Le particelle elementari di Michel Houellebecq è la storia di due fratellastri: un'insegnante e un biologo capo di un gruppo di ricerca. La storia in se è quasi un pretesto, un accessorio che serve a rafforzare l'idea centrale del libro. Quell'intuizione che si scorge tra le pagine, ma che viene rivelata pienamente solo alla fine.
Il libro si apre con la descrizione delle "mutazioni metafisiche", che sarebbero le rare trasformazioni radicali e globali della visione del mondo. L'avvento del cristianesimo viene citato come un di questi rari esempi di mutazione metafisica.
Il libro contiene molte riflessioni storico-sociologiche ed etiche espresse spesso in modo lucido ed acuto in cui a volte ho ritrovato dei pensieri pasoliniani. Si parla molto dei mutamenti sociologici dal dopoguerra in poi e spesso per bocca dei personaggi, per cui risulta a volte difficile capire se le idee appartengano o no all'autore.
Spesso queste analisi sono graffianti, ciniche e spietate, soprattutto quelle relative ad alcuni movimenti di pensiero. La scienza occupa un ruolo centrale nella storia e a volte vengono usate delle metafore scientifiche, la meccanica quantistica ad esempio, per descrivere dei comportamenti umani.
Alcuni temi, come quello dell'invecchiamento, vengono trattati senza sconti e a volte anche in modo un po' deprimente; altri temi mi sono risultati un po' inquietanti, ma tutto ciò è funzionale alla creazione dell'universo narrativo adeguato la cui chiave di volta si troverà soprattutto alla fine.
Riporto qui alcune citazioni dal libro.
"Fa un certo effetto osservare come spesso tale liberazione sessuale venisse presentata sotto forma di ideale collettivo mentre in realtà si trattava di un nuovo stadio nell'ascesa storica dell'individualismo. Coppia e famiglia rappresentavano l'ultima isola di comunismo primitivo in seno alla società liberale. La liberazione sessuale ebbe come effetto la distruzione di queste comunità intermedie, le ultime a separare l'individuo dal mercato. Un processo di distruzione che continua oggigiorno."
"... la società erotico-pubblicitaria in cui viviamo si accanisce a organizzare il desiderio, a svilupparlo fino a dimensioni inaudite, al tempo stesso controllandone la soddisfazione nel campo della sfera privata. Affinché la suddetta società funzioni, affinché la competizione continui, occorre che il desiderio cresca, si allarghi e divori la vita degli uomini."
"La celebrità culturale era solo un mediocre surrogato della gloria vera, la gloria mediatica; e questa, legata all'industria del divertimento, drenava più masse di denaro di qualunque altra attività umana. Che cos'era un banchiere, un ministro, un imprenditore, rispetto a un attore del cinema o a una rock star? Ormai le strategie di distinzione tanto argutamente descritte da Proust non avevano più alcun senso."
"Secondo l'ipotesi di Margenau, la coscienza individuale è assimilabile a un campo di probabilità in uno spazio di Fock, definito come una somma diretta di spazi di Hilbert."
2 commenti:
Mi sa che dovrò leggerlo: è da tempo che pensavo di scivere qualcosa, sotto forma di iperbole, sui paralleli tra famiglia, intesa come "matrimonio", e "comunismo". Da quello che scrivi, potrei trovare nuovi spunti. Io ragionavo sull'assenza di proprietà privata nel comunismo e nel matrimonio, sulla comunione dei beni, sul "paradosso della cucina" (di Pasolini) come attacco del consumismo alla famiglia e al comunismo e un'altra serie di simili amenità.
Insomma, pensavo di fare una cosa per riderci un po' su, mentre Houellebecq mi sembra più serio.
Il tema che vorresti trattare mi risulta molto interessante. Ma dove vorresti scriverne? Sul blog? O su altro mezzo?
Qual'e' il "paradosso della cucina" di Pasolini?
Ho appena ascoltato la sesta puntata del programma radiofonico su Calvino e Pasolini: molto interessante.
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