Ho appena ascoltato la puntata "Il genio di Gian Lorenzo Bernini" di Quante storie con Tomaso Montanari come ospite. La discussione su Franceschini e il biglietto d'ingresso al Pantheon comincia al 5° minuto.
Ho trovato sconfortante la mancanza di concretezza dello storico dell'arte e mi sono trovato totalmente d'accordo con Augias soprattutto quando, verso il 16° minuto, dice che noi abbiamo l'eredità del nostro passato e che per tutelarla dobbiamo, con ogni dovuta cautela, usare anche i soldi prodotti dal patrimonio artistico per salvare il patrimonio artistico stesso.
Credo che l'idealismo utopico e assolutamente privo di concretezza, di cui Tomaso Montanari sembra pervaso, sia uno dei problemi del nostro paese.
È un'idealismo che, a prima vista, fa anche una buona impressione perché infarcito di belle idee, buoni sentimenti e romanticismo. Ma è totalmente privo di realismo.
La discussione mi ha ricordato il dibattito tra Carofiglio e la Guerritore sulla riforma costituzionale: da una parte la consapevolezza che la soluzione non è quella ideale ma è un buon compromesso per risolvere subito diversi problemi, dall'altra un'accozzaglia di luoghi comuni, benaltrismo e belle soluzioni ideali ma irrealizzabili per un futuro molto ipotetico. Bellissime affermazioni che non hanno alcun riscontro pratico.
1 commento:
Da FB
Luciano mi trovi d'accordo eppure dicono che Montanari sia uno dei migliori nel suo campo
Dioniso Dionisi Nel suo campo magari sì: quello di storico dell'arte. Ma il tema a cui mi riferivo è qualcosa di più ampio che coinvolge anche scelte politico amministrative. Uno può essere un ottimo storico dell'arte ma un pessimo amministratore.
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