giovedì, maggio 26, 2016

Goethe e il Carnevale Romano

“..Ci auguriamo che, essendo la vita nel suo complesso imprevedibile, ingrata e irta di rischi quanto il Carnevale Romano, questa spensierata falange di maschere serva d’ammonimento a ricordare l’importanza di ogni attimo di gioia, per quanto fugace possa sembrare, che ci è concesso dalla vita.”

Johann Wolfgang Goethe

martedì, maggio 24, 2016

Nuove opinioni sui vaccini

Oltre alla bestialità a livello medico-scientifico (riportata qui) penso che questo sia un esempio di che cosa significhi perdere la memoria storica e non.


Ai tempi di mio nonno i vaccini non si facevano. E lui, insieme ai suoi coetanei, con la terra non solo ci giocava ma la lavorava pure. Eppure a quei tempi i bambini morivano come mosche inclusi un fratello e una sorella di mio nonno. Ma forse…
… le scie chimiche c'erano già da allora: le portavano i marziani e non lo sapevamo.


https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2052370251654814&id=2045450802346759&substory_index=0

mercoledì, maggio 18, 2016

Chiedilo a Red Ronnie: Pitagora e il complotto dei costruttori di calcolatrici

In questi giorni mi trovo di fronte a un grande dilemma.

Ho scoperto che se calcolo la radice di due con la calcolatrice ottengo un numero finito di cifre. E sono incerto se questo sia un complotto dei costruttori di calcolatrici volto a mantenere il monopolio dei numeri razionali o se sia una dimostrazione che Pitagora aveva ragione e Ippaso aveva torto.
Che dite chiedo a Red Ronnie?

Vuoi sapere qual è la verità nascosta sul Bosone di Higgs?1 Vuoi sapere del complotto ordito da costruttori di bilance, dietologi e cosmologi volto a sfruttare le onde gravitazionali per mostrare dati falsati quando ci si pesa?2 Vuoi scoprire la vera ricetta della matriciana occultataci per secoli dai produttori di guanciale?

#chiediloaRedRonnie

Nell'immagine Red Ronnie al congresso degli immunologi omeopatico-quantistici che arringa le folle invitandole a porre domande sul destino dell'uomo e dell'universo.





1 Questa verità - modestamente nascosta da Red Ronnie in una nota a margine del suo "Knödel, esche e bacche", opera che disvela inattese e affascinanti correlazioni tra la cucina tedesca, la pesca d'altura e i frutti di bosco della Selva di Teutoburgo - me l'ha fatta scoprire l'amico Manuel.

2 Questa rivelazione si trova in un capitolo di quel capolavoro a quatto mani con Eleonora Brigliadori che è il "De proportionibus velocitatum in motibus Vaccinorum, Cecchetto e l'arte della spennellatura del rimmel". Opera del periodo neo-scolastico dei due autori che include anche nuove traduzioni dei testi di Alcuino di York e Anselmo d'Aosta che erano state alterate dalla lobby dei traduttori dal latino.

martedì, maggio 17, 2016

Eleonora Brigliadori e i vaccini

Ancora sul caso di Roberto Burioni, il professore di virologia che studia i vaccini da una vita e il cui parere sui vaccini è stato messo a confronto con quello di Eleonora Brigliadori. Esperta il cui parere medico/scientifico può essere apprezzato in questo esempio.
Qui ne parla anche Marco Cattaneo: Rai, in tv la provocazione sui vaccini: "Sbagliato giocare con la scienza"
Questo caso mi ricorda un fatto simile di qualche anno fa in cui Bruno Vespa organizzò a "Porta a porta" un dibattito sull'efficacia delle previsioni dell'astrologia invitando: Stefano Bagnasco, fisico responsabile del gruppo di studio del CICAP sull'astrologia, insieme a tre astrologi, due politici, Marisa Laurito e non ricordo più quali altre due o tre celebrità de noantri con curriculum simile. Ovviamente, in questi contesti l'argomentare logico (e soprattutto quello di chi a tali contesti non è abituato) non può che uscirne sconfitto.
Il problema è che mettere in dubbio l'efficacia dei vaccini causa sicuramente molti più danni rispetto alla celebrazione dell'astrologia.
Ma molto peggio a livello mediatico fecero Le Iene per la questione Stamina. Quello per me resta l'esempio peggiore in assoluto di disinformazione televisiva.

domenica, maggio 15, 2016

Carnevale della Matematica #97 - I Giochi

L'edizione di maggio del Carnevale della Matematica, la numero 97, è ospitata da Roberto Zanasi su Gli studenti di oggi e il tema è "I Giochi".
Stavolta non ho potuto contribuire con la cellula melodica visto che la nostra scala cromatica tradizionale ci consente di abbinare solo un numero piuttosto limitato di numeri primi. L'uso di scale microtonali avrebbe potuto farci arrivare al 97 ma poi le cose sarebbero state un po' troppo complicate. E, in ogni caso, il software che uso non sarebbe stato sufficiente.
Però degli articoletti fuori tema li ho mandati. E questi sono stati così introdotti:

