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giovedì, maggio 16, 2019

Tutta la città ne parla: Sugli ulivi minacciati dalla Xylella

Interessantissima discussione oggi a Tutta la città ne parla sugli ulivi minacciati dalla Xylella.
Come al solito, nel nostro paese impera la tendenza a ideologizzare e dividersi in fazioni anche su temi che richiederebbero un grande pragmatismo.

"Oggi ci concentriamo sulla Xylella fastidiosa, un batterio vegetale che sta attaccando gli ulivi in tutta Europa e che ha messo in allarme l'Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Non c'è cura per la Xylella, che rischia di invadere buona parte dell'Europa e ha provocato danni per 1 miliardo e 200mila euro. Questo è l'allarme lanciato dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare, mentre passa al Senato il decreto emergenza per far fronte alle perdite provocate anche dal batterio fastidioso. Una questione che ha diviso gli esperti, la politica, i cittadini, e che riguarda anche la tutela del paesaggio.

Gli ospiti
Giovanni Cantele, presidente Coldiretti Lecce
Donato Boscia, dirigente di ricerca dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Andrea Cacciatore, della Libreria Idrusa di Alessano (Lecce), l'ultima libreria a sud est d'Italia vicino al Capo di Leuca, insieme a Mario Desiati organizzano il Festival "Armonia. Narrazioni in Terra d'Otranto" che si apre domani, quinta edizione.
Giuliano Foschini, giornalista di Repubblica, segue da tempo il problema Xylella
Paolo Vidali, filosofo della scienza, si occupa di teoria del ragionamento argomentativo e di filosofia dell’informazione. Tra i suoi libri ricordiamo Il valore dell’incertezza. Filosofia e sociologia dell’informazione (con Federico Neresini, Mimesis editore, 2015) "

***************
Visto che su questo blog ho seguito vari articoli in materia di Xylella, riporto di seguito un aggiornamento dall'ultima volta che ne ho parlato.

CNR - Xylella: l’unica soluzione è la ricerca scientifica - 05 maggio 2017
"Alla luce dei recenti risultati ottenuti dalle ricerche sulla Xylella fastidiosa, il Cnr illustra il proprio contributo nella lotta all’epidemia che in Puglia interessa un ampio territorio e che ha provocato un enorme danno all’olivicoltura salentina. Gli studi, ancora in corso, stanno fornendo sempre maggiori conoscenze anche sulla stabilità e utilità di eventuali varietà resistenti. Scopo della ricerca coordinata dall’Ente è anche fornire un’informazione corretta, fondata sulla evidenza dei dati e dei risultati scientifici"


Xylella oppure no? - 31 maggio 2017"All’inizio di quest’anno la Commissione ricerca dell’Accademia nazionale dei Lincei ha chiesto all’autore di valutare se vi fossero dati sufficienti per provare in maniera solida la correlazione tra infezione del batterio Xylella fastidiosa osservata in olivi pugliesi e presenza di sintomi di della sindrome da disseccamento rapido. Lo studio ha riguardato oltre 5000 campioni di olivo raccolti da inizio 2015 a fine 2016. I campioni sono stati sottoposti a saggi di ricerca del batterio; inoltre, per stabilire un eventuale nesso di causalità il batterio è stato iniettato in olivi di una varietà nota per la sua suscettibilità all’infezione. I risultati hanno mostrato che Xylella fastidiosa è correlata alla sindrome da disseccamento rapido, e non è un semplice opportunista: il batterio è la causa della malattia" - di Enrico Bucci


Emergenza Xylella, l'Europa bacchetta l'Italia - 08 giugno 2017
"Un rapporto della Commissione Europea denuncia lungaggini e ostacoli che in Italia impediscono una soluzione all'infezione del batterio Xylella fastidiosa, il patogeno che sta causando la morte di numerosi olivi in Pugliadi Alison Abbott/Nature"


Xylella cinque anni dopo, che cosa è cambiato? - 23 marzo 2018
"
L'espansione del batterio responsabile della morte degli olivi in Puglia continua, e dal Salento è in risalita inesorabile verso nord. Nel frattempo sono state messe a punto tecniche per il monitoraggio e la sorveglianza della diffusione di Xylella e del suo insetto vettore, ma ancora non è stata trovata una soluzione per eliminare la malattiadi" - di Lisa Signorile


Xylella e studio Scortichini et. al.: le repliche di Boscia e Bucci - 24 aprile 2018 
"Un nostro recente articolo sulla situazione di Xylella in Puglia ha suscitato una serie di reazioni per la parte relativa a uno studio in merito a un possibile trattamento: una rettifica richiesta ai sensi di legge dagli autori dello studio - pubblicata in calce all'articolo - e due repliche alla rettifica stessa, che pubblichiamo di seguito per una maggiore facilità di lettura" - La redazione


Un monitoraggio dal cielo per difendersi da Xylella - 25 giugno 2018
"Il contagio del batterio che sta devastando le coltivazioni di olivi in Puglia può essere monitorato da una piattaforma aerea con sofisticati sensori che evidenziano gli alberi infetti prima che manifestino i sintomi della malattia CoDiRO" - (red)

giovedì, luglio 19, 2018

Xylella secondo "Le Scienze" e SuperQuark

Nell'interessante puntata di ieri di Superquark Piero Angela ha dedicato un servizio alla Xylella.
Lo trovate dopo 1 ora e 10 minuti circa dall'inizio. Per chi non riesce ad accedere raiplay, se ne trova una registrazione anche su YouTube. Tra l'altro, dopo 1 ora e 3 minuti circa dall'inizio troverete anche un bel servizio su bufale e scie chimiche.
Visto che su questo blog ho seguito vari articoli in materia di Xylella, riporto di seguito un aggiornamento dall'ultima volta che ne ho parlato.

