lunedì, gennaio 29, 2018

L'Italia è prima nella classifica dell'influenza culturale di U.S. News & World Report

Secondo la US news and world report, l'autorevole rivista americana nota per le sue classifiche, tra cui quella delle migliori università, l'Italia sarebbe al primo posto nella classifica relativa all'influenza culturale che un paese esercita sul resto del mondo.

Ecco la descrizione discorsiva dei parametri considerati per la classifica.

"Countries that command cultural influence are often synonymous with fine food, fashion and easy living. They are trendsetters – the country equivalent of the cooler, older sibling. Their products have that certain “je ne sais quoi” that makes them fly a little faster off the shelves. Their music, television and movies are absorbed by other cultures, becoming part of a wider global conversation."

Ovviamente la notizia è stata ignorata da quasi tutti i media italiani.
Io ne sono venuto a conoscenza grazie alla puntata del 17/01/2018 "Italia prima potenza culturale" di Tutta la città ne parla organizzata dopo la telefonata di un ascoltatore che aveva letto la notizia sulla Gazzetta Svizzera.

Ecco alcune citazioni dalla puntata

Piero Bevilacqua, professore di storia contemporanea
“C’è un’attitudine tutta nazionale a enfatizzare gli aspetti negativi della nostra vita collettiva. Ad esempio spesso dai casi di malasanità che arrivano sulla grande stampa si tende a immaginare l’intera sanità italiana come afflitta dai mali che fanno scandalo. In realtà il nostro sistema sanitario nazionale è una conquista straordinaria e ci sono stati tanti paesi che sono venuti a studiarlo.
Poi c’è un’altra tendenza che è quella che spinge a ideologizzare i problemi facendoli diventare categorie dello spirito.”

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Paestum
"È sicuramente vero che gli italiani sono molto critici. L’ho notato anch’io che tendono a mettere in risalto gli aspetti negativi dimenticando le straordinarie cose positive che questo paese ha da offrire. Ma forse questo è un pregio degli italiani. Perché uno che mette in luce solo le cose positive può risultare un po’ pretenzioso.
Gli italiani hanno stile e questo è molto apprezzato all’estero. C’è una cultura molto radicata anche in diversi ceti sociali e non limitata ad élite come in molti altri paesi. E questo è vero per la cucina, per la moda, per la cultura classica. La cosa che forse rende unica l’Italia non è solo la presenza suoi monumenti e delle sue tradizioni ma è soprattutto la continuità e la capacità di rendere il passato parte del presente."

Intervistatore
"La sensazione che potrebbe venire a molti italiani è che i parametri misurati da questa classifica abbiamo a che fare più con le sovrastrutture della vita: il cibo, la moda. Cose sicuramente importanti, comparti industriali interessanti. Ma che poi con i servizi e altre cose siamo messi sempre peggio. C’è questa distonia, discrasia che gli italiani hanno nella percezione di se stessi? Forse esageriamo?
Katherine Wilson, scrittrice e attrice
Qualità della vita è anche e soprattutto cultura e rapporti umani. E io penso che in questi ambiti l’Italia batta qualsiasi altro paese.

domenica, gennaio 28, 2018

Presentazione de "Il mistero del suono senza numero" al festival della divulgazione scientifica Log@Ritmi 2018 di Bari

Dopo le presentazioni di Crotone, Arce, Heidelberg e Scandriglia, quella di Bari del 24 gennaio è stata la prima nell'ambito di un festival della divulgazione scientifica: Log@Ritmi 2018 – la provocazione della scienza.


Sono rimasto molto soddisfatto sia dell'organizzazione curata dal Liceo Scientifico "G.Salvemini" di Bari (#LiceoSalvemini) sia della mia presentazione.

I ragazzi erano numerosi, interessati e alcuni di loro hanno posto domande molto stimolanti.
Tra l’altro per una strana coincidenza i nomi dei miei due giovani collaboratori erano esattamente gli stessi di quelli dei collaboratori dell’ultima presentazione. Sia quello del chitarrista sia quello del lettore: Roberto e Niccolò.
Tra le cose che mi hanno fatto più piacere ci sono proprio l'interesse, le domande e i commenti di Niccolò e di Roberto. Hanno mostrato molta vivacità e curiosità. Ho anche chiesto loro un parere sincero sul libro e mi hanno detto unanimemente che è molto scorrevole, interessante e che si legge con facilità.