Sapevate che esiste una rivista di storia della scienza su Medium redatta da autori italiani? Ebbene, esiste. Si chiama Through the optic glass, ci scrive sopra anche Dioniso, che ci segnala una revisione, o una nuova edizione, dei primi articoli della sua serie sulla storia della matematica. Eccoli qua:

I primi passi del pensiero matematico
Talete
Pitagora I - La nascita e i viaggi
Pitagora II - Crotone e la scuola: matematici e acusmatici
Pitagora III - la famiglia, Muia, Teano e il ruolo delle donne nella scuola
Pitagora IV - Qual è la scoperta più importante dei pitagorici?
Pitagora V - Ippaso, l’incommensurabile e il crollo della scuola

Infine, Dioniso ha anche scritto Musica e numeri per Voltalacarta, una relazione sul legame tra musica e numeri fatta per l'associazione culturale Voltalacarta di Heidelberg.

Il mese prossimo l'edizione numero 98 del 14 giugno 2016 (“canta melodioso, melodioso”) verrà ospitata da ... non si sa ancora e, ovviamente, anche il tema è ancora incognito.

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martedì, maggio 10, 2016

Musica e numeri per Voltalacarta

Giovedì 28 aprile ho presentato una relazione su musica e numeri per l'associazione culturale Voltalacarta di Heidelberg.
Il materiale audiovisivo, già utilizzato in parte per la lezione interattiva per una terza media romana, è stato costruito seguendo questo filo conduttore: “Perché c’è una relazione tra matematica e leggi che regolano l’universo? Durante la presentazione si mostrerà: a quale intuizione dei pitagorici si faccia risalire questa scoperta; come questa intuizione abbia a che fare con i suoni e con la musica; e quali furono le conseguenze in relazione agli sviluppi futuri della scienza e della matematica.“

Come integrazione alle due ore di presentazione ho pensato di scrivere commenti e risposte alle domande ricevute in una forma utile sia a chi ha partecipato alla serata sia a chi non lo ha fatto in quanto il tutto è formulato in modo tale da non richiedere prerequisiti, tranne una cultura matematica di base.

Commenti

Dopo la lettura dell'amica Nadia della scena che descrive la possibile dimostrazione di Ippaso
dell'irrazionalità della radice di due, ho dimenticato di dire alcune cose.
1. Quella fu probabilmente la prima volta nella storia in cui veniva usato il metodo della dimostrazione matematica in ambito numerico. Infatti, quel metodo, che è uno dei mattoni più importanti delle fondamenta su cui è costruito l'edificio della matematica, nasce proprio in quel periodo (VI sec. a.C): grazie a Talete in ambito geometrico, e grazie ai pitagorici in ambito numerico.
2. Non solo! La scena mostra anche che Ippaso e Pitagora, partendo dall'ipotesi che la radice di due sia una frazione, deducono un risultato assurdo; concludendo così che l'unica spiegazione possibile sia che l'ipotesi fosse sbagliata. E cioè che la radice di due non possa essere una frazione. Inventano così anche il metodo di dimostrazione per assurdo: uno dei metodi di dimostrazione più usati in tutta la storia successiva della matematica. Tant'è che persino Andrew Wiles lo usa nel 1994 per la sua dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat1 di cui ho parlato durante la relazione.
3. Ma non è finita qui! Quella particolare dimostrazione per assurdo di Ippaso usa un metodo noto come metodo della discesa infinita. Un metodo che sarà usato spesso in seguito.
Insomma, per riassumere, i pitagorici idearono tre formidabili strumenti matematici il cui grado di importanza e di generalità varia dalla sconfinatezza del primo (la dimostrazione); alla maggiore specificità del secondo (la dimostrazione per assurdo), sottoclasse del primo; fino alla tecnicità del terzo (metodo della discesa infinita), sottoclasse del secondo.

Domande

1. Perché i battimenti, il cui grafico sembra così regolare, producono una sensazione acustica poco piacevole?
Prima di tutto perché la modulazione in ampiezza dell'onda risultante, seppur periodica e regolare, ha una frequenza così bassa da farci sentire quella fastidiosa vibrazione del suono risultante.
Poi c'è anche il fatto che le sinusoidi dell'immagine sono semplificazioni mentre l'onda risultante di due suoni reali, arricchita dalla somma dalle onde degli armonici, non sarebbe così bella e regolare. Inoltre, i suoni reali le cui frequenze stanno in rapporti non semplici hanno meno armonici in comune. O, detto in altri termini, più i numeri al numeratore e al denominatore del rapporto tra le frequenze sono grandi meno armonici in comune avranno i due suoni e quindi più aspra e dissonante risulterà la combinazione dei due suoni.