CNR - Xylella: l’unica soluzione è la ricerca scientifica - 05 maggio 2017
"Alla luce dei recenti risultati ottenuti dalle ricerche sulla Xylella fastidiosa, il Cnr illustra il proprio contributo nella lotta all’epidemia che in Puglia interessa un ampio territorio e che ha provocato un enorme danno all’olivicoltura salentina. Gli studi, ancora in corso, stanno fornendo sempre maggiori conoscenze anche sulla stabilità e utilità di eventuali varietà resistenti. Scopo della ricerca coordinata dall’Ente è anche fornire un’informazione corretta, fondata sulla evidenza dei dati e dei risultati scientifici"


Xylella oppure no? - 31 maggio 2017"All’inizio di quest’anno la Commissione ricerca dell’Accademia nazionale dei Lincei ha chiesto all’autore di valutare se vi fossero dati sufficienti per provare in maniera solida la correlazione tra infezione del batterio Xylella fastidiosa osservata in olivi pugliesi e presenza di sintomi di della sindrome da disseccamento rapido. Lo studio ha riguardato oltre 5000 campioni di olivo raccolti da inizio 2015 a fine 2016. I campioni sono stati sottoposti a saggi di ricerca del batterio; inoltre, per stabilire un eventuale nesso di causalità il batterio è stato iniettato in olivi di una varietà nota per la sua suscettibilità all’infezione. I risultati hanno mostrato che Xylella fastidiosa è correlata alla sindrome da disseccamento rapido, e non è un semplice opportunista: il batterio è la causa della malattia" - di Enrico Bucci


Emergenza Xylella, l'Europa bacchetta l'Italia - 08 giugno 2017
"Un rapporto della Commissione Europea denuncia lungaggini e ostacoli che in Italia impediscono una soluzione all'infezione del batterio Xylella fastidiosa, il patogeno che sta causando la morte di numerosi olivi in Pugliadi Alison Abbott/Nature"


Xylella cinque anni dopo, che cosa è cambiato? - 23 marzo 2018
"
L'espansione del batterio responsabile della morte degli olivi in Puglia continua, e dal Salento è in risalita inesorabile verso nord. Nel frattempo sono state messe a punto tecniche per il monitoraggio e la sorveglianza della diffusione di Xylella e del suo insetto vettore, ma ancora non è stata trovata una soluzione per eliminare la malattiadi" - di Lisa Signorile


Xylella e studio Scortichini et. al.: le repliche di Boscia e Bucci - 24 aprile 2018 
"Un nostro recente articolo sulla situazione di Xylella in Puglia ha suscitato una serie di reazioni per la parte relativa a uno studio in merito a un possibile trattamento: una rettifica richiesta ai sensi di legge dagli autori dello studio - pubblicata in calce all'articolo - e due repliche alla rettifica stessa, che pubblichiamo di seguito per una maggiore facilità di lettura" - La redazione


Un monitoraggio dal cielo per difendersi da Xylella - 25 giugno 2018
"Il contagio del batterio che sta devastando le coltivazioni di olivi in Puglia può essere monitorato da una piattaforma aerea con sofisticati sensori che evidenziano gli alberi infetti prima che manifestino i sintomi della malattia CoDiRO" - (red)

domenica, marzo 12, 2017

Xylella un anno dopo: un nuovo articolo di Le Scienze

Con "un anno dopo" intendo un anno dopo l'ultima volta che ne ho parlato su questo blog. Da allora non mi era più capitato di leggere un articolo. Anche se adesso mi sono accorto che tutti gli articoli in tema di Le Scienze sono raccolti nella pagina EMERGENZA XYLELLA.
Forse gli sviluppi più interessanti sono riportati in:

Xylella: la parola ai consulenti della Procura
"La perizia tecnica dei consulenti della Procura non sembra contenere informazioni differenti da quelle pubblicate dai ricercatori indagati. La variabilità biologica di cui parla il decreto è solo ipotizzata e necessita di ulteriori approfondimenti. Allo stato attuale delle conoscenze e di quello che si sa delle perizie, quindi, il ceppo di Xylella responsabile del CoDiRO è uno solo. È possibile che la Procura abbia fatto confusione con le parole e che il decreto di sequestro si basi su un equivoco?" - di Beatrice Mautino

"La rivista dell'American Association for the Advancement of Science torna a occuparsi della questione Xylella con un articolo che affronta le questioni sociali e culturali che hanno pesato - e spesso ostacolato - sull'attuazione degli interventi di controllo dell'epidemia e sottolinea l'importanza di affiancare all’impegno tecnico e scientifico anche lo studio di strategie comunicative e di coinvolgimento delle parti in causa" - di Beatrice Mautino

La vulnerabilità pugliese all'attacco di Xylella
"Il paesaggio della Puglia, un'immensa monocoltura di olivi molto vicini tra loro, rende il territorio particolarmente vulnerabile all'attacco di Xylella fastidiosa, il cui vettore può spostarsi per chilometri nell'arco della vita. Lo rivela un nuovo modello, secondo il quale eliminare il batterio dal territorio è ormai quasi impossibile ma è indispensabile contenere il contagio per evitare che si diffonda ancora di più" - di Beatrice Mautino
L'importanza relativa degli oliveti alla diffusione di Xylella fastidiosa in Puglia. I colori sulla barra laterale mostrano la probabilità (mediata su 1000 simulazioni e riscalata tra 0 e 1) di un oliveto di essere infettato da X. fastidiosa in simulazioni in cui il batterio diventa endemico in Puglia. Le aree in grigio scuro sono terreni con altre coperture, mentre quelle in grigio chiaro sono aree non analizzate. Le linee magenta delineano l'attuale zona cuscinetto che è monitorata intensamente per prevenire la diffusione di X. fastidiosa verso nord. 