Video del racconto di Pitagora nella bottega del fabbro.



Ringrazio infine i professori Alberto Maiale, Gennaro Capriati, Elvira Romita e Manuela Erroi
Sono una bella squadra, delle belle persone e dei bravi insegnanti quotidianamente impegnati in un lavoro eccezionale.

Ah, e poi essere citato vicino a Gabriele Lolli e tra gli ospiti di eccezione provenienti da tutta Europa mi ha fatto fa un certo effetto... :-)

"La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani"

Lo stile de "Il Fatto Quotidiano" non mi piace molto. Però grazie a Pietro, che ha condiviso un articolo di Paolo Farinella, ho letto questa "lettera che un preside di liceo americano aveva l’abitudine di scrivere ai suoi insegnanti ad ogni inizio di anno scolastico".
La lettera non contiene considerazioni che non fossero già note, ma fa riflettere lo stesso. Bisognerebbe sempre tenere presente che "La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani."
Ecco, io credo che il sistema scolastico italiano curi questo aspetto più di altri sistemi scolastici. Anche di quelli di alcuni paesi che riteniamo più avanzati.

Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere:
camere a gas costruite da ingegneri istruiti, 
bambini uccisi con veleno da medici ben formati, 
lattanti uccisi da infermiere provette, 
donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università.

Diffido - quindi – dell’educazione.
La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani.
I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.

La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.

Pare che la lettera sia tratta da “Les mémoires de la Shoah” di Anniek Cojean (“Le Monde”, 29 aprile 1995)

venerdì, gennaio 19, 2018

Presentazione de "Il mistero del suono senza numero" a Bari

Il 24 gennaio sarò al Liceo Scientifico "G.Salvemini" di Bari per presentare "Il mistero del suono senza numero" nell'ambito del festival della divulgazione scientifica Log@Ritmi 2018 - La provocazione della scienza. Con grande rispetto ed emozione mi trovo nano tra giganti del calibro di Gabriele Lolli, Sandra Lucente, Luigi Borzacchini e Silvia Benvenuti.
Grazie al professor Alberto Maiale per l'invito e al professor Gennaro Capriati per la collaborazione...

domenica, gennaio 14, 2018

Carnevale della Matematica #115: "Io e la Matematica"

L'edizione di gennaio del Carnevale della Matematica, la numero 115, è ospitata da Math is in the Air.
Un carnevale caratterizzato da una particolarità: la richiesta a tutti partecipanti di sintetizzare con una frase il loro rapporto con la matematica. Io ho contribuito con la cellula melodica e con...

Flavio Ubaldini (alias Dioniso) ci invia, oltre alla cellula melodica i seguenti contributi:
- Presentazione de "Il mistero del suono senza numero" ovvero una raccolta di foto e di impressioni dalla presentazione del 23 dicembre. E scrive:" Mi ha fatto piacere anche che, a detta di più persone, l'esperimento con la misurazione delle corde della chitarra nel caso di consonanze e dissonanze sia stato chiaro ed efficace."
- La sua frase di Flavio, matematico e musicista per formazione e per passione, informatico per professione,  è la seguente:
"Matematica è creatività, visione di mondi fantastici, rigore, infallibilità, divertimento e ore di studio per poter accedere a quel divertimento" ma vi invitiamo a leggere anche il post dedicato


Per quanto riguarda l'edizione numero 116... 

14 febbraio 2018: (“canta, becchetta, canta”) Rudi Mathematici.
Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale.

sabato, gennaio 13, 2018

Stagione orchestrale invernale: un concerto prokofieviano

Per questa stagione invernale abbiamo preparato un concerto monografico dedicato a Sergej Sergeevič Prokof'ev (Сергей Сергеевич Прокофьев; Soncovka, 23 aprile 1891 – Mosca, 5 marzo 1953) Ecco dunque programma e date della stagione invernale dell'orchestra Musikfreunde Heidelberg.

