare contro è che proprio non ce la faccio a far parte del coro.
Purtugalli: Pare che venga dal greco (quanto stiamo avanti!).
I bambini di 9-11 anni che ancora credono a babbo natale, i miei per esempio, lo fanno coscienti che non esiste (concedimi il paradosso); non so se per i regali o più semplicemente perché è ancora bello crederci.
Ma le vostre calze le appendete proprio alla cappa con corredo di relativa sceneggiata di finto stupore la mattina del 6 gennaio?
A Roma la tradizione della Befana é sempre viva, anche se i cattolici più ferventi tendono a sostituirla con i ReMagi. Tuttora noi cerchiamo di mantenere questa tradizione anche con nostro figlio (quest'anno nella calza, oltre ai consueti dolci, ha trovato l'Ipod touch (i tempi cambiano). Ai miei tempi invece, io ricevevo un dono più importante a Natale e sempre e comunque un altro un po' più piccolo pure per l'Epifania. Anche perché allora l'ATAC (l'azienda tranviaria di Roma dove lavorava mio padre), per quel giorno organizzava un grande spettacolo per i bambini figli dei dipendenti, durante il quale donava loro bellissimi giocattoli.
PS mi ricordo anch'io di Mora e di qualche sporadica, ma indimenticabile, passeggiata che da bambino ho fatto sulla sua groppa.
Si, in effetti sembra una delle ipotesi più convincenti.
Roberto, il paradosso mi risulta un po' oscuro. Ma dici che non sarà argomento di discussione con i coetanei?
ziomassimo, ho provato ad appenderle alla cappa della caldaia, ma dopo aver causato una fuoriuscita di CO2 ho desistito. ;-)
Spero che almeno tuo figlio sia un miscredente. :-)
Ricordi anche tu la compianta Mora, eh!?
L'episodio natalizio di uno degli show che preferisco, si intitola "The middle", aveva come argomento centrale il tentativo di della famiglia protagonista di tornare alle "radici" del Natale, e la "madre" raccontava di come quando era bambina, sua mamma metteva un'arancia nello "stocking", la calza appesa al camino per Santa..
Paese diverso, festivita' diversa, stessa tradizione, almeno per questa famiglia fittizia che vive in Indiana (da cui il titolo, the middle of the country).
Poi avete inziato a parlare di bambini e babbo natale, e quest'anno abbiamo rivelato alla nostra decenne (contro i consigli del fratello e della sorella) che eravamo noi gli elfi... ci ha detto che lo immaginava (aveva "scoperto" i regali per la piccolina nascosti nel mio armadio, sotto pile di magliette.. ma che non voleva crederci. Ci ha detto che le piaceva credere a Santa.
Ora e' finito quel poco di magia che rimaneva. Meno male che c'e' la fagiolina che segue!!
Ciao Moky!
No, non ci credo! Pure la famiglia dell'Indiana con i purtugalli nella calza! Secondo me sono di chiara origine italiana :-)
Certo però che se sono di origine italiana hanno capitolato svendendo la Befana a favore del consumista Santa. :-)
Forse l'episodio della tua decenne mi aiuta a capire anche il paradosso di Roberto. Lo sanno ma in qualche modo cercano di negarlo anche a loro stessi.
A proposito di questa storia. Voi che siete genitori potreste darmi una risposta a questa domanda.
Se voi vi organizzate con il Babbo Natale finto che arriva a portare i regali e vostro figlio ogni volta piange disperato alla vista del finto vecchietto pensate che sarebbe opportuno continuare ad organizzare pantomima?
La famiglia dell'Indiana si chiama Heck... poco italiana, che dici?
I miei figli hanno visto Santa Claus solo nelle mall... e devo dire che non sono mai stati troppo felici di sedersi sulle sue ginocchia... Spesso vedi bambini in lacrime quando vedono Santa, ma per esperienza non succede solo con lui, che tra l'altro e' un "jolly old elf" e "(he) had a broad face a a little round belly" (da "The night before Christmas"), quindi dire vecchietto e' diminutivo, ma con tutti i personaggi che punteggiano l'infanzia... tipo i personaggi Disney etc. Pensa che mio marito si ricorda ancora la prima volta che i suoi l'hanno portato a Disneyland (aveva 3 anni, quindi si parla del '64) e quando ha visto Mickey si e' messo a piangere come un disperato... quel topolino era, infatti, enorme, paragonato ad un bambino!!!
Insomma, tutti i miei hanno creduto a Santa fino ai 10/11 anni, nonostante le domande, nonostante gli altri bambini dicessero il contrario... Tra l'altro, noi abbiamo chiarito che non dovranno mai rivelare questo "segreto" ad altri bambini, perche' e' compito dei genitori... niente di piu' triste che avere un bambino che torna a casa da scuola dicendo "ma sullo schoolbus hanno detto che Santa non esiste".
Insomma, prima o poi la magia finisce. Noi preferiamo "poi".
Bè non suona molto italiano... seppure... magari un'imparentamento per via materna... :-)
Il patto mi pare ragionevole. Ai miei tempi nel mio paesello non penso tali patti si praticassero molto.
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