2. Perché ci fu l’esigenza di passare alla scala temperata? E perché proprio in quel momento (XVII-XVIII sec.)?
Secondo me per tre innovazioni fondamentali affermatesi lentamente soprattutto nell'arco dei 3-4 secoli precedenti. E cioè: l’affermazione della musica polifonica, della musica strumentale e, ultima ma più importante, della musica tonale. Con la musica vocale il problema non sussisteva per l’ovvia capacità della voce di aggiustare l’intonazione. Il problema comincia invece a porsi quando si mettono insieme tutti questi pezzi: la musica polifonica, la musica strumentale e, soprattutto, il cambio di tonalità (o modulazione: da do maggiore a fa maggiore, da fa maggiore a fa minore, ecc) introdotto con la musica tonale e che non esisteva nella precedente musica modale (quella del Gregoriano per intenderci). Ed è soprattutto il cambio di tonalità il grosso problema. Perché per non far variare le distanze tra i gradi delle scale in due tonalità diverse (come do maggiore e do# maggiore ad esempio) si sarebbe dovuto riaccordare lo strumento nel passaggio da una tonalità all'altra.
Tutta questa evoluzione storica è spiegata molto bene nel capitolo "Dalla modalità alla tonalità" della pagina di Wikipedia sulla Musica modale.
Inoltre, quando avevo già quasi terminato la messa a punto del materiale per la mia lezione/relazione ho scoperto questo video: Incontro con Andrea Frova - Musica e numeri. E anche lì, al min 25 sec 22, se ne trova una bella spiegazione. Tra l’altro lì Andrea Frova cita anche come Bach, maniaco dell’intonazione, affrontasse il problema prima che si cominciasse a usare la scala temperata: quando il pezzo cambiava tonalità lui si fermava e riaccordava tutto il clavicembalo. Al min 33 sec 10 c’è anche un esempio di un pezzo dal clavicembalo ben temperato suonato nei diversi temperamenti. Credo che un orecchio poco sensibile alle intonazioni non riesca a percepire molta differenza.

3. Qual è il ruolo del cervello nella percezione del suono?
La domanda probabilmente mi è stata posta perché avevo messo parzialmente in dubbio la relatività che molti musicologi attribuiscono alla percezione della consonanza e della dissonanza. Io credo che ci sia una relatività ma solo entro certi limiti. Per corroborare questa ipotesi mi rifaccio anche ad Andrea Frova, che sostiene con convinzione tale interpretazione. Ad esempio, al min 11 del suddetto video afferma che la differenza tra consonanza e dissonanza è percepita in tutte le culture musicali e anche da neonati e animali (alcuni studi hanno mostrato che i macachi preferiscono le consonanze).
Inoltre al min 41 sec 11 Frova approfondisce il ruolo del cervello nella percezione delle consonanze e delle dissonanze e, intorno al minuto 45, mostra la risposta del cervello dei gatti a vari tipi di consonanze e dissonanze.
Quindi, è vero che il cervello può anche imparare ad apprezzare le dissonanze, ma, come mostrano diverse prove, è anche vero che un cervello dotato di poche sovrastrutture culturali apprezza le consonanze ma non molto le dissonanze.
Questo fatto è sintetizzato molto bene da una frase del compositore György Ligeti:
"La storia della musica non è altro che un percorso di adattamento dell'uomo alle dissonanze."


1 Si sapeva che se fosse stato falso il teorema di Fermat allora si sarebbe potuta costruire una funzione che avrebbe contraddetto la congettura di Tanyama-Shimura. E così, dimostrando la congettura di Tanyama-Shimura (un risultato molto più importante del teorema di Fermat), Wiles dimostrò anche il teorema di Fermat. Perché la sua falsità avrebbe prodotto una contraddizione.

mercoledì, aprile 20, 2016

Sono il cittadino medio di facebook? (gradi di separazione)

Il nostro più amato socialcoso mi fa sapere che, con i miei 3,37 gradi medi di separazione da tutti gli altri utenti di facebook mi avvicino molto alla media globale dei  3,57 gradi di separazione.

Ho l'impressione che i miei 3,37 gradi si trovino molto vicini al massimo della curva.
Che conclusioni dovrei trarne?

domenica, aprile 17, 2016

De Africa - Ernesto Ragazzoni

Visto che eminenti intellettuali sostengono che imparare poesie a memoria sia cosa buona e giusta io mi sto cimentando con questa. Se qualcuno fosse interessato a ingaggiarmi per una declamazione pubblica o privata mi faccia sapere.

De Africa - Ernesto Ragazzoni



Vi dirò dunque dell’Affrica,
la qual Affrica è il paese
dove sta il senegalese,
l’ottentotto ed il niam-niam;
ed ha un clima così torrido
che, pel sole e i gran calori,
tutti i neri sono mori
ed in più, figli di Càm.

Gli abitanti — detti indigeni —
così in uggia han panni e gonne
che, sì uomini che donne,
vanno nudi, o giù di lì;
ed han gusti così semplici
che, talor, se è necessario,
mangian anche il missionario
che li accolse e convertì.

Pur ve n’ebbero, di celebri
affricani, e di cartello:
Amonasro, il moro Otello,
la regina Taïtù,
e fra tutti memorabile
quel Scipione l’Affricano
così detto, perché un sano,
vero e buon romano fu.

Fattispecie di triangolo
con la punta volta in basso,
mezzo arena e mezzo sasso
e padul l’altra metà
(tre metà?), caos di polvere
con dentro iridi di fiori,
tale è l’Affrica, o signori,
nella sua complessità.

