L'unica vera isola italiana, recita la nostra guida. Ed era anche l'unica regione italiana dove non avevo mai messo piede.
Il viaggio comincia domenica 29 maggio con un'esperienza per noi nuova. Dopo esserci godute la geografia corsa e quella sarda, quando il nostro aereo stava planando sull'aeroporto di Cagliari e si trovava oramai a una decina di metri dal suolo, i motori riprendono a rombare e il velivolo comincia a riprendere quota. Dopo un paio di minuti ci informano che la decisione è stata presa a causa del vento troppo forte. Il ri-decollo è seguito da un piacevole sorvolo panoramico del golfo e dello stagno di Cagliari con conclusivo e definitivo atterraggio accompagnato da strombettamento ryanairesco autocelebrativo.
Dopo fila autonoleggio e recupero automobile partiamo per la visita al castello (Castéddu 'e susu) di Cagliari. È domenica. La città vecchia è piuttosto deserta.
Cominciamo con la scalata alla torre dell'Elefante. Lì mi accorgo di aver lasciato la macchina fotografica a casa. Dovrò quindi rassegnarmi all'uso dell'iFonio per il resto della vacanza.
Per passare poi alla cattedrale di S. Maria. E quindi all'anfiteatro romano che troviamo però chiuso.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il nostro albergo nella campagna a ovest di Pula: Villa del Borgo. L'albergatrice si mostra subito molto gentile e ci fornisce una serie di indicazioni sui luoghi e di suggerimenti gastronomici che si riveleranno tutti molto validi.
La prima cena è al ristorante Bacchixeddu a due-trecento metri dall'albergo. Non è niente male. Il pane carasau che fa da letto alle cozze è un'ottima trovata che poi vedremo ripetersi in altri ristoranti. Anche il bianco della casa è insolitamente buono.
Percorrendo a piedi il pezzo di strada tra l'albergo e il ristorante ci accorgiamo di segnali che ci inquietano un po'. L'albergatrice poi ci spiegherà che tutta l'area era di proprietà di un'azienda olandese che usava le serre per produrre pomodori per il mercato nordeuropeo. In seguito l'azienda fallì lasciando una ricca eredità ai locali: qualche centinaio di serre di eternit da smaltire.
Il lunedì mattina visitiamo gli scavi di Nora: un sito archeologico splendidamente posizionato sulla piccola penisola del capo di Pula.
I resti vanno da quelli più antichi della fondazione fenicia (VIII sec. a.C. - più o meno ai tempi di Omero), a quelli successivi del dominio cartaginese (VI sec. a.C.), fino a quelli (la maggior parte) del periodo romano (I sec. a.C. - V sec. d.C.). La maggior parte delle rovine visibili risale al periodo romano.
Mosaici
Quartiere di abitazioni
Terme in opus latericium.
Strana forma d'albero.
Molto interessante è anche il complesso di Esculapio costruito sul precedente edificio dedicato al dio cartaginese della medicina Eshmun.
Nel pomeriggio girovaghiamo un po' per Pula dilettandoci in qualche spesetta gastronomica: pecorino, pane, dolci al mosto e fregula. Torniamo quindi in albergo per goderci un po' i dibattiti sui risultati elettorali di Pisapia e De Magistris e scopriamo che anche a Cagliari hanno trionfato i mangiabambini dopo 20 anni di domuslibertari.
Verso le 17 ci spostiamo sulla spiaggia di Chia (Domus de Maria): una lingua di sabbia tra mare e laguna che si trasforma estendendosi in dune coperte di arbusti mano a mano che la laguna si estingue.
Per cena andiamo al Mirage. Mi rendo conto che il nome non fa una buona impressione. O almeno così è stato per noi. Nonostante ciò lo consiglierei vivamente: sia per il cibo che per l'eccellente servizio. Ottimi gli antipasti e gli spaghetti con i ricci. Buoni gli spaghetti con l'astice, anche se il crostaceo era un po' duro. Al Mirage assaggio per la prima volta le Seadas. Mi piace, ma non rientra nella mia concezione personale di dolce.
Il viaggio comincia domenica 29 maggio con un'esperienza per noi nuova. Dopo esserci godute la geografia corsa e quella sarda, quando il nostro aereo stava planando sull'aeroporto di Cagliari e si trovava oramai a una decina di metri dal suolo, i motori riprendono a rombare e il velivolo comincia a riprendere quota. Dopo un paio di minuti ci informano che la decisione è stata presa a causa del vento troppo forte. Il ri-decollo è seguito da un piacevole sorvolo panoramico del golfo e dello stagno di Cagliari con conclusivo e definitivo atterraggio accompagnato da strombettamento ryanairesco autocelebrativo.
Dopo fila autonoleggio e recupero automobile partiamo per la visita al castello (Castéddu 'e susu) di Cagliari. È domenica. La città vecchia è piuttosto deserta.
