lunedì, luglio 20, 2009

La porta della legge - quasi un monologo circolare

Sottotitolo: chi di noi non ha avuto esperienze (semi)devastanti con la burocrazia (quasi una forma di tirannia)?

La burocrazia come minimale forma di tirannia: vendetta di infimi frustrati che bramano potere.
(... il tema viene anche accennato da Bianciardi ne "La vita agra", il cui audiolibro sto ascoltando in questi giorni...)

Io sono abbonato alla "newsletter" del teatro dell'opera (Opernhaus) di Mannheim.

L'ultima edizione mi ha lasciato stupito. Il 18 luglio avrebbero eseguito "La porta della legge - quasi un monologo circolare", opera di Salvatore Sciarrino del 2009, in prima quasi assoluta. La vera prima assoluta ha avuto luogo il 25 aprile 2009 nella Wuppertaler Opernhaus. Questa di Mannheim sarebbe stata un riproposizione della stessa messa in scena.


Direzione: Tito Ceccherini
Scenografia: Johannes Weigand
Video: Jakob Creutzburg

L'Uomo 1: Ekkehard Abele
L'Uomo 2: Gerson Sales
L'Usciere: Michael Tews

Non conoscevo nulla di Sicarrino e non avevo mai assistito all'esecuzione di un'opera moderna. Proprio per questo non volevo lasciarmi sfuggire l'occasione.
Zucchero era un pochino riluttante, ma ha comunque assecondato i miei desideri.

Ricerco su internet un po' di notizie relative all'opera e con mio grande stupore non trovo nulla in italiano, ma molto in tedesco e solo un articolo in inglese.
Addirittura sulla wikipedia italiana o inglese la voce relativa a Sicarrino non cita neppure l'opera. Wikipedia tedesca invece la cita.

Arriviamo all'Opernhaus un quarto d'ora prima dell'inizio. Sono molto curioso. Appena entrati compro il programma che contiene anche il libretto dell'opera oltre a informazioni varie.

Il libretto è tratto da un racconto di Kafka incorporato successivamente nel Processo.
Rifletto sul fatto che la situazione stessa in cui ci troviamo è un po' kafkiana: un libretto in italiano tratto da un racconto scritto in tedesco, eseguito in prima assoluta per un pubblico tedesco e cantato in italiano con sovrattitoli in tedesco.

Ci sistemiamo ai nostri posti. Alla mia destra siede un ragazzotto intorno ai 30 anni che prende appunti. Zucchero mi fa notare che anche il signore dietro di me prende appunti.


Comincio a riprendere l'inizio che ho qui incluso, ma la rumorosità della mia macchina fotografica, oltre a provocarci imbarazzo, mi scoraggia dal riprendere altri pezzi... oltre al fatto che la memoria mi si era riempita, visto che non avevo ancora scaricato le foto della Norvegia.

Nella Scena Prima l'Uomo 1 (baritono), di fronte alla porta della legge, chiede all'Usciere il permesso di entrare:
- forse più tardi, ora no!

La porta della legge è sempre aperta. L'Uomo 1 sbircia attraverso essa.

L'Usciere: Se L'attira tanto provi a passare! Attento, io sono soltanto l'ultimo! Ogni sala ha il suo usciere, uno più potente dell'altro. Già col terzo neppure io riesco a parlare.

L'Uomo 1 cerca di corrompere l'Usciere:
- vediamo cosa si può fare, aspetti lì.

L'Uomo 1 invecchia in attesa del permesso di entrare. Prima di morire riesce a proferire un'ultima domanda.

- Che cosa vuole sapere ancora? Lei è insaziabile.
- Se tutti aspirano alla Legge, come mai in tutto questo tempo nessun altro ha chiesto di entrare? (morendo)
- Qui nessuno poteva entrare, la porta era destinata solo a te. Ora vado a chiuderla.

La Scena Seconda si svolge in modo simmetrico rispetto alla prima. A differenza della prima scena, qui la porta della legge si trova rivolta verso il pubblico, si chiude progressivamente e la scena è molto più illuminata. L'Uomo 2 (controtenore) ripete quasi le stesse parole all'Usciere.