"Le larve di sputacchina non volano, ma l’insetto adulto ha una capacità di movimento di circa 100 metri al giorno, e “poiché un insetto vive dai 4 ai 6 mesi (dalla tarda primavera, al tardo autunno) la distanza complessiva che può percorrere nel corso della sua vita è di chilometri” scrivono gli autori. Quindi, anche se non tutte le sputacchine si muovono così tanto, la loro densità fa sì che gli spostamenti lunghi debbano essere messi seriamente in conto. Quindi, quali azioni seguire? Ha più senso intervenire sul contenimento del vettore o tagliare gli alberi? E quanti?"

mercoledì, marzo 30, 2016

Secondo l'EFSA la Xylella è la causa del disseccamento degli olivi

La Xylella è responsabile del CoDiRO (Complesso del Disseccamento Rapido degli Olivi), quella malattia che sta colpendo gli ulivi pugliesi e li porta velocemente alla morte. A confermarlo sarebbe un nuovo studio dell'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare).





Questo è l'articolo dell'EFSA: Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties. Da lì si può anche scaricare l'articolo scientifico in formato PDF: Pilot project on Xylella fastidiosa to reduce risk assessment uncertainties.

Qui potete scaricare la traduzione in italiano dell’indice e delle conclusioni del rapporto

In italiano se ne parla anche qui e qui.

"Da un lato il CoDiRO, il complesso del disseccamento degli ulivi che sta colpendo gli alberi del Salento; dall’altra laXylella fastidiosa, un batterio “da quarantena”, considerato pericoloso e da combattere. Quello che mancava, fino a questo momento, era la prova che queste due cose fossero collegate, cioè che fosse proprio la Xylella a causare la malattia.
Ora questa prova c’è. E’ arrivata grazie a una ricerca dell’EFSA (European Food Safety Authority), che ha messo la parola fine a mesi di illazioni e accuse di complotto
.
Il CoDiRO, comunque, non sembra colpire tutte le varietà di olivo allo stesso modo: ad esempio, il batterio impiega più tempo a colonizzare cultivar come il Leccino, la Coratina e il Frantoio; mentre particolarmente suscettibile sembra essere il Cellina di Nardò, una delle varietà più diffuse nella zona dell’epidemia. Fra le altre piante, quelle del genere Citrus (arance, mandarini e pompelmi) e le viti (varietà Cabernet sauvignon) sembrano immuni al contagio, a differenza di oleandri e Poligala myrtifolia, che risultano invece molto suscettibili. Per quanto riguarda mandorli, peschi e ciliegi, occorrono invece ulteriori studi.
Confermato il ruolo della sputacchina, l’insetto che nutrendosi della linfa degli olivi agisce da vettore trasmettendo il batterio alle altre piante.
Questo studio si aggiunge a quello pubblicato il 2 marzo sull’European Journal of Plant Pathology, che aveva smontato un altro caposaldo delle teorie complottiste sul tema: all’origine dell’epidemia in atto sembra esserci un unico ceppo di Xylella importato dal Costa Rica e non nove (“innocui” e presenti da sempre sul territorio, come ipotizzato dalla Procura di Lecce nell’ordinanza di sequesto delle piante).
Sulla base di questi risultati, rinnoviamo ancora una volta il nostro appello: se le perizie della Procura dicono qualcosa di diverso devono essere rese pubbliche, in modo che la comunità scientifica possa studiarle e valutarle."

Quindi penso che non valga più quello che avevo scritto su Xylella: Presa diretta, Le Scienze e l'idea che mi sono fatta. E cioè che ancora non si sa con certezza quali siano le cause del CoDiRO.
Ora possiamo affermarlo con maggiore certezza.

Qui le mie altre considerazioni sulla Xylella

mercoledì, marzo 16, 2016

La questione dell'olio tunisino

Qualche giorno fa ho scritto questa considerazione su facebook:
Da L’olio di oliva tunisino | Notiziole di .mau.

Ecco, oggi, parlando della questione dell'olio tunisino, esprimevo idee molto simili a queste:

"l’Italia nel 2010 produceva il 17% dell’olio totale e nel 2005 ne consumava il 30%. È vero che i dati non sono direttamente confrontabili, ma direi che possiamo affermare senza troppi dubbi che Xylella o non Xylella noi siamo degli importatori d’olio, presumibilmente dalla Spagna. Diciamo che più che gli italiani dovrebbero essere gli spagnoli a preoccuparsi di vedersi eroso il mercato, e che chi vuole olio d’oliva italiano continuerà a trovarlo esattamente allo stesso modo di prima."


Poi, dopo aver visto i video sottostanti  (soprattutto il primo) condivisi dall'amico Roberto, non sono più che cosa pensare. Qualcuno ha idee più precise?

