giovedì, gennaio 30, 2014

È più scientifica la matematica o è più matematica la scienza?

- Signore e signori. Filosofi e psicologi. Matematici e fisici. Sono lieto di aprire questa tavola rotonda sull'enigmatico quesito che ci è stato posto da i rudimathematici. Vorrei cominciare dall'ospite con la più lunga esperienza in materia. Più di due millenni e mezzo, pensate. L'illustre Pitagora! Maestro, chi meglio di voi può darci una risposta illuminante all'enigmatico quesito?
- Non mi parli di enigmatici quesiti per favore. I Campi Elisi sono affollati di gente che viene a pormi enigmatici quesiti. "Avete un enigmatico quesito? E che ci vuole! Abbiamo tra di noi il grande Pitagora!" E allora rispondi ai quesiti di Crono, rispondi ai quesiti di Achille, rispondi ai quesiti della tartaruga...
- Capisco il fastidio Maestro. Ma qui siamo di fronte a un tema al quale voi non saprete resistere.
- Ah sì? E sentiamo un po' quale sarebbe questo tema al quale non saprei resistere!
- Allora, il questo è.... (rullo di tamburi e arpeggi di lira) ... : "È più scientifica la matematica o è più matematica la scienza?"
- Per tutti gli dei dell'Olimpo! Ma che quesito è questo! Avrebbe potuto chiedermi della matematica delle corde. Avrebbe potuto indagare i misteri dei triangoli rettangoli e del pentagramma. Avrebbe potuto scoprire gli enigmi dei numeri triangolari e quadrati. E invece lei che cosa viene a chiedermi? Un'ovvietà!
- Scusatemi Maestro, ma per molti di noi non è un'ovvietà.
- Ma a una domanda del genere saprebbe rispondere anche Crono. Senta qua! Oh Crono signore del Campi Elisi. Rispondete voi al quesito di questo sfrontato: "È più scientifica la matematica o è più matematica la scienza?"
Le nuvole si squarciano, si ode un boato come di tuono e poi una voce stridula e roca allo stesso tempo:  - Che cosa!? Se è più salvifica la tematica o più tematica la lonza? Ma la lonza intesa come animale o come salume?
- Beh, lasciamo perdere. Tornate pure al vostro divino riposo oh Crono! - urla Pitagora verso il cielo. Poi, voltandosi: - Ma, tornando invece a noi, è ovvio! Allora mettiamola così. Se le chiedessi: potrebbe esistere la scienza senza la matematica, lei che risponderebbe?
- Beh... Non saprei.... Forse…
- Pensi alla fisica. Potrebbero esistere le leggi del moto di Newton senza la matematica?
- Ehm… Effe uguale emme per a… No, penso di no.
- Vediamo di esserne più certi allora. Potrebbe esistere la teoria della relatività senza la matematica?
- Dunque…   ... No, direi di no. Non vedo come si potrebbero formulare leggi così complesse...
- Dunque, quale conclusione ne possiamo trarre?
- Forse si può dire che... Ma scusi un momento illustre Pitagora. Vedo che il professor Freud si sta inquietando. Vuole controbattere professore?
- La psicoanalisi! - esclama Freud fissando Pitagora. - Dove vogliamo mettere la psicoanalisi? - continua sbuffando una nuvoletta di fumo denso dopo aver aspirato dal suo sigaro.
- Ma ecco che anche il professor Popper chiede la parola.
- Una tale obiezione falsificherebbe la tesi del collega Pitagora - dice Karl Popper. - Ma solo a patto che la psicoanalisi si possa considerare una scienza.
- Che cosa vorrebbe insinuare!? - replica Freud spegnendo violentemente il suo sigaro. - Che la psicoanalisi non è una scienza!?
- Nein, sie ist keine Wissenschaft!
- Calmiamoci, calmiamoci esimi professori. Sembra che anche il professor Galilei voglia aggiungere qualcosa.
- Serenissimi colleghi volevo solo dire - fa Galileo Galilei lisciandosi la barba bianca - che parmi la cosa dipendere da quel che s'intenda per scienza. Scienza come conoscenza dotata di costrutto, oppure come quella cosa costruita usando il mio metodo?
- Adesso non impantaniamoci in cavilli epistemologici - riprende Pitagora. - Abbiamo trovato la risposta alla mia prima domanda... A meno di trascurabili e discutibili eccezioni - continua guardando i due austriaci. - E ora consideri il viceversa - aggiunge tornando a guardarmi. - Potrebbe esistere la matematica senza la scienza?
- Beh, penso di sì. Molta matematica è stata creata senza alcun corrispettivo nella realtà.
- Quindi la risposta all'«enigmatico quesito»" mi pare a questo punto triviale. La scienza è inestricabilmente intrisa di matematica, ma la matematica prescinde dalla scienza. È il numero! - continua Pitagora in crescendo. - È il numero che cela in se le leggi per interpretare la realtà che ci circonda. È il numero che tutto ha generato. È il numero il principio primo. Πάντα αριθμός εστι. - conclude il samio con voce potente carica di misticismo.
- Mi permetto di dissentire - interviene il più giovane del gruppo, George Lakos, distruggendo l'incanto del momento. - Potremmo ribaltare la prospettiva e affermare che la matematica è stata sviluppata dalle nostre menti proprio per interpretare la realtà che osserviamo. Quindi essa può essere vista come la chiave di lettura creata ad hoc. Una sorta di guaina deformabile e strutturata che avvolge progressivamente la nostra percezione dell'universo sensibile e che si spinge oltre i confini del sensibile. Una mirabile creazione delle menti umane. La creazione che ci rende più simili alla divinità. Ma pur sempre una creazione.
- Quindi lei sosterrebbe che i numeri e tutta la matematica siano un prodotto della mente umana!?
- Sì. Il numero è una creazione della nostra mente generata dalla subitizzazione. E tutto il resto della matematica è generato attraverso speculazioni della nostra mente. Di conseguenza il numero non possiede una sua esistenza al di fuori del cervello umano. E la matematica funziona per la descrizione dell'universo in quanto l'universo stesso ha guidato l'evoluzione del cervello a costituire uno strumento di investigazione efficace. Quindi possiamo concludere che...
- Ma la smetta!
- Senta, io non l'ho interrotta quando lei stava parlando e ora lei faccia parlare me.
- Ma lei dice stupidaggini...
- Io direi stupidaggini! E allora vogliamo parlare della sua teoria sulla musica delle sfere? Che cos'è che dicevate? Che i pianeti emettono suoni ma noi non li sentiamo perché il nostro orecchio si è abituato a quei suoni costantemente presenti?
- Se lei possedesse un po' d'intelligenza le potrei rispondere che fu proprio a partire dalla nostra teoria sulla musica delle sfere che Keplero sviluppò le sue leggi. Ma la sua sfrontatezza è intollerabile e non la tollererò. Oh Crono signore del Campi Elisi fulminatelo e riportatemi tra di voi.
Le nuvole si squarciano, si ode un boato come di tuono e poi un raggio di sole illumina George Lakos e una voce stridula e roca intona:

Su di noi nemmeno una nuvola 
su di noi l'amore è una favola

- Divino Crono, ma che succede!?
- Come che succede. Non mi ha appena detto: illuminatelo e ricordatemi "Su di noi"? 

1 commento:

dioniso ha detto...

Veniamo noi con questa mia addirivi che, vorremmo partecipare al Carnevale della Matematica numero 70.