venerdì, ottobre 10, 2008

Gianmaria Testa / Paolo Fresu Duo a ENJOY JAZZ

Ieri siamo stati a Mannheim al concerto di Gianmaria Testa e Paolo Fresu nell'ambito del Festival Internazionale ENJOY JAZZ

Il concerto ha avuto luogo nella modernissima Trinitatis Kirche.

Devo confessare che ero un pochino scettico. Voce, chitarra acustica e tromba...?

Il concerto si è aperto con una canzone del solo Gianmaria Testa che si accompagnava con la chitarra acustica.

Alla fine del primo pezzo Testa guarda l'orologio un po' spazientito. Il pubblico sorride e si chiede il motivo. Qualcuno dice: "schon fertig?" ("già finito?").
Invece si tratta di una delle trovate del duo: Testa attende l'arrivo di Fresu.
In lontananza si comincia a sentire un suono che proviene da uno strumento a fiato. Testa si mostra soddisfatto e attacca il suo pezzo.
Il suono lontano prosegue in un lentissimo crescendo. Mi chiedo come l'esecutore possa tenere quell'unico e stabile suono così a lungo. Poi mi viene in mente: la Respirazione circolare: una tecnica secondo me molto difficile che non ho mai imparato.
Verso la fine del pezzo, Fresu compare finalmente nella parte illuminata in prossimità dell'altare. Sta suonando un vecchio flicorno soprano. Ha lentamente percorso il corridoio tra i banchi tenendo quel suono senza interruzioni per i 3-4 minuti di durata del pezzo.

Il duo funziona molto bene. Sia dal punto di vista scenico/teatrale che da quello musicale.
Testa alterna chitarra acustica ed elettrica. Fresu contorce la sua minuta persona mentre esplora e gioca divertendosi con le molteplici possibilità acustico-spaziali offerte dall'ampio ambiente ecclesiastico.
Gioca molto anche con i suoi strumentini elettrici e si diverte a creare effetti molto interessanti alternando tromba e flicorno soprano.

Esilarante è stata la scenetta con la traduttrice reclutata dal pubblico. La sua padronanza del tedesco era un po' limitata, ma ha simpaticamente mimato ed interpretato molte delle battute di Testa.
Hanno anche improvvisato una divertente scenetta in cui Fresu e la traduttrice interpretavano i ruoli della coppietta anni 60' in cinquecento, Testa commentava e la ragazza traduceva nel suo modo simpatico.

Purtroppo non avevo con me la macchina fotografica. Vi dovrete quindi accontentare dei video trovati su Youtube.

giovedì, ottobre 09, 2008

Crimea (Крим) 13: la Yevpatoria periferica

Martedì 9 settembre

Oggi è il nostro anniversario. Il programma della giornata è stato organizzato da Oli e Ingrid e prevede una giro della Yevpatoria periferica usando i mezzi pubblici seguito da una giro della steppa in autobus con pranzo finale in un ristorante tartaro.

Partiamo in tram. La velocità media non deve essere superiore ai 6 Km/h. Zucchero ed io lo avevamo già notato un paio di giorni prima: in un tragitto di 30 minuti circa noi siamo arrivati quasi insieme al tram che era partito insieme a noi.

La linea ha una sola rotaia. Sono quindi previste delle pause d'attesa per gestire le opposte direzioni.

Scendiamo dopo poche fermate.

Oli e Ingrid ci portano in questo luogo considerato sacro a Yevpatoria.
Durante la guerra le truppe tedesche fucilarono qui migliaia di civili. L'evento viene commemorato tutti gli anni durante la festa della liberazione.
Alla festa partecipa regolarmente anche la nonna partigiana della nostra amica/vicina con il petto colmo di orgoglio e di medaglie.

Ci spostiamo quindi verso i mercati.

Visitiamo prima quello del pesce. Non rimango entusiasmato dall'aspetto del prodotto.

Passiamo quindi alla frutta e verdura

e infine alla carne



Tipico palazzone della zona.

