lunedì, novembre 07, 2016

Un mondo senza animali di Fabrizio Benedetti

Finalmente sono riuscito a leggere Un mondo senza animali di Fabrizio Benedetti che avevo citato in Sperimentazione animale: dove ha senso opporsi?

Il libro cita dati molto interessanti e segue un approccio che, considerando costi e benefici delle eventuali scelte, aiuta a riflettere sul problema etico della sperimentazione animale in modo pragmatico.

Un dato importante, ad esempio, è quello relativo alla letteratura dei movimenti animalisti, rivolta per il 63% contro la sperimentazione animale, per il 30% contro la macellazione degli animali per il cibo, il 2% contro i canili, il 2% contro la caccia, lo 0,8% contro le pellicce e lo 0,6% contro i giochi (combattimenti, corride ecc.). "Queste percentuali sono di per sé sorprendenti se confrontate con il numero degli animali usati annualmente negli Stati Uniti per differenti scopi: 96% per il cibo, 2,5% per la caccia, 0,4% uccisi nei canili, 0,3% per la ricerca biomedica, 0,2% per le pellicce. Quindi, mentre solo lo 0,3% degli animali viene utilizzato per la ricerca biomedica, ben il 63% della letteratura è dedicata all’antisperimentazione animale."

A questo punto è molto probabile che un lettore si ponga la domanda: ha più senso spendere energie in una battaglia per salvare un solo animale, quando si sa che il suo non utilizzo potrà avere come conseguenza perdite di pazienti o grosse sofferenze negli stessi? O è più ragionevole usare tali energie per salvare più di 300 animali il cui uso, nella stragrande maggioranza dei casi, potrebbe essere rimpiazzato o ridotto di molto senza provocare né morti né sofferenze?

O detto con le parole di Fabrizio Benedetti: "Se rinunciassimo a tutto quello che abbiamo finora preso in considerazione (cibo, giochi e vanità) avremmo abolito per circa il 99% l’uso degli animali da parte degli uomini. Va ricordato, infatti, che gli animali usati per la ricerca biomedica sono circa lo 0,3% negli Stati Uniti e lo 0,2 in Germania (gli altri paesi hanno percentuali simili). Questo vuol dire che di 1.000 animali usati per i più svariati scopi, solo 2-3 sono destinati alla ricerca biomedica, mentre la grande maggioranza (960) va a finire nei nostri piatti."

Fabrizio Benedetti ci fa anche capire molto bene a che cosa dovremmo rinunciare oggi se nel passato non fosse stata usata la sperimentazione animale. Forse una cosa che manca sono delle considerazioni sulle eventuali rinunce nel caso in cui si decidesse di continuare ad usare tutti i medicinali e tutte le tecniche mediche che hanno usato la sperimentazione animale in passato ma se ne impedisse l'uso per le ricerche future.

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