Date
Domenica 11 Febbraio alle 18:00 nella Epiphaniaskirche di Mannheim  
Sabato 17 Febbraio alle 19:00 nella Stadthalle di Heidelberg
Come da tradizione, se vi troverete nei dintorni siete invitati ai concerti.

mercoledì, gennaio 03, 2018

Disfattismo e rancore

Promemoria di inizio anno: disfattismo e rancore sono due grossi problemi.

disfattismo 2. Per estens., l’opera di chi con voci allarmistiche o denigratorie e sim. cerca di ostacolare l’azione del governo e delle autorità, la riuscita o il buon andamento di un’impresa, o comunque tenta di scalzare negli altri la fiducia in qualche cosa. 3. In senso più soggettivo, mancanza di fiducia, senso di pessimismo sistematico riguardo alle possibilità di riuscita di un’impresa o di un’iniziativa.

rancóre – Sentimento di odio, sdegno, risentimento profondo, non manifestato apertamente, ma tenuto nascosto e quasi covato nell’animo.

Quando le speranze e le promesse naufragano

domenica, dicembre 24, 2017

Presentazione de "Il mistero del suono senza numero" a Scandriglia

Dopo le presentazioni di Crotone, Arce e Heidelberg, ecco una raccolta di foto e di impressioni dalla presentazione di Scandriglia del 23 dicembre.

La presentazione mi ha lasciato molto soddisfatto. Il pubblico era numeroso - tra le sessanta e le settanta persone - e attento.
Il fatto che fosse un pubblico attento l'ho percepito sia dalle reazioni durante la presentazione, sia dalle domande finali ma anche da alcuni commenti che hanno accompagnato i complimenti finali individuali.
Mi ha fatto piacere anche che, a detta di più persone, l'esperimento con la misurazione delle corde della chitarra nel caso di consonanze e dissonanze sia stato chiaro ed efficace.




Un ringraziamento particolare va ai Vacuna Sabina per la perfetta organizzazione e a Cristina Moscatelli, Domenico Scacchi, Nicolò Boccacci e Roberto Boccacci per le domande, l'introduzione, le letture e la parte musicale.

giovedì, dicembre 14, 2017

Carnevale della Matematica #114

L'edizione di dicembre del Carnevale della Matematica, la numero 114, è ospitata da Notiziole di .mau.
Un carnevale ricchissimo di contributi. Io ho contribuito con la cellula melodica "che – come dice Dioniso che l’ha preparata – «è caratterizzata da un salto di sesta minore, come a voler far riflettere il merlo sulle possibili peripezie del suo ardito salto nella luce.»" e con...

Cominciamo con Dioniso, che oltre alla cellula musicale ci manda un contributo a detta sua più musicale che matematico (ma non è vero!): Ansermet, il musicista matematico contrapposto ad Adorno e alla dodecafonia: Stravinsky o Schönberg?. Ansermet, contro Schönberg e i dodecafonici, ha teorizzato matematicamente che il nostro orecchio è tarato sulla musica tonale.

Per quanto riguarda l'edizione numero 115... 

14 gennaio 2018: (“delizioso tra i cespugli”) Math is in the Air
Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale.

mercoledì, dicembre 13, 2017

Le proverbiali infrastrutture tedesche

Nell'articolo "Costi gonfiati e cantieri sempre in ritardo. Si incrina il mito della puntualità tedesca" vengono elencati alcuni risultati dei progetti dell’alta velocità in Germania. E se leggete troverete anche dei fatti sulla proverbiale puntualità delle opere pubbliche tedesche.

Se fatti del genere fossero successi in Italia se ne parlerebbe con pensante indignazione in innumerevoli dibattiti. Qui non ne parla quasi nessuno.

"I nuovi treni «superveloci» tedeschi fra Berlino e Monaco impiegano ora 4 ore e 47 minuti, quasi 2 ore in meno rispetto a prima. Non proprio un record per 580 chilometri di tracciato." Sostanzialmente è come il tratto Roma-Milano che però è coperto in meno di 3 ore.