L’Europa ci fa invadere dall’olio tunisino
Passa al Parlamento europeo la proposta di cancellare i dazi su 35mila tonnellate di extravergine l’anno…LA7.IT

La Gabbia - pt 24
Dal porto di Livorno, camion di olio tunisino congelato: una frode milionaria che specula sulla crisi dell'extravergine…LA7.IT

mercoledì, febbraio 03, 2016

Xylella: un nuovo articolo di Le Scienze

Cito due dei passi più interessanti dell'articolo di Le Scienze Emergenza Xylella. Il mistero dei nove ceppi inesistenti.

In un lavoro dello IAM del 2014 citato in perizia, gli autori analizzano 100 piante nella zona di Gallipoli, metà delle quali con sintomi di disseccamento, con il doppio intento di dimostrare un’associazione fra la presenza del batterio e la malattia e contribuire a descrivere la popolazione salentina del batterio da un punto di vista genetico. I risultati sono chiari. Si legge che 49 delle 50 piante malate sono risultate positive a Xylella, alle quali si aggiungono 9 piante asintomatiche “probabilmente infettate recentemente”. Non si può parlare di nesso di causalità, ma questi dati consentono ai ricercatori di affermare che c’è una “stretta associazione fra il batterio e la sindrome da disseccamento rapido”. Numeri poi confermati, come abbiamo visto, anche dalle analisi dei consulenti della Procura, seppure su un campione più ridotto
....
Alla luce delle novità emerse in conferenza stampa e dagli stralci delle perizie che sono stati resi disponibili, le domande aumentano. Da quali altri elementi scientifici si riscontra che nel Salento siano presenti perlomeno nove diverse popolazioni di X. fastidiosa? Quali prove conducono a considerare «altamente probabile» l’ipotesi che il consumo intensivo di prodotti fitosanitari abbia favorito la virulenza di funghi e batteri, tra cui Xylella fastidiosa? Per quali aspetti la consulenza ha posto in dubbio l’attendibilità delle conclusioni scientifiche rappresentate all'Europa? Quali elementi portano a considerare «dato acquisito» che la manifestazione della sintomatologia del disseccamento non sia necessariamente correlata alla presenza del batterio Xylella fastidiosa?

Riteniamo dunque a maggior ragione indispensabile che la Procura metta a disposizione della comunità scientifica e in particolare della task force incaricata di affrontare l’emergenza Xylella, il testo integrale delle perizie, come abbiamo richiesto nella lettera aperta al Procuratore Cataldo Motta.

martedì, gennaio 19, 2016

Xylella: Presa diretta, Le Scienze e l'idea che mi sono fatta

Dopo aver letto alcuni articoli (il migliore dei quali è sicuramente quello de Le Scienze) e dopo aver visto la puntata Presa diretta - Il caso Xylella del 17/01/2016 mi pare che un fatto su cui sembrano concordare tutte le fonti più credibili è che ancora non si sa con certezza quali siano le cause del CoDiRO (Complesso del Disseccamento Rapido degli Olivi), quella malattia che sta colpendo gli ulivi pugliesi e li porta velocemente alla morte.

C’è chi dà la colpa ai funghi, chi accusa i diserbanti, chi parla di altre malattie. "Sono tutte ipotesi plausibili" - dice l'articolo de Le Scienze - "e devono essere studiate, ma quel che è certo è che un batterio pericoloso, la Xylella fastidiosa, c’è e si sta diffondendo verso nord, là dove con l’olio ci si vive.
Detto questo si può dibattere se la decisione della Procura della Repubblica di Lecce di sequestrare gli olivi salentini colpiti da disseccamento, bloccandone l'abbattimento possa essere utile o meno.

Ecco anche tutti i documenti messi a disposizione da la redazione di Presa diretta.

Ah, ne stanno anche parlando in questo momento su Radio3 Scienza.

Qui le mie altre considerazioni sulla Xylella

venerdì, gennaio 15, 2016

Xylella: l'articolo più chiaro e meno dietrologico letto finora e una proposta costruttiva

Ho letto La scienza di Xylella. Troppe domande senza risposta. È sicuramente l'articolo più chiaro e meno dietrologico che io abbia letto finora e si conclude con una lettera aperta al procuratore capo di Lecce Cataldo Motta.
Come avevo scritto nei commenti di Xylella e la magistratura italiana che ignora la scienza la situazione è meno chiara di come Paolo Mieli sembrava sostenere. Sostanzialmente, non essendo stato ancora dimostrato che Xylella sia la causa certa del disseccamento, la procura ha bloccato l’abbattimento degli alberi. Una domanda che viene posta e che era venuta in mente anche a me è: se il vettore del batterio è la sputacchina non si potrebbe intervenire sul vettore con pesticidi e insetticidi? La conclusione dell'articolo è che un confronto fra gli studiosi sia necessario e urgente. Perché potrebbe non esserci il tempo di un processo per salvare gli olivi della Puglia. E, nella lettera aperta al procuratore, viene chiesto che gruppi di ricerca indipendenti possano avere accesso alle piante infette e che siano accessibili agli scienziati gli eventuali nuovi dati emersi dalle perizie scientifiche commissionate nel corso delle indagini.

Ecco qualche stralcio dell'articolo.

