Pensavo che la prova sarebbe finita alle 18:30, invece il buon Tobias si è liberato dei tromboni alle 16.
Ne approfittiamo per fare degli acquisiti lungo la Hauptstrasse.

Alla fine dei giri ci ritroviamo alla Heiliggeistkirche verso le 18:30.
Visto che il concerto del sabato comincerà alle 19, decidiamo di anticipare la nostra partecipazione all'evento.
Riusciamo ad avere un posto laterale.
I protagonisti entra in scena in modo piuttosto inusuale. Per prima arriva l'orchestra, poi i cantanti dell'Heidelberger Studentenkantorei, poi il coro da camera della Crimea, poi i solisti e infine il direttore.
Il fatto inusuale è che non si manifesta neppure il più flebile tentativo di applauso.
Nonostante la vastità dell'ambiente la scena mi trasmette un senso di intimità.

Il coro comincia quindi ad intonare l'inizio omoritmico:
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
per poi passare al contrappunto nel fugato sui versi:
Te decet hymnus, Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Jerusalem;
I brividi percorrono in lungo e in largo tutta la mia persona.
Non so bene perché, ma sin dall'adolescenza ho una particolare attrazione per le Messe da Requiem. In particolare per la sequenza Dies irae, di cui conosco il testo a memoria.
Il Dies irae della Messa di Verdi è poi quello che in assoluto mi piace di più. Infatti è prorprio quando trombe, tromboni, grancassa e timpani irrompono prepotentemente per l'attacco della sequenza che l'emozione che mi trasmette il mio subconscio raggiunge l'acme.

solvet saeclum in favilla
teste David cum Sybilla
Dies irae, dies illa
Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus
cuncta stricte discussurus.
Questo pezzo mi fa rabbrividire ogni volta che lo ascolto. È forse il mezzo con cui il mio animo agnostico viene trasportato più vicino a quello che si potrebbe definire una dimensione spirituale.
Io sono cresciuto musicalmente a pane e Verdi. Ho quindi un giudizio influenzato da questo mio passato.
Mi sento comunque di affermare che la Messa da Requiem di Verdi, ed in particolare il Requiem aeternam ed il Dies irae, ricopre uno dei primi posti nel mio olimpo musicale personale.
Ho già detto che sin dall'adolescenza ho una particolare attrazione per le Messe da Requiem.
Apprezzo molto anche quella che è forse la prima versione: quella gregoriana, il cui Diaes irae ho inserito qui sopra.
Apprezzo molto anche il Requiem di Mozart. E qui non posso esimermi dall'allegare il Tuba Mirum che si apre con un bel solo del secondo trombone.
Qui vorrei fare una mia osservazione del tutto soggettiva su un aspetto condiviso secondo me dal Requiem di Mozart e da quello di Verdi.
Essi rappresentano, secondo il mio umilissimo parere, rispettivamente uno dei pezzi meno "mozartiani" ed uno dei pezzi meno "verdiani" delle rispettive produzioni dei compositori.
Non che i tratti dei compositori non si individuino. Come ad esempio la prorompente teatralità del Requiem di Verdi. Però se li si confronta con la maggior parte delle rispettive composizioni si nota una singolarità. Non escludo che ciò sia dovuto alla particolarità formale della Messa da Requiem abbastanza distante dalla forma della maggior parte delle rispettive composizioni.
È solo verso la fine della messa, che riflettendo sul significato dei testi, mi accorgo per la prima volta che il Requiem Aeternam non è altro che la traduzione della preghierina dell'eterno riposo che ci insegnavano da bambini.
Ho riflettuto quindi sui sentimenti completamente diversi che mi suscitano i due testi nelle due lingue diverse. Il messaggio semantico è chiaramente lo stesso, ma la mia percezione è totalmente diversa. Uno mi sembra il testo di una canzoncina per bambini, l'altro mi trasmette un senso di austerità, maestosità e sacralità antica.
Forse è la lingua stessa ad essere latrice alle mie orecchie di un messaggio semantico che le proviene dalla distanza di lingua morta e rituale e dai contesti in cui attualmente si usa.
Questa riflessione mi porta a pensare che ammettere il latino come una delle possibili lingue della liturgia ecclesiastica ha forse un senso per alcuni credenti.
Per completezza riporto qui il testo del requiem Verdi.
Domenica sera invece siamo andati al cinema a vedere "Mamma mia!".
È la prima volta che mi capita di vedere una pellicola in una sala totalmente deserta. È stata un'esperienza nuova. Potevamo ridere e fare commenti a squarciagola.