L’Ibi, il tropico del Canchero
l’equatore, l’Amba rasa
sono là come di casa,
con il ghibli, il Congo, Assab;
col cammello, con il dattero
e la tanto celebrata
adamonia digitata,
che sarebbe il baobab.

Sono là. E là — tartufolo
minerale — c’è il diamante,
c’è la pulce penetrante,
e la ria mosca tsè-tsè.
Ed è là che a volte càpita
di veder, tra arbusto e arbusto,
quel pulcino d’alto fusto
che lo struzzo è detto... ed è.

Ma la cosa che c’è in Affrica
e più merita attenzione
è il terribile leone,
ruggibondo e divorier.
Non è ver che di proposito
sia malevolo e cattivo,
ha un carattere un po’ vivo,
e va in bestia volentier.

Ed allora, Dio ne liberi
incontrarlo per la strada!
Se per lì non ci si bada
si finisce entro il leon.
Affamato, quei vi stritola
vi trangugia a larghe falde
poi, tra ciuffi d’erbe calde,
digerito vi depon.

Sono cose che succedono.
Ma l’ardito cacciatore
col fucil vendicatore
spaccia il mostro — e come no!
Urli, spari, capitomboli!
Crolla il re della foresta.
Alla sera... Allah! gran festa
di tam-tam e di falò.

Viva l’Affrica ed il semplice
suo figliolo, l’affricano.
Non ancora buon cristiano
veramente come va;
un po’ lesto di mandibola,
un po’ lento nel lavarsi,
coi capelli crespi ed arsi,
... ma... speriamo... si farà.

Già, pel bianco nostro merito
ei, selvaggio ebano ignavo
si piegò, percosso e schiavo,
nella pelle del zio Tom,
ed — onore per lui inclito —
importato or ora in Francia
s’ebbe a far bucar la pancia
sulla Marna e sulla Sòm.

Benvenuto dal tuo Senegal,
fratel nero, e dal Sahara;
dalla tua contrada avara
benvenuto a crepar qui.
Vien! L’Europa qui ti prodiga
(giù la barbara zagaglia!)
la civile sua mitraglia
che già tanto suol nutrì!

Ti vogliamo eroe... Rallegrati.
Pur, se mai, ti si dà il caso
che tu porti fuori il naso
da quest’orgia, o almeno un piè,
quando torni ai tuoi, ricòrdati:
(quando là sarai tranquillo)
— Tante cose al coccodrillo,
per mio conto, e al cimpanzè!

giovedì, aprile 14, 2016

Carnevale della Matematica #96 - Il futuro delle previsioni

L'edizione di aprile del Carnevale della Matematica, la numero 96, è ospitata da Roberto Natalini su maddmaths e il tema è quello del "Mese della Consapevolezza Matematica": Il futuro delle previsioni.
Io ho contribuito con la cellula melodica...



...e con due articoletti fuori tema così introdotti:

 Dioniso Dionisi per Pitagora e dintorni ci scrive. "Molto gentilmente la professoressa di matematica mi ha fatto trovare la situazione ideale per predisporre la lezione: aula vuota con chitarra, tastiera elettronica e proiettore. Quando gli studenti sono entrati tutto era stato sistemato. E già dopo la mia prima domanda per loro ho capito che non c'era motivo di temere la reazione che tra tutte quelle possibili più mi preoccupava... Una mia lezione su musica e numeri." E ancora: "Statista ci fornisce i dati sul terrorismo nel mondo tra il 2001 e il 2014 e attraverso gli anni in Europa. Che conclusioni se ne possono trarre? Credo che nella paura di oggi ci sia sicuramente una componente molto mediatica. Però credo pure che rispetto al terrorismo del passato ci sia pure una differenza che rende quello di oggi più imprevedibile, difficile da combattere e quindi più spaventoso. E cioè... I numeri sul terrorismo nel mondo e attraverso gli anni."

Il mese prossimo l'edizione numero 97 del 14 maggio 2016 (“sul pino”) verrà ospitata da Zar su proooof e il tema è ancora incognito.

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lunedì, aprile 04, 2016

La sagra della primavera: "The rite of spring" o "The riot of spring"?

Quale giorno migliore del primo aprile per andare a La sagra della primavera?

Avevo capito che non si trattasse semplicemente di una nuova coreografia sulle note di Igor Stravinsky ma non mi aspettavo neppure che fosse in realtà un balletto sul balletto. O un metaballetto, come direbbe qualcuno. L'ho capito quando il giovane studente ci ha magistralmente introdotto il pezzo. Il tema era cioè la prima assoluta del balletto tenutasi il 29 maggio 1913 al Théâtre des Champs-Élysées. Teatro che era stato inaugurato il 2 aprile dello stesso anno. Ma il 29 maggio l'opera generò una vera e propria rivolta tra il pubblico, forse anche per la musica troppo d'avanguardia per i tempi, ma principalmente a causa della singolare coreografia di Nižinskij, che potrete vedere ricostruita nel video di chiusura.
E il giovane studente ci ha anche spiegato il gioco di parole nel titolo: "The riot of spring" invece dell'originale "The rite of spring". Ma come avevo fatto a non accorgermene! Pensavo di assistere a La sagra della primavera e invece avrei assistito a La rivolta della primavera!