Altro scorcio di mercato.

La città è costellata di questi rivenditori. Oli e Ingrid ci spiegano che vendono un'antichissima bevanda tipica del luogo, il kvas (квас), ottenuta da una leggera fermentazione del pane nero.
Non riesco a trattenermi e provo la bevanda. Non è affatto male. È rinfrescante e mantiene un gradevole aroma di pane.
Kvas: una bevanda contro la globalizzazione!

martedì, ottobre 07, 2008

Crimea (Крим) 12: Yalta (Ялта), Palazzo di Livadia (Ливадийский дворец) e Nido delle rondini

Lunedì 8 settembre

L'accesso al centro di Yalta è vietato. L'autobus ci lascia ad un kilometro circa dal centro.
Per buona parte del percorso attraversiamo un mercato.

Giunti sul lungomare troviamo Vladimir Ilyich Ulyanov (Владимир Ильич Ульянов) alias Nikolaj Lenin (Никопай Ленин) che ci attende austero.
Nonostante si trovi in Ucraina, la Crimea è a maggioranza russa. Sin dai tempi degli Zar ha ospitato diverse basi della Flotta Russa del Mar Nero e le ospita tuttora. Anche a Yalta ci sono ancora diversi possedimenti della Flotta del Mar Nero.
Inoltre Yalta per il suo clima particolare è da decenni meta di vacanze per tutti gli ex-sovietici.
La maggioranza russa di Yalta è ancora più forte che nel resto della penisola. I Russi crimei non sono molto contenti di essere stati separati dalla madre patria al momento dell'indipendenza dell'Ucraina nel 1991. Uno dei risultati di tale fatto è che il Partito Comunista è ancora molto forte in Crimea e di conseguenza le statue sovietica troneggiano ancora.
Yalta è anche la città in cui, il 21 agosto 1964, morì Palmiro Togliatti.

Pranziamo con un gelato. Prendo una sorta di Magnum bianco. Mi accorgo dell'inquietante siringa barrata presente sulla confezione. Provo a leggere la didascalia: STOP NARKOTIK. Mi chiedo che significhi.
L'interpretazione più sensata che riesco a dare è che nel gelato sono presenti semi di papavero e la didascalia vuole sottolineare che non si tratta di papavero narcotico...

Ci incamminiamo per una breve passeggiata per il centro. L'avvelenatrice si unisce a noi.

Le insegne pseudo italiane in ambito gastronomico sono presenti anche qui.
L'avvelenatrice ci dice che suonava il violino ma che poi ha dovuto smettere per problemi al polso. Discorrendo scopriamo infine che la giovane aspirante Lucrezia Borgia è una delle fondatrici dell'orchestra in cui suono attualmente.

Le insegne pseudo italiane sono presenti anche sul lungomare.

Ciò che vediamo durante questa breve passeggiata non mi entusiasma particolarmente.
Trovo interessante la vegetazione di Yalta. La zona circostante la città gode di un clima particolarmente mite. Durante l'estate il clima crimeo è abbastanza vicino a quello dell'Italia centrale. Durante l'inverno invece il clima può diventare molto rigido. Nonostante la Crimea sia una penisola, l'assenza di barriere naturali la rendono particolarmente vulnerabile ai gelidi venti invernali provenienti dalla Siberia. Pare che si possano raggiungere anche punte di -30°.
La zona di Yalta è invece è l'unica ad essere provvista di barriere naturali.

L'appuntamento con il resto del gruppo è sulla piazza di Nikolaj.

Lasciamo Yalta

e in autobus raggiungiamo il Palazzo di Livadia (Ливадийский дворец).
Pare che la moda di Yalta come ambita città di vacanze balneari abbia le sue radici proprio nella scelta di Livadia da parte dello zar Alessandro II nel 1860 come residenza estiva dei Romanov (Рома'новы).


Entriamo nel palazzo attraversando il portico di marmo di Carrara.



