Un esempio di come i romani prendono le sconfitte..... diciamo pure disfatte.
Sì, a papà, era sera
Era d'aprile
Er pesce era passato, muto e senza spine
Nell'Albione perfida e a modello
Cavalli mozzicanti invece che er manganello
S'era partiti pe' 'n'impresa, de quelle da racconta' davanti al focolare
Tutto bruciava 'n' petto
Muto, er cellulare
Chi era rimasto in tera sampietrina
Era du' giorni che nun dormiva come dormiva prima
Er traffico nun c'era, i semafori silenti
I dentisti s'erano rifiutati de cava' li denti
I televisori a palla coprivano li piatti apparecchiati
Qualcuno pannellava sciopero dei carboidrati
Poi venne l'ora, quella che non vie' pe' tutti
Eravamo tutti belli, a papà, nun esistevano più li brutti
Nun era un sogno, era reale
Manco li gabbiani sur tetto del Quirinale
Parte l'orologio, fischia l'omo in giallo
Partono le vene, pompa er core de metallo
Manco la prima scarica de adrenalina pura
Che ar decimo più o meno l'idraulico ce stura
Ce stura er lavandino dove nun score niente
Se non nel sangue de chi crede alla panza e no alla mente
Tu penzi: "Daje...daje reca' non è successo niente
E' 'na battaglia, battaglia dirompente
Via la maglia dai calzoni, sporcateve er battente"
Invece niente
Li vedi rotola' su un prato all'inglese
Come 'na balla de fieno a Porta Portese
Poi parte un conto alla rovescia dei manrovesci che ce danno
Penzi: "Daje, basta poco"
Sì...ma quanno
Non c'è er tempo pe' ferma' er tempo boia
Penzi: "Mai, mai un giorno de gloria"
E qui, papà, devi penza'
Sì, che chi dopo 'sta sera d'aprile è annato a festeggia'
La gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui
Pe' 'sta gente non c'è luce, papà, ma solo giorni bui
Perchè chi pe' soride' deve vede piagne uno, mille e centomila
E' uno che nella vita sua starà sempre ‘n fila
Chi invece la prova, la vita, sulla pellaccia
Non starà mai a chiede un sorso da 'n'altra boraccia
Sii orgoglioso, papà, de prova' emozioni davanti a 11 leoni
A volte un pò coglioni
E' raro, amore mio, è raro come te
E come mamma tua
Che dopo er sette a uno c'ha lasciato a sparecchia'
Limortaccisua!
Valerio Mastandrea
11 commenti:
Mastrandrea è un grande, sono un suo fan!
Hai trascritto la poesia dal file audio? L'ho sentito ed è grandioso!
Ciao!!
Sì, è bravo. A dir la verità la sua intepretazione del Rugantino non mi era piaciuta. Ora però lo apprezzo di più.
No, l'ho sentito ieri da Fiorello e poi oggi mio zio romanista mi ha spedito la poesia.
....penso che qualcuno di cui non faccio il nome avrebbe molto da apprendere in fatto di accettazioni di sconfitte.
sul sito di Parla Con Me recupera le recensioni che Mastrandrea fa come critico: fa morì dal ride
Sì, ogni tanto le guardavamo. Erano proprio divertenti. Toh, una volta tanto siamo d'accordo :-)
Bellissima! :D
Bella eh eulinx?!
Non l'avevi ancora sentita? Non ascolti mai Viva Radio Due?
simpatica ...!
ciao
Ciao Andrea, benvenuto sul blog. Ho provato ad accedere la tua pagina
http://www.aopletal.com/
ma mi dà errore.
No, non l'ascolto mai. Devo ricordarmene, ogni tanto!
Sì, è molto divertente. Ieri ho registrato tutta la puntata in mp3. L'ho fatto per zucchero che è in Italia e non poteva ascoltarla: non voleva perdersi Bertinotti da Fiorello;-)
Hai saputo che gli hanno fatto recitare dei "versi sull'Italia" e alla fine gli hanno svelato che era l'inno di Forza Italia. Bertinotti ha reagito dicendo: "Beh, se avessi letto Bandiera Rossa se ne sarebbero accorti tutti invece pochissimi si sono accorti che leggevo l'inno di Forza Italia, ma anche cosi' togliamo 'Forza' e ci teniamo 'Italia'!".
Penso che conserverò l'mp3.
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