Tutti gli facevano quella domanda e a tutti dava la stessa risposta.
- Da dove parti?
- Da Tiburtina.
- Ah, allora vai con Italo.
- No, Trenitalia. Frecciarossa.
La partenza era fissata alle 16:15 e io mi trovavo al binario già dalle 15:30. La coincidenza successiva mi avrebbe dato solo 15 minuti di margine e visti i tre bagagli di peso complessivo sicuramente superiore ai 20 Kg volevo quel margine che mi consentisse un'andatura da bradipo nel cambio binario.
Poco prima delle 16 arriva il treno. Bello! Tutto rosso! Quale colore più adeguato per una Frecciarossa?
Mi posiziono nella zona del mio vagone: il dieci; salgo e mi metto a cercare il mio posto: il 17c. Ma trovo solo il 17 senza c. E per di più occupato. Il c sarà più avanti mi dice il signore. Ma arrivato nello spazio tra il vagone dieci e il vagone undici sento il treno partire. E non sono ancora le 16. Un atroce dubbio mi afferra le viscere. Chiedo a due ragazzi mostrandogli il biglietto.
- Questo è Italo e va a Torino - mi risponde lei con accento piemontese.
- Ma quindi non passa per Milano? - chiedo io immaginando già arrivi notturni.
- Sì, sì, ci passa - dice il ragazzo con accento campano. - Ma ti conviene scendere.
- E come? Al volo? - rispondo io.
- No, a Firenze - dice lui. - E comunque ti conviene metterti seduto in un posto non prenotato così magari non passano a controllarti. Le multe sono salate.
- Dev'essere la maledizione di Italo - penso sedendomi nel posto libero vicino alla ragazza tornata nel frattempo al suo posto. Ma quando arriva la controllora in sgargiante divisa rossa mi faccio avanti.
- Ho un problema - le dico. - Ho preso questo treno per sbaglio e vorrei scendere a Firenze per prendere quello giusto.
- Ma non se n'è accorto? - risponde la giovine.
- Evidentemente no - penso io.
- Eppure è partito venti minuti prima - continua lei.
- Ma quando è partito era un po' tardi per correggere l'errore - penso io.
- E poi non ha visto che c'era del personale in attesa al binario in divisa rossa? - prosegue lei.
- Guardi, mi dispiace. Lo so. Ho sbagliato. Ma è la prima volta che prendo questo treno - rispondo pensando: freccia, italo, ma non era meglio quando c'avevamo solo F.S.? E poi se si chiama Italo perché lo fanno tutto rosso? Non sarebbe stato più opportuno farlo tricolore?
- Dovrei farle la multa ma mi dispiacerebbe e non gliela faccio. Però la prossima volta stia più attento.
- Sì, grazie. Mi scusi.
Uso quindi la WLAN di Italo per controllare gli orari e fortunatamente il treno montezemoliano è più veloce della freccia per cui mi da mezzora di margine per poter prendere la freccia a S. Maria Novella che con mia grande sorpresa si presenta di colore prevalentemente grigio con degli stemmi tricolore. Ma allora ditelo che scegliete i colori per confondere i poveri emigranti che hanno ormai perso il contatto con i progressi della propria patria!
- Ma questo l'è da Roma Tiburtina - mi dice il signore di Trenitalia a cui chiedo conferma di binario e treno mostrandogli il biglietto.
- Sì, è una storia lunga - rispondo.
Comunque la WLAN c'è pure sulla freccia. Ed è attraverso quella che pubblico ora questa storia. Secondo voi sarà un modo buono o cattivo per cominciare la mia settimana d'insegnante a Milano? Ad ogni modo spero di non ammalarmi vista l'aria condizionata troppo alta di Italo.
- Da dove parti?
- Da Tiburtina.
- Ah, allora vai con Italo.
- No, Trenitalia. Frecciarossa.
La partenza era fissata alle 16:15 e io mi trovavo al binario già dalle 15:30. La coincidenza successiva mi avrebbe dato solo 15 minuti di margine e visti i tre bagagli di peso complessivo sicuramente superiore ai 20 Kg volevo quel margine che mi consentisse un'andatura da bradipo nel cambio binario.
