Giovedì 4 settembre
Il volo della Ukraine Airlines per Simferopoli (Симферополь) è previsto per le 11:10. Siamo stati fortunati a riuscire a prenotarlo. È l'unica possibilità di un volo diretto per la Crimea. Vola solo due volte la settimana. Il nostro vicino di casa Claude è stato più sfortunato: non potendo partire il giovedì ha dovuto prenotare un volo con scalo a Mosca, pernottamento su una panchina dell'aeroporto e nuova partenza la mattina successiva verso le 5.
Partiamo da Heidelberg con l'autobus delle 8 e arriviamo a Francoforte poco dopo le 9. Siamo in perfetto orario. Abbiamo il tempo per spedire i bagagli e rilassarci con un caffè.
Raggiungiamo il banco e ci mettiamo in fila. Davanti a noi c'è un gruppo di giovani tedeschi. Immaginiamo che siano i nostri compagni di viaggio. Infatti una ragazza ci riconosce e ci fa un cenno con la mano.
Aprono un secondo banco, la fila è più corta, ci spostiamo. Davanti a noi ci sono solo due gruppetti. Non sappiamo ancora che ce ne saremmo amaramente pentiti.
Il primo gruppetto deve spedire degli strumenti musicali. L'operazione pare richiedere molto tempo. Pensiamo che la giovane biondina sia un po' inesperta. L'operazione dura però veramente molto. Nel frattempo i nostri compagni di viaggio teutonici hanno ricevuto le loro carte d'imbarco e se ne sono andati.
Dopo circa mezzora la biondina riesce finalmente a sistemare le cose con i musicisti.
Per sbrigare le pratiche del secondo gruppetto non impiega di meno.
Finalmente è il nostro turno. Le passiamo prenotazione e passaporti. La biondina comincia a scrutare i passaporti con un'espressione di disorientamento e perplessità. Sembra come aver ricevuto dei passaporti della neo-proclamata repubblica dell'Ossezia del Sud.
Le chiediamo se ci sono problemi. "Avete bisogno del visto", risponde. La ragazza ha dei modi gentili. Non è indisponente. Pare solo aver preso un po' troppo sul serio il suo ruolo. Forse ha frequentato da poco il primo corso per apprendere il suo nuovo lavoro. Magari era la prima della classe e vuole continuare ad esserlo.
"Non abbiamo bisogno del visto", le rispondiamo, "ci siamo informati". Nessun paese che aderisce a Schengen ne ha bisogno per entrare in Ucraina.
La biondina non è convinta. Chiede alle colleghe che confermano la nostra affermazione. I dubbi e le perplessità non scompaiono dal suo volto. Comincia a sfogliare i passaporti. In una pagina trova un timbro: "This passport is valid for all Countries whose Govemments are recognized by the Italian Government".
- "E come faccio a sapere se il governo ucraino è riconosciuto dal governo italiano!?"
- "L'Italia fa parte dell'Unione Europea, esiste una politica estera comune."
Non è convinta. Nuova attesa. Nuova consultazione con le college che cercano di convincerla:
"se non fosse riconosciuto lo avrebbero scritto chiaramente"
le dicono. Dopo diverse rassicurazioni riescono a convincerla, ma l'espressione dubbiosa persiste nella pallida faccina. Zucchero ed io siamo un po' divertiti, ma cominciamo anche un po' a spazientirci. Rimaniamo comunque sempre molto calmi.
La radiografia dei nostri passaporti prosegue. La giovine comincia ad effettuare un'analisi comparata dei passaporti.
Trova un nuovo cavillo!
La quarta pagina del passaporto di Zucchero contiene un timbro che è assente dalla rispettiva pagina del mio.
Nuovo consulto, nuovo tentativo di persuasione da parte delle colleghe. Stavolta non ci riescono. Decidono di telefonare a qualcuno - forse l'esperto di politica internazionale della linea aerea - e richiedere il suo intervento.
Nel frattempo siamo gli unici passeggeri rimasti al banco. Negli ulteriori dieci minuti di attesa cerchiamo di convincere la giovinetta dicendole che usiamo quei passaporti da nove anni e siamo stati in paesi come la Giordania, il Canada e gli Stati Uniti senza aver mai avuto un minimo problema. Sembra sinceramente dispiaciuta del disagio che ci sta procurando, ma probabilmente nella sua testolina la burocrazia del timbro occupa un ruolo gerarchico molto elevato.
Finalmente arriva l'esperto di politica internazionale. Sfoglia rapidamente i passaporti e le conferma quello che già noi e le sue colleghe le avevano detto.