Il balletto comprendeva poi anche una prima parte dedicata a Coco Chanel: Das kleine Schwarze (il tubino). Bella, sì, ma la seconda ("The riot of spring" per l'appunto) è stata spettacolare.
Mi sono emozionato come in poche altre occasioni di fronte a un'opera musicale, fino a essere attraversato dai brividi e a sviluppare un'ammirazione sconfinata per l'orchestra e gli orchestrali. Tra l'altro ho anche scoperto che il direttore d'orchestra era un italiano: Daniele Squeo.

Sono tutt'altro che un esperto di balletto, ma anche la coreografia mi è piaciuta molto. E includeva anche una divertente sorpresa. Una riflessione che mi ha suscitato questa rivisitazione coreografica è che forse nell'ambito della coreografia le rivisitazioni sceniche funzionano molto meglio rispetto a quelle, molto di moda qui, effettuate nell'ambito dell'opera. Ovviamente, il balletto, a differenza dell'opera, non è sottoposto ai vincoli di un testo. Ma, stranamente, alcuni registi d'opera sembrano ignorare il fatto.

Ricercando un po' ho anche trovato questo ottimo video che mostra la partitura de La sagra della primavera durante l'esecuzione del pezzo. Da notare come in alcuni momenti il metro cambi ad ogni battuta: 3/4, 6/8, 2/4, 6/8, 3/4, 9/8,...3/16, 2/16, 2/8; a mostrare la particolarità di questo pezzo in cui Stravinsky, forse per la prima volta nella musica occidentale, usa il ritmo, ma anche il timbro (lo si capisce subito dalla tessitura singolarmente acuta dell'assolo iniziale del fagotto ma anche dagli accostamenti e dagli incisi melodici che attraversano varie aree timbriche), con pari dignità rispetto agli altri due elementi espressivi che avevano da sempre predominato l'espressione musicale occidentale: l'armonia e la melodia.
Qui, invece, ci sono anche delle interviste ad alcuni ballerini che ballarono alla prima, tra cui anche alla vergine che dice: "it was so exhausting that when I collapsed at the end I collapsed really and truly!"

Comunque sembra che, oltre al pubblico, le coreografie di Nijinsky, ricostruite nel video sottostante, non piacquero molto neppure a Stravinsky. E questo lo si evince anche dalla registrazione di un'intervista al compositore che ci hanno fatto ascoltare all'inizio del balletto.


mercoledì, marzo 30, 2016

Una mia lezione su musica e numeri

La prima esperienza di lezione interattiva su musica e numeri per una terza media romana è andata bene.
Molto gentilmente la professoressa di matematica nonché vicepreside mi ha fatto trovare la situazione ideale per predisporre la lezione: aula vuota con chitarra, tastiera elettronica e proiettore. Quando gli studenti sono entrati tutto era stato sistemato. E già dopo la mia prima domanda per loro ho capito che non c'era motivo di temere la reazione che tra tutte quelle possibili più mi preoccupava: il disinteresse. A tentare di rispondere alle domande, e molto spesso in modo giusto, erano solo tre o quattro ma, a giudicare dai volti e dal linguaggio del corpo, tutti mi sembravano attenti.

L'esperimento iniziale con i suoni della chitarra e conseguente misura delle corde da parte di una volontaria ha funzionato ed è sembrato averli coinvolti. Qualche piccolo segno di disattenzione mi è parso invece di coglierlo solo durante la prima lettura. Penso che dovrò accorciare, snellire e alleggerire quelle tre pagine.

La maggioranza dei ragazzi non aveva origini italiane e le più sveglie e intelligenti mi sono sembrate proprio due ragazze: una di origine asiatica e una di origine est-europea.

Abbiamo parlato di musica, numeri, acustica, frazioni, storia, geografia, astronomia, metodo scientifico, Pitagora e numeri irrazionali. A partire dall'età del ferro fino ad arrivare alla prima chiusura del cerchio ad opera principalmente di Galileo, che reiterò e confermò il fatto che l'universo è scritto nella lingua della matematica e alla seconda chiusura del cerchio della seconda metà del 1800 ad opera di Dedekind che dimostrò definitivamente come Pitagora avesse ragione anche in ambito strettamente matematico. Qui una ragazza si è mostrata sorpresa: così di recente è stato risolto quel problema!? - ha esclamato, fornendomi la sponda per un commento su vivacità e creatività nell'ambito di una materia da loro spesso percepita come monolitica e immutabile. Avrei potuto anche citare la storia del teorema di Fermat come ulteriore esempio ma in quel momento non mi è venuto in mente. Lo includerò per la prossima volta.

Alla fine, attraverso misurazioni di un triangolo di carta, ho cercato si spiegar loro il concetto di non misurabilità della diagonale del quadrato di lato uno.
Purtroppo il tempo non è bastato per proseguire con l'approfondimento (pseudo)-storico/biografico su Pitagora.