“Il solo pensiero di quel che succederà non mi fa dormire la notte. Rimarrà il deserto.” A parlare è un fitopatologo, uno dei tanti esperti con cui abbiamo avuto modo di discutere in queste settimane mentre cercavamo di districarci tra articoli scientifici e decreti, per andare a fondo del problema e provare a capire quali saranno le conseguenze delle azioni intraprese dalla Procura della Repubblica di Lecce. Perché se è vero che la magistratura deve procedere con le indagini, è anche vero che il rischio di lasciarsi alle spalle un deserto è proprio lì dietro l’angolo.
...
L’olivicoltura pugliese non è omogenea e descriverla come tale sarebbe un errore. A nord, nel barese, la coltivazione degli olivi può essere definita di tipo “intensivo” volta alla produzione di olio extravergine e vergine di oliva. A sud, nel Salento, l’olivicoltura è caratterizzata da appezzamenti molto piccoli, dell’ordine dell’ettaro, con una dimensione economica di produzione di poche migliaia di euro per l’autoconsumo familiare o per la produzione di olio “lampante”, cioè non per uso alimentare.

...
È in questo contesto che si inserisce la storia del CoDiRO, il Complesso del Disseccamento Rapido degli Olivi, una malattia che colpisce le piante e le porta velocemente alla morte. Non se ne conoscono le cause precise. C’è chi dà la colpa ai funghi, chi accusa i diserbanti a base di glifosato, chi parla di malattie che son lì fin dalla notte dei tempi e che possono essere curate con metodi “naturali”: Sono tutte ipotesi plausibili (alcune più plausibili di altre) e che devono essere studiate, ma quel che è certo è che un batterio pericoloso, la Xylella fastidiosa, c’è e si sta diffondendo verso nord, là dove con l’olio ci si vive.
...
X. fastidiosa è un batterio subdolo. Ha uno spettro d’azione amplissimo, in più muta e conquista nuovi ospiti. In alcuni casi cresce dentro le piante infettate in maniera asintomatica, in altri casi porta velocemente alla morte.
L’olivo è un ospite relativamente nuovo e se per la vite o gli agrumi ci sono molti studi a disposizione, di quello che succede all’olivo infettato non si sa quasi niente. Al mondo, al momento, ci sono solo tre focolai di Xylella nell’olivo: in Salento, in Argentina e, da pochissimo, anche in Brasile. In tutti e tre i casi i sintomi delle piante sono simili, ma in tutti e tre i casi si fa fatica a ottenere la prova certa e definitiva che la causa di quei sintomi sia proprio Xylella.
...
La tesi dell’accusa è che se non è dimostrato senza ombra di dubbio che Xylella sia la causa del CoDiRO, allora l’abbattimento degli alberi è da fermare. Una sorta di principio di precauzione al contrario, per intenderci. L’Europa, invece, la vede diversamente, e impone a tutti i paesi membri di attuare misure di eradicazione del batterio o di contenimento indipendentemente dalle manifestazioni della malattia.

Per l’Europa è il batterio a dover essere fermato, non la malattia. E questo non sembra essere chiaro a tutti, anche se è un punto fondamentale, come sottolineato dal professor Giuseppe Surico, uno dei due esperti incaricati dalla Procura di svolgere le perizia scientifica, che parla di una “guerra da affrontare quasi con logica militare e a questa guerra devono dare tutti un contributo per ripristinare una situazione di normalità nel Salento; perché ciò che si sta verificando nel Salento non si verifichi in altre parti della Puglia, in altre regioni italiane, in altri paesi dell’Europa e del bacino mediterraneo; perché ciò che si sta verificando sull'olivo non si verifichi su altre specie di piante”. Insomma, perché quel deserto di cui ci parlava un collega di Surico non si estenda anche più su.

Certo, non si possono prevedere con certezza le conseguenze del blocco delle misure  di contenimento. Il batterio quasi certamente continuerà nella sua conquista del territorio, incontrando zone più fertili per la sua crescita e altre più ostili, ma per produrre modelli di previsione affidabili servono molti più dati. Sappiamo che dovrebbero uscirne alcuni a breve, ma per il momento un’informazione utile può arrivarci dall'osservazione di quello che è successo altrove.

In Brasile, per esempio, l’epidemia di Xylella colpisce ormai il 40 per cento degli agrumeti, quasi 100 milioni di piante infette che necessitano di essere regolarmente sostituite per poter garantire la produzione. E in Puglia? Secondo EFSA, “in assenza di misure di contenimento, gli effetti negativi sulle coltivazioni saranno drammatici”, ma, attenzione, non si parla solo di olivi. Il ceppo di Xylella isolato in Salento attacca anche piante come i ciliegi e i mandorli, che se è vero che non sono importanti per l’agricoltura pugliese, lo sono per regioni vicine. Insomma, c'è un’emergenza.

Un’emergenza che forse c’è, forse no
“Non c’è nessuna emergenza!” ha dichiarato il Procuratore Cataldo Motta nel corso della conferenza stampa di dicembre nella quale è stato presentato il decreto di sequestro degli ulivi, “Xylella è presente in Puglia da almeno vent'anni e ne esistono esistono ben nove ceppi diversi”. La presenza del batterio sul territorio salentino da molti anni sarebbe la prova, secondo la Procura, dell’innocuità del batterio, tanto da giustificare il sequestro degli alberi e il blocco del piano di contenimento. Ma è vero che Xylella c’è da così tanto tempo? Ed è vero che ci sono addirittura nove ceppi?

Se sperate di trovare la risposta nelle carte della Procura sbagliate. A pagina 51 del decreto si legge che le prove sarebbero contenute nei database utilizzati dagli scienziati per depositare le sequenze di DNA e renderle di pubblico dominio. Basterebbe “una semplice corretta lettura dei dati inseriti dagli stessi ricercatori baresi nel database, dati che depongono per l’esistenza di popolazioni non omogenee di Xylella fastidiosa nel Salento, che potrebbe essere stata quindi introdotta non in epoca recente”. Noi queste prove presenti nei database le abbiamo cercate chiedendo anche aiuto a chi, molto più esperto di noi, si sa destreggiare tra sequenze e codici, ma niente, nessuna traccia dei nove ceppi, solo la sequenza diXylella fastidiosa subspecie pauca ceppo CoDiRO depositata dagli scienziati indagati all'inizio del 2015.