Aggiuungo un aneddoto recente. Un collega di mia moglie in visita dalla Cina chiede a tavola: – Ma come mai i treni tedeschi sono così lenti?
In una situazione analoga in Italia, a fronte di una domanda del genere, tutti si sarebbero sollevati a denigrare le ferrovie del proprio paese. La risposta ottenuta invece dal collega cinese è stata: – forse perché qui sono più sicuri?
Meditate.

Continuo con qualche stralcio da quell'articolo.

“Per realizzare la nuova linea Berlino-Monaco ci sono voluti invece 4,5 miliardi e 10 anni in più. I treni «superveloci» impiegano ora 4 ore e 47 minuti, quasi 2 ore in meno rispetto a prima. Non proprio un record per 580 chilometri di tracciato. Ma a frenare il superveloce sono state in questo caso le interferenze dei potenti governi regionali, che hanno imposto alle ferrovie federali fermate obbligatorie nelle proprie stazioni. In tutto sette, comprese quelle improbabili di Wittenberg (50mila abitanti), Bamberga (70mila) o Coburg (41mila). “

"A guidare la lista nera delle opere incompiute è il progetto di «Stoccarda 21», che costerà 4 miliardi di euro in più e verrà ultimato con cinque anni di ritardo rispetto alle previsioni. Da ormai dieci anni si scava per il trasferimento dell’attuale stazione centrale di testa ad una nuova stazione di transito situata a 20 metri di profondità e alla costruzione del passante ferroviario lungo 10 chilometri, che aggiungerebbe uno degli ultimi tasselli mancanti alla nuova magistrale europea che in futuro collegherà Parigi a Budapest. Ma i lavori non procedono, i costi lievitano a dismisura e i 620mila abitanti della città subiscono ormai rassegnati i pesanti disagi di un cantiere che non sembra finire mai."

"Un altro flop clamoroso è quello del nuovo aeroporto di Berlino-Brandeburgo (Ber). Iniziati nel 2006, i lavori dovevano terminare nell’estate del 2012, quando però solo un mese prima dell’inaugurazione ufficiale, l’entrata in esercizio del mega hub venne rinviata per problemi all’impianto antincendio. "

lunedì, dicembre 11, 2017

Quando le speranze e le promesse naufragano

– Ma che possiamo fare se non goderci almeno quel che ci resta? – disse Fosco mentre le rughe intorno agli occhi dell’infermiera andavano diradandosi. – Vede, dopo aver attraversato sofferenze e rimpianti, sono arrivato alla conclusione che quando qualcosa nella vita non è andato come ci aspettavamo. Quando non siamo riusciti a ottenere quello che desideravamo ardentemente. In quelle situazioni ci sono due strade possibili: continuare a coltivare passivamente tristezza autodistruttiva o invidia e rancore oppure cercare di controllare quei sentimenti trasformandoli in qualcosa di positivo.
Gustave Courbet - Le Désespéré
Nel primo caso trascorreremo il resto della vita dominati da amarezza e afflizione o da rabbia e risentimento nei confronti dei malcapitati di turno.
Nel secondo caso dovremo invece impegnarci in un’elaborazione di quei sentimenti che possa condurre all’accettazione della situazione di mancanza e a una ricostruzione della nostra vita cercando di sfruttare e di goderci al meglio quello che ci è rimasto e lasciando andare quello che non abbiamo avuto.

giovedì, dicembre 07, 2017

La Terra dei Fuochi

E dopo tanto rumore, tante energie sprecate e tanti danni per i produttori locali...
viene fuori che quella della Terra dei fuochi non era una situazione così drammatica.
Almeno dal punto di vista della contaminazione dei prodotti alimentari.

"...su circa 30 mila campionamenti, effettuati presso 10 mila aziende dell'agroalimentare sull'intero territorio regionale per la ricerca di contaminanti chimici e microbiologici potenzialmente dannosi per la salute del consumatore, sono emersi solo 6 casi di positività. Ciò significa che nel 99,98% dei casi i campionamenti hanno superato i test."

Forse prima di lanciare strali disfattisti e autolesionistici bisognerebbe rifletterci e attendere i dati reali.

