Grazie ad una segnalazione dell'amico ubik ho sentito tutte le puntate di Bella Ciao. Cinque storie di deportati registrate nell’ottobre del 2005 ad Auschwitz nell'ambito di un'iniziativa del comune di Roma che prevedeva anche la presenza del sindaco Veltroni e di 200 studenti delle scuole superiori di Roma: iniziativa lodevolissima.
A volte forse si pensa di aver ormai fatto i conti con quelle atrocità: ormai si sa bene quello che è successo. Ascoltando queste storie però mi sono emozionato e a volte non sono riuscito a trattenere le lacrime. Penso che tutti dovrebbero ascoltarle.
Anche i commenti di Celestini fanno molto riflettere: per ammazzare una persona basta poco, basta un assassino; per uno sterminio di massa non bastano degli assassini, serve molto di più, servono dei burocrati organizzati "civilmente", servono archivi, registri, liste e una puntigliosa organizzazione logistica. La Shoah è il primo esempio di sterminio civilizzato e deresponsabilizzato. Celestini usa delle metafore molto efficaci. Paragona ad esempio il lavoro dei burocrati della morte a quello degli operai di una catena di montaggio. Se un artigiano costruisce una sedia si sente responsabile per quello che ha creato. Se la sedia invece viene prodotta in una catena di montaggio, ognuno ne costruisce un pezzetto e nessuno si sente responsabile dell'opera.
L'ascolto di queste puntate mi ha anche innescato una serie di riflessioni sul fatto che quella enorme tragedia sia nata e sia stata concepita proprio nel paese e nella cultura, attualmente esempio di civiltà, in cui da otto anni mi trovo a vivere.
Dopo le 5 storie ho ascoltato la lezione di Alessandro Portelli: 24 marzo 1944: Le Fosse Ardeatine. Meno toccante ma molto interessante da un punto di vista storico.
Più tardi invece ho letto dei commenti di Luca Fontana sulla vicenda Seung-Hui Cho che in qualche modo si ricollegano all'argomento precedente. Cho è lo studente della strage al campus americano di Virginia Tech. Fontana afferma che in questo caso la solita retorica della fredda e spietata società dei consumi che ghettizza il diverso non sembra funzionare. Pare infatti che in molti avessero notato lo studente e fatto degli sforzi per conoscerlo. Due insegnanti avevano cercato di parlargli e farlo parlare e avevano coinvolto delle strutture per il supporto psichiatrico. La storia di questo ragazzo turba particolarmente Fontana in quanto nella sua attività di insegnante crede di aver di aver incontrato un paio di Signori Cho:
"Grande buchi neri silenziosi, che ci stanno davanti e non parlano, al fondo dei quali si intuisce un enorme potenziale di rancore: vogliono far pagare al mondo d'esser nati e di sentirsi solo un grosso blog di carne sofferente. Se la società gli offre l'occasione possono anche far carriera, si veda Adolf Hitler. Con lui avranno tutti in comune un tratto, la loro intera vita sarà un suicidio dilazionato, e per incoraggiarsi a compierlo dovranno trascinare con sé il maggior numero di innocenti. E che paradosso che il povero professor Librescu sia sopravvissuto a Hitler per perire sotto le pallottole di Cho."
Anch'io nella mia vita credo di aver incontrato persone che potenzialmente avrebbero potuto diventare dei Signori Cho, ma che fortunatamente non si sono trovati nella situazione storico-sociale adatta.
16 commenti:
Come mai nessun commento? Secondo me abbiamo paura del mostro che è dentro ciascuno di noi!! La cosa tragica è che personaggi come Hitler rimarranno nella Storia, ed è esattamente ciò a cui aspiravano. In pratica, hanno vinto loro...
Di solito funziona sempre così: argomenti leggeri e spensierati suscitano molti commenti, viceversa, temi pesanti spingono tutti verso la laconicità.
Vabbè, prometto che la prossima pagina sarà un po' più frivola.
magari sui remmini così si sveglia anche il gatto micheluccia.
b&a dalla autunnale heidelberg :-(
Sugar, mi hai letto nel pensiero! Pensavo proprio a quello! ;-)
Saluti dalla invernale (se non e' invernale una massima di 9 gradi!) Triberg.
la verita' e' che ascanio celestini non tira!
eppoi siiiiiiii a post dei remmini: l'unico argomento che coniuga serio e faceto! :)
per esempio potresti citare il profondo legame ai fan, cui permettono di ascoltare i brani del nuovo disco dal vivo e in anteprima a Dublino per tutta la settimana prossima. Evento sensazionale che io mi perdero', maledetto lavoro!
Oppure potresti portare ad esempio la magnanimita' di micheluccio che ha messso a disposizione dei fan un sito di fotografie fatte da lui scaricabili e del tutto gratuite. Notevoli gli autoritratti con portalampada in testa oppure a testa in giu'. Se prometti di farci un post (che non prenda per il culo) te le mando :)
Ne ero sicura...
di che? della bonta' dei remmini?? ;)
che ti saresti fatta viva :-)
B&A
Finalmente ha rinfrescato anche qui.
Inoltre ti volevo segnalare che stasera e domani sera su radio3 è possibile ascoltare il grande John Zorn con il suo progetto "Masada": jazz yiddish sublime. In diretta dall'auditorium di Roma. Da non perdere.