Un altro passaggio del decreto (a pagina 35) sembra attribuire questa scoperta alla perizia, citandone uno stralcio, nel quale però i periti stessi, Giuseppe Surico e Francesco Ranaldi, sono molto cauti e avanzano ipotesi per loro stessa ammissione “tutte da dimostrare”. L’unico riferimento alla presunta presenza fin dalla notte dei tempi di Xylella in territorio salentino è un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Bari da Franco Trinca, nutrizionista e presidente dell’Associazione NOGM, che scrive: “Diverse evidenze storiche suggeriscono dunque cheXylella fastidiosa possa essere stata presente sul territorio europeo e specificamente italiano, da secoli (probabilmente millenni)”.

Trinca non porta prove a supporto di questa affermazione, ma con il suo esposto chiede “il sequestro cautelativo, con custodia, di tutte le coltivazioni di olivo e di ogni altra specie nel territorio della Provincia di Bari” e “la costituzione di un Collegio di Periti al fine di accertare la veridicità di quanto affermato”. Insomma, proprio quello che è successo, ma a Lecce.

Ma quindi i risultati di queste indagini dove sono? La presenza di una variabilità genetica locale è un’ipotesi da dimostrare o è già stata dimostrata? E se fosse vero e dimostrato, in che modo questo influirebbe sulla patogenicità? Sono stati fatti test in questo senso? Se la perizia contiene le prove a supporto di questa affermazione e della decisione di sequestrare gli alberi e bloccare il piano di contenimento, perché questi elementi importanti non vengono sottoposti al vaglio della comunità scientifica?

In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano nell'aprile 2015, Cataldo Motta dichiara: “Noi ci occupiamo anche di capire quali sono i rimedi [...] perché temo che se le indicazioni sono di espiantare circa un milione di alberi di olivo verrebbe modificata la geografia dell’intera Puglia, e questo è da evitare”, perché “la nostra preoccupazione è quella che la misura messa in atto [dal piano Silletti, ndr] sia eccessivamente rigorosa. Se si intervenisse sul vettore potrebbe essere un rimedio… Ma lì c’è il problema dei pesticidi e degli insetticidi. Come al solito quando si tratta di aspetti di questo genere ci vuole sempre un bilanciamento”.

A chi spetta, però, questa decisione? Sarà un processo a stabilire quali sono le misure di contenimento adeguate? Oppure, come suggerisce l’EFSA, le misure devono derivare da una “intensificazione della ricerca volta a riempire i grossi buchi di conoscenza che riguardano la biologia e l’epidemiologia del batterio, il controllo dei vettori attuali e potenziali”.

Sì, perché le domande aperte sono ancora moltissime, e aspettano una risposta. Sappiamo per esempio dalla letteratura che i sintomi di un'infezione di Xylella dipendono dalla concentrazione di batteri nella pianta. Superata una certa soglia, la malattia si manifesta. Per la vite queste cose si conoscono abbastanza bene, ma qual è questa soglia per l’olivo? E poi, qual è la probabilità che una sputacchina trasmetta il batterio tra una pianta malata e una sana? E qual è la probabilità che il batterio attecchisca e si diffonda nella pianta? Perché alcuni alberi sembrano tollerare meglio il batterio di altri? Dalle osservazioni sappiamo per esempio che gli alberi giovani sono in grado di difendersi meglio. Ci sono meccanismi di difesa interni che permettono di contrastare l’infezione? Conoscere questi dati permetterebbe agli scienziati prima e ai decisori poi di mettere a punto terapie mirate e provvedimenti “bilanciati” che tengano conto delle esigenze di tutti i soggetti coinvolti.

Ma queste risposte non arriveranno mai se non si metteranno sul tavolo tutte le carte e non si lavorerà duramente per cercare di trovare una soluzione al problema, a partire dalla definizione di che tipo di problema si tratti.

Il sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, parlando della difficoltà di ottenere tutta la documentazione dall'Istituto agronomico mediterraneo (lo IAM) di Valenzano, ha dichiarato a Famiglia Cristiana: “Credo che sul punto debba esserci un confronto serrato tra studiosi poiché l’esigenza della riservatezza dello studio scientifico dovrebbe cedere all'interesse collettivo di una scelta più sicura nell'individuazione delle migliori pratiche per fronteggiare l’allarmante situazione”.

Siamo d’accordo con lei. È nell'interesse di tutti che il confronto, anche serrato, fra gli studiosi avvenga. Ma per farlo bisogna tirar fuori le carte e, soprattutto, bisogna farlo in fretta. Perché potrebbe non esserci il tempo di un processo per salvare gli olivi della Puglia.

mercoledì, gennaio 13, 2016

Xylella e la magistratura italiana che ignora la scienza

Oggi propongo alcuni stralci dall'articolo di Paolo Mieli "L’ITALIA DEI DIETROLOGI - UN Paese che odia la scienza".