Terra dei Fuochi, solo 33 ettari contaminati. De Luca: «Operazione verità»

mercoledì, dicembre 06, 2017

Hannah Arendt: la Danimarca, la Svezia, l'Italia e la Bulgaria

"Il brano seguente è estratto da Hannah Arendt, "La banalità del male - Eichmann a Gerusalemme", Feltrinelli, Milano 1964 pp. 177-182. La vicenda della resistenza nonviolenta danese contro il nazismo ha un valore paradigmatico: anche contro un avversario brutale e genocida è possibile adottare vittoriosamente strategie di lotta nonviolenta."

Oltre all'unicità dell'opposizione danese alle sciagurate politiche antisemite, Hannah Arendt cita anche il caso dell'Italia. Cerchiamo di non dimenticare la storia. Ricordiamoci che l'Italia lo ha combattuto il 2° Reich. E che per la liberazione del paese una parte degli italiani hanno dovuto combattere anche il 3° Reich.

"La storia degli ebrei danesi e' una storia sui generis, e il comportamento della popolazione e del governo danese non trova riscontro in nessun altro paese d'Europa, occupato o alleato dell'Asse o neutrale e indipendente che fosse. Su questa storia si dovrebbero tenere lezioni obbligatorie in tutte le universita' ove vi sia una facolta' di scienze politiche, per dare un'idea della potenza enorme della nonviolenza e della resistenza passiva, anche se l'avversario e' violento e dispone di mezzi infinitamente superiori.
Certo, anche altri paesi d'Europa difettavano di "comprensione per la questione ebraica", e anzi si puo' dire che la maggioranza dei paesi europei fossero contrari alle soluzioni "radicali" e "finali". Come la Danimarca, anche la Svezia, l'Italia e la Bulgaria si rivelarono quasi immuni dall'antisemitismo, ma delle tre di queste nazioni che si trovavano sotto il tallone tedesco soltanto la danese oso' esprimere apertamente cio' che pensava. L'Italia e la Bulgaria sabotarono gli ordini della Germania e svolsero un complicato doppio gioco, salvando i loro ebrei con un tour de force d'ingegnosita', ma non contestarono mai la politica antisemita in quanto tale. Era esattamente l'opposto di quello che fecero i danesi. Quando i tedeschi, con una certa cautela, li invitarono a introdurre il distintivo giallo, essi risposero che il re sarebbe stato il primo a portarlo, e i ministri danesi fecero ministri danesi fecero presente che qualsiasi provvedimento antisemita avrebbe provocato le loro immediate dimissioni. Decisivo fu poi il fatto che i tedeschi non riuscirono nemmeno a imporre che si facesse una distinzione tra gli ebrei di origine danese (che erano circa seimilaquattrocento) e i millequattrocento ebrei di origine tedesca che erano riparati in Danimarca prima della guerra e che ora il governo del Reich aveva dichiarato apolidi...
...
Del resto, che l'ideale della "durezza", eccezion fatta forse per qualche bruto, fosse soltanto un mito creato apposta per autoingannarsi, un mito che nascondeva uno sfrenato desiderio di irreggimentarsi a qualunque prezzo, lo si vide chiaramente al processo di Norimberga, dove gli imputati si accusarono e si tradirono a vicenda giurando e spergiurando di essere sempre stati "contrari" o sostenendo, come fece piu' tardi anche Eichmann, che i loro superiori avevano abusato delle loro migliori qualita'. (A Gerusalemme Eichmann accuso' "quelli al potere" di avere abusato della sua "obbedienza": "il suddito di un governo buono e' fortunato, il suddito di un governo cattivo e' sfortunato: io non ho avuto fortuna"). Ora avevano perduto l'altezzosita' d'un tempo, e benche' i piu' di loro dovessero ben sapere che non sarebbero sfuggiti alla condanna, nessuno ebbe il fegato di difendere l'ideologia nazista."

