domenica, agosto 28, 2016

Terremoto Centro Italia - Come donare e altre informazioni

In questi giorni ho fatto una breve ricerca su enti e associazioni a cui poter donare fondi per aiutare i paesi terremotati: sia perché potrebbe esserci qualche truffa, sia per scegliere il soggetto che, secondo le proprie inclinazioni, sembra più appropriato allo scopo. Di seguito riporto il risultato.

Dopo aver inviato qualche SMS alla Protezione Civile, per questioni di comodità, mi sono messo alla ricerca di un IBAN su cui versare una cifra evitando molteplici SMS. Ma, sul sito della Protezione Civile ho trovato solo le informazioni per contribuire attraverso donazioni alle tre regioni colpite:

Regione Lazio
- Regione Marche
- Regione Umbria

e questa indicazione:

"Il Dipartimento della protezione civile e Anci sconsigliano, invece, di organizzare raccolte di beni per le popolazioni colpite.
Le iniziative dei Comuni possono essere indirizzate alla raccolta di fondi per la ricostruzione, sul conto ANCI, causale “Emergenza Terremoto Centro Italia”, IBAN: IT27A 06230 03202 000056748129."

Ma, a quanto pare, quel conto lo possono utilizzare solo i comuni.

Inoltre c'è la possibilità di indirizzare la donazione direttamente al Comune di Amatrice:
Banca di Credito Cooperativo di Roma - IBAN: IT 13 W 08327 73470 000000005050

E poi c'è la Croce Rossa Italiana.

Ovviamente ci sono anche altre possibilità, ma queste sono quelle principali e secondo me più affidabili che sono riuscito a trovare nel mio tempo limitato.

Altre informazioni utili

lunedì, agosto 15, 2016

La sanità pubblica italiana e quegli articoli che ben pochi condividono

Un altro dei temi molto in voga nell'ambito del masochismo nazional-popolare italiano è quello della sanità pubblica sempre allo sfascio. Tema che di solito attrae migliaia di condivisioni sui socialmedia.

Ieri ho letto l'articolo La nostra notte perfetta a Roma in ospedale del Premio Nobel per Amartya Sen.
Ne riporto qualche stralcio.

"Le cure sanitarie pubbliche sono state bersaglio di moltissime critiche, e non pochi esperti insistono che il servizio sanitario, per essere efficiente ed efficace, debba essere amministrato attraverso i meccanismi del mercato. Questa presa di posizione ha raccolto molti consensi negli Stati Uniti, un giudizio critico che oggi trova sempre più sostenitori anche in Europa.

Nel contesto di questo dibattito, vorrei presentare un’esperienza personale vissuta dalla mia famiglia nelle ultime due settimane, durante uno dei nostri tanti viaggi in Italia. Mia moglie si è improvvisamente sentita male e si è rivolta al Pronto Soccorso. Ricoverata al Gemelli di Roma, ha ricevuto immediatamente le cure professionali del caso e poiché i medici hanno deciso di sottoporla a intervento chirurgico di emergenza, questo è stato eseguito nel corso della notte (alle 4 del mattino, il chirurgo in persona mi ha rassicurato che il complesso intervento era andato a buon fine). Le cure e l’assistenza ricevute da mia moglie al Pronto Soccorso e in reparto presso l’ospedale Agostino Gemelli sono state eccellenti.

Il servizio sanitario offerto da questo ospedale convenzionato con il pubblico non si è certo rivelato inferiore — anzi, è stato per molti versi superiore — a quanto avremmo potuto aspettarci nei migliori ospedali privati di Boston, dove entrambi insegniamo (siamo docenti all’Università di Harvard). L’intervento è stato eseguito dal dottor Armando Antinori, un chirurgo di grandissime capacità, che era di turno quella notte. Non esagero nell’affermare che un professionista medico del suo calibro non si sarebbe certamente trovato ad eseguire un intervento di emergenza di notte in un grande ospedale privato in nessuna parte del mondo.

È importante ribadire, nel contesto del dibattito pubblico oggi acceso in tutto il mondo, che l’eccellenza delle cure mediche e la massima responsabilità di gestione possono andare d’accordo anche nel servizio aperto a tutti. È fantastico pensare che tutti i cittadini di questo Paese hanno libero e gratuito accesso a cure mediche di altissimo livello, giorno e notte.

Rivolgo il mio saluto a questa istituzione convenzionata con il pubblico che si prende cura dei malati in un modo che Agostino Gemelli avrebbe certamente apprezzato e applaudito."