Aggiunta del 15/1 - Ho letto La scienza di Xylella. Troppe domande senza risposta. È sicuramente l'articolo più chiaro e meno dietrologico che io abbia letto finora e si conclude con una lettera aperta al procuratore capo di Lecce Cataldo Motta.
Come avevo scritto nei commenti di Xylella e la magistratura italiana che ignora la scienza la situazione è meno chiara di come Paolo Mieli sembrava sostenere.
"L’Italia sta diventando sempre più un Paese ostile al metodo scientifico e amante delle teorie del complotto. L’ennesima dimostrazione viene dal caso della «Xylella fastidiosa», batterio che produce grave nocumento all’ulivo, penetrato in Europa diciotto anni fa e più recentemente in Italia, nel Salento. Nelle Americhe la si combatte da un secolo, purtroppo senza successo. Il Consiglio nazionale delle ricerche di Bari ha lavorato sodo per scoprire origini e modo di debellare quello che prende il nome di CoDiRO (Complesso del disseccamento rapido dell’olivo). Prendendo in seria considerazione anche l’ipotesi di sradicare gli ulivi già colpiti per provare a sterminare gli insetti diffusori dell’infezione e creare un cordone sanitario che isoli le piante infette. Ma la magistratura, con un’inchiesta della Procura di Lecce, si è opposta. Di più: ha accusato il Cnr barese di aver favorito la diffusione del batterio, ne ha fatto sequestrare il materiale sia informatico che cartaceo e ha deciso che gli ulivi malati restino lì dove sono.
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Europa, Guardia forestale, Georgofili, ex ministri avrebbero dunque congiurato per distruggere gli ulivi salentini allo scopo di impiantare in quel di Gallipoli nuove coltivazioni. E gli scienziati dell’Università di Bari, del Cnr e dell’Istituto agronomico alimentare (Iam) avrebbero aderito (dietro compenso?) al complotto. Sulla Stampa Gilberto Corbellini e Roberto Defez hanno esortato coloro che in passato si sono indignati contro i tentativi di imporre per via giudiziaria le pseudo cure Di Bella o Stamina o contro il rinvio a giudizio e la condanna in primo grado della Commissione Grandi Rischi rea di non aver dato l’allarme per il terremoto dell’Aquila, a «insorgere per quanto sta accadendo nel Salento». Ma il loro appello è caduto nel vuoto.

Qualcuno ha messo in evidenza come l’inchiesta della procura di Lecce si basi su una grande contraddizione logica: da un lato i magistrati sostengono che non esiste «un reale nesso di causalità tra il batterio e il disseccamento degli ulivi», dall’altro accusano i ricercatori di aver diffuso il batterio. Saremmo quindi in presenza di «untori di una peste innocua» (ha ironizzato Luciano Capone sul Foglio ).
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L’inchiesta cita poi un’affermazione dell’esperto mondiale di Xylella, Alexander Purcell di Berkeley — «Contro la Xylella gli abbattimenti non servono a nulla» — che lo stesso Purcell nega di aver mai pronunciato ed è stata riferita da un’europarlamentare grillina. Il Movimento Cinque Stelle ha contemporaneamente depositato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina colpevole di non aver ostacolato il complotto."

giovedì, novembre 12, 2015

Frode sull'olio d'oliva

Di seguito riporto dei passi di un chiarimento del Consorzio Sabina DOP. Di mio aggiungerei solo che, conoscendo un po' il processo di produzione e i suoi costi, se un olio lo si paga 3-4€ al litro allora o è prodotto in un luogo in cui il costo del lavoro e della produzione sono bassissimi oppure è di qualità è bassissima. Se si tratta di oli di oliva italiani io diffiderei di qualsiasi offerta inferiore ai 7€. A meno che non ci sia una ragione per cui il produttore è costretto a venderlo a un prezzo più basso del costo di produzione.

"In qualità di Consorzio di Tutela dell'Olio Extra Vergine di Oliva a Denominazione di Origine Protetta "Sabina" riteniamo innanzitutto doveroso precisare - qualora potesse esservi qualche dubbio - che il marchio commerciale "Santa Sabina" non ha assolutamente nulla a che fare con noi e che l'utilizzo da parte dell'azienda che ne è proprietaria della denominazione riservata per legge solo ai produttori certificati Sabina DOP, dipende solo da una questione burocratica che, come spesso accade, danneggia il lavoro serio e scrupoloso dei quasi mille produttori che appartengono alla filiera produttiva certificata Sabina DOP.

Il marchio "Santa Sabina" è utilizzato peraltro per immettere in commercio un olio che reca scritto in etichetta "prodotto con oli extra vergini di oliva originari dell'Unione Europea e non" quindi non solo non sabino, ma anche non italiano; se poi sia davvero extra vergine, come riportato in etichetta, lo chiariranno gli inquirenti visto che, dalle analisi effettuate, sembrerebbe non essere tale."

giovedì, novembre 28, 2013

Piluccatura: lo scontro finale

I numeri di questa seconda tornata di frangitura sono: 735 Kg di olive e 99 Kg di olio. Per una resa del 13,5 % circa.
E il mio contributo finisce qui. Ora rimangono una trentina di piante di cui il babbo dovrà occuparsi in solitaria.
Il bilancio del primo anno di raccolta meccanizzata mi porta a dire che, dal punto di vista pratico, l'abbacchiatore presenta solo vantaggi. I tempi di raccolta vengono drasticamente ridotti. E, l'insidioso uso delle scale a pioli viene totalmente eliminato.
L'unico svantaggio è di carattere spirituale. Con l'uso di quello strumento anche i suoni della piluccatura si riducono drasticamente.

lunedì, novembre 25, 2013

Eppur si pilucca

E infine il tempo ci ha concesso la giornata di ieri e la metà di quella odierna. Attraversando diverse fasce climatiche, ieri abbiamo completato sette piante (250 Kg circa) e oggi sei (150 Kg circa). Chissà come andrà domani con i -4° previsti? Saranno le mani congelate capaci di manovrare abbacchiatore e/o pinza. Lo scopriremo solo vivendo. Intanto ci siamo attrezzati con zuppa di ceci, farro e porcini.
 

sabato, novembre 23, 2013

Procrastinazione piluccatoria e arcobaleno

E anche oggi abbiamo dovuto procrastinare. Motivo: pioggerellina azzuppavillani. E seguendo il vecchio adagio, se non se pilucca se corre, mi sono impegnato di nuovo nella mia corsetta sulla provinciale per Orvinio.

