giovedì, gennaio 27, 2011

I sanpietrini della memoria

Dedicato a Michel', Mally, Ruth, Martin, Klaus e Berthel, che un tempo vivevano in una casa della Bergstraße all'inizio del percorso delle mie camminate.
È solo da qualche settimana che mi sono accorto che lungo il percorso delle mie camminate e delle mie corse ci sono sei  sanpietrini della memoria.

Ho pensato di parlarne oggi visto che è il giorno della memoria.
Non amo molto la retorica. Soprattutto in questi casi. E condivido l'idea secondo cui troppa retorica potrebbe trasformare questa giornata in una noiosa, sterile ed inutile celebrazione. Spero quindi di non contribuire, per quanto in modo estremamente modesto, ad accrescere questa retorica.

Un paio di settimane fa ho completato la lettura de I sommersi e i salvati, l'ultimo libro di Primo Levi, che è una sorta di completamento saggistico del suo percorso narrativo iniziato con Se questo è un uomo e proseguito con la La tregua.
Ecco, penso che questa trilogia dovrebbe entrare a far parte del bagaglio culturale dell'umanità intera.

I sanpietrini della memoria, detti anche "Pietre d'inciampo" (o Stolpersteine in tedesco), sono state ideate dall'artista berlinese Gunter Demnig. A qualcuno di voi è capitato di vederne in giro?

12 commenti:

francesca ha detto...

Ecco non li conoscevo,ora faro` attenzione quando cammino per strada.
Francesca

ziomassimo ha detto...

Sarebbe bello onorare la giornata della memoria andando in uno dei siti dove sono state installate queste targhe.

Non è detto che non lo faccia, poichè ho visto che a Roma ce ne sono (purtroppo) parecchie e anche abbastanza vicino casa mia.

Paolo Pascucci ha detto...

La memoria va alimentata, senò poi ci si scorda. E poi, i modi di dimenticare sono subdoli: si può assistere agli stessi fenomeni, in guise differenti, e pensare che siano diversi.

dioniso ha detto...

Ciao Francesca, mi fa piacere di averteli fatti scoprire. Al centro ce ne sono diversi.

ziomassimo, ci sono passato di nuovo un paio d'ore fa. Non sapevo che a Centocelle ci fossere stati molti deportati.

paopasc, sì. La memoria va sicuramente alimentata. Ma forse bisogna trovare sempre modi nuovi per alimentarla. Altrimenti il rischio è quello che scrivevo. E anche alimentandola l'oblio alla fine potrebbe avere la meglio. Una parte della popolazione ha probabilmente già dimenticato... ...o forse non ha ancora mai saputo.

Ma come alimentare quella memoria? Ad esempio, far leggere nelle scuole i tesi che citavo potrebbe alla fine generare l'effetto contrario.

ziomassimo ha detto...

Per la precisione, i "sanpietrini della memoria" sono nel vicino e popolare quartiere del Pigneto.

ubik ha detto...

Concordo con le tue perplessità. Il rischio è proprio l'inflazione e la ripetizione. E ho paura, da parte degli insegnanti ad esempio, che le proposte quando non sono adeguatamente preparate e quando non sono mosse da un interesse vero alla fine venga percepita la preparazione approssimativa. Insomma è un lavoro lungo, interessante e che ha bisogno di molta artigiana creatività. Del resto anche io ho scritto più o meno quello che pensi tu.

dioniso ha detto...

Negli ultimi tempi siamo quasi sempre d'accordo :-)

Moky in AZ ha detto...

Non li conoscevo nemmeno io...
Secondo me e' importante insegnare sin da bambini l'orrore di quell'epoca. I miei bambini hanno letto libri come "Number the stars" e "The devil's arithmetic" che parlano dell'olocausto in modo accessibile e "capibile". Sicuramente quando saranno piu' maturi, suggeriro' altri libri e poi anche film.
La famiglia rimane sempre il primo luogo di insegnamento... anche se spesso, come genitori presi da mille attivita', ce lo dimentichiamo.

dioniso ha detto...

Sicuramente. Li hanno recepiti bene?
Quando cresceranno non dimenticare la trilogia di Levi.

melissa maya ha detto...

Abitando a Roma, vicino a quello che tutt'ora noi chiamiamo Ghetto mi capita molto spesso di vederli.Ogni volta che cammino per quella strada e vedo i sampietrini della memoria o semplicemente le porte delle stesse case nelle quali hanno abitato quelle persone non posso fare a meno di pensare alla loro paura,alla loro innocenza e al senso di ingiustizia che devono aver provato

Virginie87 ha detto...

Abitando a Roma mi capita spesso di vederne quando passo per le vie del Ghetto, tra la Sinagoga e Largo Argentina..e ogni volta non posso fare a meno di pensare alla paura che quelle persone devono aver provato davanti alla porta di casa loro, portate via dalle loro vite e dalla loro quotidianità.

dioniso ha detto...

Ciao Virginie87/melissa maya
Eh sì, capita pure a me. Sai che proprio qualche giorno fa, passeggiando per le strade del quartiere nuovo di zecca e ancora in costruzione in cui a breve ci trasferiremo, mi è venuto da pensare: qui di quei sampietrini non ne vedremo.