E a tal proposito voglio aggiungere che qualche settimana fa ho parlato con mio padre subito dopo un'operazione all'ospedale di Rieti. Era entusiasta della grande professionalità e soprattutto della grande umanità mostrata da tutto il personale dell'ospedale. Mi ha detto: dobbiamo farle sapere queste cose e non parlare solo quando c'è da lamentarsi. 

Quindi scrivo qui un ringraziamento al personale dell'ospedale di Rieti da parte della mia famiglia.

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W la sanità pubblica - Ecco perché ringrazio chi paga le tasse

martedì, agosto 09, 2016

Brexit 4: Qui si fa l'Europa flessibile o si muore - di brunello rosa

Dopo il referendum britannico nulla sarà più come prima. La germanizzazione dell'Unione Europea porta verso il disastro. L'alternativa è organizzare lo spazio comunitario in centri concentrici.


«Il voto britannico del 23 giugno 2016 costituisce uno spartiacque nella recente storia europea. Certo, la vittoria del Leave richiederà tempo prima di produrre i suoi effetti e nel frattempo l'Unione Europea continuerà a funzionare come se niente fosse accaduto. Ma il voto rappresenta una cesura netta nella percezione che i cittadini comunitari hanno dell'unione e, pertanto, dei loro destini.
La percezione che "non c'è vita fuori dell'unione" è stata seppellita dal voto inglese che ci ricorda come la storia non procede per linee rette, tantomeno monotonicamente crescenti. ... I rapporti di equilibrio prodottisi dopo la seconda guerra mondiale stanno saltando uno a uno:
in Giappone, il governo reinterpreta la costituzione in senso militarista per permettere interventi fuori dal territorio nazionale;
la Germania, dopo la riunificazione, torna a esercitare un ruolo egemonico sul continente europeo, anche se in modo riluttante e incompleto, specialmente dal punto di vista dell'assunzione di responsabilità;
gli Stati Uniti hanno da tempo smesso di esercitare quel ruolo di leadership morale che ne ha legittimato la supremazia economico-finanziaria e militare nel secondo dopo guerra, e stanno tornando su posizioni isolazioniste dopo la fase di apertura al mondo che qualcuno definirebbe "interventismo imperialista ";
l'espansione della globalizzazione e l'apertura dei mercati si è arrestata e prevale la tendenza al calo del commercio globale, alle chiusure protezionistiche e alle scelte nazionali.

In questo mondo ormai fuori dagli equilibri scaturiti dalla fine della seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna, da sempre anticipatrice di eventi, rispolvera un suo grande classico: il distacco dall'Europa. Quello di oggi non è certo il primo e neanche più traumatico. Il primato spetta ancora e comunque alla rottura tra Londra e Roma avvenuta sotto Enrico VIII, che portò alla creazione di una religione autonoma alla cui testa siede il capo dello Stato britannico. Quell'evento segna in modo indelebile la storia d'Europa e trasforma per sempre i destini dell'Inghilterra, immettendola nel percorso che, nei secoli, l'avrebbe portata a diventare Regno Unito. L'Inghilterra che sconfigge fortunatamente e rocambolescamente l'invincibile armata spagnola; l'Inghilterra che inizia a costruire la sua "ricchezza nazionale" tramite la pirateria di Stato predatrice dei galeoni spagnoli di ritorno dalle Americhe; l'Inghilterra che confiscati alla chiesa cattolica terreni e proprietà consegnandole alle proprie classi dominanti, consentendo quell'accumulazione privata del capitale da cui sarebbe derivata entro poco più di un secolo la rivoluzione industriale che proietterà il Regno Unito prima degli altri nella modernità. Questa Inghilterra che fuori dall'Europa del tempo inizia a prosperare e a cambiare i destini del continente e i suoi rapporti di forza, avviandosi a costruire uno dei più grandi imperi della storia, rappresenta l'archetipo riproposto dagli attuali fautori del Leave.»…

Continua…

Da Limes.

lunedì, agosto 08, 2016

Una Piazza per Ipazia e Una via per Muía

Dopo il successo del comitato “Una Piazza per Ipazia” nel far intitolare un giardino a Ipazia di Alessandria  sto pensando di formare il comitato "Una via per Muía".
Sono incerto però a quale città proporre la variazione toponomastica.

domenica, luglio 31, 2016

Brexit 3: l'Anglosfera

"La base ideologica dell'alternativa all'Europa è l'anglosfera1, termine entrato nel linguaggio comune: "i paesi nei quali l'inglese è la principale lingua nativa, considerati collettivamente". In geopolitica l'anglosfera tende a configurarsi come sinonimo gentile di impero americano, reso congruo omaggio alle radici anglo. A coltivarlo, un attiva minoranza politico-intellettual-mediatica su entrambe le sponde dell'Atlantico e in alcune ex colonie britanniche. Per decantare l'asserita continuità con l'impero britannico dell'apogeo vittoriano, dove gli inglesi si assegnano il ruolo dei greci nell'impero romano.