Tratto da Hannah Arendt racconta la resistenza nonviolenta in Danimarca

domenica, novembre 26, 2017

Piccoli episodi di vita teutonica

In vista dell'arrivo della squadra del nipotame Zucchero si sta organizzando, dopo sondaggio nepotale tra cannelloni e cornetti, per preparare questi ultimi con la ricetta già sperimentata ma non più usata da anni. Io per ora ho contribuito acquistando ieri l'ingrediente principale: mezzo chilo di burro.
Oggi però Zucchero si è accorta che mancava un altro ingrediente fondamentale: il lievito. Ma qui la domenica è tutto chiuso. Abbiamo pensato che l'unica speranza fosse la nostra vecchia panetteria di fiducia, che, oltre a pane e affini, vende anche cibarie, latticini e affini. Ci siamo quindi incamminati, ma, giunti lì, non abbiamo trovato il lievito tra gli scaffali.

– Ci servirebbe del lievito – chiedo alla commessa.
– Non ne vendiamo – mi risponde.

A quel punto Zucchero propone il supermercato della stazione. L'unico aperto di domenica.

– Ma se non vendono neppure il latte fresco. Figurati se hanno il lievito di birra.

Ma col cuore pieno di speranza-è-l'ultima-a-morire ci incamminiamo verso la stazione. Senonché, giunti in prossimità di Carosello, il nostro ristorante italiano preferito della città ...

– E se chiedessimo a loro? – dice Zucchero.
– Sai che non è per niente una cattiva idea? Fanno pane e pizza, quindi devono averlo.
– Ma sarà brutto, dai.
– Ma no! Proviamo. Secondo me ce lo danno.

– Ci servirebbe un favore – dico al nostro cameriere di riferimento. – Ieri ci siamo scordati il lievito e oggi lo stiamo cercando ma non siamo riusciti a trovarlo.
– Te serve o levetu? – mi chiede andando subito al dunque e allontanandosi verso la dispensa.

– Grazie, quanto ti dobbiamo?
– Niente, figurati. Dobbiamo volerci bene tra italiani.
– Eh, sì. Sono d'accordo.


Nel frattempo nel nuovo quartiere abbiamo trovato  un pescivendolo che, oltre a vendere del pesce nettamente sopra alla media di qui, sa anche applicare le consuetudini del buon commerciante. È molto gentile, sa riconoscere (e ricompensare da) gli errori e ogni tanto dispensa regalie ai clienti.
È interessante che dopo qualche settimana che lo frequentavo eravamo già passati al tu e alle pacche sulle spalle. Ah, anche lui è un'immigrato di area mediterranea. Per esperienza so che un certo tipo di comunicazione funziona meglio tra mediterranei piuttosto che con nordeuropei. Il pescivendolo del vecchio quartiere, dopo più di dieci anni di frequentazione a male pena mi salutava.
Ma in compenso nel nuovo quartiere abbiamo anche instaurato degli ottimi rapporti con il vicinato autoctono. In particolare con i vicini di cui cinque anni fa avevo scritto che promettevano bene. E bisogna dire che le promesse sono state mantenute. Senza di loro la nostra vita sarebbe un po' più complicata. Il deterioramento dei rapporti con l'altro vicinato sono ormai un lontano ricordo.

Rasature autarchiche

Come avevo accennato in una serrata discussione su Facebook, grazie a un amico ho scoperto una schiuma da barba eccezionale. Ed è pure un prodotto italiano!
Da quel giorno ho deciso che avrei usato solo quella.
Basta con lo strapotere delle multinazionali francesi dei cosmetici!!

Ma ora la grande novità è ...


Guardate che mi ha fatto scoprire mia moglie qui in terra teutonica!!

giovedì, novembre 23, 2017

Ansermet, il musicista matematico contrapposto ad Adorno e alla dodecafonia: Stravinsky o Schönberg?

Qualche giorno fa ho ascoltato la puntata di WikiMusic del 12/11/2017 che era dedicata al musicista matematico Ernest Ansermet. Di seguito riporto alcuni brani che mi sono sembrati particolarmente interessanti.

