Durante la mia ora di attività fisica all'aperto di solito ascolto trasmissioni radiofoniche scaricate principalmente da radio tre. Dopo alcune peripezie tecnologiche, risoltemi dal giovane mago tecnologico del mio gruppo asiatico e con cui non starò qui a tediarvi, ho scoperto che i file audio si possono anche copiare direttamente dal mio disco all'iFonio.
A quel punto mi si è aperto un mondo! Non devo più passare per l'odioso iTunes! Mi sono andato così a copiare tutte le puntate della trasmissione Tre Colori che più di un anno conservo gelosamente nel mio disco.
Così ora sto ascoltando le puntate nell'ordine scelto da mio iFonio. E cioè secondo l'ordine alfabetico del nome del narratore. Negli ultimi giorni ho ascoltato tre puntate tutte narrate da Carlo D'Amicis e tutte incentrate su temi sportivi.
1960 le Olimpiadi a Roma
Come mi ripete sempre Zucchero, sono vecchio, ma non tanto da aver vissuto le olimpiadi del '60 o le battaglie tra Coppi e Bartali. E così da queste due puntate ho appreso storie molto interessanti.
Come quella bellissima tra Berruti e Wilma Rudolph. Storia che coinvolge lateralmente anche personaggi del calibro di Cassius Clay. Già di per sé la la storia della Rudolph meriterebbe un romanzo.
"Wilma Rudolph era la ventesima di ventidue figli di una povera famiglia nera del Tennessee. Era ancora piccola quando fu colpita da poliomielite, e rischiò di rimanere zoppa nella gamba sinistra. Per anni fu costretta a portare un apparecchio correttivo, e ad andare due volte alla settimana all'ospedale per fare le terapie, nonostante l'ospedale riservato ai neri si trovasse ad ottanta chilometri dal paese in cui abitava."
Di cui la storia con Berruti potrebbe essere ...
E parlando di biografie da romanzo, chi più di Fausto Coppi potrebbe meritarsi questo titolo? Basta dare uno sguardo qui. O ancor meglio ascoltare la puntata Coppi e Bartali.
E infine la terza puntata. Quella dei mondiali dell'82. In questo caso sono sufficientemente vecchio per ricordarla. Facevo le scuole medie. E ancora oggi ricordo tutti i risultati e i marcatori. Cosa non troppo difficile soprattutto se si eliminano le prime tre partite. Ad ogni modo, anche da questa puntata ho appreso particolari che non conoscevo. Come quello di Zoff che rientrando in camera dopo la vittoria della finale trovò Scirea intento a leggere un libro. E mentre l'Italia (c'ero pure io) festeggiava pazzamente la vittoria loro due se ne andarono con sobrietà a prendere qualcosa da mangiare e da bere.
Ecco, pudore e sobrietà. Sono questi i due tratti comuni che ho trovato nelle tre narrazioni di Carlo D'Amicis. Quel pudore e quella sobrietà di un'Italia che forse non c'è più o che forse (cerco di essere ottimista) ha passato troppi anni oscurata dall'Italia spudorata e smodata e ora sta risorgendo.
A proposito, ascoltando la puntata sui mondiali, sulle note de "La leva calcistica della classe '68" non ce l'ho fatta a trattenere qualche lacrima. Ma tanto indossavo gli occhiali da sole e nessuno se n'è accorto. E anche se non avessi li avessi indossati non se ne sarebbe accorto nessuno lo stesso. Visto che la strada era deserta.
Nel caso in cui vogliate riascoltare le puntate di questa interessantissima serie: Tutte le puntate di Tre Colori
A quel punto mi si è aperto un mondo! Non devo più passare per l'odioso iTunes! Mi sono andato così a copiare tutte le puntate della trasmissione Tre Colori che più di un anno conservo gelosamente nel mio disco.
Così ora sto ascoltando le puntate nell'ordine scelto da mio iFonio. E cioè secondo l'ordine alfabetico del nome del narratore. Negli ultimi giorni ho ascoltato tre puntate tutte narrate da Carlo D'Amicis e tutte incentrate su temi sportivi.
1960 le Olimpiadi a Roma
Come mi ripete sempre Zucchero, sono vecchio, ma non tanto da aver vissuto le olimpiadi del '60 o le battaglie tra Coppi e Bartali. E così da queste due puntate ho appreso storie molto interessanti.
Come quella bellissima tra Berruti e Wilma Rudolph. Storia che coinvolge lateralmente anche personaggi del calibro di Cassius Clay. Già di per sé la la storia della Rudolph meriterebbe un romanzo.
"Wilma Rudolph era la ventesima di ventidue figli di una povera famiglia nera del Tennessee. Era ancora piccola quando fu colpita da poliomielite, e rischiò di rimanere zoppa nella gamba sinistra. Per anni fu costretta a portare un apparecchio correttivo, e ad andare due volte alla settimana all'ospedale per fare le terapie, nonostante l'ospedale riservato ai neri si trovasse ad ottanta chilometri dal paese in cui abitava."
Di cui la storia con Berruti potrebbe essere ...
E parlando di biografie da romanzo, chi più di Fausto Coppi potrebbe meritarsi questo titolo? Basta dare uno sguardo qui. O ancor meglio ascoltare la puntata Coppi e Bartali.
E infine la terza puntata. Quella dei mondiali dell'82. In questo caso sono sufficientemente vecchio per ricordarla. Facevo le scuole medie. E ancora oggi ricordo tutti i risultati e i marcatori. Cosa non troppo difficile soprattutto se si eliminano le prime tre partite. Ad ogni modo, anche da questa puntata ho appreso particolari che non conoscevo. Come quello di Zoff che rientrando in camera dopo la vittoria della finale trovò Scirea intento a leggere un libro. E mentre l'Italia (c'ero pure io) festeggiava pazzamente la vittoria loro due se ne andarono con sobrietà a prendere qualcosa da mangiare e da bere.
Ecco, pudore e sobrietà. Sono questi i due tratti comuni che ho trovato nelle tre narrazioni di Carlo D'Amicis. Quel pudore e quella sobrietà di un'Italia che forse non c'è più o che forse (cerco di essere ottimista) ha passato troppi anni oscurata dall'Italia spudorata e smodata e ora sta risorgendo.
A proposito, ascoltando la puntata sui mondiali, sulle note de "La leva calcistica della classe '68" non ce l'ho fatta a trattenere qualche lacrima. Ma tanto indossavo gli occhiali da sole e nessuno se n'è accorto. E anche se non avessi li avessi indossati non se ne sarebbe accorto nessuno lo stesso. Visto che la strada era deserta.
Nel caso in cui vogliate riascoltare le puntate di questa interessantissima serie: Tutte le puntate di Tre Colori
2 commenti:
"... ascoltando la puntata sui mondiali, sulle note de "La leva calcistica della classe '68" non ce l'ho fatta a trattenere qualche lacrima."
Allora non sono il solo! A me, specialmente con le canzoni del "Principe", succede molto spesso.
Ma non sarà che ci staremo veramente invecchiando?
Eh, mi sa di sì. Non oso immaginare come saremo tra vent'anni :-)
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