In tal senso l'anglosfera è l'antemurale angloamericano contro l'unità dell'Europa. Allo spettro della superpotenza veterocontinentale a guida francese, tedesca o russa contro cui da mezzo millennio Londra - nell'ultimo secolo insieme a Washington - combatte con successo.


Scandagliando, nel tempo e nello spazio, la sfera semantica del lemma anglosfera ne cogliamo tre accezioni. Alla base è la rappresentazione geopolitica di una cultura elevata a potenza, ossia di una civiltà in competizione con altre. In secondo luogo, è un'elitaria famiglia geostrategica che si vuole avanguardia armata di tale civiltà. Infine, è un abbozzo di progetto geopolitico piuttosto vago, se non utopico."

"Ogni rappresentazione geopolitica ha una storia. Quella dell'idea di anglosfera è piuttosto intrigante e, se ci limitassimo al termine, sarebbe recentissima. Ma la storia dell'anglosfera precede di un secolo la parola. In breve, l'anglosfera è un prodotto del suo passato razziale. La razza è quella anglosassone, il passato quello di fine ottocento e il mito quello della comune razza anglosassone amante dell'autogoverno dunque opposta alle autoritarie stirpi latine. Nelle due crisi venezuelane di fine '800 e inizi '900, quando il governo di sua maestà considera l'ex colonia quantità trascurabile dalle ridicole pretese imperiali, si sfiora la guerra tra Stati Uniti e impero britannico. Ma Londra accetta, infine,  la mediazione americana. La crisi battezza così l'inizio di una relazione speciale angloamericana. Nella guerra ispano americana del 1898, prova generale dell'espansione globale degli Stati Uniti, i britannici appoggiano di fatto confratello d'oltreoceano, tornati alla politica di eredi della razza anglosassone. La seconda crisi venezuelana (1902) marca una cesura ulteriore. Il cannoneggiamento di un forte venezuelano ad opera di una nave tedesca provoca reazioni parallele a Washington e a Londra, che vede la minaccia di un impero germanico capace di sfidarla sugli oceani. Si offusca il vincolo razziale fra anglo americani e tedeschi. La robusta componente germanica della nazione statunitense, considerata parte integrante, anzi atavica, del ceppo anglosassone, viene stigmatizzata come nemica nemica. La corrente transatlantica del Teutonism, che predicava l'alleanza fra tutti gli anglosassoni, allargata ai tedeschi è in ritirata. La comunità germano-americana, numerosa ma divisa e politicamente inefficace, non riesce a opporsi all'offensiva anglo. I cui condottieri, non potendo contestare al tedeschi un sangue alieno, rovesciano l'accusa: è il carattere nazionale germanico, arrogante, autoritario e illiberale, a declassare il teutoni a unni, barbari che distruggendo l'impero romano costrinsero i sassoni a rifugiarsi in Inghilterra.
Già nel 1899, polemizzando con la pretesa del Kaiser di unire tedeschi e inglesi in una dimostrazione navale davanti alle coste del Venezuela per forzarla pagare debiti pregressi, Rudyard Kipling aveva promosso lo slogan dello 'shamless Hun', l'unno senza vergogna.
L'argomento razziale in versione iperselettiva finisce così per chiudere il cerchio attorno alla Germania. Le due guerre mondiali combattute dall'anglosfera contro gli "unni", la guerra fredda ingaggiata con il corollario della "tenere i tedeschi sotto", la diffidenza di Washington e Londra verso le persistenti inclinazioni filorusse della Bundesrepublik, confermano il vigore di quello stereotipo. Ancora oggi il riflesso germanofobo riemerge con discreta frequenza, visto quanto spesso i fautori del Brexit si siano lasciati scappare battute antitedesche e improbabili omologie tra Unione Europea e Reich millenario. Ha dunque ragione Vucetic quando stabilisce che "l'effetto chiave della comparsa dell'anglosfera non è il sorgere della pace e della cooperazione angloamericana ma l'alienazione duratura della Germania dalla famiglia delle nazioni civilizzate".

Da Limes.

1. Vucetic, Srdjan (2011). The Anglosphere: A Genealogy of a Racialized Identity in International Relations. Stanford University Press.ISBN 978-0-8047-7224-2.

giovedì, luglio 28, 2016

Malvaldi, i premi Nobel e la scienza

Oggi propongo un paio di citazioni da L'infinito tra parentesi di Marco Malvaldi

"...Mi corre l’obbligo di ricordare come il conferimento di un premio Nobel non impedisce al premiato di dire stronzate aberranti sulla materia specifica per cui è stato insignito. Sulla genetica, è piuttosto recente l’intervista in cui James Watson (premiato per la scoperta del DNA) ha sostenuto che i negri sono più stupidi dei bianchi. In tempi più antichi, lo stesso Albert Einstein sosteneva di non credere alla meccanica quantistica (« Dio non gioca a dadi con l’universo»), ma poco importa: più o meno nello stesso periodo il dottor professor Philipp Lenard (premio Nobel per la Fisica nel 1905 per i raggi catodici) sosteneva che la teoria della relatività era il frutto malato della mente di un purosangue giudaico e contrastava con l’evidenza sperimentale, notando quanto «al contrario dello scienziato ariano, animato da un solerte e inflessibile desiderio di verità. È sorprendente come manchi all’ebreo ogni comprensione della verità».

"Ogni teoria scientifica può dirsi tale solo se ammette di essere falsificata. Ogni teoria scientifica che viene falsificata non è più una teoria scientifica. E non lo è da quel momento in poi. Da quel momento, è solo storia della scienza: una cosa diversa dalla scienza, ma necessaria a chi fa ricerca quanto la scienza stessa."

venerdì, luglio 22, 2016

Brexit 2

"Il voto britannico innalza il rango dell'Italia in ambito Atlantico, dove possiamo aspirare a un rapporto più stretto con gli Stati Uniti. E riporta Roma sul podio europeo, da cui era scesa nel 1973 a causa a dell'ingresso di Londra nella comunità europea, all'epoca salutato dalla nostra diplomazia quale precondizione di un'intesa italo-inglese per bilanciare il primato franco-tedesco. Ora, grazie al voltafaccia inglese, siamo sulla carta il numero tre d'Europa. Dovremmo quindi scegliere fra un eventuale accordo tattico con la Francia per mitigare la preponderanza tedesca oppure l'intesa strategica con la Germania per compartecipare da junior partner a un euronucleo imperniato su Berlino - ciò che dal punto di vista geoeconomico è già realtà dal Brennero a Bologna. Tertium non datur. Refrattari alle scelte, se anche stavolta ne fuggiremo saranno i partner ad assegnarci il posto. Certamente non sul podio, forse anche fuori dal Kerneuropa: l'Europa germanica istituzionalizzata che non ha mai smesso di eccitare le fantasie geopolitiche di chi a Berlino non vuole morire da grande Svizzera."
"L'incrocio dell'emergenza Brexit con le varie crisi strutturali, finanziarie e geopolitiche, offusca le speranze di chi vorrebbe intravedere nel 23 giugno l'ora zero di una nuova Europa. ... Il voto britannico è uno sparo nel buio. Nell'oscurità si aggirano i fantasmi dei nazionalismi specialmente virulenti nell'ex (?) Est, e gli imprenditori politici dell'antipolitica, che già si preparano ad aprire nuovi fronti referendari - dalla Danimarca alla Svezia, alla stessa Francia (tutti ipotetici soci dell'euro nucleo).
Gli storici futuri stabiliranno le responsabilità britanniche nell'aver fomentato tanto sabba."

Da Limes.

mercoledì, luglio 20, 2016

Brexit

"Sul fronte europeo, il Brexit produce un cambio di scala della questione tedesca. L'Unione Europea serviva in origine alla Francia per imbracare la Germania. Il distacco del Brexit assesta colpo di grazia a quel machiavellismo. Bilanciare Berlino con Londra (e quindi con Washington) aveva un senso, azzardarlo con Roma e forse Madrid, come a Parigi alcuni sembrano incrinare per disperazione, è tutt'altro. Senza i britannici, che valgono il 12,5% della popolazione e il 14,8% dell'economia comunitaria, l'unione europea in decomposizione è più tedesca. In teoria, sarebbe l'occasione per formalizzare l'Europa germanica. Memore della storia, consapevole dell'ondata germanofoba che l'austerità in salsa tedesca abbia suscitato nel resto del continente e addestra a travestire gli interessi nazionali da europei, Angela Merkel per ora preferisce non pensarci. Ma senza Europa la potenza tedesca è nuda. Per questo, non solo per il crescente irradiamento asiatico delle sue esportazioni, la Germania torna fattore centrale di qualsiasi equazione geopolitica nel disordine mondiale."

Dall'editoriale di Limes.

lunedì, luglio 18, 2016

Vaccini e immunità di comunità

Ascoltando la puntata del 14/07 di RADIO3 SCIENZA ho sentito Alberto Mantovani, uno degli immunologi più autorevoli in Italia, spiegare perché preferisce usare l'espressione immunità di comunità anziché immunità di gregge perché nella prima c'è dentro un senso di solidarietà per la parte immunologicamente più debole della comunità mentre nella seconda c'è più un'idea di passività.

"Una cosa che dimentichiamo è che vaccinarsi", oltre a essere una difesa personale contro malattie pericolose, è anche "un'attività di solidarietà verso gli elementi più deboli della comunità." "Un grande oncologo italiano l'autunno scorso ha visto un bimbo di 18 mesi malato di leucemia linfatica acuta, che aveva in più del 90% di probabilità di guarire, morire di morbillo. Quando ci vacciniamo, quando i miei nipoti si vaccinano proteggono le fasce più deboli della popolazione. E cioè i 1500 bambini con cancro che abbiamo in Italia, sono le persone che hanno immunodeficienze sono le persone che hanno malattie ematologiche ecco tutte queste persone sono protette dall'immunità della comunità."

Ascoltando poi la risposta di Mantovani alla domanda sul perché ci si rende poco conto dei benefici dei vaccini mi è venuto in mente un parallelo con l'Unione Europea.
Forse l'Unione Europea è un po' come i vaccini. Non ci accorgiamo dei benefici perché ormai ci viviamo immersi da decenni e abbiamo perso memoria di quali potrebbero essere le implicazioni se si rimanesse senza.

Infine vorrei aggiungere anche una nota personale per dire che anch'io rientro nella parte immunologicamente più debole della comunità. Infatti, per mie questioni patologiche personali, non possono essere vaccinato contro il morbillo e se dovessi venire a contatto con quel virus rischierei parecchio.

Oltre a quello che ho riportato la puntata contiene molte altre notizie interessanti sui progressi dell'immunologia nella cura del cancro.

Alberto Mantovani è anche coautore di Immunità e Vaccini. Perché è giusto proteggere la nostra salute e quella dei nostri figli.

"Il libro si conclude con 18 risposte alle domande più frequenti sui vaccini.

1. Perché è necessario vaccinarsi?
2. Perché vaccinarsi contro malattie che in Italia sono rare o addirittura scomparse?
3. I vaccini sono contrari alla natura?
4. I vaccini possono indebolire il sistema immunitario?
5. Perché la maggior par te delle vaccinazioni viene effettuata nei primi mesi di vita?
6. Quali sono i vaccini disponibili in Italia?
7. Perché alcuni genitori sono restii a far vaccinare i propri bambini?
8. È meglio contrarre la malattia o essere vaccinati?
9. I vaccini sono efficaci? Come possiamo esserne sicuri?
10. Quanto dura la protezione di un vaccino?
11. Perché, a differenza degli altri vaccini, quello antinfluenzale cambia ogni anno?
12. Quanto tempo è necessario prima che una vaccinazione sia efficace?
13. Si può contrarre la malattia anche se si è vaccinati?
14. I vaccini sono sicuri?
15. I vaccini possono causare effetti collaterali?
16. I vaccini possono causare autismo?
17. Si può effettuare la vaccinazione se si è…malati?… allergici all’uovo?
18. Il nostro Paese sviluppa e produce vaccini?

Un bel po' di materiale per chi volesse documentarsi seriamente, no?

domenica, luglio 17, 2016

Carnevale della Matematica #99 - Matematica e/a/con i/per i/dei fumetti

L'edizione di luglio del Carnevale della Matematica, la numero 99, è ospitata da Gianluigi Filippelli su Al caffè del Cappellaio  e il tema è "Matematica e/a/con i/per i/dei fumetti".
Stavolta ho contribuito con la cellula melodica e con degli articoletti fuori tema così introdotti:

Dopo le introduzioni di rito sul numero del mese e sul tema, eccoci al consueto inizio con la cellula melodica realizzata da Dioniso dedicata, ovviamente, al 99:
Il verso che avete letto è quello associato proprio al 99 nella poesia gaussiana di Marco Fulvio Barozzi, meglio noto come Popinga.
Buone notizie, poi, per Flavio che vedrà rappresentato al Politecnico di Torino il dramma I Pitagorici!
A seguire un suo articolo scritto per Through the optic glass (La rivista di storia della scienza su Medium redatta da autori italiani):
"È parte della revisione/nuova edizione che sto facendo degli articoli della mia serie sulla storia della matematica.Dopo la scoperta dell’oggetto incommensurabile e dopo il suo rifiuto di mantenere la segretezza su tale scoperta, Ippaso sarebbe stato condannato a morte per annegamento.Ma che successe alla scuola dopo il crollo delle fondamenta teoriche?"Potete leggere questa storia appassionante su Pitagora VII – la morte di Pitagora e il grande contributo dei pitagorici.
Dioniso ci propone anche un secondo contributo:
Un’improbabile discussione logica su Mario Brega e la sua mano de piuma o de fero: Quale sarà l’approccio giusto? Quello puramente logico, quello puramente linguistico, tutti e due o nessuno dei due?
Il mese prossimo l'edizione numero 100 del 14 agosto 2016 (“canta tra i cespugli, canta tra i cespugli”) verrà ospitata da ... non si sa ancora e, ovviamente, anche il tema è ancora incognito.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina del Carnevale su Facebook

martedì, giugno 28, 2016

Un mio dramma in scena al Politecnico di Torino

Ricordate i miei libricini su Pitagora? La musica dei numeri e dell'irrazionale? Beh, a ottobre dovrebbe essere messo in scena il mio dramma "I Pitagorici" basato su quella storia. Sono state previste tre rappresentazioni in tre diverse sedi del Piemonte, l'ultima delle quali verrà inscenata addirittura nell'aula magna del Politecnico di Torino e, oltre che dalla danza e dalla scenografia virtuale, verrà arricchita anche dai canti del coro del Politecnico di Torino, diretto dal Maestro Giorgio Guiot.

27 OTTOBRE 2016 - Torino, AULA MAGNA POLITECNICO 
ORE 19.00 – CAFFE’ SCIENTIFICO Luisella Caire “I rapporti matematica-musica nei Pitagorici
ORE 19.20 SPETTACOLO «I PITAGORICI» di Flavio Ubaldini,
Drammatizzazione di Maria Rosa Menzio.
Con Maria Rosa Menzio e Simonetta Sola, collaborazione coreografica con Claudia Serra, danza Marica Vinassa e Giada Vinassa, scenografia virtuale di Nikolinka Nikolova, coro Politecnico di Torino, direttore del coro Maestro Giorgio Guiot.
Regia e video di Maria Rosa Menzio. PRIMA ASSOLUTA.

Le altre date saranno:
15 OTTOBRE 2016 – Castelnuovo don Bosco (AT), SPAZIO ALA
ORE 21.00 – SPETTACOLO «I PITAGORICI» di Flavio Ubaldini

9 OTTOBRE 2016 – RIVA PRESSO CHIERI; Palazzo Grosso
ORE 18.00 – SPETTACOLO «I PITAGORICI» di Flavio Ubaldini,

Il tutto sarà inserito nella Rassegna "Teatro e Scienza" già premiata tre volte con medaglia del Presidente della Repubblica. Questa rassegna del 2016, la nona Edizione, ha come titolo "Il Ballo degli Incoerenti" e ha già il patrocinio del CNR e la presentazione del Presidente della Regione, Sergio Chiamparino. Per chi fosse interessato a tutto il programma questo è l'Avant Programme 2016 in formato PDF (alcune date sono ancora provvisorie).

Vorrei anche sottolineare che questo progetto implica uno sforzo importante per l’Associazione Teatro e Scienza, specie a causa dei pesanti tagli alla cultura (tanto per dirne una, la sezione cultura nella ex-provincia di Torino non esiste più). Un piccolo aiuto per l’allestimento faciliterebbe l'Associazione a realizzare questo progetto.
Se volete dare una mano all'associazione culturale la donazione dovrebbe essere intestata a "ASSOCIAZIONE CULTURALE TEATRO E SCIENZA", causale “donazione Rassegna 2016” con IBAN IT 10 J 0623 0011 46 0000 46 450 670
A fronte di una donazione riceverete:
- 20 Euro : ringraziamenti sulla pagina Facebook di Teatro e Scienza
- 50 Euro: 2 posti gratuiti, se prenotati, allo spettacolo, e ringraziamenti sulla pagina Facebook di Teatro e Scienza
- 100 Euro : 2 posti gratuiti, se prenotati, e citazione sul "Master Book di Teatro e Scienza" inserito anche nella sezione Rassegne del sito.

Ovviamente anch'io ho contribuito con una donazione.
Se qualcuno di voi volesse assistere a una delle rappresentazioni mi farebbe molto piacere. Io vorrei essere presente almeno alla rappresentazione del 27 ottobre a Torino. 

domenica, giugno 26, 2016

Nuove considerazioni sul masochismo degli italiani

Chi mi conosce sa che da anni sostengo che in Italia ci sia un'esagerata tendenza all'autocritica (che spesso, in modo sottinteso, si rivolge agli italiani escluso l'autore della critica e qualche suo amico) e un masochismo molto diffuso per cui si gode spropositatamente quando si riesce a trovare una lista in cui il proprio paese compaia agli ultimi posti. E la maggior parte della stampa italiana gioca un ruolo fondamentale nell'incoraggiare questo masochismo nazional-popolare: nel caso di successo nelle loro cacce al tesoro alla lista negativa partono con i titoloni:
Ultimi in Europa!
Italia peggio della Bielorussia!

Il Bel Paese come il Burkina Faso!
Invece, le liste in cui l'Italia compare ai primi posti vengono o ignorate o nascoste verso le ultime pagine. A volte ho parlato di questa tendenza pure sul blog (Femminicidi: i numeri e l'autopercezione italianaViolenza sulle donne: i numeri dell'Unione EuropeaValutazioni del sistema sanitario italiano: una tabella riassuntivaSistema sanitario italiano tra i primi al mondo)

Data questa premessa, quando il 24 giugno ho sentito Kristina Kappelin, corrispondente da Roma della televisione pubblica svedese, pronunciare, durante un'intervista al GR3, le parole che ho riportato di seguito non ho potuto fare a meno di avere un sussulto e di pensare: ma quelle parole le ho scritte io?!

– Paradossalmente l'Italia ha una reputazione migliore tra gli stranieri che tra gli stessi italiani. Perché secondo lei?
– Perché voi siete estremamente autocritici. C'è una sorta di masochismo nei media nel mostrare l'Italia sempre all'ultimo posto mentre quello che si vede all'estero sono altre cose. Si vede un bellissimo paese che è molto simpatico visitare. Sento sempre i miei connazionali dire che sono ben ricevuti, mangiano benissimo, vedono cose bellissime, comprano moda bellissima.
– Qual e invece è la maggiore attrattiva dell'Italia per uno straniero?
– Beh, io ormai sono una vera europea nel senso che conosco il sud Europa e conosco il Nord Europa. E quello che sempre più mi piace e apprezzo è l'umanità. Poi comunque penso che anche se la Svezia è più organizzata comunque qui rimane un rapporto umano che dalle nostre parti è difficile trovare.

Se volete il servizio lo trovate al minuto 11:30 del GR3 delle 08:45 del 24/06/2016. La notizia che si commentava era la nuova lista dei paesi con la migliore reputazione al mondo pubblicata di recente dal reputation institute. Lista in cui l'Italia negli ultimi tre anni è passata dal 16° al 14° fino al 12° posto. (Mentre la Germania è passata dal 10° al 18°) Davanti a paesi come i neo-extracomunitari del Regno Unito, Giappone, Francia, USA e Germania
Mi chiedo se, a parte quelli che ascoltano l'ultimo servizio del GR3, qualcuno abbia trovato o sentito questa notizia altrove.


venerdì, giugno 24, 2016

Mappa Voto Brexit: che succederà adesso?

Se pensavate di trovare una risposta alla domanda del titolo vi sbagliate. Sono alla ricerca di risposte. Oppure... avrebbe più senso cercare di raffinare la domanda per trovare la domanda giusta più che la risposta giusta?




lunedì, giugno 20, 2016

Stagione orchestrale estiva 2016: un'estate italiana!

Per la prima volta il programma dell'orchestra in cui suono da diversi anni sarà un programma italiano e, sempre per la prima volta, sono stato anche coinvolto nella sua stesura. Non solo! Per la prima volta sarà coinvolta anche l'associazione Volare  — coinvolgimento che porterà l'amica Nadia (a cui è ispirata la donna in Vespa) a introdurre i brani e l'associazione ad arricchire il concerto con contributi gastronomico-culturali — e, per la prima volta in assoluto, si ascolterà l'esecuzione di un brano per celesta e orchestra scritto da un compositore italiano, Massimo Graziato, appositamente per noi. Sarà la prima esecuzione assoluta dell'unico concerto esistente al mondo per celesta e orchestra. E inoltre per il concerto finale, quello della Stadthalle, avremo come ospite Frau Schiedmayer, proprietaria della fabbrica di celeste più antica ancora esistente e pressoché unica al mondo che, per l'occasione — il 130-esimo compleanno della celesta — ci concederà l'uso di uno strumento della loro collezione.
Insomma, un concerto di prime... volte e assolutamente da non perdere!

