Lunedì 1 giugno: pomeriggio
Dalla piazza del municipio raggiungiamo il punto d'imbarco per Bygdøy, penisola della zona ovest di Oslo dove sorgono numerosi ed interessanti musei a tema soprattutto marittimo.
Il primo museo che visitiamo è il Vikingskipshuset (Museo delle navi vichinghe).
Il museo ospita tre grandi navi risalenti all'epoca vichinga: la nave di Oseberg, la nave di Gokstad e la nave di Tune.
Lo stato di conservazione delle navi è stpufacente. Il motivo principale di tale ottima conservazione risiede sicuramente nel fatto che esse furono usate come bare e vennero quindi totalmente interrata insieme alle salme e al corredo funerario dei propri propietari.
Le imbarcazioni furono ritrovate nella loro interezza, ma la pressione costante del sovrastante cumulo terra per più di un millennio le aveva ridotte in frammenti: tutti ben conservati, ma un po' deformati. Per ricomporre il rompicapo le migliaia di frammenti dovettero essere sottoposti ad un trattamento a base di vapore acqueo atto a restituire ad essi la forma originaria.
Le navi vennero costruite in gran parte in legno di quercia.
La nave di Oseberg è forse quella meglio conservata. Si tratta di una drakkar.
Nel suo tumulo venne scoperto anche un ricco corredo funerario e due scheletri umani di donna. La data in cui la nave sarebbe stata trasportata all'interno del cumulo è successiva all'834. La nave venne rinvenuta e riportata alla luce tra il 1904 e il 1905.
Studi dendrocronologici fanno ritenere che la nave di Gokstad sia stata costruita con legname tagliato intorno all'890.
Va citato che nel 1893 una fedele ricostruzione di questa nave attraversò l'Oceano Atlantico, in un viaggio da Bergen a Chicago.
Oltre alla nave stessa e ad uno scheletro, fra i reperti venuti alla luce con gli scavi ci sono una tenda, una slitta e il necessario per cavalcare.
La nave di Tune, costruita intorno al 900, è quella che si trova nelle peggiori condizioni di conservazione.
Dopo il Vikingskipshuset visitiamo il Kon-Tiki Museet che conserva le due imbarcazioni con cui Thor Heyerdahl compì le sue imprese leggendarie: la Kon-Tiki e la Ra II.
Con la Kon-Tiki Heyerdahl voleva avvalorare la sua tesi (che poi non ebbe ulteriori riscontri) secondo cui la Polinesia sarebbe stata colonizzata dai Sudamericani, e in particolare dagli Inca, invece che dagli Asiatici.
A tal scopo costruì la Kon-Tiki (Kon nella mitologia inca era il dio della pioggia) assemblandola utilizzando esclusivamente le tecniche e i materiali di costruzione degli Inca e solo legno di balsa.
Nel 1947 la Kon-Tiki con il suo equipaggio di cinque persone salpò da Callao (Perù) trasportato dalla Corrente di Humboldt e dopo 101 giorni di viaggio e 4300 miglia nautiche, riuscirà ad approdare sull'atollo di Raroia.
La Ra II fu invece costruita utilizzando solo papiri. Con la Ra II Heyerdahl e un equipaggio di sette persone di sette nazionalità diverse salparono dal Marocco e raggiunsero Barbados in 57 giorni
Infine visitiamo il Frammuseet, che contiene essenzialmente solo la nave Fram che venne utilizzata in molte spedizioni polari, tra cui quella di Amundsen (1910-12) che nel 1911 raggiuse per primo il Polo Sud geografico.
Amundsen morì agli antipodi anni più tardi nel tentativo di recuperare l'amico-rivale Nobile.
Al ritorno dalla penisola di Bygdøy siamo convinti che la palma di popolo di navigatori spetti ai Norvegesi; ma noi potremo sempre consolarci con i santi e i poeti...
5 commenti:
Come non è un Santo!!??
Ma se va a fare i ritiri spirituali con Dell'Utri e Previti!?
Che fa?! Contraddice quello che scrisse ne '94?! Non è nel suo stile! Sicuramente è stato frainteso....
E' un santo, ma anche no, dipende. Ricordate che Lui è Lui, e noi non siamo un cazzo!
Certo sor marchese :-)
bello il kon tiki--- da piccolo ho letto il libro che ne ricostruiva vicende e viaggio...
bei posti, veramente!
Ammazza Fabio! Sei onniscente!
Viele liebe Grüße
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