Oggi abbiamo partecipato alla mafinestazione "se non ora quando?" organizzata dalle donne italiane di Francoforte.
L'appuntamento è alla Antoniuskirche. Dove c'è la distribuzione di volantini, fogli, cartelli, fischietti e striscioni. Ci sono anche i miei che per la prima volta nella loro vita partecipano ad una manifestazione.
Non so chi sia l'autore del cartello di sinistra. Non avevo mai sentito neppure il proverbio milanese citato in esso. Però mi sembrava doveroso documentarlo.
Zucchero, tanto per rimanere nella sua area professionale, si occupa dei dati statistici.
C'è addirittura la Polizei a scortarci e a bloccare le strade al nostro passaggio.
La prima tappa è al consolato italiano. Si intonano melodie popolari con simpatici versi coniati al momento.
Quando raggiungiamo l'area più affollata molti francofortesi ci guardano con un misto di simpatia e perplessità. Una signora che ricorda Nico, dotata di cagnolino al guinzaglio, rimane affascinata, si unisce a noi e scatta diverse fotografie.
L'arrivo è al municipio: il Römer. Dove confluisce anche un altro corteo. Lì le organizzatrici spiegano i motivi della manifestazione.
È stata sicuramente la manifestazione di italiani più numerosa che io abbia visto qui. C'era anche la stampa. Nella foto finita su Repubblica a sinistra in primo piano si vede anche la sosia di Nico che scatta una fotografia.
Noi abbiamo voluto partecipare soprattutto per testimoniare in questo paese il nostro essere italiani ma diversi dalla nostra attuale classe dirigente politica. I messaggi esemplificativi che alcuni media locali diffondono sono piuttosto fastidiosi: gli italiani lo perdonano perché sono come lui, perché farebbero come lui, eccetera, eccetera.
Noi siamo italiani e non siamo come lui. E non faremmo come lui!
L'appuntamento è alla Antoniuskirche. Dove c'è la distribuzione di volantini, fogli, cartelli, fischietti e striscioni. Ci sono anche i miei che per la prima volta nella loro vita partecipano ad una manifestazione.
Non so chi sia l'autore del cartello di sinistra. Non avevo mai sentito neppure il proverbio milanese citato in esso. Però mi sembrava doveroso documentarlo.
Zucchero, tanto per rimanere nella sua area professionale, si occupa dei dati statistici.
C'è addirittura la Polizei a scortarci e a bloccare le strade al nostro passaggio.
La prima tappa è al consolato italiano. Si intonano melodie popolari con simpatici versi coniati al momento.
Quando raggiungiamo l'area più affollata molti francofortesi ci guardano con un misto di simpatia e perplessità. Una signora che ricorda Nico, dotata di cagnolino al guinzaglio, rimane affascinata, si unisce a noi e scatta diverse fotografie.
L'arrivo è al municipio: il Römer. Dove confluisce anche un altro corteo. Lì le organizzatrici spiegano i motivi della manifestazione.
È stata sicuramente la manifestazione di italiani più numerosa che io abbia visto qui. C'era anche la stampa. Nella foto finita su Repubblica a sinistra in primo piano si vede anche la sosia di Nico che scatta una fotografia.
Noi abbiamo voluto partecipare soprattutto per testimoniare in questo paese il nostro essere italiani ma diversi dalla nostra attuale classe dirigente politica. I messaggi esemplificativi che alcuni media locali diffondono sono piuttosto fastidiosi: gli italiani lo perdonano perché sono come lui, perché farebbero come lui, eccetera, eccetera.
Noi siamo italiani e non siamo come lui. E non faremmo come lui!
12 commenti:
Ti ho linkato su Fèissbukk.
Però a dire il vero il proverbio mi sembra più sul bolognese, ma va bene, è vero. E poi speriamo...
Ecco, come abbiamo già discusso la settimana scorsa, sai che io concordo parzialmente coi media tedeschi.. Ogni Paese ha i politici che si merita.
Ho aperto il link ed ho scoperto che pure nella mia città natale hanno manifestato. E ho scoperto che c'è andata pure mia mamma! Qui a D'dorf, invece, niente. A parte che oggi, per quant'è nervoso mio figlio, non so nemmeno se mi ci avrebbe lasciato andare!
Ciao juhan; che onore!
Bolognese dici? A me hanno detto milanese. Però ammetto di essere piuttosto ignorante in fatto di dialetti settentrionali.
Ciao Brunhilde!
Era la prima manifestazione anche per tua madre?
Strano che a D'dorf non abbiano organizzato nulla. Con tutti gli italiani che sono lì...
Per quel che riguarda la generalizzazione di alcuni media tedeschi; concordo che ogni Paese ha i politici che si merita. Ma una cosa è dire questo e altra cosa è voler far passare la stupida generalizzazione.
Io, mia moglie, i miei genitori, i miei suoceri, la quasi totalità dei miei amici, siamo italiani e non siamo come lui. E lo rivendico! Come direbbe la Santanchè.
Mia mamma, anche se a vederla non sembrerebbe (io la definisco un Hobbit), è molto barricadera! Ha il doppio dei miei anni e molto più entusiasmo di me, infatti tra le due quella pessimista e rassegnata all'escalation dello schifo sono io..
anche da noi la polizia ti scorta.
Ma, a proposito, quanti eravate per la questura?
Dai Brunhilde, su, su! Un po' di ottimismo ci serve. Facciamo emergere l'Italia migliore. Liberiamola dallo stato di prigioniera di quella peggiore. Magari è il momento buono
paopasc, allora: la mia stima obiettiva dice 150-180, la mia stima di parte dice 500 e la questura dice 20.
Grandi, tutti. Ma il mio particolare apprezzamento è innanzitutto per mia cugina (che poi è la mamma di Dioniso)!
Io e Giulia, molto meno stoicamente, eravamo a Piazza del Popolo a Roma, un pomeriggio indimenticabile. Con Suor Eugenia che, cercando di raggiungere il palco, ci passa vicino ed incassando i nostri complimenti per la sua presenza alla manifestazione, ci guarda un po' stupita e ci dice : "perché io non sono una donna?"
bravi ! ! ! !
Documentata anche su La Stampa!
E brava Suor Eugenia!
Grazie Fabio!
Sono fiera di conoscere italiani che hanno le palle, non solo a scopo viagresco!!! Bravi tutti!
Grazie, troppo buona. Nessuna manifestazione in Arizona?
Ma scherzi? No, gli italiani sono troppo pochi e troppo disancorati qui...
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