Raggiungiamo il famoso tavolo al quale, tra il 4 e l'11 febbraio del 1945, sedettero Stalin, Churchill e Roosevelt la Conferenza di Yalta.

Churchill...

Stalin...

Sala delle riunioni.

Pagina della Pravda (Пра'вда).

Lampadario di Murano del tempo degli Zar.

La storica foto dei tre grandi.

Il cortile italiano.

Il primo Palazzo di Livadia fu costruito da Ippolito Antonovich Monighetti (1819 - 1878): un architeto Russo di origine italiane.
Monighetti costruì un palazzo grande, uno piccolo ed una chiesa.
Nel 1909 lo Zar Nikolaj II e sua moglie furono ospiti di Vittorio Emanuele III ed ebbero la possibilità di ammirare le bellezze architettoniche italiane. Risultarono particolarmente affascinati dai palazzi rinascimentali.
Al suo ritorno Nikolaj fece demolire i due palazzi di Monighetti ed incaricò l'architetto Nikolay Krasnov di ricostruire un unico grande palazzo imperiale.
Il nuovo palazzo fu costruito in stile neorinascimentale usando granito bianco della Crimea e fu inaugurato l'11 settembre 1911.

Questo è uno dei disegni di Monighetti.

La famiglia di Nikolaj II.

Ingresso alla chiesa di Monighetti.

Chiesa di Monighetti.

Banani.



Vista dal palazzo.

Siamo purtroppo capitati con una inusuale comitiva di turisti tedeschi pigri.
Ci dobbiamo quindi accontentare solamente di una visione a distanza del Nido delle rondini e dobbiamo invece proprio annullare la visita di altri palazzi.

La sera Zucchero ed io ci consoliamo nel nostro ristorante di fiducia. Visto che abbiamo più o meno associato delle sequenze di caratteri cirillici presenti nel menù (solo in russo ovviamente) con dei piatti, torniamo a mangiare ogni sera nello stesso posto.

domenica, ottobre 05, 2008

Crimea (Крим) 11: Bachčysaraj (Бахчисарай) e Hansaray

Domenica 7 settembre

Dopo pranzo visitiamo il palazzo dei Khan, chiamato Hansaray.

Il Palazzo fu costruito nel XVI sec. d.C. e divenne la residenza dei Khan di Crimea.

Si scorgono i minareti.

Penetriamo le mura. Il muezzin diffonde la sua preghiera.

La Moschea.

Ammiriamo questo portale.



Entriamo nel palazzo.

Poltrona in tessuto d'oro.



Gli interni sono stati riorganizzati alla maniera della tradizione stilistica dei Tartari di Crimea del XVI sec.

Baule.



Notiamo la presenza molto inconsueta di una stella di David. La guida ci dice che ci sono diverse interpretazioni, ma nessuna di queste è stata confermata. Forse ha a che fare con la passata presenza dei Karaim nell'area.

Testi in arabo.

Fontane.

Questa è la Fontana delle Lacrime. Parrebbe che sia stata fatta costruire da uno degli ultimi Khan di Crimea: Qırım Giray.
La storia (o leggenda?) vuole che il Khan si fosse innamorato di una sua giovane moglie polacca, Diliara Bikech, residente ovviamente nel suo Harem (la struttura è ancora presente).
La giovane moglie morì improvvisamente e il Khan, noto per la sua spietata crudeltà, pianse irrefrenabilemente tra lo stupore di tutti.
Per ricordare l'evento Qırım Giray volle che fosse costruita una fontana di marmo in modo tale che la pierta piangesse come lui per l'eternità.
Pare che la struttara della fontana evidenzi forti influenze della filosofia sufista.
La triste storia del Khan Qırım Giray e della sua giovane moglie Diliara Bikech ispirò lo scrittore Aleksàndr Sergeevič Puškin (Алекса'ндр Серге'евич Пу'шкин) alla stesura del poema "La Fontana di Bachčysaraj" (Бахчисарайский фонтан).