...Ansermet è anche autore di un significativo libro sulla musica del secolo scorso, I fondamenti della musica nella coscienza dell'uomo del 1961. Un grosso e complesso volume che mantiene un rigore filosofico molto raro da riscontrare nei libri di filosofia della musica. Non ci sono virtuosismi intellettuali e lessicali e neanche l’ideologia politica di Adorno. Sebbene è proprio con questo autore che il libro di Ansermet può essere messo in rapporto dialettico. Proprio perché in entrambi i casi sono due i compositori che vengono presi a modello per illustrare le due diverse filosofie della musica: Stravinsky e Schönberg. Stravinsky la restaurazione, Schönberg il progresso per Adorno. Per Ansermet si tratta di smontare la dodecafonia come metodo di composizione assolutamente falso.
La frase cardine del libro di Ansermet è la seguente: non si può sfuggire alla legge tonale poiché essa è la legge dell’orecchio. Secondo Ansermet c’è un substrato culturale che accomuna tutti gli uomini e che ci permette di percepire la musica tutti alla stessa maniera. Ansermet non parla né di gusto né di piacere ma puramente di percezione. E arriva a questa concezione tramite la matematica. Ansermet dice che il nostro apparato uditivo percepisce secondo leggi logaritmiche. Cioè il prodotto di due intervalli coincide nel nostro orecchio alla somma degli stessi e questa è proprio una proprietà dei logaritmi. Questo modo di pensare non può concepire una tecnica come quella dodecafonica in cui i riferimenti vengono a mancare perché i suoni sono svincolati tra loro. In sostanza nella dodecafonica si creerebbe un cortocircuito. Cioè l’oggetto percepito non incontra l’atto percettivo del senso che la coscienza riesce a dare a ciò che percepisce. Questo fa sì che la nostra coscienza non comprenda la musica dodecafonica. Quei suoni potrebbero essere anche stati messi lì casualmente e la nostra coscienza non li comprenderà. Non comprenderà che essi costituiscono una serie dodecafonica.

Secondo Ansermet, per rinnovare il linguaggio tonale non è necessario sopprimerlo ma basterebbe rielaborarlo in maniera originale. Così fa il genio. La nuova musica non ha bisogno di distruggere quanto fino allora si era fatto o si era detto. Il vero genio riesce a creare musica nuova a partire dai presupposti classici. La vera differenza la fa lo stile non tanto le forme.

Le posizioni di Ansermet sono state viste come reazionarie. Però, a pensarci bene, alla fine le cose sono andate come lui aveva previsto. In effetti oggi la dodecafonia rimane poco più che un esercizio.

Per altre considerazioni sulla dodecafonia...

lunedì, novembre 20, 2017

Un cammino transappenninico: fotoracconto del terzo giorno

3° giorno del cammino transappenninico 4 giugno - Subiaco - Altipiani di Arcinazzo, 20 km (79 km finora)
Si riparte da Subiaco (408 m. slm) la mattina. Ci dirigiamo verso Altipiani di Arcinazzo (900 m. slm), la terza tappa.
Dopo la colazione in questa bella sala liberty del buon  Ristorante Belvedere si riparte da Subiaco verso Altipiani di Arcinazzo, la terza tappa.
Invece della statale, consigliataci da Google Maps anche per il percorso a piedi, il proprietario del ristorante belvedere di Subiaco, che vi consiglio per la bontà dei cibi, la gentilezza del personale, e la bellezza del locale storico con gli interni in stile liberty, ci indica una strada alternativa che percorriamo dopo aver oltrepassato la villa di Nerone.
Il percorso si rivelerà essere molto bello da un punto di vista naturalistico. È un sentiero che costeggia l'Aniene per 12 chilometri circa, lambendo il paese di Jenne, per poi sfociare sulla provinciale. E quei 12 chilometri sono un susseguirsi di pareti rocciose scoscese, sorgenti che sgorgano dalle pareti delle colline ricoperte di muschio, allevamenti di trote e piccoli ponti di legno.



Pausa pranzo a Ponte della setacciara, cascate di Trevi - Comunacque. Usciti sulla provinciale si trova immediatamente la discesa che conduce alle piccole cascate di Trevi.

Ripresa la provinciale per poche centinaia di metri, subito dopo la fine del ponte parte il nuovo sentiero per Altipiani di Arcinazzo. È una scorciatoia sterrata, ripidissima e sdrucciolevolissima che in un paio di chilometri ci conduce alla tappa odierna facendoci salire di 350 m circa.

Andiamo a cena a La Dispensa DI MEMMO.



Domattina si riparte alla volta di Alatri.



Un cammino transappenninico:126Km in cinque giorni