Nella Scena Terza torna l'oscurità. Uomo 1 e Uomo 2 ripetono l'inizio duettando da una sorta di oltretomba mentre le loro immagini proiettate sulla parete della scena si moltiplicano rincorrendosi verticalmente.

"... ma questa non è una vera ripetizione; è invece lo sviluppo di un nuovo mondo di suoni con caratteristiche di ironia e disperazione. La progressione musicale fluisce in un continuo ed ha una periodicità interiore che quasi richiama una passacaglia."

"Attraverso questo dispositivo drammatico, la ripetizione della storia acquisisce la terribile prospettiva dell'esperienza universale che si rinnova immediatamente per un altra persona; ed è precisamente questa ripetizione che dà alla storia il suo carattere di metafisica inevitabilità."(*)

Per quanto riguarda la musica, il mio orecchio non sufficientemente allenato a percepire le tecniche della musica contemporanea si è perso le multifonie e gli intervalli microtonali vari.

(*)

9 commenti:

fabio r. ha detto...

kafka all'opera?? :-0 strano! ma intrigante....

Sebastiano ha detto...

Ma quanto dura l'opera? Il racconto sembra potersi esaurire in pochi minuti...

dioniso ha detto...

fabio r.,
effettivamente di kafka all'opera non conosco altri esempi. Ma sicuramente qualche precedente ci sarà.

Sebastiano,
una settantina di minuti circa.
Considera che io ho raccontato l'essenziale, che ci sono molte reiterazioni di testo e che la scena stessa viene parzialmente reiterata per tre volte.

ubik ha detto...

della serie ti sei addormentato e ne hai vista per quella settantina di minuti...

dioniso ha detto...

a vole' esse sincero 'na mezza pennica c'è scappata ;-)

Non capisco bene però che vuoi dire con "e ne hai vista per quella settantina di minuti...".

ziomassimo ha detto...

Interessante, a me incuriosiscono molto le opere moderne. Ma non ne vengono messe in scena molte, attualmente i teatri sono un po' restii a realizzare produzioni che non diano un profitto alto e sicuro. Purtroppo oggi l'Opera è un mondo "polveroso" ed elitario, non c'è alcuna volontà di avvicinare i giovani nè tanto meno di renderlo più popolare, magari abbassando i prezzi dei biglietti.

dioniso ha detto...

ziomassimo,

hai ragione, in Italia non credo che ne vengano messe in scena molte. Il fatto che la prima assoluta de "La porta della legge" sia stata messa in scena in Germania e che con Google non si trovi neppure una pagina in italiano sull'opera (ora c'è la mia;-) di uno dei più grandi musicisti italiani viventi, la dice lunga.

Una domanda che mi ponevo prima di assistere era: da chi sarà composto il pubblico? Quale può essere la tipologia di tedesco che va ad assistere alla prima assoluta di un'opera contemporanea italiana? Con mia grande sorpresa il teatro era quasi pieno e c'erano sia giovani che vecchi. Ho anche incontrato un mio collega d'orchestra (trombettista).

Probabilmente il discorso è molto complesso e implicherebbe sicuramente considerazioni sul sistema educativo italiano che (nella realtà media) ignora totalmente la musica come bagaglio culturale di base persino nei corsi di studio in cui si privilegia la formazione umanistica. Il risultato è quindi che giovani diplomati al liceo classico, magari primi della classe e pieni d'interessi più disparati risultino totalmente analfabeti in fatto di Musica: la più spirituale tra le arti.

Claire ha detto...

Se vi può interessare, conosco tre opere basate su testi di Kafka: "Der Prozeß" (Il Processo) del compositore tedesco Gottfried von Einem, di Aribert Reimann "Das Schloß" (Il castello), e infine di Roman Haubenstock-Ramati "Amerika". Comunque anch'io trovo strano che l'Italia sia così poco attiva nel dare spazio alla musica contemporanea, non è piú purtroppo come negli anni 60-70, quando la musica contemporanea italiana era sulla cresta dell'onda. È indicativo il fatto che i migliori compositori italiani contemporanei, vedi Sciarrino, siano molto più presenti nella scena artistica tedesca che non in quella italiana.

dioniso ha detto...

Ciao Claire!

Benvenuta/o sul mio blog e grazie per il tuo contributo. Le opere che citi non le conoscevo.
Anche tu hai un blog?

Saluti