mercoledì, novembre 30, 2016

La Boldrini e l'era post-fattuale

Ho appena visto questo intervento di Laura Boldrini al convegno dal titolo "Non è vero ma ci credo".
È inquietante che centinaia di migliaia (milioni?) di persone siano in cerca di un capro espiatorio verso cui rivolgere l'odio accumulato per le frustrazioni vissute: che il misfatto attribuito al malcapitato sia vero o falso non conta, tanto siamo nell'era post-(mis)fattuale. E sappiamo bene che quell'odio può essere molto dannoso anche se confinato al solo mondo socialmediatico. Ma uno sconfinamento dal mondo virtuale a quello reale potrebbe essere meno improbabile di quanto pensiamo. Anche se l'interpretazione di quel disagio da parte di Crozza potrebbe indurci a pensare il contrario.

Giorni fa la Boldrini era stata protagonista della pubblicazione degli insulti, con nomi e cognomi, di chi l'aveva offesa. "Nella giornata contro la violenza sulle donne" aveva scritto la Boldrini, "vorrei sottoporre alla vostra attenzione un fenomeno sempre più frequente e inaccettabile: l’utilizzo nei social network di volgarità, di espressioni violente e di minacce, nella quasi totalità a sfondo sessuale. Ho selezionato e vi mostro solo alcuni messaggi tra quelli insultanti ricevuti nell’ultimo mese."
E in quel puzzle di odio abbiamo visto come si esprime il peggio della rete e il peggio della società. Di solito la satira accentua delle caratteristiche negative di una tipologia umana, ma nel caso di Crozza e del suo personaggio Napalm53, quelle caratteristiche devono essere per forza di cose molto attenuate. Potete vedere chiaramente che la realtà è molto più negativa.

Comunque, la Boldrini ci ha anche mostrato che a volte interloquire invece che ignorare può essere educativo. O almeno, in questo caso, lo è stato per la signora Gabriella. E questo era proprio uno dei messaggi di Chomsky durante il suo intervento su Donald Trump al Geist Heidelberg in cui invitava il pubblico a cercare di non arroccarsi e a  parlare e a discutere con quelli che la Clinton aveva definito "deplorables" perché anche loro hanno delle ragioni: una delle più forti delle quali sarebbe il sentirsi esclusi.

Nessun commento: