Stamane nuova corsa antelucana per i boschi americani. Ma stavolta si faceva sul serio. Perché non ero solo. Ero con il mio collega danese che vive in Francia e che si sta allenando per la maratona di NY. Per venti minuti ho quindi sostenuto un ritmo che non avevo mai raggiunto prima: tra i 5 e i 6 min/Km.
Poi gli ho detto: se vuoi andare più veloce vai pure. E dopo un po' lui si è involato e io ho virato la marcia viaggiando ai miei più confortevoli 8 min/Km e concedendomi delle pause per scattare le foto che vedete. L'alba sul lago con anatre e bruma mattutina erano veramente un bello spettacolo. Interessante anche il fatto che quasi tutti gli altri corridori che incrociavo mi salutavano. Addirittura uno mi ha salutato con la mano e poi girandosi alle mie spalle mi ha chiamato per nome. Ho capito chi fosse solo più tardi a mensa: uno da cui cinque anni fa ho rischiato di essere licenziato.
Per quanto riguarda la cultura giapponese invece ho appreso che hanno quasi la stessa quantità di ferie e festivi che abbiamo noi solo che ne usano pochissimi. E mi ha fatto piacere constatare che il nuovo collega di Tokio ha un buon senso dell'umorismo. Ieri mattina davanti all'ascensore mi ha spiegato che se in Giappone si trova in quella situazione con il suo capo, quando arriva l'ascensore deve entrare lui per primo, tenere premuto il bottone per bloccare le porte e dopo l'ingresso del capo premere il bottone per chiudere le porte. Quando ci siamo trovati nella stessa situazione nel pomeriggio non appena le porte dell'ascensore si sono aperte lui si è tuffato all'interno mimandomi tutta la scena e dicendomi sorridendo: ora sei tu il mio capo.
Il corso sulle metodologie di risoluzione dei problemi procede piuttosto bene. È basato molto sul ragionamento di tipo logico. E la cosa mi piace. Anche la cena di stasera, che immaginavo molto noiosa, alla fine non è stata male. Forse perché non eravamo troppi, né troppo pochi.
Poi gli ho detto: se vuoi andare più veloce vai pure. E dopo un po' lui si è involato e io ho virato la marcia viaggiando ai miei più confortevoli 8 min/Km e concedendomi delle pause per scattare le foto che vedete. L'alba sul lago con anatre e bruma mattutina erano veramente un bello spettacolo. Interessante anche il fatto che quasi tutti gli altri corridori che incrociavo mi salutavano. Addirittura uno mi ha salutato con la mano e poi girandosi alle mie spalle mi ha chiamato per nome. Ho capito chi fosse solo più tardi a mensa: uno da cui cinque anni fa ho rischiato di essere licenziato.
Per quanto riguarda la cultura giapponese invece ho appreso che hanno quasi la stessa quantità di ferie e festivi che abbiamo noi solo che ne usano pochissimi. E mi ha fatto piacere constatare che il nuovo collega di Tokio ha un buon senso dell'umorismo. Ieri mattina davanti all'ascensore mi ha spiegato che se in Giappone si trova in quella situazione con il suo capo, quando arriva l'ascensore deve entrare lui per primo, tenere premuto il bottone per bloccare le porte e dopo l'ingresso del capo premere il bottone per chiudere le porte. Quando ci siamo trovati nella stessa situazione nel pomeriggio non appena le porte dell'ascensore si sono aperte lui si è tuffato all'interno mimandomi tutta la scena e dicendomi sorridendo: ora sei tu il mio capo.
Il corso sulle metodologie di risoluzione dei problemi procede piuttosto bene. È basato molto sul ragionamento di tipo logico. E la cosa mi piace. Anche la cena di stasera, che immaginavo molto noiosa, alla fine non è stata male. Forse perché non eravamo troppi, né troppo pochi.
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