A suo tempo il direttore mi ha pure chiesto di aiutarlo a trovare un titolo e una storia che potesse collegare i brani. Zucchero mi ha subito detto: visto che quest'anno ricorre il dugentenario della pubblicazione del Viaggio in Italia di Goethe quale storia migliore di quella delle tappe e dei relativi commenti di Goethe nelle città che si possono collegare ai vari pezzi?

Alla fine sono stati scelti un titolo e una storia di compromesso tra quelle proposte da me — Dove fioriscono i limoni e relative tappe di Goethe — e le idee del direttore d'orchestra. Per cui il titolo sarà "Viva l'Italia", perché lui voleva un titolo breve e immediato, e la storia includerà alcune citazioni di Goethe ma anche altre sorprese. 

Detto questo, ecco le date e il programma. Se avete intenzione di venire contattatemi perché posso procurarmi un po' di biglietti scontati.

Date
Sabato 2 Luglio alle 18:00 a Bad Bergzabern
Sabato 9 Luglio alle 19:00 nella Stadthalle di Heidelberg

Ottorino Respighi / Gioacchino Rossini: La boutique fantasque (video)

Giuseppe Verdi: Ouverture de La forza del destino  (video)

Gaetano Donizetti: "Una furtiva lagrima" da L'elisir d'amore

Giacomo Puccini: "Nessun Dorma" da Turandot (video)

Eduardo Di Capua: „O sole mio!“

Massimo Graziato: Meditation (prima assoluta)

Ottorino Respighi: I pini di Roma (video)

venerdì, giugno 10, 2016

L'habanero di 9 anni

Pensavo che l'habanero di 9 anni avesse tirato le cuoia. Da qualche hanno, viste le nostre frequesnti assenze, sto usando i vasi con il serbatoio. Di recente dal vaso dell'habanero proveniva uno strano odore e la pianta non assorbiva più l'acqua. Ho deciso quindi di smontare il vaso e ho trovato una fitta rete di radici che, dopo aver invaso il serbatoio d'acqua, stavano marcendo. Allora ho eliminato quelle radici e ho rinnovato un po' la terra. Dopo qualche giorno tutte le foglie del peperoncino si sono seccate. Pur dandolo per spacciato ho tentato una cura chirurgica in extremis: potatura drastica. E ora pare che il 9-enne si stia riprendendo.
Il ficus, invece, di anni ne avrà almeno 16. E, vista la sua maturità sessuale, di recente ha anche dato alla luce un fiscusino.

giovedì, giugno 09, 2016

Un italiano, un francese, un inglese e un tedesco

Segnalo questo monologo di Gioele Dix basato, in modo un po' parossistico, sugli stereotipi del tipo un italiano, un francese, un inglese e un tedesco. Lo trovo molto divertente.

Gioele Dix Il Finestrino Del Treno

mercoledì, giugno 01, 2016

I pregiudizi di Beppe Severgnini e alcuni concetti della teoria della comunicazione

"Che effetto vi fanno le parole evidenziate, viste nell'occhiello di un articolo del Corriere?" scrive Licia Corbolante in Donne in marina, tra implicito e stereotipi

Vi consiglio la lettura dell'interessante articolo di Licia Corbolante che, a partire dai pregiudizi di Beppe Severgnini, uno dei giornalisti più antipaticamente narcisisti che io conosca, spiega alcuni concetti della filosofia del linguaggio e delle teorie della comunicazione.

giovedì, maggio 26, 2016

Goethe e il Carnevale Romano

“..Ci auguriamo che, essendo la vita nel suo complesso imprevedibile, ingrata e irta di rischi quanto il Carnevale Romano, questa spensierata falange di maschere serva d’ammonimento a ricordare l’importanza di ogni attimo di gioia, per quanto fugace possa sembrare, che ci è concesso dalla vita.”

Johann Wolfgang Goethe

martedì, maggio 24, 2016

Nuove opinioni sui vaccini

Oltre alla bestialità a livello medico-scientifico (riportata qui) penso che questo sia un esempio di che cosa significhi perdere la memoria storica e non.


Ai tempi di mio nonno i vaccini non si facevano. E lui, insieme ai suoi coetanei, con la terra non solo ci giocava ma la lavorava pure. Eppure a quei tempi i bambini morivano come mosche inclusi un fratello e una sorella di mio nonno. Ma forse…
… le scie chimiche c'erano già da allora: le portavano i marziani e non lo sapevamo.


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