lunedì, settembre 01, 2008

Drew Westen: The Political Brain

Ho letto un interessante articolo di Drew Westen, illustre psicologo e neurologo in cui parla del suo libro: The Political Brain, che analizza il ruolo delle emozioni nelle scelte elettorali.

"Il voto non è razionale e i programmi contano poco. L'unica strategia di comunicazione efficace in politica è quella che suscita emozioni. In America i Repubblicani lo hanno capito per primi,"... e in Italia?
"Da quasi 40 anni i progressisti parlano alle parti sbagliate del cervello. Se volete conquistare il cuore e la mente degli elettori dovete partire dal cuore, perché altrimenti loro non proveranno grande interesse per il contenuto della vostra mente."

Il problema è: su quali sentimenti bisogna far leva?
La destra lo sa bene: la paura! E purtroppo molto spesso tale sentimento primordiale travolge tutti gli altri.
Potrebbe essere uno spunto di riflessione. A quali sentimenti potrebbe rivolgersi la sinistra?

Durante la campagna elettorale, "Hillary Clinton ha dimostrato molto presto il proprio straordinario livello intellettuale e il suo saldo controllo praticamente di tutte le questioni che la nazione deve affrontare. Nessun giornalista, per quanto le ponesse domande spinose, è riuscito a metterla in difficoltà su una qualsiasi questione."
La domanda è quindi: "che cosa ha sbagliato Hillary?" ... "Le nostre forze e le nostre debolezze scaturiscono di solito dalla stessa fonte e in questo senso la notevole performance di Hillary ai dibattiti appare emblematica. .. ha saputo appellarsi ai valori degli elettori con maggior forza di quella a cui si era abituati nelle tradizionali campagne democratiche.."
"La si è sempre vista tuttavia decisa a condurre quel genere di campagna inesorabilmente incentrata sul programma che presenta dieci punti per ogni problema e negli ultimi trent'anni ha portato alla sconfitta dei democratici, con la sola eccezione di suo marito: lui però si è rivolto al popolo americano con uno stile carismatico, un messaggio di speranza molto più vicino a quello di Obama e quel tanto di programma che bastava per dimostrare di non essere un peso piuma..."

"Le questioni - la guerra in Iraq, le risorse energetiche, l'immigrazione, il servizio sanitario o altro - hanno un ruolo importante nelle elezioni. Ma come hanno dimostrato tutte le elezioni presidenziali da quando esistono i metodi di sondaggio, i candidati vincenti sono quelli che hanno una storia personale, dei principi, una maniera di parlare delle proprie virtù e di come si preoccuperanno della nazione, un modo di essere, capaci di catturare l'immaginazione del pubblico (o di creare sufficienti dubbi sull'avversario per batterlo anche se la sua storia è più forte della loro). I candidati che vincono sono quelli che stabiliscono l'ordine delle priorità emotive dell'elettorato."

12 commenti:

dioniso ha detto...

gianlu,
magari fosse mia l'analisi!
Ho semplicemente sintetizzato quello che diceva Drew Westen nell'articolo.

Come ho trovato la foto? Con Google ovviamente. Bella eh!? ;-)

Crazy time ha detto...

secondo me se la sinistra si ricordasse di essere sinistra e cominciasse a dire e a fare qualcosa di sinistra, avrebbe ottime possibilita' di vincere.
A prescindere dalle priorita' emotive.

Secondo me il dramma e' che mancano i contenuti, che la sinistra parla come la destra: Il Pil, la produttivita', i consumi. Come se, tra l'altro, la Terra fosse dotata di risorse infinite.

valeriascrive

dioniso ha detto...

Ciao Crazy time,
è quello che Odifreddi, durante una puntata di Parla con me, chiamava l'ossessione del centro e descrisse molto bene il concetto con la seguente parabola.
"Immaginatevi una spiaggia lunga 1 Km, con due gelatai. Dove si dovrebbero piazzare i due per raggiungere il maggior numero di persone e per evitare a queste lunghi spostamenti?
Non agli estremi, ma a 250 mt. Da questi. In modo che tutte le persone sulla spiaggia avrebbero solo 250 mt. Di distanza da percorrere per prendere un gelato.
Ma uno dei due gelatai inizia a pensare: ora io mi sposto per qualche metro verso il centro, così rubo terreno e dei bagnanti all'altro, che non può fare nulla. Se non avvicinarsi anche lui al centro.
Alla fine le due gelaterie si ritrovano tutte e due al centro.
Così si scontentano le persone agli estremi, che dovranno fare 500 mt e qualcuno addirittura si stancherà di andare a prendere il gelato."

Non c'entra niente con il tema in questione, ma nella stessa puntata, criticando le dichiarazioni di Ratzinger sulla scienza, Odifreddi diceva:
“Gli scienziati dovrebbero essere considerati come dei santi oggi; dei santi laici. Oggi noi non conosciamo più le persone che hanno cambiato la nostra vita”.
Ecco, io condivido pienamente queste parole. Ho vissuto delle vicende personali per cui posso dire che i miei altarini e le mie preghiere oramai si rivolgono solo alla scienza e agli scienziati.

Saluti!

Donna Cannone ha detto...

a me tutto questo, deciso a tavolino, fa pure un o' schifo. E che Clinton fosse carismatico la dice lunga sugli americani.....

mamma mia! (certo, non che noi stiam messi meglio)

dioniso ha detto...

Ciao Donna Cannone, effettivamente hai ragione. Però penso che ormai purtroppo molte di queste strategie elettorali siano decise a tavolino.

Attualmente sto leggendo un romanzo molto incentrato su un'altra figura carismatica. Forse una delle più carismatiche e citate del secolo scorso. Questa figura non ne esce molto bene.

Il libro è American Tabloid e la figura è John Kennedy.

Anonimo ha detto...

in genere non ho mai amato la psicologia applicata alla politica. Che le narrazioni personali siano rilevanti nell'orientamento del voto, lo trovo naturale e non mi scandalizza che poi qualcuno ne prepari le strategie. Vista da qui la politica americana sembra molto "yeah": spettacolare. Poi con maggiore profondità si scopre che la mobilitazione dei militanti, dei volontari, dei giovani, il porta a porta è necessario quanto la coreografia di una convention.
Riguardo Odifreddi: meno male che non fa politica e un ragionamento matematico applicato ad un comportamento o a una strategia politica francamente mi lascia perplesso, ma si sa che l'uomo in quesitone è vanesio e quindi pur di pontificare sulla Bibbia, sulle scelte politiche, sul cacio dei maccheroni ha la sua razionale risposta.
Infine la scienza e le preghiere: veramente curioso come siano rimasti certi scienziati e le vecchine quasi analfabete a pensare che le preghiere possano cambiare il destino o il corso della vita.
In realtà per molti e in modo autentico pregare, meditare, pensare, raccogliersi è un modo per contemplare, soffrire anche. E' un unguento, un balsamo, un momento intimo e alto che nessuna formula riesce a inaridire per fortuna.
Io non sarei così tranquillo con tutti sti geniacci in giro: il 10 settembre finiremo in un buco nero...

Radio Pazza ha detto...

Ciao, scambio link?

Bak

ps. radiopazza.blogspot.com number 7 is online

dioniso ha detto...

Ciao Bak,
benvento sul blogghetto.
Vi ho aggiunto tra i miei blog.

Saluti

Eugenio Marino ha detto...

Ieri abbiamo avuto una riunione del ministero degli esteri ombra con Fassino. Ho l'impressione che qualcuno te l'abbia raccontata per filo e per segno, poiché il tuo post ne ripercorre alcuni spunti importanti.
Oppure Drew Westen aveva parlato con Fassino.
O, ancora, Fassino aveva letto The Political Brain.
E se, invece, tu fossi la gola profonda di Fassino?
Il caso si ingarbuglia...

dioniso ha detto...

Eugenio!!
:-)
Essere la gola profonda di Fassino mi inquieta un po'. Considerando soprattutto la statura - e non solo politica - del segretario ;-)

... oppure delle cimici...?

... oppure anche Fassino è un lettore di Diario?

Anonimo ha detto...

Fosti citato
http://bolledaorbi.go.ilcannocchiale.it/post/2013763.html

ehehe
Buona domenica!

dioniso ha detto...

Ciao Eli, grazie per la citazione!