Il bilancio è stato sicuramente positivo e, se ne avrò l'occasione, ripeterò con piacere l'esperienza anche in altre scuole. Avevo molto sopravvalutato le difficoltà ma, alla fine, posso dire che i ragazzi sono stati molto educati, curiosi e interessati. E, dopo averne riparlato con gli studenti, la professoressa mi ha riportato la loro impressione: "a parole hanno solo detto che è stato interessante e che si sono divertiti. Per fargli dire di più forse potrei provare a chiedere alla collega di lettere di fargli fare una sorta di componimento su questa esperienza". Ma poveri ragazzi! Vogliamo fargli fare pure il componimento?! No!!!

Nel frattempo preparerò una quasi-replica per adulti per il circolo culturale italo-tedesco.

Secondo l'EFSA la Xylella è la causa del disseccamento degli olivi

La Xylella è responsabile del CoDiRO (Complesso del Disseccamento Rapido degli Olivi), quella malattia che sta colpendo gli ulivi pugliesi e li porta velocemente alla morte. A confermarlo sarebbe un nuovo studio dell'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare).





Questo è l'articolo dell'EFSA: Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties. Da lì si può anche scaricare l'articolo scientifico in formato PDF: Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties.

Qui potete scaricare la traduzione in italiano dell’indice e delle conclusioni del rapporto

In italiano se ne parla anche qui e qui.

"Da un lato il CoDiRO, il complesso del disseccamento degli ulivi che sta colpendo gli alberi del Salento; dall’altra laXylella fastidiosa, un batterio “da quarantena”, considerato pericoloso e da combattere. Quello che mancava, fino a questo momento, era la prova che queste due cose fossero collegate, cioè che fosse proprio la Xylella a causare la malattia.
Ora questa prova c’è. E’ arrivata grazie a una ricerca dell’EFSA (European Food Safety Authority), che ha messo la parola fine a mesi di illazioni e accuse di complotto
.
Il CoDiRO, comunque, non sembra colpire tutte le varietà di olivo allo stesso modo: ad esempio, il batterio impiega più tempo a colonizzare cultivar come il Leccino, la Coratina e il Frantoio; mentre particolarmente suscettibile sembra essere il Cellina di Nardò, una delle varietà più diffuse nella zona dell’epidemia. Fra le altre piante, quelle del genere Citrus (arance, mandarini e pompelmi) e le viti (varietà Cabernet sauvignon) sembrano immuni al contagio, a differenza di oleandri e Poligala myrtifolia, che risultano invece molto suscettibili. Per quanto riguarda mandorli, peschi e ciliegi, occorrono invece ulteriori studi.
Confermato il ruolo della sputacchina, l’insetto che nutrendosi della linfa degli olivi agisce da vettore trasmettendo il batterio alle altre piante.
Questo studio si aggiunge a quello pubblicato il 2 marzo sull’European Journal of Plant Pathology, che aveva smontato un altro caposaldo delle teorie complottiste sul tema: all’origine dell’epidemia in atto sembra esserci un unico ceppo di Xylella importato dal Costa Rica e non nove (“innocui” e presenti da sempre sul territorio, come ipotizzato dalla Procura di Lecce nell’ordinanza di sequesto delle piante).
Sulla base di questi risultati, rinnoviamo ancora una volta il nostro appello: se le perizie della Procura dicono qualcosa di diverso devono essere rese pubbliche, in modo che la comunità scientifica possa studiarle e valutarle."

Quindi penso che non valga più quello che avevo scritto su Xylella: Presa diretta, Le Scienze e l'idea che mi sono fatta. E cioè che ancora non si sa con certezza quali siano le cause del CoDiRO.
Ora possiamo affermarlo con maggiore certezza.

Qui le mie altre considerazioni sulla Xylella

lunedì, marzo 28, 2016

Umberto Eco e la mia formazione

Con Umberto Eco se n'è andato un altro mito della mia adolescenza. E con la mia proverbiale prontezza mediatica mi trovo a parlarne a più di un mese di distanza.

Di solito quando muore qualche personaggio illustre mi astengo sia dal glorificarlo sui social media sia dal rompere le palle e chi invece glorifica. Ma per Eco, ho apprezzato anche la glorificazione social mediatica perché mi ha fatto (ri)scoprire varie perle come questa Bustina di Minerva che è una deliziosa sintesi di ironia, leggerezza e profondità. Sarebbe un perfetto epitaffio per Eco.
E poi, contano anche le emozioni. E la morte di Eco ha coinvolto abbastanza le mie emozioni.

Eco è stato sicuramente l'intellettuale che più ha influito sulla mia formazione. Pur non avendolo mai incontrato fisicamente a lui devo la passione per la lettura, il periodo di passione per le lingue antiche, la scoperta di Borges, e furono i suoi testi a innescare molti salutari dubbi su varie certezze che avevo.
La lettura de "Il nome della rosa" mi folgorò e divenni un accanito lettore di Bustine di Minerva e di tutto ciò che il professore pubblicasse. Ogni volta che mia madre si trovava a spostarsi verso la capitale le lasciavo una lista di saggi da comprare e per l'esame di maturità portai una tesina su "Il nome della rosa".
Quando uscì "Il pendolo di Foucault" mi precipitai a comprarlo con la stessa foga con cui i patiti di Apple rincorrono l'uscita di un nuovo modello della casa di Cupertino. Nel gioco dei contrari mi verrebbe da paragonare quella sensazione a quella speculare provata alla morte di Sergio Leone: ora non potrò più vedere un suo nuovo film. Invece con Eco ho almeno la consolazione di non aver ancora letto diversi suoi libri: sia saggi sia romanzi. E penso che li leggerò con lentezza. Distanziandoli sapientemente in modo da ottenere un prolungamento personalizzato della vita di Eco.