Cominciamo con la scalata alla torre dell'Elefante. Lì mi accorgo di aver lasciato la macchina fotografica a casa. Dovrò quindi rassegnarmi all'uso dell'iFonio per il resto della vacanza.
Per passare poi alla cattedrale di S. Maria. E quindi all'anfiteatro romano che troviamo però chiuso.
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il nostro albergo nella campagna a ovest di Pula: Villa del Borgo. L'albergatrice si mostra subito molto gentile e ci fornisce una serie di indicazioni sui luoghi e di suggerimenti gastronomici che si riveleranno tutti molto validi.
La prima cena è al ristorante Bacchixeddu a due-trecento metri dall'albergo. Non è niente male. Il pane carasau che fa da letto alle cozze è un'ottima trovata che poi vedremo ripetersi in altri ristoranti. Anche il bianco della casa è insolitamente buono.
Percorrendo a piedi il pezzo di strada tra l'albergo e il ristorante ci accorgiamo di segnali che ci inquietano un po'. L'albergatrice poi ci spiegherà che tutta l'area era di proprietà di un'azienda olandese che usava le serre per produrre pomodori per il mercato nordeuropeo. In seguito l'azienda fallì lasciando una ricca eredità ai locali: qualche centinaio di serre di eternit da smaltire.
Il lunedì mattina visitiamo gli scavi di Nora: un sito archeologico splendidamente posizionato sulla piccola penisola del capo di Pula.
I resti vanno da quelli più antichi della fondazione fenicia (VIII sec. a.C. - più o meno ai tempi di Omero), a quelli successivi del dominio cartaginese (VI sec. a.C.), fino a quelli (la maggior parte) del periodo romano (I sec. a.C. - V sec. d.C.). La maggior parte delle rovine visibili risale al periodo romano.
Mosaici
Quartiere di abitazioni
Terme in opus latericium.
Strana forma d'albero.
Molto interessante è anche il complesso di Esculapio costruito sul precedente edificio dedicato al dio cartaginese della medicina Eshmun.
Nel pomeriggio girovaghiamo un po' per Pula dilettandoci in qualche spesetta gastronomica: pecorino, pane, dolci al mosto e fregula. Torniamo quindi in albergo per goderci un po' i dibattiti sui risultati elettorali di Pisapia e De Magistris e scopriamo che anche a Cagliari hanno trionfato i mangiabambini dopo 20 anni di domuslibertari.
Verso le 17 ci spostiamo sulla spiaggia di Chia (Domus de Maria): una lingua di sabbia tra mare e laguna che si trasforma estendendosi in dune coperte di arbusti mano a mano che la laguna si estingue.
Per cena andiamo al Mirage. Mi rendo conto che il nome non fa una buona impressione. O almeno così è stato per noi. Nonostante ciò lo consiglierei vivamente: sia per il cibo che per l'eccellente servizio. Ottimi gli antipasti e gli spaghetti con i ricci. Buoni gli spaghetti con l'astice, anche se il crostaceo era un po' duro. Al Mirage assaggio per la prima volta le Seadas. Mi piace, ma non rientra nella mia concezione personale di dolce.
6 commenti:
bella gente e bellissimi posti. io sono stato in sardegna diverse volte e l'ho girata un po' tutta (perfino due mesi di militare, nell'estate del 1985), coste ed interni, praticamente mi manca solo l'ovest dell'isola, ma devo dire che lo spettacolo dei fenicotteri rosa della laguna di cagliari, è una delle cose che più mi ha impressionato.
In effetti un'altra cosa che mi é piacevolmente rimasta impressa, sono proprio i dolci sardi. Specialmente i sospiri e gli amaretti (quelli morbidi)...
;-)
Ci vado tutti gli anni. ;)
Però una cosa te la devo dire:
in Sardegna ci si va in traghetto!!! :D
ziomassimo, sì, confermo. Le persone che abbiamo incontrato sono state tutte molto gentili e ospitali.
Sospiri e amaretti non li ho assaggiati. Ne ho assaggiati due a base di mosto: buoni!
Roberto,
voi dov'è che andate?
Sì, cor traghetto se abiti a Roma o a Civitavecchia. Dal Baden-Württenberg Ryan Air risulta un po' più comodo ;-)
Comunque secondo me stiamo volando troppo. Stiamo cominciando a collezionare statistiche....
Al Nord, vicino a Santa Teresa di Gallura. quando tira il maestrale lo prendiamo tutto senza via di scampo!
Lì arrivano parecchi tedeschi imbarcati da Genova, oppure fanno corsica e poi le bocche di Bonifacio.
Eh! Ho capito! Se c'avessi tempo ce verrei a piedi in Sardegna. E le Bocche de Bonifacio me le farei co' la muta da palombaro. Però se c'hai 'na settimana te tocca prende' Ryanair ;-)
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