giovedì, agosto 07, 2008

Bilinguismo italico 4: Pronuncia e Proverbi

Breve introduzione alle pronunce

La pronunica della "z" dialettale, a differenza dell'italiano, è unica. Risulta essre una via di mezzo tra la pronunica della "s" di "sale" e quella della "z" di "pizza".

Il suono della "c" dialettale sta tra quello della "c" e quello della "g"; e quello della "t" dialettale sta tra quello della "t" e quello della "d".




Proverbi

Da una parte u mmastu a da penne!

Traduzione: Da una parte il basto deve pendere!

Modalità d'uso: in risposta a qualcuno che vorrebbe avere due cose che sono mutuamente esclusive.

Esempio pratico:
Come risposta all'affermazione: "Ho una macchina che consuma poco, però ha poca ripresa."


Sopra u mortu se canta u miserere.

Traduzione: Sul morto si canta il miserere.

Modalità d'uso: in risposta a qualcuno che si preoccupa per qualcosa di poco prevedibile e/o lontano nel tempo. (Ogni tanto me lo diceva mia madre quando era impaziente e programmavo eventi lontani)

Esempio pratico:
Come risposta all'affermazione: "Il prossimo anno la mia festa la facciamo da noi o dai miei?"


Vó 'nsegna' u credo all'apostoli!?

Traduzione: Vuoi insegnare il Credo agli apostoli!?

Modalità d'uso: in risposta a qualcuno che cerca di spiegarti qualcosa che per te è pane quotidiano.


Eh sse tutti i cillitti cunuscissiru o ranu!!

Traduzione: Eh se tutti gli uccelli conoscessero il grano!!...

Modalità d'uso: rivolto a qualcuno che si rifiuta pregiudizialmente di provare/fare qualcosa che probabilmente gli produrrebbe beneficio (secondo il punto di vista dell'interlocutore).


A compete co te è còme a ff'a corse coi lépiri!

Traduzione: Competere con te è come voler gareggiare in una corsa con le lepri.

Modalità d'uso: rivolto a qualcuno che vuole avere sempre ragione.


T'ha repióvitu a'nnà pulenta!

Traduzione: Ti è ripiovuto sul campo seminato a granturco.

Modalità d'uso: sottolinea la fortuna apportata all'interlocutore da un evento casuale che a prima vista sarebbe anche potuto sembrare sfavorevole.


Quanno Pasqua vè de maggiu a ficora fiurisce e mula parturisce.

Traduzione: Quando Pasqua viene a maggio il fico fiorisce e la mula partorisce.

Modalità d'uso: usato per sottolineare ironicamente l'impossibilità di un evento.

Esempio pratico:
Come risposta alla domanda: "Qunado mi offri una cena?"


Ha voglia a dagli l'orzu coll'orzella
quann'è de cattiva razza la(*) cavalla!


Traduzione:
Hai voglia a dargli l'orzo con l'orzella
quando è di cattiva razza la cavalla!

Modalità d'uso: usato per sottolineare l'assenza di una qualche qualità dalla profonda natura di una persona. Evidenzia l'inutilità di qualsiasi sforzo atto a cambiare lo stato delle cose.


Va all'acchiesa e portate u runciu

Traduzione: Vai in chiesa e portati la roncola.

Modalità d'uso: esortazione a non abbassare mai la guardia.


V'a fa der bene all'asini
che te tiran'e zampate!


Traduzione:
Vai a fare del bene agli asini
che ti prendono a zampate!

Modalità d'uso: per sottolineare l'assenza di riconoscenza da parte di una persona a cui si è fatto un favore.
Esiste anche un'altra variazione sul tema:
Doppo fattu bene a lu(*) conventu,
zampate 'n culu a Padre Guardianu.



A regina che è regina
ha bisognu d'a vicina


Traduzione:
La regina che è regina
ha bisogno della vicina.

Modalità d'uso: sottolinea la necessità di aiuto e/o contatto umano insita in tutti gli umani, indipendentemente dal ceto, dall'origine, dalla cultura ecc.