"Ma guardi! Non ha visto che in questa pagina manca un timbro che è invece presente nell'altro passaporto!!".
Mi metto le mani nei miei ex-capelli. Non so se ridere, piangere o strozzare la biondina.
Finalmente la convincono. È passata un'ora. Riusciamo ad avere le nostre carte d'imbarco.
- "Dovreste un po' affrettarvi", ci dice.
Invece dell'agognato caffè dobbiamo quindi correre stressati verso la porta d'imbarco. Nonostante la disavventura siamo comunque contenti di partire per questo breve viaggio.
Siamo molto curiosi di scoprire questa cultura e questi luoghi per noi nuovi.
14 commenti:
strozzarla!
Ma la Crimea esiste veramente? Pensavo fosse una invenzione di Salgari
Ciao ubik. Prima di conoscere i nostri amici/vicini anche io sapevo ben poco sull'interessante penisola. Sapevo più o meno quello che tutti gli italiani, almeno della nostra generazione, hanno studiato a scuola. E cioè la famigerata Guerra di Crimea.
Non sapevo che la Crimea fosse stata citata anche da Salgari... o era una battuta? ;-)
Un saluto
era una battuta, perchè anche io ho quell'immagine: caschetto coloniale, zulu o giù di lì e poi La Guerra di Crimea che tra l'altro non so neanche perchè l'hanno combattuta. Mi sa che ci andò anche qualche italiano.
Todo Bien?
Si può controllare, ma da quello che ricordo fu combattuta dal regno di Sardegna (i Savoia) per ottenere l'appoggio della Francia nelle varie politiche e guerre risorgimentali.
Tutto a posto e voi?
tiramm' n'nnazi. Non è un periodo dei migliori. Ne do conto sul mio blog. Ma ci rifaremo.
bell'inizio... sembra una scena dal cstello di Kafka... e tu l'agrimensore!
... o magari ero l'inconsapevole latore del messaggio dell’imperatore.
Ciao Fabio!
Nel prossimo racconto parlerò del mio incontro con il cirillico.
Saluti
alexrieti/valeriascrive
boh! Passaporti italiani... viaggio in Crimea da Francoforte.... magari avrà immaginato un losco traffico illegale per cercare di introdurre i pelati Cirio e lo stinco di maiale coi crauti nel mercato nero della penisola.... oppure ha fatto una tesi di laurea sulla guerra di Crimea e le abbiamo ricordato la partecipazione di scambio dell'esercio piemontese a fianco dei francesi e contro i russi... altre ipotesi non mi vengono in mente :-)
Sto già scrivendo la seconda puntata. Ho talmente tante cose da raccontare che penso vi stancherete.
A proposito, ho cliccato su alexrieti e ho visto che non porta da nessuna parte. Ho cercato con google e ho trovato quelle che forse sono delle tue foto. C'è Contigliano, Porta D'Arce, il Camposcuola...
Torni spesso a Rieti?
Buona fine settimana
Aloha.. ammazza, che sega di pratiche! a me è successo di stare bloccata in aeroporto con uno studente che aveva solo fotocopia di documento perchè glielo avevano rubato....Fortuna che ho quasi rimosso, col tempo!
gianlu,
Grazie!
Non avevo pensato a questa ipotesi... mmmhh, magari aveva delle nostro foto segnaletiche...
Donna Cannone, ma alla fine l'hanno lasciato passare?
scusa, ho cancellato il commento con l'account sbagliato e te lo incollo di nuovo qui con l'account giusto.
chissa' perche' si era intestardita cosi' tanto con i vostri passaporti.
tutto e' bene quel che finisce bene, piu' o meno, e quindi ora attendiamo il racconto sulla permanenza in Crimea che, ce lo assicuri, esiste per davvero.
Torno due volte l'anno o anche una.
tu?
Noi torniamo un po' più spesso. Soprattutto da quando che c'è Ryanair. Abbiamo dei voli dal piccolo aeroporto di Baden-Baden che a volte paghiamo poche decine di euro andata e ritorno. Spesso ci costano di più i trasporti per e dall'aeroporto.
Mediamente facciamo uno o due viaggi in auto l'anno (quasi solo per riportarci le lattine di olio di mio padre), e forse altri quattro o cinque viaggi in aereo. Spesso in aereo andiamo solo per la fine settimana.
Ad esempio mercoledì partiremo per partecipare alle nozze della cugina di Zucchero a Roma.
In questo periodo stiamo facendo quello che i nostri compagni di viaggio in Crimea hanno definito Hochzeitstourismous. E cioè turismo di nozze.
Saluti
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