E poi Eco mi stava simpatico pure perché aveva ricevuto la sua prima formazione musicale attraverso l'apprendimento di uno strumento a fiato in una banda.

Per concludere lascio la pagina con tutte le sue Bustine di Minerva e un "duetto fenomenale sul conformismo" tra Umberto Eco e Paolo Poli (RIP entrambi) del 1970 trasmessa dalla Rai solo sei anni dopo perché era stata ritenuta inopportuna.

venerdì, marzo 25, 2016

I numeri sul terrorismo nel mondo e attraverso gli anni

Statista ci fornisce i dati sul terrorismo nel mondo tra il 2001 e il 2014:



e attraverso gli anni in Europa:

Che conclusioni se ne possono trarre?

Credo che nella paura di oggi ci sia sicuramente una componente molto mediatica. Però credo pure che rispetto al terrorismo del passato ci sia pure una differenza che rende quello di oggi più imprevedibile, difficile da combattere e quindi più spaventoso. E cioè la presenza di attentatori suicidi. Potrai mettere i controlli che vuoi. Si cererà sempre una coda prima dei controlli e lì è dove l'attentatore potrà colpire.
Detto questo io non sto comunque cambiando il mio stile di vita.






mercoledì, marzo 16, 2016

La questione dell'olio tunisino

Qualche giorno fa ho scritto questa considerazione su facebook:
Da L’olio di oliva tunisino | Notiziole di .mau.

Ecco, oggi, parlando della questione dell'olio tunisino, esprimevo idee molto simili a queste:

"l’Italia nel 2010 produceva il 17% dell’olio totale e nel 2005 ne consumava il 30%. È vero che i dati non sono direttamente confrontabili, ma direi che possiamo affermare senza troppi dubbi che Xylella o non Xylella noi siamo degli importatori d’olio, presumibilmente dalla Spagna. Diciamo che più che gli italiani dovrebbero essere gli spagnoli a preoccuparsi di vedersi eroso il mercato, e che chi vuole olio d’oliva italiano continuerà a trovarlo esattamente allo stesso modo di prima."


Poi, dopo aver visto i video sottostanti  (soprattutto il primo) condivisi dall'amico Roberto, non sono più che cosa pensare. Qualcuno ha idee più precise?

L’Europa ci fa invadere dall’olio tunisino
Passa al Parlamento europeo la proposta di cancellare i dazi su 35mila tonnellate di extravergine l’anno…LA7.IT

La Gabbia - pt 24
Dal porto di Livorno, camion di olio tunisino congelato: una frode milionaria che specula sulla crisi dell'extravergine…LA7.IT

martedì, marzo 15, 2016

La Valle del Corese

Un breve documentario di 10 minuti girato tra le mie colline natie. Per cui non può che essere bellissimo!


Carnevale della Matematica #95 - il giorno Pi greco

L'edizione di marzo del Carnevale della Matematica, la numero 95, è ospitata da Gianluigi Filippelli su dropseaofulaula e il tema è quello del giorno Pi greco.
Io ho contribuito con la cellula melodica "stavolta luminosa e tritonale"



E con un articoletto così introdotto:

Ed è proprio di Dioniso il primo contributo del Carnevale, L'Italia tra i primi dieci paesi più ignoranti al mondo?
Qualche settimana fa ho visto questo titolo di articolo: "Italia nella top ten dei Paesi più ignoranti al mondo". Mi sono chiesto: può essere credibile un titolo che ci posiziona tra i dieci paesi più "ignoranti" al mondo? È possibile che siamo risultati "più ignoranti" anche rispetto ai paesi il cui tasso di analfabetismo è superiore al 50%? Sono andato a leggere l'articolo ed ecco che ho trovato...

Il mese prossimo l'edizione numero 96 del 14 aprile 2016 (“canta, canta, canta, canta, canta il merlo”) verrà ospitata da MaddMaths! e il tema è ancora incognito.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina del Carnevale su Facebook

giovedì, marzo 10, 2016

PIL, economia, wikipedia e condivisione

Tra ieri sera e stamane ho letto il post di .mau. Wikipedia fa crollare il PIL e ho visto la puntata del 07/03/2016 di Pane quotidiano con Maurizio Pallante.

Ho trovato interessante questa considerazione di .mau.

Però, almeno dal punto di vista di un economista, la cosa ha perfettamente senso. Quando io lavoro gratuitamente migliorando l’enciclopedia non sto generando ricchezza misurabile: allo stesso modo, chi usa il contenuto di Wikipedia anziché comprare un’enciclopedia non sta generando ricchezza misurabile e persino chi usa Wikipedia per generare contenuto che poi vende non genera tutta la ricchezza possibile, perché c’è solo una transazione economica e non due.
E quindi? Quindi dobbiamo sperare che prima o poi si riesca a trovare una migliore misura della ricchezza del mondo, non tanto per considerare Wikipedia ma anche tutte le cose che ci migliorano ma non richiedono scambio di denaro.