A mamma pe lu(*) figliu
se lu(*) leva u vuccuncillu
u figliu pe la(*) mamma
pija e schiaffa tuttu'n canna


Traduzione:
La mamma per il figlio
se lo toglie il bocconcino
il figlio per la mamma
manda tutto giù per il gozzo

Modalità d'uso: sottolinea l'unilateralità delle privazioni per amore.


Alloggia quann'alloggia la(*) gallina
e quanno canta u gallu tu cammina


Traduzione:
Rientra a casa quando lo fa la gallina
e quando canta il gallo tu cammina

Modalità d'uso: più che un proverbio è un aforisma che condensa lo stile di vita della vecchia cultura contadina.


Quanno e cóse au da i male moccecanu pure e pecora

Traduzione: Quando le cose devono andar male mordono pure le pecora

Modalità d'uso: per sottolineare le situazioni in cui tutto va male e si verificano anche eventi negativi molto improbabili.


Proverbi che mi piacciono ma che appartengono ad altri dialetti

Questo l'ho sentito da Sugarpapà per descrivere una nostra recente situazione: ci si adattava proprio a pennello. Non conoscendo l'arcese lo traduco nel mio dialetto.

Au pover omo non si gli coce mai a pizza
e quanno se coce s'abbrucia


Traduzione:
Al pover uomo non gli si cuoce mai la pizza
e quando si cuoce si brucia

Modalità d'uso: chiosa le situazioni in cui si è aspettato il verificarsi di un evento per molto tempo, ma quando l'evento finalmente si verifica, lo fa nel modo sbagliato.


Proverbio romano

Come me sòni te ballo.

È la mia massima nei rapporti sociali.


(*): Gli aritcoli in dialetto sono "u" e "a", ma nei proverbi a volte per motivi eufonici e di metrica si usano "lu" e "la".

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella rassegna di proverbi dialettali e pensare che un tempo li detestavo.
Me ne ha fatto venire in mente uno romanesco, che mi diceva mia nonna (romana ma di origini sabine) e credo che non abbia bisogno di traduzione:
"Chi dedietro me parla, dedietro lo tengo"

dioniso ha detto...

Bello! Somiglia un po' a "come me soni te ballo"

dioniso ha detto...

Anch'io in passato spesso li ho odiati comunque... forse dipende dall'uso che se ne fa.

Anonimo ha detto...

Pure io li odiavo. Sarà che dietro i proverbi ti facevano passare realtà ineluttabili che non ci piacevano.
Poi bisogna dire che non sempre s'adattano alla situazione.
E quando s'invecchia si ha nostalgia del passato.
Molto belli i proverbi, compreso quello romanesco: lo utilizzerò.

Anonimo ha detto...

Sarà appunto perchè li detestavo, ma raramente ne rammento qualcuno.
Da quando ho letto il post ci sto pensando e me ne è venuto in mente un altro che mi diceva sempre mia nonna: "A casa mia viecce a magnà e cacà, ma nun ce venì a piagne (sòrdi)".
Come dire "per ogni tua esigenza la mia casa è sempre aperta, ma non venirci per chiedermi prestiti".

Donna Cannone ha detto...

ammappa, un po' impegnativo ocn sto caldo. Per me che vengo dalla estremità opposta dello stivale, sarebbe uno sfizio sentirlo in file audio! mica ce la fai?

dioniso ha detto...

ubik,
sì, spesso percepivo anch'io un abuso dei proverbi che mi portava a classificarli alla pari dei discorsi da bar.

ziomassimo, questo non l'avevo mai sentito. Ma tua nonna era nata proprio a Roma o era originaria di Montelibretti? Non mi ricordo bene.

Donna Cannone , mi hai dato un'idea meravigliosa! Provvedo subito.

Domattina sveglia alle 4:30, colazione e partenza alle 5:15

Saluti a tutti!

Anonimo ha detto...

Riguardo mia nonna, non mi ricordo bene neanche io, mi informerò. Quello che mi ricordo è che era di origini sabine, non meglio identificate (forse Monteleone S.).

Per domani, buona giornata!

Anonimo ha detto...

Dioniso, avevi ragione tu. Mia nonna era originaria di Montelibretti e romanissima d'adozione.