Da dove, grazie proprio alla pioggerellina azzuppavillana, ho potuto ammirare un arcobaleno in tutta la sua eptacromatica interezza arcuale... o era esacromatica? No, forse pentacromatica. Ed ecco che possiamo aprire la breve parentesi storico-scientifica. Se vi siete sempre chiesti: ma sarò daltonico che non riconosco l'indaco? Sappiate che l'indaco non esiste! Ecco, mo l'ho detto. Se l'è inventato quel burlone nonché amante della numerologia, dell'alchimia e dell'occulto che era Sir Isacco Newton. I pianeti erano sette, le note erano sette, i giorni della settimana erano sette, non potevamo avere allora un arcobaleno con cinque o sei colori. Et voilà l'indacó!
Che poi uno si chiede sempre: ma dove nasce l'arcobaleno? E dove poteva nascere se non...

a Scandriglia? Luogo di dolci virtù.

 E che c'era di meglio poi per completare l'opera se non preparare
e quindi degustare un bel piatto di maccheroni (così si chiamano qui i tagliolini) fatti in casa con sparaci e catinali asparagi e hygrophorus russula accompagnati da un bicchiere del vino rosso prodotto da un amico d'infanzia?
E poi ditemi che non sono bucolico!

venerdì, novembre 22, 2013

Piluccatura subacquea

Tentativo di piluccatura fallito pure oggi. Causa: alberi troppo bagnati. Se non altro abbiamo incanalato nella cunetta il fiume di acqua piovana che scorreva per la strada. Un servizio per la comunità.


martedì, novembre 19, 2013

Piluccatura

Bene. Anche quest'anno l'esperienza si ripete.

Ma, come potete vedere, ci si è meccanizzati. No, non fate battute facili. Non è quello in primo piano il nuovo mezzo elettro-meccanico!
E avete notato il sacco britannico?
Ad ogni modo, i due quintali di ieri si sono aggiunti al precedente raccolto per un totale di quasi 6 quintali
che il frantoio ci ha convertito in circa 75 Kg di olio. Resa 13% circa. Scarsina come lo scorso anno. Ma era prevedibile, vista la dimensione e il grado di maturazione delle olive.
Lo abbiamo versato ma non ancora assaggiato.
Per i prossimi giorni si prevede pioggia. Quindi penso che saremo costretti a rimanere in casa.

martedì, giugno 11, 2013

Fiori d'ulivo

Dieci giorni fa, durante il mio ultimo viaggio in patria, ho potuto accertare una presenza ragguardevole di fiori sugli ulivi. Se attecchiranno bene mi dovrò organizzare di nuovo per una settimana novembrina piluccante.

sabato, novembre 17, 2012

Al frantoio

Oggi abbiamo portato il raccolto (più o meno il prodotto di metà del campo) al frantoio.

Trasporto
 Pesatura: 345,5 Kg
Cernita e lavaggio
Frangitura
Gramolatura
 Estrazione e separazione
Ed ecco il nostro olio, immediatamente provato sul pane di mia madre: 46 Kg. Resa 13%. Scarsina. Ma era prevedibile, vista la dimensione, la forma e il grado di maturazione delle olive.
Nell'attesa ci è scappata anche un'interessante visita all'impianto di produzione di materiale per la cosmesi e per l'alimentazione animale effettuata con gli scarti del frantoio.

giovedì, novembre 15, 2012

I suoni della piluccatura

Il fruscio della pettinatura scernente delle frasche

La xilofonica vibrazione dei pioli percossi dalla gragnola di drupe:
nera grandine di oleosa fertilità


Il brusio dei cumuli di bacche che rotolano sui teli manovrati

Il passo appesantito sull'umido terreno erboso

martedì, novembre 13, 2012

Valle Crapetta

La prima giornata di "piluccatura" a Valle Crapetta è andata bene.
Alle 8 eravamo sulle piante. C'era il sole e le temperature erano miti come previsto.

Tanto che da verso metà mattinata siamo dovuti rimanere in maniche corte. Cosa abbastanza inconsueta.

E verso l'una ci siamo concessi un frugale pasto.

La produzione invece non è andata benissimo. Diverse piante erano quasi vuote. E alla fine abbiamo raccolto meno di un quintale con dieci piante.



lunedì, novembre 12, 2012

Piluccatura

Piluccatura è il termine sabino con cui si indica la raccolta delle olive. 
Dopo aver convinto il mi' babbo che se lo aiuto a piluccare non perderò il lavoro domani si comincia.  Mio padre ha predisposto scale, strumenti, cassette e teli (ballucce).
Mentre mia madre si è occupata di zuppa di cicerchia e gambuccio.
Tutto sembra ben predisposto. Quindi domani sveglia alle 6:30 e si comincia. Tempo previsto: sole e 20° di massima.