Per quanto riguarda la scarsità dei commenti su questo post io ho un paio di ipotesi al riguardo: gli effetti dell'eccessiva e ricorsiva Giornata Della Memoria produce distacco perchè si è già d'accordo e già si conosce e si partecipa e quindi la Giornata funziona come anestetico; negli indifferenti e in coloro che sono simpatizzanti o volgari insensibili produce sarcasmo, battute delinquenti, menefreghismo (il "che palle"), insofferenza e richieste simili per cose superficiali e vaghe come giornate per "tutti i caduti", "Riconciliazioni Nazionali" etc.
La cosa interessante per me e che potresti raccontare è come la Germania oggi vive tutto questo. La percezione che ho sempre avuto leggendo dall'Italia varie cose: libri, articoli, interventi è che quel paese si è duramente guardato in faccia e ne ha saputo fare i conti vivendo tutt'ora quel passato con difficoltà e sofferenza. Tu puoi confermare? Qui abbiamo seguito molto il dibattito tra le rivelazioni di Grass e quelle di Joachim Fest.
A differenza dell'Italia dove una memoria condivisa sembra proprio non possibile e perdere via via i testimoni diretti di quegli anni affievolisce le ragioni per tenere alte le distinzioni di chi scelse laparte giusta e chi quella sbagliata.
Ciao Ciao
micheluccia, penso che prendero' in seria considerazione la tua proposta.... pero' non so se saro' in grado di affrontare un tema cosi' impegnativo come i REM.
Sugar Cane, pure io ne ero sicuro
ubik,
grazie per la segnalazione, ma qui purtroppo sono dotato di connessione modem che non mi consente di sentire la radio.
Tu mi sopravvaluti. Mi vorresti far raccontare un tema cosi' complesso? Come la Germania oggi vive tutto questo?! Non ho ne' le capacita', ne' la voglia e non conosco neppure cosi' bene la realtà tedesca da avventurarmi in un terreno spinoso, franoso, pieno di cocci di vetro e di chiodi come l'elaborazione del proprio passato da parte dei tedeschi.
Comunque ti posso dire brevemente la mia impressione. Quello che dici tu: "quel paese si è duramente guardato in faccia e ne ha saputo fare i conti ..."; e' forse vero per quanto riguarda gli intellettuali e la cultura ufficiale. Per la gente comune non credo sia proprio cosi'. Io di solito evito l'argomento, perché so che può essere molto spinoso. Qualche volta qualcuno ha spontaneamente toccato il tema.
Gli atteggiamenti che ho riscontrato possono essere i più diversi. Quasi nessuno lo vive con serenità, anche perché per decenni, e in parte ancora ora, si sono ritrovati additati come la personificazione del male. C'e' chi non può nemmeno sentire parlare dell'argomento ed evita meticolosamente tutte le manifestazioni che lo possano ricordare. C'e' chi dice di aver vissuto (o che la propria famiglia abbia vissuto) quel periodo come vittima. C'e' chi dice che anche l'Italia ha avuto le sue belle colpe, ma che al momento giusto ha saputo tirarsi indietro. C'e' chi ha preso l'argomento in modo talmente serio da arrivare ad odiare il proprio paese e i proprio connazionali e a trasferirsi all'estero.
E dici che ti sopravvaluto? Mi sa che ti sottovaluti tu :-)
E' molto interessante quello che scrivi. E penso che tu abbia ragione: a noi arriva quello che la cultura tedesca discute ed elabora (probabilmente accade la stessa con noi).
Riguardo i diversi atteggiamenti credo che tu ne abbia riassunti saggiamenti alcuni e i più rappresentativi. Immagino l'imbarazzo di alcuni. Io stesso quando incontro tedeschi che hanno una certa età (anche 50/60 anni) non riesco a fare a meno di immaginare che da giovane se non era un nazista comunque era uno che stava zitto, che magari on aiutava. Insomma lo personifico come il male. E magari sbaglio, ma è più forte di me. E gli argomenti che tirano fuori sono molto interessanti e per me rivelano che i conti anche le persone normali li hanno fatti: l'imbarazzo e la diversità delle risposte anche quando cercano nelle nostre colpe tradiscono la consapevolezza della pesante eredità che si portano dietro.
Peccato per John Zorn. Comunque ti consiglio quando puoi di visitarti la sezione del podcast di Radio3 e dei vari programmi: ci sono delle chicche non da poco. Come la serie delle puntate dedicate ad un confronto tra Pasolini e Calvino...da leccarsi il cervello.
Bòna
Io sono piuttosto narciso e non mi sottovaluto quasi mai. Zucchero puo' confermare.
E' un po' difficile che i tedeschi che hanno 50/60 anni fossero dei nazisti o dei silenziosi, visto che a quei tempi non erano ancora nati. Bisogna spostarsi almeno tra i 70 e gli 80 anni.
Grazie mille per la segnalazione delle puntate dedicate al confronto tra Pasolini e Calvino. Me le sto scaricando tutte.
Se altri volessero farlo.... forse tu Micheluccia ;-)
http://www.radio.rai.it/radio3/elenco.cfm?Q_PROG_ID=758
Scusate. Il collegamento giusto era questo:
http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=1510
a secco! e' fichissimo 'sto blog...mo' me lo spizzo piano piano, ma gia' mi piace
Manolo
Ue' bellezza!
Mi fa piacere che ti piaccia.
A presto
Posta un commento