Nella puntata di Pane quotidiano oltre a questo tema, di cui si parla intorno al 13° minuto, si trattano anche altri temi tra cui diseguaglianza, solidarietà, felicità e condivisione che probabilmente sono parte del contenuto del libro di Pallante:
Destra e sinistra addio. Per una nuova declinazione dell'uguaglianza

domenica, febbraio 28, 2016

L'Italia tra i primi dieci paesi più ignoranti al mondo?

Qualche settimana fa un amico ha condiviso su FB questo titolo di articolo: "Italia nella top ten dei Paesi più ignoranti al mondo".
Che significa? - mi sono chiesto. Può essere credibile un titolo che ci posiziona tra i dieci paesi più "ignoranti" al mondo? È possibile che siamo risultati "più ignoranti" anche dei paesi il cui tasso di analfabetismo è superiore al 50%? Sono andato a leggere l'articolo ed ecco che ho trovato:
"E il Bel Paese è entrato nella top ten. Questo quanto emerge dal report pubblicato dall'istituto di ricerca Ipsos Mori, che prendendo in considerazione alcuni fattori come l'obesità, l'ineguaglianza sociale e l'immigrazione, attraverso 25mila interviste fatte in 28 paesi, ha constatato come in merito a queste problematiche la popolazione abbia una percezione reale oppure estremamente falsata."
Un capolavoro di confusione!


Leggendo il titolo uno che è indotto a pensare? Forse che in un’indagine sulle conoscenze in varie discipline scolastiche effettuata sulla popolazione di tutti i paesi del mondo l’Italia sia risultata tra gli ultimi 10 paesi?
Invece i paesi in esame sono 28, o forse dovremmo dire i G28. E poi uno si chiede: ma che c’entrano l'obesità, l'ineguaglianza sociale e l'immigrazione con l’ignoranza? Ecco, se uno riesce a risalire alla fonte, cosa un po’ ardua perché quel quotidiano nazionale si guarda bene dal citarla, pare che la ricerca volesse misurare la percezione di alcuni fatti del presente da parte delle popolazioni di quei 28 paesi e fra questi fatti: immigrazione, ineguaglianza e obesità.

Dal punto di vista del titolo fanno meglio altri due quotidiani: «I 10 "paesi più ignoranti del mondo": anche l'Italia in classifica per percezione sbagliata del pericolo»; «I paesi più "ignoranti" del mondo su migranti e obesità: l'Italia è nella top ten». Ma non è molto meglio, ad esempio, il titolo dell’Indipendent: «The world's most ignorant countries revealed». Ma allora è solo ignoranza numerica dei giornalisti italiani a produrre questi svarioni o c’è dell’altro?
Quello che personalmente leggo in questa confusione tra titoli, contenuto degli articoli e dati sono tre aspetti:

1. Sì, forse un po’ c’è anche la nota incompetenza numerica (solo italiana?) di alcuni giornalisti.
2. Ma c'è anche la nota tendenza (non solo italiana!) di scrivere titoli che, anche se fuorvianti, catturino il lettore. (Vedi titolo dell’Indipendent)
3. Una tendenza masochistica tutta italiana di godere nel vedere il proprio paese nelle liste dei cattivi.

Tema e conclusioni simili si possono osservare anche nell'ambito quest'altra notizia di un paio di settimane fa: Ocse, è un «analfabeta matematico» un ragazzo italiano su quattro.

Un'interessante discussione su questo tema la potete trovare nella puntata del 11/02/2016 di Tutta la città ne parla.

Ho trovato particolarmente interessante la posizione del matematico Carlo Sbordone. Sbordone cerca di andare un po' oltre e, contestualizzando quei dati, mostra anche di conoscere bene la psicologia collettiva predominante nel nostro paese.
Chissà perché - si chiede Sbordone (intorno al minuto 23 della puntata) - le notizie che danno l'Italia agli ultimi posti hanno sempre molto più successo di quelle che la danno ai primi posti? Come, ad esempio, quando uno studente italiano, Francesco Sala, si classifica ai primi posti delle Olimpiadi della matematica vincendo la medaglia d'oro.
Intorno al minuto 30 c'è anche la testimonianza di Luca Macchiaroli, studente del liceo scientifico 'Mercalli' di Napoli e finalista delle olimpiadi mondiali di matematica.

Per chi fosse interessato ecco le diapositive dello studio di Ipsos MORI sulla percezione di alcuni fatti del presente del proprio paese.

sabato, febbraio 27, 2016

The Danish Girl

Ieri sera abbiamo visto The Danish Girl.
Ne consiglio la visione. Ma attenzione! Potrebbe inquietare animi troppo, troppo poco, o cripto- sensibili. Bravissimo Eddie Redmayne nell'interpretazione di Lili Elbe/Einar Wegener.