Poco prima delle 16 arriva il treno. Bello! Tutto rosso! Quale colore più adeguato per una Frecciarossa?
Mi posiziono nella zona del mio vagone: il dieci; salgo e mi metto a cercare il mio posto: il 17c. Ma trovo solo il 17 senza c. E per di più occupato. Il c sarà più avanti mi dice il signore. Ma arrivato nello spazio tra il vagone dieci e il vagone undici sento il treno partire. E non sono ancora le 16. Un atroce dubbio mi afferra le viscere. Chiedo a due ragazzi mostrandogli il biglietto.
- Questo è Italo e va a Torino - mi risponde lei con accento piemontese.
- Ma quindi non passa per Milano? - chiedo io immaginando già arrivi notturni.
- Sì, sì, ci passa - dice il ragazzo con accento campano. - Ma ti conviene scendere.
- E come? Al volo? - rispondo io.
- No, a Firenze - dice lui. - E comunque ti conviene metterti seduto in un posto non prenotato così magari non passano a controllarti. Le multe sono salate.
- Dev'essere la maledizione di Italo - penso sedendomi nel posto libero vicino alla ragazza tornata nel frattempo al suo posto. Ma quando arriva la controllora in sgargiante divisa rossa mi faccio avanti.
- Ho un problema - le dico. - Ho preso questo treno per sbaglio e vorrei scendere a Firenze per prendere quello giusto.
- Ma non se n'è accorto? - risponde la giovine.
- Evidentemente no - penso io.
- Eppure è partito venti minuti prima - continua lei.
- Ma quando è partito era un po' tardi per correggere l'errore - penso io.
- E poi non ha visto che c'era del personale in attesa al binario in divisa rossa? - prosegue lei.
- Guardi, mi dispiace. Lo so. Ho sbagliato. Ma è la prima volta che prendo questo treno - rispondo pensando: freccia, italo, ma non era meglio quando c'avevamo solo F.S.? E poi se si chiama Italo perché lo fanno tutto rosso? Non sarebbe stato più opportuno farlo tricolore?
- Dovrei farle la multa ma mi dispiacerebbe e non gliela faccio. Però la prossima volta stia più attento.
- Sì, grazie. Mi scusi.
Uso quindi la WLAN di Italo per controllare gli orari e fortunatamente il treno montezemoliano è più veloce della freccia per cui mi da mezzora di margine per poter prendere la freccia a S. Maria Novella che con mia grande sorpresa si presenta di colore prevalentemente grigio con degli stemmi tricolore. Ma allora ditelo che scegliete i colori per confondere i poveri emigranti che hanno ormai perso il contatto con i progressi della propria patria!
- Ma questo l'è da Roma Tiburtina - mi dice il signore di Trenitalia a cui chiedo conferma di binario e treno mostrandogli il biglietto.
- Sì, è una storia lunga - rispondo.
Comunque la WLAN c'è pure sulla freccia. Ed è attraverso quella che pubblico ora questa storia. Secondo voi sarà un modo buono o cattivo per cominciare la mia settimana d'insegnante a Milano? Ad ogni modo spero di non ammalarmi vista l'aria condizionata troppo alta di Italo.
4 commenti:
Senti, quando arrivi (se arrivi) a Milano avvisa. Sai com'è.
:-) Giunto, giunto. E ho trovato pure l'estate. Dalle previsioni avevo visto che le temperature si sarebbero alzate, ma non mi aspettavo di sudare così. Poi in camera d'albergo ci sono 26°: troppi. Si dorme male. Il recezionista mi ha spiegato che stanno nella fase di passaggio dal riscaldamento all'aria condizionata e che ci vuole qualche giorno di assestamento. Fase che immagino perdurerà fino alla mia partenza.
ma secondo te non è un po' bizzarro il passaggio di fase? Manco fosse una stazione spaziale con deflettori solari investiti da una tempesta solare. Buona permanenza... Pensi di ripassare nella città di Renzi? :-)
Purtroppo no. Di qui volerò verso Francoforte.
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